lunedì 30 maggio 2016

Caro Duke, abbiamo aspettato troppo


Era il lontano 1996  quando apparve sui nostri schermi dei PC uno dei personaggi più anticormistici della storia dei videogiochi, Duke Nukem.
Che poi, se lo guardiamo bene, non era proprio il primo capitolo della saga. Infatti il Duca era già protagonista di due giochi ovvero, Duke Nukem del 1991, e Duke Nukem 2 del 1993.
Però siamo onesti, la Duke mania scoppio col terzo e tutt'ora più famoso capitolo del brand, ovvero Duke Nukem 3D.



Oggi però parleremo del quarto capitolo del brand ovvero Duke Nukem Forever, uscito ben QUINDICI ANNI dopo il terzo capitolo nel 2011. Quindi mi state dicendo che io l'ho giocato proprio per il ventennale del 3D? Interessante.

Io per primo, dopo aver finito il 3D ero in trepidante attesa di questo quarto capitolo. Ma dopo annunci, disannunci, ritardi e compagnia briscola mi ero arreso all'evidenza che questo Forever non era solo un titolo ma era il tempo di attesa.

Se guardate tra i contenuti extra del gioco potrete vedere che questo quarto capitolo è stato annunciato più e più volte nei vari E3 a partire dal 1998.

Alla fine però il mondo videoludico aveva proposto una, almeno per me, valida alternativa creando Sam "Serious" Stone.


Ho giocato solo ai primi due capitoli (first e second encounter) ma molte delle idee che stavano alla base di Duke erano presenti. Un FPS con un protagonista sopra le righe, sboccato anche se meno del Duca, sempre con la battuta pronta, con nemici al limite dell'assurdo. 
Un gioco difficile sì e in certi frangenti frustante, ma anche tanto divertente.



Ma bando alle ciance e vediamo di arrivare al sodo della recensione. Sono passati 12 anni da quando Duke ha salvato la Terra dalla minaccia aliena. Ormai è diventato una superstar e vive in un mega albergo a Las Vegas all'interno di un casinò a lui dedicato, nel lusso più sfrenato tra ragazze bellissime, tecnologia all'avanguardia e gioielli in oro massiccio.


Inutile dire che gli alieni torneranno a minacciare la Terra e il nostro muscoloso eroe dovrà rimettersi in azione per prenderli a calci nel culo.

A livello di trama non c'è altro, non che mi aspettassi niente di diverso, sia ben inteso. Lo scopo della nostra missione sarà attraversare Las Vegas e dintorni per arrivare al mega imperatore dei Cycloid.




Ma veniamo al titolo in se. Rispetto al vecchio Duke 3D il nostro biondone preferito potrà portare solo due armi alla volta. Starà a noi, mano a mano che procederemo, cambiarle a seconda dell'occorrenza. Senza dubbio in alcuni frangenti, vedi i mega boss sparsi qua e là per le varie zone, saremo obbligati a prendere l'artiglieria pesante come il mitico lanciarazzi RPG. Devo essere sincero, da una parte è una rottura di scatole perché si dovrà sempre valutare o meno il cambio di un'arma, dall'altra rende un po' più "realistico" il gioco visto che era improbabile un uomo si portasse via una decina di armi. Certo che due armi per volta sono pochine in alcune situazioni e abbandonare il fucile o il ripper, le armi più utili nella missione, è sempre un dolore al cuore.





C'è anche da dire che nelle fasi "boss" sarà sempre presente "la scatola delle meraviglie". In pratica sarà una scatola con munizioni infinite. Basterà aprirla e le nostre armi in possesso verranno ricaricate al massimo delle munizioni disponibili. Fondamentale per i boss, anche se riduce un po' il fattore competitività del precedente capitolo.

Altro cambiamento importante è l'abolizione della barra della vita. Eh.... no, mi spiego meglio. La barra della vita "classica" con un tot di energia non ricaricabile non è più presente, insieme ai vari medikit. La vita sarà valutata in ego. L'ego lo perderemo quando verremo colpiti ma, seguendo lo stile Gears Of War, si ricaricherà se resteremo nascosti per un po' di tempo. Anche qua, utile al gioco rendendolo più appetibile alle nuove generazioni, ma i giocatori vecchia scuola, quelli plasmati sui vecchi FPS come Doom, Quake e lo stesso Duke storceranno il naso.

D'altra parte sarà molto divertente trovare "le azioni particolari" che serviranno ad aumentare l'ego. E qui senza dubbio i programmatori si sono divertiti un botto per le azioni un po' strane che dovremo far fare a Duke per aumentare l'ego. Ci dovremo ammirare allo specchio per esempio,


 fare l'autografo a un nostro piccolo fan,



scarabocchiare la lavagna con "il piano di battaglia",

e via così.

Il gioco purtroppo sente la pesantezza dei suoi 15 anni di ritardi e rinvii. Infatti le fasi di caricamento sono eterne per un gioco 2011, tanto più che io l'ho anche installato sulla console per alleggerire il peso delle letture su DVD.

Anche il gameplay è molto MOLTO, troppo basilare. Non ci sono chiavi da recuperare, non ci sono rompicapo da risolvere (eccetto quello dei tubi ma è banale). L'unica cosa che dovremo fare è spaccare i culi di tutti gli alieni che usciranno allo scoperto, anche se ho trovato molto divertenti le sessioni dove verremo rimpiccioliti o dove dovremo usare dei veicoli per spostarci.




Siamo onesti, Duke Nukem 3D non aveva un gameplay estremamente più ricco e variegato, però c'era qualche enigma e le varie zone segrete da scoprire. E poi, sono sempre passati sempre 15 anni da allora, quindi mi aspettavo veramente qualcosina di più.

Però la vera forza di DN Forever è la "truzzaggine" del personaggio, la sua scurrilità e le citazioni. Citazioni a se stesso e ai capitolo precedenti della saga tramite quadri, musiche ecc. . Citazioni ad altri giochi che non voglio togliervi il gusto di scoprire, e citazioni alla cultura pop in generale. Senza dubbio la più evidente sono le "amichette" di Duke, Mary e Kate Holsom....



vi dicono niente questi nomi? No?








Nota personale: ma quanto si sono rovinate le gemelline Olsen? erano tanto belle quando erano 18-20 enni.
Guardatele in una foto più recente....

Quasi irriconoscibili... e hanno trent'anni....

Elizabeth,


mi raccomando, non prendere da loro.

Scusate la divagazione e quindi tiriamo le somme. Duke Nukem Forever è un gioco per tutti? sicuramente no. E' un gioco mirato quasi esclusivamente ai vecchi fan del brand che aspettavano quasi come l'avvento del messia questo quarto capitolo. Per loro sarà un gioco divertente. Ritrovare quel "truzzone" di Duke è sempre un piacere, e la follia di certe scene/battute fa sempre divertire.

Peccato che il non fan non può apprezzare un gioco che denota gravi problemi logistici. L'estrema linearità del gioco e i difetti palesi, i caricamenti su tutti, lo rendono un gioco poco appetibile.

 Johnny "Duke" Bravo mi ha fatto morire dal ridere



Quindi è un gioco che merita di essere provato? sì, ma solo se è fan del Duke Nukem 3D e solo se lo si trova a "prezzo cestone".

Per tutti gli altri, evitate che è meglio.
 

martedì 24 maggio 2016

Un film che è un Apocalisse


Oggi cambiamo argomento e torniamo a parlare di cinema, questa volta ci dedicheremo alla sesta pellicola dedicata ai mutanti Marvel, X-Men Apocalisse.
Terzo film della seconda trilogia dedicata al brand e sequel diretto di quel "giorni di un futuro passato" del 2014 che non era male.

La storia si svolge nel 1983, dieci anni dopo la fine del precedente capitolo. Il professor Xavier insieme ad Hank MacCoy hanno ri-aperto lo Xavier Institute per giovani dotati (e non pensate male come al solito).
Nel frattempo, nelle prime scene del film ambientate nell'antico Egitto ci viene mostrano il villain principale della pellicola, En Sabah Nur, meglio noto come Apocalisse, intento al rito di trasmigrazione della coscienza ad un nuovo corpo.

Per una serie di eventi che spoilerebbero la trama, vi dico solo che il ragazzone si risveglia nel 1983 pronto a conquistare il mondo, quale novità....

Veniamo al sodo dell'analisi. Questa terza pellicola dovrebbe, se vogliamo, chiudere il cerchio con i vari film dei mutanti Marvel, riportandoci quasi alla situazione vista nel primo X-Men con le oppurtune modifiche temporali, dettate proprio dall'azzeramento della continuity vista in "giorni di un futuro passato".

Se l'idea potrebbe essere interessante, viene gestita malino creando un film che, a livello di personaggi, è vuoto. Con questo capitolo vengono introdotti, o sarebbe meglio dire re-introdotti, alcuni dei più famosi mutanti degli archivi Marvel, peccato che non vengano minimamente caratterizzati.

Se avete visto il trailer sapete sicuramente che i quattro Cavalieri dell'Apocalisse che aiutano il risorto En Sabah Nur non sono altro che Ororo Munroe ovvero Tempesta,


Elizabeth "Betsy" Braddock meglio nota come Psylocke,



Warren Worthington III ovvero Angelo/Arcangelo


e Erik Lehnsherr cioè Magneto.


Escludendo però il signore del magnetismo che abbiamo conosciuto abbastanza bene negl altri film, gli altri tre li conosce il fan Marvel, sa chi sono, ma Bryan Singer (il regista) non si degna neanche di presentarli o nominarli. Sono tre tizi in costume con dei poteri, messi li a fare le belle statuine.

E poi guardiamoli bene, sembrano dei cosplayers usciti dall'ultima edizione di Lucca Comics, senza offesa per i cosplayers ovviamente.
La cosa che più mi fa storcere il naso è proprio l'inversione di idee dello stesso regista. Ricordate il primissimo X-Men dove, proprio per rendere più credibile il gruppo dei mutanti, usavano tutti delle uniformi in pelle? e ricordate lo scambio di battute tra Ciclope e Wolverine?

Woverine: Andate davvero in giro vestiti così?
Ciclope: Be', cosa preferiresti?! Una calzamaglia gialla?


Perchè adesso invece i costumi da cosplayers vanno bene? bah, misteri. Quello che volete però i film della Marvel studios hanno sempre cercato di dare ai personaggi delle uniformi simili a quelle del fumetto, però maggiormente credibili, adattate alla realtà, per quanto possibile.

Anche lo stesso Apocalisse ne esce con le ossa rotte se lo guardiamo dal punto di vista estetico.


Forse questa foto non rende, però nel film si vedeva bene il mascherone che gli avevano applicato addosso. Quasi quasi era più bella la Cosa del film dei Fantastici Quattro del 2005.




I villain quindi non convincono a livello visivo però, come dicevo prima, non convincono neanche a livello di caratterizzazione. Psylocke, Angelo e Tempesta sono praticamente i fidi cagnetti di Apocalisse e non fanno altro che seguirlo dovunque lui vada. Non hanno praticamente battute e combattono solo nella seconda metà della pellicola in pochissime scene. Capisco che il villain principale è En Sabah Nur, però si doveva dare maggior risalto anche ai quattro cavalieri che lo accompagnano, vista la loro importanza. Tra l'altro sono abbastanza banali anche i motivi per cui i quattro si alleano all'egiziano, visto che lo faranno esclusivamente per brama di potere.

Tra le file dei buoni vediamo la genesi del personaggio meno amato degli uomini X, ovvero Scott Summers, meglio noto come Ciclope.


Devo essere sincero, lui è uno dei "nuovi" personaggi meglio gestiti all'interno della pellicola insieme a Kurt Wagner/Nightcrawler, anche se il suo aspetto ricorda molto uno di quegli emo che andavano di moda qualche anno fa.


Ah Kurt, ha chiamato Micheal Jackson.... dice che vorrebbe indietro la sua giacca di Thriller.


E poi tra le "vecchie nuove" conoscenze c'è anche Jean Grey


che, come diceva anche il Dottor Manhattan, è praticamente Boy George in versione femminile.




Nella scuola di Xavier si intravedono anche altri noti studenti. Da "figlio" degli X-Men della serie degli anni '90 ho riconosciuto Jubilee,


ma il suo contributo alla storia è nullo.

Invece delle vecchie glorie ritroviamo Hank MacCoy/Bestia, abbastanza trascurabile come personaggio e Raven/Mystica, forse l'unica veramente con un po' di spessore. Poi ovviamente gli eterni amici/nemici Charles Xavier, abbastanza valido nel complesso, e il già citato Magneto che però perde colpi mano a mano che la pellicola prosegue.

Però siamo onesti, il migliore di tutta la combriccola resta lui, Pietro Maximoff/Quicksilver.


E' inutile negarlo, in quei tre minuti dove è protagonista indiscusso ruba la scena a tutti, c'è poco da fare. Per carità la scena in questione è molto simile alla sua comparsata in "Giorni di un futuro passato", però sticazzi se è divertente da vedere. Se lo analizziamo anche dal punto di vista di caratterizzazione è sicuramente uno dei meglio gestiti e ha delle ragioni plausibili per unirsi alla lotta.

Veniamo alla gestione del film. La trama è molto molto lineare e non ci sono colpi di scena, ma tutto scorre con coerenza all'interno del film. Se però l'osservatore attento lo valuta nell'insieme della trilogia, i problemi di sceneggiatura vengono fuori, e sono parecchio evidenti.

Ma qui possiamo entrare nello

<SPOILER>


</SPOILER>

Oltre ai problemi di incoerenza di sceneggiatura ci sono altre due cose che fanno perdere punti alla pellicola, ovvero la già citata assenza di caratterizzazione del 95% dei personaggi e gli effetti speciali.
Perché gli effetti speciali direte voi, visto che sono la base di un action movie sui supereroi? ma perché sono fatti male, per non dire di merda in certi punti, dove si vede distante un chilometro i modelli poligonali.
E poi sono troppi e spesso a caso. La scena finale è un'accozzaglia di effetti speciali, come succedeva in "conflitto finale". Per poi sottolineare che dove servivano, ovvero nelle trasformazioni di Bestia e Mystica, non ci sono mai e ci vengono mostrate sempre le loro forme "umane".
Jennifer Lawrence è una bella figliola c'è poco da dire, la sua forma umana fa la sua figura in scena,


però essendo Mystica


mi sarei aspettato molte più mutazioni, come in "Giorni di un futuro passato", giusto per dire.
Singer avevi finito i soldi con gli "effettoni" della scena finale?

Poi continuo a non capire dove volesse parare Singer sottolineando più e più volte che buona parte delle loro mutazioni li facesse diventare blu. Era forse invidioso per aver diretto il film dei Puffi?


E poi mi fa ridere la battuta fatta da Scott e Jean uscendo da un cinema: "il terzo è sempre il peggiore", sfottendo tra le righe proprio quell'X-Men 3 che il buon Bryan Singer non ha diretto.
Sfotte sfotte ma lui ha fatto lo stesso, creando una battaglia finale che ha solo qualcosina di salvabile ma tanto, troppo, da buttare.

Ma quindi questo X-Men Apocalisse è un film osceno? no, ho visto di peggio. La storia si lascia seguire e personalmente non mi ha annoiato, ma manca la sostanza. Personaggi piatti, usciti per lo più da una fiera del fumetto, che rappresentano troppo poco la psicologia dei mutanti Marvel. Se "Giorni di un futuro passato", pur avendo qualche problema di coerenza di sceneggiatura, si era di fronte ad un film ben fatto sia dal lato della storia che della caratterizzazione dei personaggi (Xavier, Magneto, Wolverine e Mystica in primis), questo "Apocalisse" butta in vacca molto di quanto costruito fin'ora, creando una pellicola di due ore e mezza di quasi niente.

Peccato, sarebbe bastato poco per creare un film per lo meno sul livello dei due capitoli precedenti della trilogia.

giovedì 19 maggio 2016

Metal Gear Bond


Torniamo a parlare di Metal Gear Solid. Dopo la parziale delusione del gameplay copia e incolla del secondo capitolo oggi discuteremo del terzo, che cronologicamente è però il primo della serie.

La storia inizia nel 1964 nel pieno della Guerra Fredda e il protagonista sarà....Snake, ovviamente.


Ok non fa più ridere. In questo caso però il nostro nome di battaglia sarà realmente Snake, Naked Snake per la precisione anche se, i più smaliziati e i fan della serie sanno bene l'altro nome di battaglia del nostro protagonista.

La missione inizierà con un lancio da un aereo nel bel mezzo della giungla e la nostra "Missione Virtuosa" sarà quella di mettere in salvo lo scienziato Nikolai Stepanovich Sokolov.




Una volta presi i comandi e, come d'usanza, fatta la conoscenza del nostro team di supporto, inizieremo ad esplorare la giungla.

Rispetto ai precedenti capitoli della serie si vede un cambio di stile. Non più visuale a volo d'uccello, ma visuale in terza persona come il concorrente Splinter Cell che a livello di gameplay continuo a preferire a Metal Gear per vari motivi.

Nelle prime battute della storia ho visto veramente un cambiamento radicale. E' inutile negarlo, Sam Fisher ha influenzato, e non poco. Avremo infatti il nostro "livello di mimetismo", dato principalmente dalla combinazione dall'abbinata di mimetica e pitture facciali, da associare all'ambiente che ci circonda.
Anche la combinazione pistola a tranquillanti e silenziatore la faranno da padrone. Per lo meno finché non persi il silenziatore, anche se non è ancora chiaro il perché, non ho ucciso nessuno.
Sedavo, nascondevo e andavo avanti. Una delle cose che ho maggiormente apprezzato, anche se sarà rilevante più avanti nella missione, è l'introduzione della barra della stamina. In pratica camminando per la giungla si perderà vigore. E quale miglior modo di recuperarlo se non mangiando? Ma cosa mangi nella giungla? beh quello che trovi.
E così il nostro Snake, seguendo gli esempi di Bear Grills,


recuperà serpenti, funghi e tutto quello che sembra commestibile.

Una delle cose più divertenti del gioco sono i dialoghi tra Snake e Paramedic, la donna che oltre ai salvataggi, ci darà le dritte su cosa è buono e cosa no. Snake, diciamolo, è di bocca buona, e se ha fame mangerebbe qualsiasi cosa. Lui regolarmente chiederà consigli sulle ultime prede, schifando spesso la donzella quando arriveremo a cacciare cose assurde come topi, ragni o addirittura avvoltoi. Quello che non soffoca ingrassa, non era così?

Ma torniamo a noi. Snake riuscirà a trovare Sokolov ma cercando di portarlo in salvo troverà uno strano ragazzo biondino che gli sbarrerà la strada.




Vi assicuro che forse l'immagine non vi dirà niente, però se vi dicessi che ha sempre addosso degli stivali con gli speroni e due pistole a tamburo da sei colpi, forse avete capito chi realmente sia.

E nella prima scena non farà una bellissima figura, visto che verrà messo K.O. insieme al suo squadrone.
E se poi provate ad ucciderlo.....

 <SPOILER>


</SPOILER>

Ho riso un sacco.

Cercheremo quindi di portare a termine la missione ma verremo fermati dalla mentore di Snake, The Boss, e dal suo gruppo i Cobra. Il nostro ne uscirà male, ma questa breve missione introduttiva, sarà la base per il piatto forte della seconda parte del gioco, ovvero la missione Snake Eater.

Forse la cosa che mi ha colpito di più di questo frangente è la "sigla" che ci porta al "main event" della vera missione. Vi linko il video qui .
Vi ricorda niente? no?

E se la confrontassimo con questa?

Già, il buon Kojima questa volta ha voluto omaggiare la spia cinematografica più famosa del mondo, James Bond.
Come vedremo in seguito le correlazioni tra l'avventura di Snake e l'agente 007 non finiscono qua, tanto che da un certo momento in poi avevo già chiara la scena finale.

Questa seconda missione avrà lo scopo di affrontare e fermare The Boss e la sua squadra. In questa seconda parte ci verrà sottolineata un'altra modifica importante al gameplay, già introdotta alla fine della "Missione Virtuosa", ovvero la possibilità di curarsi.
Durante la nostra avanzata potremo essere feriti, ustionati o avvelenati dai nemici e dall'ambiente che ci circonda e da buon "figlio di Rambo" dovremo rattopparci da soli. Avremo quindi una serie di oggetti che serviranno a fronte dell'occasione. Disinfettante per le ferite, stecche per le ossa rotte, kit per le suture fino all'immancabile sigaro. Direte voi a che serve? beh ma per le sanguisughe che si attaccheranno, quando guaderemo le paludi.

Cercherò come usanza di non spoilerare la storia per quelli come me che nel 2016 devono ancora giocarci, però uno dei personaggi deve essere introdotto per forza, anche per sottolineare la dualità con l'agente in smoking di cui parlavamo prima.

Parliamo di Eva


vera e propria coprotagonista della missione. Lei, se vogliamo, rappresenta una vera e propria Bond Girl, anche se in questo caso potremmo chiamarla Snake Girl.
Se avete una minima idea di come finiscano spesso i film del buon James, avete già un'idea sul perché dicevo che ad un certo punto avevo bene in mente una possibile scena finale.

Comunque torniamo a noi e un'altra delle scene che mi ha fatto morire dal ridere. Spesso, durante i filmati, viene segnalata la possibilità di guardarsi attorno tenendo premuto un pulsante del gamepad. Questa possibilità serve per visualizzare particolari, cose rilevanti alla missione. In questo caso....

video

...la faccia soddisfatta di Snake è eccezionale.

Ma veniamo al gioco. A livello di gameplay, come dicevamo all'inizio, viene portata una modifica al modo di affrontare l'avventura. Niente più mini mappe e triangoli che indicano la visuale del nemico, niente più visuale dall'alto e niente più stanze strette.


Qua siamo, per gran parte della missione in mezzo ad una giungla e, per quanto limitati a livello di estensione, da una maggiore ampiezza nell'ambiente da esplorare. Pur optando per gli standard imposti da Splinter Cell, io MGS lo trovo sempre un gradino sotto. Rispetto al titolo Ubisoft, per quanto ci si avvicini di soppiatto, non si riesce quasi mai a prendere alle spalle i nemici. E poi scusate, ma manca la possibilità di camminare acquattati. O in piedi o sdraiati, e questa seconda opzione ogni tanto crea bug dove si rischia di restare incastrati per qualche secondo, sufficiente però a farci scoprire.
Altra cosa che non riesco a digerire è che in Splinter Cell potevo mettere fuori combattimento tutte le guardie per evitare problemi. Qui paradossalmente è più facile evitarle sennò si rischia veramente di venire sommersi dai nemici, spesso infiniti.

I nemici, finalmente, tornano ad essere ben caratterizzati e i duelli sempre interessanti. Ogni membro della squadra Cobra ha il suo stile di combattimento e modo di affrontarlo, oltre alla sua storia personale che verrà raccontata durante o dopo lo scontro.
La storia, come sempre è ben scritta e sceneggiata. Come succedeva in Final Fantasy VII il villain principale della storia (li Sephiroth


e qui The Boss),

è anche quello che non puoi condannare per quello che racconterà.

Molto importanti le rivelazioni che vengono fatte nei dialoghi post credit, che buttano molti dubbi e basi per i seguiti. Quindi, come ogni film Marvel che si rispetti, non chiudete il gioco finché non tornerete alla schermata principale o ve ne pentirete.

Il gioco non è difficilissimo anche se il mio approccio spesso troppo votato alla Splinter Cell mi ha fatto porconare in certi punti.
Vale l'acquisto?

Sicuro, è un ottimo gioco, ben strutturato e molto cinematografico. Rispetto ai precedenti MGS vedo che Kojima ha voluto maggiormente giocare su easter eggs o sul fatto che il gioco è ambientato nel recente passato.
Questa cosa si vede specialmente nei dialoghi con Paramedic, vera e propria cinefila, che ad ogni salvataggio chiederà a Snake se ha visto questo o quel titolo. Alcune volte marcherà il fatto che secondo lei alcune pellicole saranno ricordate nel futuro, oppure fantasticherà su apparecchiature che all'epoca in cui si svolgono i fatti sono solo in fase di sviluppo.

Ah già, per non farsi mancare nulla, la versione HD delle versioni casalinghe hanno anche i primi due Metal Gear da giocare con tanto di "simil" emulatore del MSX che li faceva girare all'epoca.

giovedì 12 maggio 2016

Shadowhunters: due stili, due misure


Oggi proviamo un esperimento. Diciamo che il tutto nasce da due fattori. La serie di cui parleremo oggi è stato prima di tutto un libro che nel 2013 diventò un film. E quel film all'epoca lo criticai in un breve post su Facebook dove sottolineavo di come la pellicola fosse un'accozzaglia di idee spesso buttate a caso.

Se vogliamo erano le prima basi di quello che in poco tempo diventò il mio blog e che tutt'oggi prosegue per puro divertimento personale.

Ma perchè parlavamo all'inizio di un esperimento? Beh, semplice, oggi tenteremo di fare un post comparativo proprio tra il film del 2013 e la serie del 2016. Parliamo di Shadowhunters, mettendo a confronto Città di Ossa,


il film, e The Mortal Instruments,

 
la serie televisiva.

Beh, visto che ne abbiamo parlato all'inizio, iniziamo dal già citato post di Facebook di quasi tre anni fa (30/08/2013).

ATTENZIONE SPOILER SU SHADOW HUNTERS QUINDI NON ROMPETEMI I COGLIONI!!!!

Che dire, prendi una tipa carina se non avesse le sopraciglia stile Elio.
Prendi il truzzetto biondo e tenebroso per far sbrodolare le teenager.
Prendi lui e la sua squadra e vestili come in Assassin's Creed dal quale estrai qualche altra idea.
Aggiungi mostri in puro stile Resident Evil. Inserisci i vari luoghi comuni di angeli, demoni, vampiri e lupi mannari.
Farcisci con citazioni piú o meno velate, tipo la tizia che ammazza i vampiri con una frusta degna della famiglia Belmont (citazione che capiranno in 3 forse).
Aggiungi un portale tipo Stargate e un bel quasi incesto stile Angel Sanctuary (che ovviamente verrà smentito nei seguiti).
Mescola tutto con una trama stile "Le nove vite di Chloe King" e il gioco è fatto.

Beh ma alla fine stò film fa cagare?
No!!! Gli darei un 7, è la trama è banale ma godibile, forse sono troppi i miscugli di idee.

Ma forse sono solo io che sono troppo Geek e "vedo cose che voi umani..."

Siamo onesti, il post è stato scritto d'istinto poco dopo la visione del film. Erano anche i primi esperimenti, però riguardando la pellicola di recente condivido appieno quanto scrissi all'epoca.
Ma visto che sono passati quasi tre anni e di post ne ho scritti, diamo un'interpretazione un pochino più profonda al tutto.

Partiamo dalla trama, tratta dall'omonimo libro, che non ho mai letto, di Cassandra Clare.

La storia inizia il giorno del diciottesimo compleanno di Clary Fray, una normalissima teenager newyorchese. La ragazza durante gli ultimi giorni e specialmente quella mattina, inizia a disegnare inconsciamente e ovunque strani simboli e in particolar modo questo


La madre, vedendo questo strano comportamento capisce che una parte del suo inconscio sta per risvegliarsi e le chiede di fermarsi per parlarne. Però la ragazza, da buona teenager, rimanda la discussione per uscire coi suoi amici. Qui c'è una piccola differenza tra film e serie. Nel primo uscirà solamente con Simon il suo migliore amico, mentre nel secondo si unirà anche Maureen grande amica di entrambi i ragazzi.

Il gruppo andrà a passare la serata al Pandemonium Club e qui Clary assisterà ad un omicidio che però vedrà solo lei. Un gruppo di ragazzi ucciderà con delle spade luminose un altro gruppo di persone, le quali, prima di morire riveleranno la loro natura demoniaca. Diciamo che i fatti si svolgono in maniera leggermente diversa a seconda della trasposizione, però il succo è lo stesso.
A questo punto uno del gruppo dei "killer", capendo che la ragazza ha delle doti particolari, capirà che anche lei è una Shadowhunter.

Ma cos'è uno Shadowhunter? Beh, da quanto viene spiegato è una creatura per metà umana e per metà angelica. Definiti anche Nephilim, secondo la Bibbia sono cacciatori di demoni. Vengono indicati come figli dell'Angelo Raziel


(non questo), il quale ha conferito loro tali poteri per combattere il Male sulla Terra. Ottengono vari poteri marchiandosi dei particolari simboli, dette rune, direttamente sulla pelle. Solo uno Shadowhunter può marchiarsi di queste rune, visto che un essere umano, detto mondano, non avrebbe la forza sufficiente per resistere al loro potere.

Diciamo che è inutile addentrarci inutilmente nella trama, lo scopo di questo post è quella di mettere a confronto i personaggi descritti nel film con quelli della serie. Inoltre cercherò di analizzare nel dettaglio dove il film non funziona e la serie invece si.
Sicuramente ci saranno altri spoiler qua e là, cercherò di oscurarli e di limitarli al fine della pura analisi.

Beh visto che parlavamo dei personaggi, partiamo da loro e in particolar modo dalla protagonista.

Clarissa "Clary" Fray/Fairchild interpretata nel film da Lily Collins e nella serie da Katherine McNamara


Come dicevamo all'inizio, una semplice teenager Newyorkese. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno scopre di essere una Shadowhunter e di essere restata all'oscuro del suo status quo perché la madre, per proteggerla, gli ha rimosso parte dei ricordi fin in tenera età.
Inizialmente, in entrambe le trasposizioni, le ragazze sono spaventate dalla verità, però se la versione cinematografica resterà fin troppo distante al suo nuovo status di cacciatrice di demoni, la versione della serie dimostrerà maggior determinazione nelle sue azioni.
Riguardando il film quando era circa a metà stagione della serie, ho visto due personaggi molto differenti. Sicuramente la McNamara interpreta un personaggio più profondo, determinato nelle sue convinzioni e nel raggiungere il suo scopo principale, liberare la madre. La Collins invece rappresenta una Clary più disorientata che si affida forse troppo alle decisioni di Jace senza dimostrare la forza d'animo che la sua controparte televisiva ha. 
E poi non me ne vogliate, però continuo a confermare quanto detto tre anni fa. Lily Collins non è brutta come ragazza, però senza le sopracciglia alla Elio


avrebbe più fascino.

Quindi lo scontro lo vince la versione del telefilm. Poi diciamocela tutta, Katherine McNamara è anche molto più affascinante, c'è poco da questionare.

Simon Lewis interpretato da Robert Sheehan nel film e da Alberto Rosende nella serie


Il "friendzonato". Mi sembra il termine più corretto per descriverlo. Innamorato perso di Clary fin in tenera età, non verrà mai ricambiato dalla ragazza che lo vede semplicemente come un fratello.
Pur essendo un personaggio di maggior spessore nella serie, diciamo che le due versioni combaciano abbastanza. Simon è senza dubbio il classico nerd.

Mi ha fatto morire dal ridere nel film durante lo scambio di battute iniziali quando conosce Jace

Jace: "Jace Wayland Cacciatore di demoni"
Simon: "uh... Simon Lewis... mastro di chiavi. Sei tu il guardia di porta?"
Jace: "Non ho idea di cosa tu stia parlando"

Non avete colto la citazione? NO? vergogna.

Jace Wayland interpretato da Jamie Campbell Bower nel film e da Dominic Sherwood nella serie


Anche qua ci sono molte differenze nelle due trasposizioni. Il Jace filmico è strafottente fin troppo sicuro di se, il classico stronzetto insomma. Nella serie invece il suo carattere è molto chiuso, solitario, quasi votato e condannato all'essere uno Shadowhunter. Nel corso della storia si innamorerà, ricambiato, di Clary per cui molte delle sue azioni sono votate all'aiutare e difendere le decisioni della ragazza.
La serie, rispetto al film, contestualizza maggiormente il comportamento del biondo cacciatore di demoni. In entrambe le versioni viene raccontata la storia dell'addestramento del falco, però se nel film la storia è fine a se stessa, nella serie questo evento spiega il suo iniziale modo di agire nel cercare di non aver rapporti sentimentali con chi conosce e di restare distaccato da tutti per la causa.

Potremo anche sottolineare una parte importante del racconto ma qui, ovviamente

<SPOILER>

</SPOILER>

Fatte le mie considerazioni torniamo a Jace. Anche qua vince la parte "telefilmica", c'è poco da dire. Il Jace del film è troppo "stronzetto" per i miei gusti però all'epoca avrà fatto sbrodolare le fan del romanzo interpretando il "bello e tenebroso".

Alexander "Alec" Lightwood interpretato da Kevin Zegers nel film e da Matthew Daddario nella serie

Qui c'è poco da dire il confronto non è possibile perché nella versione filmica è un personaggio "di contorno". Sappiamo solamente che è contrario alla decisione di Jace di portare Clary e Simon all'istituto e che non nutre troppa simpatia nella ragazza.
Nella serie invece Alec è estremamente ligio alle regole e per questo ha un carattere poco amichevole verso il prossimo. E' fin troppo rigido nei suoi comportamenti.
Scopriamo inoltre che ha un legame Parabatai con Jace.
Seguendo la wikipedia dedicata a Shadowhunters si trova la seguente definizione di Parabatai:

"è il nome dato ad una coppia di Nephilim che combattono insieme come partner per tutta la vita, uniti da un giuramento, indifferentemente dal loro genere. Il loro legame non si riflette solo nella loro vicinanza e nella volontà di dare la vita per l'altro, ma anche nel giuramento, espresso di fronte al Concilio.

Non tutti gli Shadowhunters devono avere un parabatai; anzi è più comune non averne uno. Uno Shadowhunter ha solo diciotto anni per trovare un parabatai; una volta superata l'età il rituale non è più praticabile per quello Shadowhunter. "

Questo legame è anche la base per un fatto che, secondo me nel film viene cancellata, probabilmente rimossa in post produzione, non saprei. Ad un certo punto Clary, quasi inspiegabilmente, ferma Alec dicendogli di esternare i suoi sentimenti per Jace. Lui negherà, e il tutto resterà molto velato.
Probabilmente si intuiva lo stesso, però nella serie questo fatto viene molto messo in evidenza. Infatti Alec è gay, innamorato da sempre di Jace anche se non ricambiato. Il modo rigido di Alec di rapportarsi col prossimo è proprio la conseguenza di non mostrare la sua vera natura perché probabilmente sarebbe una vergogna per il nome della sua famiglia.
Nel corso degli episodi, conoscendo lo stegone Magnus Bane, capirà che non potrà andare contro il suo IO.

Isabelle "Izzy" Lightwood interpretata da Jemima West nel film e da Emeraude Toubia nella serie


Anche qua c'è poco da dire, anche lei è un personaggio "di contorno". Sappiamo che è la sorella di Alec e che usa una frusta per combattere i demoni (e qui la mia frase
"farcisci con citazioni più o meno velate, tipo la tizia che ammazza i vampiri con una frusta degna della famiglia Belmont (citazione che capiranno in 3 forse)" ).

Nella serie invece è la classica femme fatale. Come dirà lo stesso Alec "è molto a suo agio col suo corpo" indossando sempre abiti molto succinti e aderentissimi. Ma Izzy non è solo questo. Sicuramente è la ribelle della famiglia, ha dissidi con i suoi genitori, specialmente con la madre che verranno spiegati nel corso della serie. Innamorata del Seelie Meliorn con la quale scambia anche informazioni utili alla squadra.
Il suo modo di fare e di agire subirà dei mutamenti nel corso della serie, quasi soffocando il suo vero IO. Quando si accorgerà che la strada che gli è stata imposta è sbagliata, tornerà nei suoi passi.

Magnus Bane interpretato da Godfrey Gao nel film e da Harry Shum Jr. nella serie


L'eccentrico stregone ha sicuramente maggior risalto nella serie televisiva rispetto al film però i due caratteri non si discostano molto tra loro. Essere immortale, ama lo sfarzo e il lusso. Adocchierà da subito il bell'Alec che inizierà, senza troppe remore, a corteggiare. Inizialmente restio ad aiutare Clary, poco dopo si unirà alla causa del gruppo. Se nel film lo stegone è presente in minima parte, nella serie la sua presenza è di maggior spessore. Se vogliamo è un po' quella figura che a volte sdrammatizza la situazione, se vogliamo in certi frangenti ricorda il Cappellaio Matto di Alice nel paese delle meraviglie.

Luke Garroway interpretato da Aidan Turner nel film e da Isaiah Mustafa nella serie


Anche qui il personaggio della serie ha una caratterizzazione molto più marcata che nel film. In entrambi sappiamo che ha un forte legame sentimentale con Jocelyn Fray (la madre di Clary) ma nel film non viene spiegato il perché. Da entrambe le versioni sappiamo che è un lupo mannaro, però solo nella serie viene spiegata tutta la storia tramite alcuni flashback. Direi che inutile spoilerare per non far perdere la voglia di vedere la serie televisiva.
Una cosa che mi ha fatto molto ridere è l'aspetto di Luke di nel film.... guardatelo bene....

non vi ricorda nessuno? No? A me ha ricordato tantissimo Maxwell Sheffield, il padrone di casa de la Tata.


Ultimo, ma non meno importante

Valentine Morgenstern interpretato da Jonathan Rhys-Meyers nel film e da Alan Van Sprang nella serie


Analizzero in seguito il più grave difetto del film però il Valentine cinematografico ne è l'emblema. Scusate, ma invece di essere il malvagio padre della protagonista, sembra un bimbominchia uscito dalla crisi adolescenziale. E' un tamarro fatto e finito. Come nella serie, viene spiegato tramite flashback la sua follia, il suo piano per mettere il mondo al suo volere.
Fortunatamente nella serie, oltre a dargli un aspetto anagrafico più corretto, gli viene data una caratterizzazione più dettagliata. Devo essere sincero, non è il villain che mi fa impazzire, alla fine segue lo stereotipo della "follia data dal potere".
Piccola nota personale, nelle prime scene della serie dove appariva l'avevo scambiato per Paul Blackthorne meglio noto come il Detective Quentin Lance di Arrow.


Giusto per completezza citiamo anche

Jocelyn Fray interpretata da Lena Headey nel film e da Maxim Roy nella serie


Ma qua c'è poco da dire visto che è la missione su cui ruotano le due trasposizioni.

Sdoganati anche i personaggi veniamo all'analisi delle due opere. Come appena detto per Valentine, il film soffre di una tamarraggine a volte insensata. Prendiamo ad esempio i due sgherri del Villain


vi ricordano qualcuno? no?

A me hanno ricordato da morire i primi avversari di Kenshiro i punk motorizzati a cui, regolarmente finiva nel peggiore dei modi.


Scusate ma mi ha fatto un sacco ridere questa immagine.

Il film soffre inoltre, come dicevo nel post di tre anni fa, di un'accozzaglia di citazioni e riferimenti buttati li a caso, sia fisici sia velati.
Partiamo per tamaraggine da Jace, sempre e costantemente con cappuccio sulla testa.


Vi giuro mi aspettavo che in qualche momento di "figaggine" esclamasse "nulla è reale, tutto è lecito".

Continuiamo con Madame Dorothea.

 
Niente?


Cribbio è IDENTICA alla Whoopi Goldberg di Ghost... eccetto che poi si trasformerà in un demone.
Discutiamo un attimo della questione demoni. Porca puttana sembra di essere nel Devilman di Go Nagai.


La cosa viene ulteriormente marcata da una frase di Jace

"I demoni si impossessano di qualsiasi essere vivente"

Più spudorati di così!
Poi c'è il cane demone copiato palesemente da Residen Evil.






E infine la già citata Izzy e la sua frusta ammazzavampiri.


Dai, siamo onesti, sfido chiunque ad averne voluto un seguito, per quanto per gente "Twilightiana" potesse essere stato una figata.

Anche la serie ha dei difetti, sia ben chiaro, però contestualizza in maniera migliori tutti i personaggi rendendoli prima di tutto più CREDIBILI. Non sono dei cosplayers sfigati che vanno in giro per New York facendo i truzzetti. Tutti i personaggi della serie, per quanto esseri soprannaturali, si adattano al vivere nelle città in cui abitano, mischiandosi con gli umani e prendendone pregi e difetti. Magnus Bane ne è l'esempio perfetto.
La serie soffre di minori effetti speciali e, specialmente nei primi episodi, non bellissimi.
Tuttavia ci si basa maggiormente sulla trama, sulle vicende narrate, e non in un'accozzaglia insensata di luoghi comuni e citazioni ben poco velate. Lo spettatore si affeziona maggiormente a Clary e compagnia rispetto alla loro versione filmica.

Sicuramente non è una serie irrinunciabile, sia ben chiaro, però anche questa volta Netflix crea un prodotto di buona fattura.

Pur non avendo le bave alla bocca come potrebbe essere per la serie del Punisher, sono curioso di vedere come proseguirà la storia.