mercoledì 27 aprile 2016

Hardcore: il film con l'anima da videogioco


Torniamo sull'argomento cinema e di quello che possiamo definire un film esperimento.
Parliamo di Hardcore film del 2015 scritto, diretto, co-prodotto ed interpretato da Ilya Naishuller uscito nelle sale il 13 aprile del 2016.

Come dite? se oggi parliamo di film porno?
Ma no imbecilli, Hardcore! (Hardcore Henry in originale) è il primo, se non sbaglio, film girato interamente in soggettiva.

Diciamocela tutta, secondo me se non avesse questa "strana" particolarità non sarebbe un film da prendere nemmeno in considerazione, ma andiamo con ordine.

La pellicola parte dopo un rapido flashback, col risveglio di un uomo chiamato Henry, sdraiato su un lettino. In poco tempo verremo a sapere dalla dottoressa che accoglie il risveglio di Henry, Estelle,


che l'uomo ha subito un "intervento di ricostruzione". In pratica Henry è un cyborg, tanto che Estelle gli aggancerà la gamba e la mano mancanti. Purtroppo nel bel mezzo dell'installazione del chip vocale verranno interrotti dal villain del film, Akan,


che in prima battuta con la giacca di pelle rossa



pensavo fosse la versione sfigata del Dante di Devil May Cry


con dei poteri ESP (Extra-sensory perception).

Da li partirà la fuga di Henry e tutto il resto della "trama" del film. Siamo onesti, Harcore non ha una trama. Il tutto si limiterà ad uno schema che si ripeterà per tutta l'ora e mezza di film.


Dialogo -> Scena d'azione -> Dialogo -> Scena d'azione.

La storia si baserà su due obiettivi, evitare che Henry cada in mano di Akan come arma di distruzione da una parte, e il più classico dei cliché dall'altra, salva la donzella in pericolo (Estelle) dal villain.

Nel corso della storia Henry incontrerà il personaggio più bizzarro della storia, Jimmy che aiuterà il cyborg nella sua missione.



Perchè strano? beh ma qua se volete saperlo dobbiamo entrare nello



Ma quindi è un film da andare a vedere? si e no. Come dicevamo all'inizio Hardcore non ha una trama. Personalmente avrei preferito alcuni dettagli nel corso della storia. Non che mi aspettassi una trama ricca e complicata, questo sia chiaro, però a mio modo di vedere alcune informazioni e alcuni passaggi restano vaghi e sicuramente alcune cose potevano essere spiegate meglio.

Quelli che secondo me sono maggiormente attirati alla visione sono i videogiocatori. Questo perché c'è il fattore "film in prima persona" che ovviamente richiama lo stile FPS (First Person Shooter). Senza dubbio chi lo ha visto lo paragona ai blasonati (??) Call Of Duty.



Io personalmente ci ho visto di più un Mirror's Edge



per le tante scene di parkour.

Proprio per il fattore FPS è un film che può essere di "difficile interpretazione" nelle scene più concitate. E visto che ci siamo, potrebbe far venire il "mal di mare" a chi non è abituato a vedere muoversi in soggettiva.
In fin dei conti era un problema esistente anche coi videogiochi, quindi non mi stupirei che anche questo film li abbia causati.


E' un film violento, anche su questo c'è poco da questionare. In alcune scene si arriva proprio allo splatter senza mezzi termini. Resta il fatto che il film si prende sempre poco sul serio, partendo dalla figura di Jimmy e arrivando ad alcune "battute" date dalla gestualità di Henry.

Sicuramente va premiata l'idea. Non sempre nel cinema odierno (e non solo), si osa o si tenta qualcosa di nuovo. Qua ci hanno provato. Secondo me lo scopo degli ideatori non era creare il "capolavoro assoluto", ma vedere di espandere le idee dei video The Stampede e Bad Motherfucker del gruppo musicale Biting Elbows diretti sempre da Ilya Naishuller che è anche il frontman della band.

Quindi, tirando le somme, un film che va visto per l'idea che sta alla base e non per il film in sé e per sé. Come dicevo prima attira principalmente i videogiocatori, proprio perché ricorda uno dei generi più in voga al momento.
Non sarà certamente un film memorabile visto che è scadente in molti punti di un'analisi "classica", però va premiata la voglia di portare sullo schermo qualcosa di diverso dal solito.

Da quanto vedo gli incassi danno ragione al regista visto che ha incassato poco più di 10 milioni di dollari contro i 2 di budget.

Si poteva fare sicuramente di più, magari a livello di trama o caratterizzazione dei personaggi, però come esperimento va bene anche così.

giovedì 14 aprile 2016

Street Fighter: Assassin's Fist


Oggi torniamo sulle serie tv e su un progetto web che è nato inizialmente dal crowfounding.
Parliamo di Street Fighter: Assassin's Fist, serie del 2014 scritta, diretta, prodotta ed interpretata da Joey Ansah e Christian Howard due attori e artisti marziali che hanno voluto trasporre in live action l'universo narrativo di Street Fighter.

Contando questo progetto, siamo alla quarta trasposizione live del brand. Ci fu il cortometraggio Street Fighter Legacy, pubblicato su youtube nel 2010 della durata di appena tre minuti che vi lascio qui.

L'anno prima fu la volta di Street Fighter - La leggenda, monografico su Chun-Li che non ho mai visto e che però leggo non essere stato questo capolavoro.
Prima o poi lo guarderò, ne sono quasi sicuro, perché sono principalmente curioso.... o è solo perchè c'è la bella Kristin Kreuk


che interpreta Chun-Li?

Mentre dell'altra trasposizione potremo anche evitare di parlarne, tanto sappiamo tutti a cosa faccio riferimento....



No? allora siete fortunati.... e mi raccomando, se amate Street Fighter non guardatelo... MAI!!!

Ma torniamo ad Assassin's Fist. Dopo il buon riscontro con Legacy la Capcom (la casa produttrice del brand) durante il San Diego Comic-Con International del 2012 ha concesso i diritti ai creatori per portare avanti il progetto. Come dicevamo all'inizio, il passo successivo fu la campagna Kickstarter che però venne annullata perché ci furono finanziatori privati che crederono nel progetto.



Ma di cosa parla concretamente Assassin's Fist? Beh la storia si divide tra presente e passato raccontando le origini dell'Ansatsuken, lo stile di combattimento utilizzato dai protagonisti Ryu e Ken.
Nel presente conosceremo il loro allenamento partendo dal momento in cui si sono conosciuti da bambini fino ad arrivare ai giorni nostri negli ultimi mesi di addestramento.




Negli episodi incentrati sul passato vedremo invece i giorni dell'addestramento di Gouken, maestro di Ryu e Ken, e Gouki suo fratello, meglio noto ai fan col nome di Akuma.

Forse la cosa che salta subito all'occhio è che tutti i protagonisti sono dei reali esperti di arti marziali. Tutte le scene di combattimento infatti sono molto ben fatte.
Anche fisicamente i due ragazzi Mike Moh (Ryu) e Christian Howard (Ken) li ho trovati molto adatti al ruolo.



Giudicate voi stessi.

Si vede che quest'opera è stata fatta da dei fan del brand che volevano ricreare lo spirito del videogioco, pur incentrandosi su pochi protagonisti... non come l'altra porcata di cui parlavamo prima.
Da notare anche la cura quasi maniacale dei dettagli. Ryu con la fascia bianca come nel primo Street Fighter e Ken con la fascia rossa e i capelli lunghi come nella serie Alpha.



La parte più interessante della storia, a mio modo di vedere, è sicuramente quella dedicata al passato di Gouki e di come si sia fatto possedere dal lato oscuro del Satsui no Hado.



Questa prima stagione è anche molto breve, dodici episodi da 12-15 minuti al massimo, oppure sei da 25-30 minuti
Forse vi starete domandando il perché ci sono due versioni.
Beh la prima versione è il rilascio iniziale sulla piattaforma Machinima.com mentre la seconda, quella che ho visto io, è quella disponibile su Netflix.

Nel corso di questi pochi episodi si vede anche la voglia di fare del fan service. Nell'episodio 5 infatti sentiremo le classiche theme di Ryu e Ken, vedremo i due protagonisti giocare ad altri giochi di Capcom e un altro particolare che spoilererebbe la storia.

Vale quindi la pena vederla? e qua posso dirvi, dipende. Dipende se siete quelli come me che sono cresciuti a suon di Hadoken, Shoryuken e quell'altra mossa impronunciabile (Tatsumaki Senpukyaku) sicuramente si. Ma anche se semplicemente avete iniziato a giocare dai titoli più recenti e amate il brand, questa serie va fa per voi.
Se invece non conoscete minimamente Street Fighter o amate i film pieni di effetti speciali stafighi, potreste non apprezzare la miniserie principalmente perché si nota che è una produzione low budget specialmente quando si vedranno le già citate Hadoken e lo Shoryuken fiammeggiante del biondino.



Per quanto mi riguarda, essendo uno dei primi descritti, approvo la serie a pieni voti e vorrei vederne una seconda stagione.
Leggendo sull'Internet ho trovato la notizia che al San Diego Comic-Con del 2014 è stato annunciato l'inizio della lavorazione di Street Fighter: World Warrior preceduta Street Fighter: Resurrection che dovrebbe essere iniziata il 15 marzo di quest'anno sempre su Machinima.com.

Trailer

Staremo a vedere se anche Netflix proporrà la serie sul suo portale.

Se invece siete contrari ai live action sui videogiochi ma volete vedere una bella opera tratta da Street Fighter vi consiglio di recuperare la serie Street Fighter II V che racconta il viaggio di Ryu e Ken per il mondo, incontrando molti dei personaggi del gioco.


La cosa che più mi è piaciuta di quest'opera, è che tutti i personaggi presentati vengono sempre introdotti in maniera sensata all'interno della storia raccontata.

See you next


martedì 12 aprile 2016

Sam Fisher smells like the Punisher

 
Nuovo post, vecchi argomenti. Lasciamo per il momento il capitolo serie televisive e torniamo sul campo videoludico.
Come forse ricorderete tempo fa tessi le lodi del quarto capitolo di una saga che ho sempre amato, Splinter Cell. Per chi non avesse letto o volesse fare un ripasso la trova qui.

Ma non perdiamoci in ciance e andiamo all'analisi di questo quinto capitolo.
Diciamocela tutta, sapevo già che questo Conviction non era il classico Splinter Cell. Se ne era già parlato all'epoca, ed era stato ampiamente odiato dai vecchi fan del brand.

Ma, come sempre, andiamo con ordine.

La storia parte dalle conseguenza di Double Agent e supponevo dai migliori dei finali, ma così non è.
Sam Fisher, come abbiamo visto è scappato, non fa più parte di Third Echelon ed è indipendente. Tutta la storia verrà raccontata da Victor Coste, un vecchio amico di Sam che mano a mano ci porterà al presente e all'epilogo della storia.

La storia inizierà con Sam sulle traccie dell'uomo che ha ucciso sua figlia Sarah. Da li, prima partirà una caccia all'uomo votata principalmente alla vendetta e successivamente si tramuterà in una corsa per fermare un attacco terroristico.

Come sempre è inutile spoilerare oltre, i colpi di scena non mancheranno e fino alla fine dubiteremo su chi dovremo realmente fidarci.

Ma veniamo al perché questo quinto capitolo della saga è odiato dai fan.

Come già detto eviterò spoiler sulla trama, ma alcune scene devono essere commentate per bene.
La prima cosa che salta all'occhio è lo stile generale del gioco. Passiamo da uno stealth duro e puro ad un action in terza persona. Diciamoci la verità, mi può andare bene rinnovare il brand, Double Agent aveva già dato il via al rinnovamento, ma ci sono dei punti saldi che non possono essere toccati.

Il livello iniziale sarà un classico training su come dovremo spostarci e su quali saranno i comandi. Rispetto al passato, non avremo più la barra della vita ma, come succede in altri giochi "spara muretto" (vedi Gears of War) lo schermo tenderà al rosso mano a mano che verremo colpiti fino alla morte. Seguendo sempre l'iter di Gears, se resteremo coperti per una decina di secondi, i nostri danni spariranno.
Scelta opinabile, però i problemi non stanno qui.

Una cosa che secondo me è una stupidata è la possibilità di chiedere e vedere aiuti. Spesso e volentieri sui muri, pavementi e soffitti avrremo scritto l'obiettivo della missione. Peccato che sembra un bat segnale. E' come se il regista del film ti proiettasse cosa devi fare.



Viene introdotta la possibilità di nasconderci dietro un muretto per evitare gli attacchi e potremo spostarci al prossimo vicino semplicemente evidenziandolo. Questa introduzione devo dire che mi è piaciuta. Da maggior dinamismo alla missione e potremo assaltare più rapidamente i nemici senza dover accelerare e rallentare per arrivare alla prossima copertura.

Non avremo più la tuta iper tecnologica di Third Echelon e i suoi indicatori che ci dicevano se eravamo o meno visibili. In questo quinto capitolo lo capiremo esclusivamente dal colore dello schermo. Sarà a colori se saremo visibili, in bianco e nero se invisibili.

Senza dubbio, per lo meno per buona parte del titolo, non avremo più quello che è il simbolo di Splinter Cell, il visore notturno.


Diciamo che è il primo cambiamento radicale nel titolo che fa capire quanto questo quinto titolo si voglia discostare dai precedenti.

Viene introdotta una delle funzioni più utili ai fini del gioco, ma sicuramente il secondo sintomo del cambio di rotta del brand, la marcatura. In pratica, dopo un assalto stealth al nemico, a seconda dell'arma a disposizione, avremo la possibilità di marcare i bersagli.

 
Una volta marcati, potremo eseguire una sequenza automatica e uccidere i bersagli.

Forse non ci avete fatto troppo caso, ma è proprio scritto uccidere. In questo quinto capitolo non avremo alternative, o si uccide o si muore.
Da buon fan della serie una cosa del genere non sta ne in cielo ne in terra. Per quanto la "licenza 00" viene introdotta "ufficialmente" nel terzo capitolo della saga, notoriamente Sam Fisher non uccide. Stordisce, interroga, ma difficilmente mette fine alla vita dei suoi avversari (a patto che non sia il terrorista finale).

Qui no, per quanto utilizziamo le nostre abilità "ninja" per sorprendere i nostri avversari alle spalle, l'unica opzione possibile è quella di spezzare il collo ai nostri avversari. In alcuni casi potremo usarli come scudi umani, in altri casi potremo tirarli per difenderci, ma il risultato non cambia.
Personalmente la trovo una bestemmia per i vecchi fan. Io posso capire che i fatti che danno il là a Double Agent facciano cadere Sam nel baratro, già nel suddetto quarto capitolo la cosa veniva marcata molto bene e i toni generali erano molto più cupi della precedente trilogia.

Però Sam non è il Punitore.


Posso capire che l'aver perso la figlia lo faccia diventare più violento e cattivo e mi sta bene. Come del resto mi sta bene anche i metodi brutali di interrogatorio che adotterà.

 
Però per lo meno lascia la possibilità al giocatore di decidere come agire.

Un'altra delle cose che mi hanno fatto imbestialire è l'impossibilità di spostare i cadaveri per non farsi individuare. Nei precedenti capitoli lasciare in giro anche una sola guardia stordita, faceva scattare allarmi e ci faceva perdere la partita.
Diciamocela tutta, se siamo bravi a prendere alle spalle i nostri avversari, prima di ucciderli, potremo spostarci in una zona d'ombra prima di eseguire la sentenza. Ma servirà? secondo me non a nulla. Anche se gli altri mercenari vedranno i cadaveri o ci individueranno, basterà nascondersi e tutto sarà come prima, tanto che nei vari dialoghi ci daranno per morto.

Altra cosa che non ho apprezzato è la missione al Lincoln Memorial, senza dubbio l'emblema della mancanza di coerenza nello scrivere la storia.

<SPOILER>

Dopo una serie di missioni il nostro compito sarà quello di spiare la conversazione tra Tom Reed, nuovo direttore di Third Echelon e Lucius Galliard. Ok e fin qua nulla di strano, missioni di spionaggio c'erano anche nei vecchi capitoli.

Inizieremo la missione disarmati, e dovremo "infiltrarci" nella cabina degli studi televisivi che dovranno riprendere la conferenza stampa di Galliard. Come dite? perché infiltrarci tra virgolette? beh semplice. Perché basterà camminare tra staff e addetti ai lavori, aprendo tranquillamente la porta dello studio mobile senza che nessuno ci disturbi.

Ma dico io, si può? Porca troia, Sam Fisher è l'uomo più ricercato d'America e NESSUNO lo ferma? ma stiamo scherzando?
E anche se non fosse ricercato, lo fate avvicinare allo studio televisivo indisturbato? Qui mi è successo che già col "vippetto" di turno non ti facessero mettere il naso oltre le barricate.

Non avevo parole. L'insulto finale però viene dopo. Lucius verrà ucciso e l'assassino scapperà e noi dovremo inseguirlo. Questo morirà nella macchina della fuga che esploderà non appena verrà messa in moto.
A questo punto dovremo difenderci dalla swat che ci riterrà responsabili.

E magicamente, bam, la pistola in mano. Vi giuro, ho maledetto i programmatori. Puttana eva, fate l'animazione che estrae la pistola dallo zaino, costava tanto?

</SPOILER>

E poi dicevamo del visore. Negli scorsi episodi, specialmente in Chaos Theory abbiamo la possibilità di vedere al buio, campi magnetici e traccie di calore, a seconda della funzione che impostavamo. Come dicevamo prima è da sempre il simbolo del brand, tanto che lo stesso Luca Ward fece una foto promozionale quando tornò alla voce di Sam in Black List.




In questo quinto capitolo torneremo all'utilizzo del visore, nella seconda metà del gioco, ma una sua versione "potenziata" da quanto detto dallo scienziato che ce lo cederà.
Perché potenziata? perché non sarà più un visore tripolare principalmente notturno, ma un visore radar. In pratica potremo avere l'esperienza di essere Daredevil.





Il visore emetterà un suono ogni tot secondi che mostrerà i nemici nell'area circostante. Peccato che quando ci sposteremo col visore sugli occhi non vedremo una madonna perché l'immagine sarà sfuocatissima.
Divertente e utile per alcuni assalti, ma non è il classico visore e serve molto relativamente.




Ma quindi questo Conviction è un gioco di merda? Direi di no. E' un discreto TPS (Third Person Shooter), senza lode ne infamia, però non è uno Splinter Cell. Ci sono delle scelte di gameplay interessanti come abbiamo visto, ma stravolgere il gameplay di un gioco che nasce come stealth non ha senso. Come valeva per per Double Agent si doveva dare un'impronta diversa al brand, ma senza distruggerlo inutilmente.

La cosa che critico maggiormente è il voluto cambio di carattere del protagonista, da eroe pronto a sacrificarsi per salvare il mondo cercando sempre restare nel giusto, a brutale killer spesso senza senso (specialmente dove le rivelazioni dopo la metà del gioco).

Sicuramente abbiamo tutti abboccato al nome Splinter Cell in copertina, c'è poco da questionare. Secondo me questo giochetto si poteva fare, però lo si doveva presentare come spin-off della serie creando un nuovo protagonista che non era Sam Fisher.

Non lo so, però guardando le foto che si recuperano sull'Internet sembra che all'inizio questo quinto capitolo dovesse avere un'impostazione diversa. Mi sbaglierò ma il character design di Sam è molto diverso in alcune immagini.


Che forse il dio denaro abbia fatto fare un cambio di rotta a Ubisoft? chissà.... non ho trovato informazioni.

Per quanto sapevo ancor prima di iniziare che stavo per essere preso per il culo dalla Ubisoft, mi sono accorto che ho sprecato del tempo per un gioco che non è nelle mie corde e che non avrei mai giocato se non avessi già preso Black List che, da quanto detto dagli storici fan, torna ai vecchi canoni della saga.








martedì 5 aprile 2016

Il Diavolo Di Hell's Kitchen


Bentornati. Continuiamo a parlare di serie televisive con quella che è il cavallo di battaglia della piattaforma Netflix. Parliamo ovviamente di Daredevil.
Senza dubbio l'anno scorso quando venne rilasciata la prima stagione, fu un fulmine a ciel sereno. Una serie targata Marvel, facente parte del Marvel Cinematic Universe, che però si discosta come ambientazione e toni, dai più scanzonati Avengers e compagnia. Una serie cupa, che immerge lo spettatore in atmosfere più realistiche, più mondane, riportando in scena uno dei supereroi che nel passato aveva già avuto una trasposizione cinematografica e che fu stroncato da critica e fans.

Ma poi, era così osceno quel Daredevil con Ben Affleck?


Per carità, non sarà stato questo capolavoro dei cinecomics però, onestamente, dopo è stato fatto molto di peggio.... e non serve andare troppo lontano...



Qualcuno prima o poi mi  spiegherà cosa tanto di sbagliato aveva quel film.

Scusate la divagazione, ma visto l'argomento, ci stava.

Torniamo quindi alla serie Netflix che praticamente ho visto entrambe la stagioni che la compongono a breve distanza l'una dall'altra.

Devo essere sincero, dopo aver visto i primi due episodi non fui così entusiasta come tutti quelli che l'avevano vista. Infatti, pur essendo strutturata bene narrativamente, la trovavo lenta nel procedere.

Una scelta vincente della sceneggiatura è stata quella di affrontare le origini del personaggio in poche e rapide scene. L'incidente che da gli ipersensi a Matt ma che lo privano della vista, vengono mostrate a fatti già compiuti, col ragazzino disteso sulla strada e aiutato dai passanti che raccontano l'accaduto al padre. Il resto del passato di Matt e i fatti che porteranno alla nascita del giustiziere mascherato, verranno raccontati mano a mano che la storia procederà con dei flashback incentrati su determinati avvenimenti.

Dalla fine del terzo episodio le cose cambiano. Se i primi due servono a introdurre il personaggio e di riflesso il villain della serie, mai mostrato ne nominato (anche se si sapeva benissimo chi era), alla conclusione di "Un coniglio in una tempesta di neve" finalmente lo vediamo di spalle. Senza dubbio da Marvel fan intravederlo solo di spalle, ma sapendo benissimo di chi si tratta, non può che aumentare l'hype nel continuare la serie.

Da quel momento la storia ingrana prendendo sempre più ritmo fino alla conclusione del ciclo. Discutendo degli episodi con un amico, mi diceva che a suo modo di vedere si poteva renderla più corta arrivando prima al finale. Non lo so, forse è vero che dopo una serie di colpi di scena e scene d'azione, in alcuni momenti c'erano dei passaggi più "tranquilli" che però personalmente non li ho trovati invadenti.

I tredici episodi che compongono il primo ciclo servono principalmente a dare la genesi del diavolo di Hell's Kitchen...


scusate lui non c'entra... e mostrare le potenzialità della serie.
A mio modo di vedere molti degli aspetti caratteriali di Matt Murdock vengono approfonditi maggiormente nella seconda serie.

Come già detto anche per Jessica Jones, le serie Netflix puntano l'attenzione su pochi personaggi, ma ben caratterizzati.
Nel corso delle due stagioni trasmesse alcuni di questi, Karen e Foggy in primis, avranno maggiormente i riflettori puntati su di loro.

Nel primo arco narrativo i protagonisti sono senza dubbio Matt e il suo nemico Wilson Fisk.
Due personalità che se li analizziamo bene hanno obiettivi simili, diventare protettori del quartiere newyorchese, ma con metodi contrapposti.

Visto che siamo partiti dai protagonisti analizziamoli per primi.

Charlie Cox interpreta Matt Murdock / Il mascherato / Daredevil:




Se non ricordo male quando trapelarono le primissime informazione sulla serie, come spesso accade, il signor Cox venne stroncato dai fans. Invece Charlie interpreta in maniera molto convincente sia il ruolo di avvocato di cieco pronto a difendere i più deboli di giorno, sia "l'uomo senza paura" di notte. Una delle cose che più mi è piaciuta della sua recitazione è interpretare molto bene un uomo cieco, specialmente nei momenti dove non porta gli occhiali con lo sguardo perso nel vuoto. Molto convincente anche il suo essere martire e colpevolizzarsi, spesso ingiustamente, di non essere in grado di salvare la sua città. Questo fatto si vede maggiormente nella seconda stagione quando è diventato noto ai media e ha realmente indossato i panni, e il costume, di Daredevil.

Vincent D'Onofrio è Wilson Fisk / Kingpin:



Come dicevamo all'inizio, nella serie viene presentato un personaggio pericoloso, talmente pericoloso che la sua identità non deve mai essere rivelata, pena la morte come spesso si vedrà.
Quando appare in scena rappresenta magnificamente il villain Marvel. Un uomo raffinato, sempre vestito in maniera impeccabile, possente fisicamente che dimostra di voler diventare padrone della città. Nel corso degli episodi vediamo anche l'altro lato di Fisk. Se da una parte sembra sempre calmo e pacato nei modi, quando perde le staffe diventa spietato scatenando la sua brutale forza contro chiunque voglia contrapporsi al suo operato.
Nel corso della stagione conosceremo anche il suo passato e il perchè sia diventato l'uomo che è diventato. Conosceremo anche Vanessa (Ayelet Zurer),

 
la donna di si innamorerà perdutamente, con la quale mosterà il lato più umano e protettivo del suo essere.

Piccola curiosità: forse non tutti sanno o si ricordano che Vincent D'Onofrio è stato anche il famoso soldato "Palla di Lardo" del film Full Metal Jacket di Stanley Kubrick...




...e per fortuna non aveva ancora il carattere di Kingpin... perché sennò il Sergente Maggiore Hartman avrebbe fatto una brutta fine.

Raccontati i due protagonisti vediamo il resto del cast.

Elden Henson è Franklin "Foggy" P. Nelson:

 

Il migliore amico di Matt, si conoscono ai tempi dell'università e insieme, dopo la laurea alla Columbia e la gavetta alla Landman & Zack, decidono di rifiutare l'impiego al rinomato studio legale per aprirne uno loro per difendere i più deboli. Foggy nella prima stagione sembra semplicemente la spalla di Matt, lo aiuta, ma non dimostra mai un carattere forte e determinato. Nella seconda stagione, per una serie di eventi che lo vedranno protagonista, sarà costretto a mostrare i denti dimostrandosi all'altezza del suo grande amico.
Nel corso delle due stagioni della serie il rapporto tra Foggy e Matt diventerà spesso conflittuale, però si noterà sempre la grande stima e amicizia tra i due.

Deborah Ann Woll è Karen Page:

 
Viene introdotta nel primo episodio della serie diventano anche la prima cliente del neo-nato studio legale Nelson & Murdock. Viene accusata ingiustamente dell'omicidio di un suo ex-collega della Union Allied ma, con l'aiuto dei due avvocati verrà scarcerata. Diventerà segretaria e amica di Foggy e Matt. Se nei primi episodi è semplicemente di supporto ai due avvocati, nella seconda parte della stagione il suo ruolo diventerà di maggior spessore, specialmente quando conoscerà il giornalista investigativo Ben Urich (Vondie Curtis-Hall)


per far luce sul passato di Fisk prima e nella seconda stagione per aiutare Frank Castle.

Nel corso della prima stagione viene introdotto anche il personaggio di Stick, interpretato da Scott Glenn.


Non conoscendo in maniera approfondita l'universo narrativo di Daredevil è un personaggio che non avevo mai visto... scusate la battuta.... infatti anche Stick è cieco.
Diventerà mentore di Matt, poco dopo la morte del padre, insegnandogli a sfruttare appieno i suoi sensi ipersvilppati e addestrandolo al combattimento. Stick, pur non avendo poteri o sensi ipersviluppati riesce ad essere un temibile avversario sia nel combattimento corpo a corpo, sia con l'arma bianca.
Proprio quest'ultima abilità, specialmente nella seconda stagione quando combatterà con la spada, mi ha ricordato non poco il personaggio di Nick Parker, interpretato da Rutger Hauer nel film Furia Cieca.



La seconda stagione vede invece l'introduzione di due personaggi amatissimi dai fan Marvel, ovvero Frank Castle, meglio noto come Punisher, e Elektra Natchios.

Senza dubbio quello che mi ha colpito di più è sicuramente il vigilante col teschio. La ragazza invece non mi è piaciuta come personaggio, ma andiamo con ordine.

Jon Bernthal interpreta Frank Castle/The Punisher:

 
La prima puntata dove "appare" Frank è quello che un fan del personaggio voleva.
Riunione di un cartello di contrabbandieri, una sparatoria dove viene fatta una strage e nessuna traccia. Chi non conosce il Punitore e il suo modus operandi, sicuramente non poteva già collegare i fatti, i fan avevano già capito di chi si trattava.
Devo essere sincero, appena ho visto le prime foto dell'attore e vedendolo in scena non mi piaceva. C'è poco da fare, ha una faccia da sberle incredibile. Sarà anche perché ho sempre pensato che la persona perfetta per il ruolo fosse Gerard Butler.



Guardatelo in Giustizia Privata e ditemi se non era perfetto nel ruolo.



Però episodio dopo episodio anche Jon mi ha convinto non poco, specialmente negli ultimi episodi, quelli che rappresentano realmente i modi di fare del vigilante urbano.
Nel corso della serie viene raccontato il passato di Frank e il perché sia diventato lo spietato Punisher. Le origini chiaramente sono state "aggiornate" rispetto alla versione cartacea. In fin dei conti un veterano del Vietnam oggi avrebbe almeno una sessantina d'anni e non sarebbe stato credibile. Per cui Frank è sì un ex-marine, ma della più recente guerra in Iran. Il resto della storia resta invariata, con la sua famiglia che viene brutalmente massacrata durante uno scontro tra bande rivali.

Élodie Yung interpreta invece Elektra Natchios:

 
A differenza del Punitore, del quale conosco abbastanza bene il personaggio e le sue storie, della ragazza ninja conosco le basi ma non troppo il suo modo di fare o agire, per cui mi baserò su quanto visto negli episodi che la vedono protagonista.
Sarò onesto, nei primi episodi l'ho detestata. Un personaggio odioso, una bambinetta viziata che vuole fare e ottenere ciò che più la aggrada, facendo leva spesso sul suo fascino e sui suoi soldi... o per meglio dire... della sua famiglia.
Nel corso degli episodi conosceremo il suo passato, parte del suo addestramento ninja, e il perchè sia diventata un'assassina.
Rispetto alla versione cartacea, dove è molto più formosa e muscolosa, qui è molto più esile e minuta, cosa per cui molti hanno storto il naso alle prime foto.
Poi.... siamo onesti.... è difficile rimanere affascinati da questa Elektra quando ricordi bene l'altra....



Senza dubbio un film di merda, c'è poco da questionare, però la Garner in tutina rossa aveva il suo perchè.... e forse era fisicamente più adatta essendo un po' più muscolosa.

Ok ci siamo, tiriamo le somme.

Punto a favore, come succedeva anche per Jessica Jones, è la brevità della serie. Preferisco tredici episodi ben strutturati, piuttosto che i classici 22-24 di una serie americana "classica" dove spesso si perde il filo del discorso o si procede su vari "binari" che magari verranno ripresi molto tempo dopo.

Rispetto a Jessica Jones, della quale mi sono lamentato dalla lunghezza a volte esagerata degli episodi, in Daredevil si sente meno, almeno per la prima stagione. Nella seconda ho visto un calo generale di ritmo diciamo dall'episodio cinque, per riprendere interesse un po' troppo lentamente all'episodio nove-dieci.

La struttura narrativa generale è quella di un film, ogni episodio, diciamo nel 90% dei casi, inizia dalla scena finale del precedente. Anche questa scelta, insieme a quella di rilasciare in un unico blocco l'intera stagione, la trovo molto più saggia di vedere un episodio a settimana, rischiando di "far perdere il filo" della trama. Diciamo che le serie americane "classiche" non avendo la struttura "filmica" delle serie Netflix, possono essere guardate con più largo respiro.
Io, se posso, cerco sempre di guardare una stagione solamente quando è stata trasmessa per intero in modo da godermela tutta in breve tempo senza interruzioni.

Una cosa che non ho apprezzato minimamente è quella di rendere le scene notturne, dove si svolge tutta l'azione, troppo scure. Posso capire che deve rappresentare il buio e la capacità di Matt di saper combattere pur non vedendo, però spesso si rischia di far perdere le fasi salienti del combattimento allo spettatore. Un po' lo stesso difetto che avevano i Batman di Burton, troppo scuri e cupi. Mi può star bene la scelta cromatica tra il giallo e nero di moltissime scene, ma l'azione deve essere sempre comprensibile, in pratica utilizzare le tecniche dei Batman di Nolan dove il problema non sussisteva.
Una cosa che mi fa sempre sorridere è che nella seconda metà della seconda stagione, quando ormai ne avevo un po' le scatole piene di vedere tutti i combattimenti al buio, le scene diventano con quel corretto aumento di luminosità da renderle più comprensibili.

C'è un dettaglio che mi ha sempre lasciato perplesso, secondo me spiegato male, ovvero la capacità di "vedere" di Matt. In un episodio Clarie Temple (Rosario Dawson)


gli chiede che sensazione si prova e come faccia a vedere pur essendo cieco. Matt risponderà e ci verrà fatto vedere che vede un mondo in fiamme, senza spiegare un pochino come questo fosse possibile.


In altri episodi dice addirittura che riesce praticamente a vedere.
Quello che volete, però si poteva spiegare un pochino nel dettaglio come questo fosse possibile. Nel fumetto, ma anche nell'odiato film del 2003 questa cosa veniva spiegata e spesso fatta vedere.

Infatti Matt riesce a percepire le cose e le persone attraverso un senso radar a fronte del "rimbalzo dei suoni" sugli oggetti.


Nel film veniva spesso mostrato che Matt per percepire i nemici batteva il suo bastone da combattimento contro muri o tubi per emettere suoni.
Senza dubbio una delle scene più belle del film è quando "vede" Elecktra attraverso il suono della pioggia.




Ma torniamo alla serie.

Per quanto la prima stagione sia più fluida nello svolgimento dell'azione e del ritmo, ho apprezzato maggiormente il secondo ciclo. Il motivo è molto semplice, il Punitore.
Dite quello che volete ma è un personaggio che ha un grandissimo fascino, per quanto sia un antieroe brutale.
Sicuramente la cosa che da valore aggiunto a tutta la sua storia, sono le sconvolgenti rivelazioni che vengono fatte mano a mano che gli episodi procedono.

Un'altra cosa che ho amato è la netta contrapposizione coi metodi di Daredevil. Entrambi vigilanti, questo è innegabile, ma se il "rosso" non vuole uccidere nessuno e cerca di impedirlo anche a Frank, quest'ultimo vuol vedere morto chi se lo merita.
Siamo onesti, vista la tragedia che sta alla base della sua "genesi", non lo vedo troppo assurdo mettersi nei suoi panni e cercare di ripagare "con la stessa moneta" chi ha distrutto la sua vita.
Come dirà spesso anche Karen, forse una delle poche persone che comprende maggiormente la sue ragioni, il Punisher ha un'etica che viene marcata negli ultimi episodi.

Altro punto a favore, tra l'altro presa da una storia dei fumetti, è quando Frank mette Matt a una scelta drastica, dimostrandogli che se passasse il "confine" sarebbe condannato come lui. Molto bello anche lo scambio di battute in quella scena.

Molto interessante è anche il fatto di dimostrare che l'universo di Daredevil è collegato a quello di Jessica Jones e entrambe al MCU.
Se infatti nella prima serie di Daredevil si intravedeva una pagina di giornale che faceva riferimento alla battaglia di New York vista nel primo Avengers, in Jessica Jones, nell'ultimo episodio, appariva Claire che salvava Luke Cage. Nell'ultimo episodio della seconda stagione di Daredevil invece vediamo Jeri Hogarth (Carrie-Anne Moss) proveniente dall'universo dell'investigatrice privata.

Direi che è tutto. Merita di essere vista. Sicuramente si. Una serie Marvel molto distante dai canoni dei film, sicuramente molto violenta, ma senza dubbio ben fatta e strutturata. Se non avesse avuto qualche intoppo nella scenografia e nel calo di ritmo sarebbe stata perfetta.

Speriamo che Netflix tenga sempre una elevata qualità per la sue serie e non si perda nell'inserire miliardi di personaggi per poi far perdere interesse allo spettatore nel continuare a seguirle.... chi ha detto Arrow?

Da fan del Punisher non vi posso negare che mi piacerebbe vedere una serie dedicata interamente al vigilante col teschio, cosa che vorrebbero molti fans vista la petizione lanciata.

See you next