sabato 30 maggio 2020
Crisi sulle Terre Infinite
"Flash disperso svanisce nella crisi."
Così titola il The Central City Citizen l'11 dicembre 2019, dando vita all'inizio del più grande crossover dell'Arrowverse.
Infatti stiamo parlando Crisi Sulle Terre Infinite, mega evento in 5 parti che ha coinvolto le cinque serie televisive CW che formano il cosiddetto Arrowverse, ovvero quelle serie televisive nate dal successo di Arrow.
Diciamoci la verità, l'idea di riproporre in "formato televisivo" uno dei più famosi crossover fumettistici della DC Comics era già nell'aria fin dall'inizio di The Flash.
Quante volte abbiamo visto il titolo del Citizen, anche se con una data inizialmente diversa, fin dai primi episodi?
Quest'anno quindi, alla sesta stagione dello show, insieme ai suoi "fratelli" di palinsesto, arriviamo alla concretizzazione del mega evento.
Non vi nego che pur non avendo ancora letto il materiale cartaceo originale (visto che sto aspettando la nuova pubblicazione),
ma ero molto affascinato dall'idea di proporre non solo un mega crossover tra le serie CW, ma di dare una visione ad ampio raggio al tutto, ripescando volti noti, e amalgamandoli tutti in un'unica opera, al fine di dare realmente allo spettatore una sensazione di "unico multiverso televisivo".
Nei mesi che hanno preceduto la messa in onda, venivano tirati fuori grandi nomi, specialmente per gli "addetti al settore".
Si è iniziato dal ritorno di John Wesley Shipp nei panni del Flash degli anni '90, con la stesso costume dell'epoca visto che è palesemente consumato, si è continuato con la conferma della presenza di Tom Welling (il Clark Kent di Smallville) per poi passare a Burt Ward (il Robin della serie Batman della fine degli anni '60).
Ma quindi CW è riuscita a creare un crossover di spessore degno, anche se in forma ridotta per la televisione, del mega evento Endgame della concorrenza?
E' riuscita quindi la Distinta Concorrenza a riscattarsi per il del suo "universo esteso" cinematografico?
La risposta è Ni, ma andiamo con ordine.
Tra l'altro premessa. Oltre a Flash e Batwoman che è iniziata quest'anno, non seguo le altre serie CW ma conoscendo le basi e avendo seguito Arrow nelle prime serie posso affermare che il crossover è abbastanza stand alone.
Il primo episodio della "Crisi" parte in Supergirl. Scelta personalmente discutibile, visto che il motore trainante di tutto era Flash, e negli 8 episodi che hanno preceduto il mega evento Barry ha sempre avuto questa "spada di Damocle" sulla testa che soppesava le sue azioni.
Visto poi che l'ottavo episodio di Flash si chiudeva proprio con il cielo rosso che preannunciava l'inizio della Crisi, avrei semplicemente iniziato da lì.
La storia parte quando il cannone antimateria inizia a distruggere le varie Terre parallele.
Mar Novu / Monitor
quindi fa riunire tutti i supereroi per cercare di fermare il folle piano di distruzione messo in atto dall'Antimonitor.
Evitiamo quindi di scendere nei dettagli e andiamo al sodo delle considerazioni, anche se per forza di cose qualche piccolo spoiler dovrà esserci.
Come usanza dei crossover CW, anche Crisi sulle Terre Infinite è un unico grande film. In questo caso di più di 3 ore, ma con dei mah abbastanza importanti.
Per prima cosa ci sono troppe parti parlate e poche scene di combattimento. Col senno di poi questa cosa è da una parte anche una fortuna.
Purtroppo mi duole dirlo, tutti i combattimenti, o per lo meno buona parte di essi, sono pezzotti e fatti veramente male.
Posso capire che non si disponeva di budget ad alto livello come in una produzione cinematografica, posso capire che magari ci sarebbe voluto più tempo, però ragazzi, che porcheria.
Gli effetti speciali usati in The Flash, per quanto ci si concentrasse su un unico meta umano per episodio, sono decisamente superiori, anche quando si trattava di Grodd o King Shark.
Qua purtroppo quando il mega team formato dai 5 "capibanda" e da alcuni comprimari di spessore combatteva gli spettri, si vedeva palesemente che non solo questi ultimi erano pezzotti, ma anche le coreografie di combattimento non erano ben realizzate.
Un'altra cosa che mi ha fatto storcere non poco il naso, o per lo meno mi ha fatto sorridere sono i tre Superman.
Ad un certo punto vediamo il Superman dell'Arrowverse trovarsi di fronte prima il Superman di Kingdom Come, Brandon Routh, e poi al Clark Kent di Smallville, Tom Welling.
E quindi direte voi? beh il primo è fisicamente metà degli altri.
Anche Welling che in questo crossover rappresenta un Clark Kent senza poteri è dannatamente più fisicato di quello che dovrebbe essere il Superman di "ruolo".
Tutto sommato ho però apprezzato lo scontro tra uomini d'acciaio che è stato ben realizzato.
Ma quindi è tutto da buttare?
No, di momenti interessanti ce ne sono e forse quello più importante è lo scambio di battute tra Kate/Batwoman e Kara/Supergirl dopo che la prima aveva conosciuto un vecchio e malridotto Bruce Wayne in un universo parallelo.
Questo scambio di battute è interessante perchè, anche se solo verbalmente, e nella loro versione femminile, si respirava un po' l'atmosfera dell'eterno scontro Batman/Superman dove il primo non si fida dell'azzurrone e si prepara per fermarlo.
Qui non si arriva a tanto, però vedere un Batman stanco che ha perso la sua etica che instilla il dubbio che i Kriptoniani possano diventare una minaccia, fa riflettere prima Kate e la mette un po' sulle difensive sulle possibili azioni di Kara.
Sicuramente è una situazione che le giuste manovre poteva essere ampliata e resa decisamente più focale per la trama.
Ho trovato interessanti anche i camei, anche se mi sarei aspettato qualcosa di più "succoso".
Diciamoci la verità, escludendo Brandon Routh
e John Wesley Shipp
che comunque erano già comprimari delle serie regolari, il primo è Ray Palmer / Atom e il secondo è stato Harry Allen e Jay Garrick/Flash di Terra 3, gli altri sono stati mere comparse.
Burt Ward, si vede 5 secondi nella scena di apertura dello show quando vede il cielo tingersi di rosso mentre porta fuori il cane,
mentre Tom Welling lo si vede spaccare la legna per una scenetta da 3 minuti.
Diciamoci la verità il primo o sapevi che faccia aveva o non lo avresti mai riconosciuto. Sono conscio che sono passati più di 50 anni da quando metteva la calzamaglia di Robin, però magari due battute gliele avrei date.
Mr. Smallville invece è un volto più familiare e mi ha fatto piacere rivederlo accanto a Lois (che compariva anche nel ruolo della madre di Kara), però anche li gli avrei dato più risalto.
Paradossalmente Kevin Conroy,
a voce americana della serie a cartoni di Batman degli anni '90 e dei giochi Arkham della Rocksteady, aveva un ruolo ben più importante ai fini della trama, anche se a noi Italiani il suo volto ha detto poco, o per lo meno a me.
Forse l'avrei riconosciuto, visto che la notizia girava da tempo, se lo avesse doppiato Marco Balzarotti, voce Italiana sia della serie sia dei videogiochi.
Ho invece odiato l'apparizione di Ezra Miller, il Flash dei film, quando si incontra e stringe la mano al Barry televisivo. In quei due minuti ho odiato ancora di più quella versione "cerebroleso" del velocista scarlatto vista in Justice League.
Diciamoci la verità, tutta questa campagna dove sarebbero apparsi vari volti dei telefilm DC è stata più o meno una grande paraculata, facendo salire spasmodicamente l'hype agli appassionati, ma prendendoli in giro per il risultato.
Tra l'altro grande assente è Lynda Carter, la Wonder Woman televisiva,
che aveva già partecipato come presidente degli Stati Uniti in Supergirl. In qualche modo le avrei fatto fare una particina come Diana Prince.
Siamo onesti adesso finalmente capisco le dichiarazioni dell'epoca di Michael Rosenbaum, il Lex Luthor di Smallville,
quando affermava che la produzione lo aveva contattato ma avrebbe dovuto lavorare budget zero, e soprattutto non avevano le idee chiare su come inserirlo.
Fatta questa divagazione torniamo al crossover.
Tutto sommato la trama generale non è malvagia, ci sono dei momenti che ricordano alcune scene chiave della versione fumettistica, ma la realizzazione complessiva è sommaria.
Se alcuni punti sono interessanti, come il sacrificio di Barry Allen,
ma ci sono dei punti veramente bassi che mi hanno fatto perdere interesse e farmi gridare allo scandalo.
Sicuramente il punto peggiore è la battaglia finale con l'Antimonitor.
Questo dichiara un "sono ineluttabile" che mi ha fatto raggelare il sangue, per poi ingrandirsi con un effetto speciale degno degli episodi dei Power Rangers degli anni '90.
Vi giuro mi aspettavo che Flash e company gridassero: "chiamiamo gli Zord".
Vogliamo poi parlare dell'attacco di Beebo?
No dai, lasciamo perdere.
Sul finale però per lo meno qualcosa di buona c'è da salvare. Viene resa giustizia a Oliver Queen, che si è sacrificato per un bene superiore, e viene formata quella che a tutti gli effetti è la Justice League dell'Arrowverse...
...anche se poi il posto di reunion era discutibile visto che è niente più che un magazzino abbandonato dove hanno messo la tavola rotonda.
Tiriamo quindi le somme. Crisi sulle Terre Infinite è il più grande crossover dell'Arroverse, ma ci sono delle scelte fin troppo discutibili e delle cadute di stile non indifferenti.
Per prima cosa la realizzazione sommaria puntando troppo poco sulle battaglie che spesso sono mal gestite e con brutti effetti speciali.
La storia nel suo complesso è tutto sommato godibile con qualche punto molto evocativo delle storie cartecee ma magari solo accennato.
I camei, che sono stati il vero motore della campagna marketing, sono solo comparsate un po' "paracule" atte a "hyppare" i fan sfegatati senza però nel complesso lasciare un vero segno a livello di trama portante.
Il difetto più grosso è aver cercato di scimmiottare Endgame e l'MCU nel suo complesso.
E' inutile negare che sia la dipartita di Oliver Queen che quel "sono ineluttabile" sono palesemente richiami a Endgame, facendo morire il personaggio chiave che ha dato inizio all'universo condiviso, come fu per Tony Stark, e ricalcando una delle frasi simbolo, però in malo modo con un effetto "copiamo perché non so cosa fargli dire".
Ho trovato invece intelligente introdurre il concetto di Justice League, mettendo però quasi a caso Black Lighting,
unificando gli "universi paralleli" anche se, escludendo Supergirl e Superman, gli altri eroi erano già tutti sulla stessa Terra.
Sarò sincero, non ho capito l'utilità di far vedere i Titans, la Doom Patrol e Swamp Thing senza tirarli dentro neanche in un cameo.
La cosa che proprio non concepisco è il perchè di rendere divisi gli universi dei primi due visto che, come abbiamo visto nella prima stagione di Titans erano lo stesso tanto che Gar Logan/Beast Boy ha vissuto un periodo a villa Doom per poi unirsi a Dick Grayson e soci.
Pura idea di marketing far vedere Stargirl e la Justice Society, visto l'imminente inizio della serie.
Altra cosa è quel mostrare l'universo di Lanterna Verde. Che vogliano introdurlo in un eventuale film/serie televisiva?
Quindi tutto sommato questa Crisi è po' un'occasione sprecata, perchè sulla carta poteva essere un mega evento ricordato negli annali, ma gli showrunner o non hanno voluto osare o semplicemente si sono limitati a scimmiottare la Marvel cercando di replicarne il successo.
Che le idee iniziali e la trama generale fosse un'altra? forse si perché Oliver Queen l'ho visto più come un "Obi Wan" in molte occasioni,
più che un Tony Stark, per cui forse lo scopo iniziale era diverso e si è cercato di virare in corsa per copiare piuttosto che restare originali e fedeli a se stessi.
Peccato. Se il crossover, inutile, dell'anno scorso era una porcheria, Crisi su Terra X invece l'avevo trovato ben realizzato, per cui avevo molte aspettative da questa Crsi.
See you next
sabato 2 maggio 2020
Gli eredi di Rocky Joe
Il pugilato. Per molti lo sport nobile, per altri una vera e propria rissa tra due tizi in calzoncini che si prendono a pugni finché uno dei due non cede.
Io onestamente l'ho sempre trovato uno sport
molto brutale, per cui non ho mai seguito gli scontri importanti o le gesta dei
grandi campioni.
Però, nel mondo di manga e anime ci sono nomi
che è difficile non prendere in considerazione. Volti talmente noti che è
difficile non affascinarsi alle loro storie.
Sicuramente il più noto è Joe Yabuki,
conosciuto in Italia come Rocky Joe.
Molti però ricorderanno anche di un certo
Sugar,
che in originale fa nome Genki, e della sua scalata nel pugilato
professionistico dopo il tragico evento a inizio serie.
Oggi però non vorrei contrarmi sui due manga
citati, Sugar lo ricordo a malapena ma sicuramente non posso che consigliarvi
l'acquisto della serie di Rocky Joe, personalmente una delle pietre miliari del
manga, specialmente quando inizia a prendere ritmo la storia.
Cercherò quindi di concentrarmi su due serie
anime, di recente pubblicazione che mi hanno affascinato nel loro modo di
raccontare la storia.
La prima forse è quella più popolare, ovvero
Megalo Box, anime nato proprio per celebrare i 50 anni della pubblicazione di
Ashita No Joe, il titolo originale di Rocky Joe.
L'anime vuole essere semplicemente un tributo
alla serie, senza però esserne un banale remake o una qualche sorta di sequel.
Nei tredici episodi che compongono la serie
conosceremo JD (Junk Dog) un ragazzo che vive nei bassifondi e partecipa ad
incontri clandestini di Megalo Boxing, una versione 2.0 del pugilato classico.
In pratica i vari boxer avranno a disposizione
un esoscheletro metallico più o meno sofisticato, che ne potenzierà i loro colpi.
Siamo sinceri, fin dalle prime informazioni
sulla sinossi del progetto, non ero molto pro questa serie.
In fin dei conti sembrava l'idea di ridare
nuova vita al mito di Rocky Joe, ma stravolgendolo in tutto e per tutto.
Però questa volta ho dovuto ricredermi. In
Megalo Box è innegabile non riconoscere alcune figure fondamentali del manga da
cui prende ispirazione, JD è chiaramente Joe (e ne acquisirà il nome in
seguito), Gansaku Nanbu è ovviamente Danpei Tange, Yuri è ispirato al rivale
dalla prima parte della storia Tohru Rikiishi, ed infine Yukiko Shirato è
ispirata Yoko Shiraki dell'opera originale.
Ma se in qualche modo sia esteticamente che
caratterialmente i personaggi si assomigliano, è tutta la storia ad essere avvincente
e ad avere sviluppi diversi dall'opera di origine.
Personalmente ho trovato molto interessante un
"easter egg" che si scorge alla fine di ogni singolo episodio
dell'anime, che però è capibile solo da chi ha letto l'opera originale.
I tredici episodi scorrono molto velocemente e
fanno molta presa allo spettatore che vuole arrivare agli scontri importanti e
soprattutto capire come andrà a finire la serie.
Onestamente forse 13 episodi non sono poi
tantissimi, si poteva arrivare tranquillamente a 15-16, magari approfondendo
qualche incontro o prestando maggiore attenzione alla psicologia di qualche
personaggio secondario.
Resta il fatto che Megalo Box è un buon anime.
Sicuramente ha un valore aggiunto se visto nell'ottica di "ispirato da
Rocky Joe" visto che lo spettatore coglierà riferimenti, citazioni e
personaggi dell'opera originale, ma può essere visto anche da uno spettatore
che il mito di Joe non lo conosce per niente.
L'anime è disponibile su Netflix solo che, a
patto che non l'abbiano fatto in questo ultimo periodo, è doppiato solo in
giapponese con i sottotitoli in Italiano, quindi potrebbe essere un ostacolo
per chi non ama vedere una serie leggendo i sottotitoli.
Si vocifera anche di una possibile seconda
stagione, anche onestamente non ne trovo alcuna utilità.
Ma se Megalo Box ha fatto parlare di sé nei
mesi di uscita, sicuramente una serie meno nota, ma personalmente altrettanto
valida è Levius.
Questa volta lo stile il background sono molto
distanti dal "mostro sacro" Rocky Joe.
Siamo nel 19° secolo, ma in una versione
alternativa di esso, visto che siamo nella classica ambientazione steampunk.
La città imperiale che fa da cardine alle
vicende è gravemente danneggiata da una guerra, anche se non vengono forniti
molti dettagli in merito.
Cinque anni più tardi faremo la conoscenza del
protagonista della serie Levius Cromwell, un ragazzo che ha perso il padre
nella guerra e ha la madre in ospedale in uno stato di coma.
Il ragazzo inoltre ha un braccio meccanico
dovuto ad incidente che verrà raccontato in alcuni flashback nei vari episodi.
Affascinato da un incontro visto con lo zio
Zacks che gli farà da tutore, ma soprattutto per per pagare le spese della
madre, Levius deciderà di iniziare a praticare la "MetalBoxing" uno
sport molto in voga dove gli atleti hanno parti meccaniche (di solito le
braccia).
Rispetto alla boxe normale, la MetalBoxing ha
delle regole basate non tanto sul peso degli atleti, ma sulla potenza generata
dall'ipervapore sprigionato dalle parti meccaniche.
In pratica viene introdotto un liquido
speciale chiamato acqua di Agartha. Questo quando viene a contatto con il
sangue evapora istantaneamente e crea un vapore controllabile con la forza
della mente.
Levius quindi racconterà la scalata alla
MetalBoxing del ragazzo.
Nel corso dei 12 episodi che compongono la
prima stagione, verranno introdotti i coprotagonisti alla storia e i vari
avversari affrontati dal ragazzo.
Rispetto a MegaloBox, che si concentrava quasi
esclusivamente sullo scontro, diretto e indiretto tra JD/Joe e Yuri, Levius
presta molta attenzione anche alla psicologia degli avversari.
Vengono introdotte anche alcune sottotrame,
lasciate volutamente accennate, sia sul flashback della guerra scoppiata 5 anni
prima, sia su alcuni misteriosi personaggi legati alla MetalBoxing.
Il ritmo della narrazione è molto rapido e non
ci si perde in troppi fronzoli. Gli incontri sono molto avvincenti e molto ben
realizzati.
Lo stile grafico è particolare, visto che usa
quel "3D Cartoonoso" dato dal Cell Shading, che è quel giusto
compromesso tra stile classico e moderno, in linea con l'ambientazione
steampunk generale dell'opera.
Rispetto Megalobox, Levius è completamente
doppiato in Italiano e non mi resta che sperare che Netflix metta in cantiere
una seconda serie che sia all'altezza di questa prima tranche di episodi.
Quindi non mi resta che consigliarvi entrambe
le serie, basate su due versioni alternative di pugilato.
Entrambe le serie sono molto veloci nella
fruizione, ma allo stesso tempo avvincenti e, ed è innegabile, tutte e due in
qualche modo riconoscenti a quel Joe Yabuki che è stato capostipite del genere.
See you next
venerdì 1 maggio 2020
2020: un anno strano
Proviamo oggi a fare quei post esperimenti, perché sostanzialmente il blog è mio e quelle volte che ci scrivo, voglio scrivere quello che mi pare.
Attenzione, ma penso sia chiaro dalla premessa. Quello che verrà scritto in seguito è un puro sfogo ironico su mie opinioni personali sull'argomento del momento, ovvero il famigerato Corona Virus.
Partiamo dal principio.
Siamo all'inizio del nuovo decennio del ventunesimo secolo e, escludendo qualche notizia della Cina, sembrava un anno come un altro.
Gennaio scorre lento come sempre, tra le solite cagate del "lascia entrare Ascanio all'8 di gennaio" all'altro luogo comune del Blue Monday, il lunedì triste.
Febbraio invece è già più frizzantino, perché è periodo del Festival di Sanremo.
Prima abbiamo il buon Amadeus, conduttore della settantesima edizione, che parte malissimo facendo un gaffe memorabile in conferenza stampa sulle donne e sul loro "restare un passo indietro".
Successivamente il venerdì scatta il famigerato caso Bugo/Morgan dove l'ex cantante dei Blu Vertigo cambia il testo della canzone.
«Le brutte intenzioni, la maleducazione
La tua brutta figura di ieri sera
La tua ingratitudine, la tua arroganza
Fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa
Certo disordine è una forma d'arte
Ma tu sai solo coltivare invidia
Ringrazia il cielo, sei su questo palco
Rispetta chi ti ci ha portato dentro
Ma questo sono io»
Da lì a poco i meme si sono sprecati diventando topic trend del momento....
...ma poi.... arrivò il famigerato Corona Virus a fine febbraio.
Inizialmente sembrava una banale influenza, magari una versione più rinforzata, ma nulla di così catastrofico come realmente è successo dopo.
Da quel momento ci fu un primo periodo di caos generale, dove ovviamente le notizie non erano chiarissime.
La gente iniziava ad ammalarsi in grandi quantità e gli ospedali non riuscivano più a gestire la mole degli arrivi.
Si decise quindi prima di fare i tamponi, inizialmente solo nel nord Italia, e si notò che molti erano positivi.
Per cui nel giro di pochi giorni, nella seconda settimana di marzo, più o meno si decise di attuare il famoso lock down, dove tutti dovevano stare a casa, escludendo delle ovvie eccezioni come andare a fare la spesa, o uscire per comprovati motivi di lavoro, o per portare fuori il cane per i bisogni.
E se nella prima settimana ci fu un periodo di "calma", dove le regole venivano rispettate, non tutti capirono bene le cose fin da subito e pur di uscire di casa si scoprirono runner.
Che poi, non hai mai corso in vita tua e adesso diventi maratoneta?
Capisco che Fogus cantava: "corri ragazzo laggiù, vola tra i lampi di blu..."
Però anche meno.
La situazione precipitò, purtroppo le morti aumentarono in maniera esponenziale per cui si dovette ricorrere a metodi più punitivi, passando rapidamente da metodi penali prima, a multe salatissime poi.
Insomma era chiaro, si doveva stare a casa e si usciva solo per andare a fare la spesa o solo per gravi motivi di salute.
Rapidamente il contagio si espanse praticamente in tutto il mondo.
Alcuni governanti tirarono fuori teoria abbastanza assurde per risolvere la pandemia, ma fortunatamente tornarono rapidamente sui loro passi, visto che uno di questi si beccò il virus....
Da quel momento però nacquero due correnti di pensiero.
Da una parte i complottisti, i quali affermavano con certezza che questo virus è una bufala, il governo e il mondo intero ci stà prendendo per il culo, tirando fuori video, teorie e prove "poco provabili".
Si passò poi alla variante "virus di laboratorio" in puro stile Resident Evil, successivamente alla correlazione malattia e antenne del 5G, e infine al fatto che molti volti noti di tv, spettacolo e politica non si fossero presi niente.
Dall'altra parte chi, ogni 5 minuti scarsi, pubblicava meme, frasette ironiche, frecciatine e menate varie, contro il primo gruppo.
Questi li sistemiamo subito, avete rotto il cazzo. Va bene la battuta, ma la scusa che non si ha niente da fare, non deve essere la ragione che pubblichi dieci notizie simili ogni 30 minuti.
Adesso però sistemiamo anche i complottisti, ragionando un attimo con calma.
Partiamo dal fatto dei volti noti che non hanno beccato il virus. Falso!!! c'è stato più di qualcuno che ha ammesso di aver contatto la malattia.
Escludiamo i volti politici perché sennò il complottista medio direbbe che è solo un modo per fare propaganda e confermare la teoria della pandemia.
Però ci sono alcuni attori, stranieri per giunta, come Tom Hanks, che hanno preso i virus.
Ma poi analizziamo i fatti, perché loro è meno probabile che si facciano contagiare?
Avete mai visto qualche casa dei vip?
Cioè se guardate la casa di Francesco Facchinetti ad esempio, visto che è di moda il suo reality, ma chi cazzo glielo fa fare di andare in giro?
Ha una villa, con piscina, flipper e cabinati da sala vari. Avrà un impianto video da fare concorrenza alle multisale e dovrebbe uscire in giro??... vabbè pensatela come volete.
E anche non fossero tutti così, perché dovrebbero sbandierare al mondo che hanno preso il Covid? Sapete cos'è la privacy? Quindi stanno in isolamento e fine, senza sbandierarlo ai quattro venti.
Veniamo alle antenne. Posso essere d'accordo che non siano la cosa più salutare del pianeta, specialmente se sei nelle vicinanze, però da lì alla correlazione con la pandemia mi sembra proprio una minchiata atomica.
La cosa che più mi fa incazzare che si sono le solite teste di cazzo che vanno in giro per la città a spaccare le antenne, a caso, solo per confutare la loro teoria.
Infine la pandemia è stata creata in laboratorio? ma secondo voi, anche se fosse, è un premio Nobel bollito che viene a raccontarlo in televisione?
È il pinco pallo che lo urla per strada? È l'astrologo che l'aveva predetto? Siamo seri.
Resta il fatto che il lockdown, specialmente qua in Italia, ha creato mode della durata di una scoreggia.
Nei primi periodi c'era la "cantata delle 18", dove "tutti" uscivano in balcone per cantare o per "farsi compagnia".
Siamo onesti, è stata una moda che è veramente durata da "Natale a Santo Stefano".
Che poi ragioniamoci un attimo anche qua.
Mediamente il vicino di casa ti sta sulle palle, i Simpson
https://www.youtube.com/watch?v=RNMezhIsxWM
avevano predetto anche quello, cerchi di evitarlo come la peste bubbonica in tempi normali e adesso, perchè veramente non hai un cazzo da fare, ci canti assieme?
Dai non diventiamo ridicoli.
Lo step successivo è stata la mania delle dirette e delle videochat.
Altra moda, che escludendo rari casi di Istagrammer o simili, è morta dopo due volte.
Giustamente si ironizzò anche su questo perché ragionevolmente dopo il "come stai/come va?" che cazzo dovete dirvi, visto che nessuno fa niente perché è a casa?
Ma forse li sarò io associale.
Notai anche che, essendo tutti a casa e, nel mio caso, in regime di smart working, si sviluppò la teoria del "buongiornissimo".
Venne quindi creata una chat di gruppo, al fine iniziale e corretto, di divulgare velocemente le notizie importanti a tutto lo staff.
Peccato che, escludendo rarissimi casi, il 90% dei messaggi sono cose del tipo:
"buongiorno"
"buon lavoro"
"buon inizio settimana"
"ce la faremo"
e boiate del genere.
Se analizziamo bene tutta la chat nella sua interezza, sono sempre una cerchia ristretta di persone ad essere regolari nello scrivere in chat, tanto che qualcuno ironizzò con:
"ma c'è qualcuno che lavora?"
E come dargli torto.
Che poi, anche tutta la storia del "andrà tutto bene" ha rotto il cazzo dopo la quinta volta che la senti...
Nel corso del tempo quindi la situazione è anche un po' degenerata a livello trash, grazie anche ai "grandi luminari" dei salotti tv, che dapprima ti fanno il tutorial per spiegarti come lavarti le mani, poi, non avendo ospiti e scoop del menga, partono con servizi assurdi di gente che veniva inseguita dagli elicotteri mentre faceva una passeggiata in mezzo alla spiaggia senza nessuno attorno.
Ok, il tipo avrà pure sbagliato e doveva restare a casa, ma da li a farlo diventare un criminale e mettere in piedi un inseguimento degno di real tv (per chi se lo ricorda), mi sembra un po' esagerato, se non studiato a tavolino per i boccaloni che seguono ancora questi "salotti buoni televisivi".
Più assurdo dei salotti "buoni" della tv, ci furono solo le idee post isolamento.
Prima si ipotizzò la spiaggia piena barriere di plexiglass, e poi anche ristoranti e affini.
L'Internet ovviamente non si fece attendere e fece della sagace ironia in merito.
Ci sono delle cose che è giusto osservare in questo periodo e che, boh, vanno soppesate.
La prima cosa che più mi ha fatto pensare è che i virologi, quelli che dovrebbero "diffondere il verbo".... scusate diffondere non è il termine più corretto, sono sempre più spesso ospiti televisivi.
Ma dico io, ma se sei quello che dà le direttive di comportamento, sei il primo che non le segue, mostrandoti amabilmente in televisione ogni fottuttissima settimana?
A distanza certo, ma senza maschere e guanti?
Fai le videochat come tutti, o no?
L'altra cosa da constatare è c'è stata una vera e propria decentrazione delle notizie. Siamo onesti, non si parla d'altro che del Covid, dei morti, del Lockdown, della ripartenza e dei fondi.
E il resto delle notizie? non mi direte mica che il mondo si è fermato di colpo, e le guerre , per esempio, sono cessate immediatamente.
Non ci credo.
Perché non se ne parla più? Seguendo due telegiornali diversi le altre notizie sono sparite.
Capisco che la priorità venga data al Covid, però magari spaziare anche in altro.
Ultimo punto da analizzare e qua sarò più serio, è la famigerata App Immuni della fase 2.
Non mi dilungherò sui protocolli di sicurezza e affini perché c'è chi con delle dirette e dei video ha espresso le sue opinioni e dubbi in merito mettendo sul piatto le possibili ipotesi, visto che l'app a oggi non esiste.
https://www.youtube.com/watch?v=saLYkt8cPkc&t=334s
https://www.youtube.com/watch?v=D7MuEaLewWE
https://www.youtube.com/watch?v=7lmcQEjf0nk
La cosa che mi fa pensare è: come dovremmo usarla? Oggettivamente è una cosa che non è mai stata specificata.
Ragioniamo un attimo.
L'app e il telefonino non ti faceva prima il tampone e ovviamente non te lo farà al download.
Per cui è logico pensare che debba fare "outing" segnalando all'app che sei infetto o sei stato infettato/guarito.
O più semplicemente segnalando la temperatura o eventuali sintomi giorno per giorno.
Ok, posto che a patto che tu sia onesto col software, nel 90% dei casi elencati DEVI stare a casa in quarantena.
Inoltre caliamo un altro carico. Posto che la gente sia onesta, mi arriva la segnalazione che sono stato vicino a un infetto o potenziale tale. Sono realmente infetto anch'io? e a quel punto cosa devo fare? Devo fare il tampone? mi chiudo in casa? E se l'app funzionasse male?
Detto questo però... ma chi non dichiara (ipotizzando sempre che l'app funzioni così)?
O meglio ancora, gli asintomatici, che sono una buona percentuale dagli studi fatti, se non fanno un tampone preventivo, pur misurandosi la febbre, visto che è il controllo più semplice, segnala all'app che è sano come un pesce.
Per cui potenzialmente esce e infetta, cosa che comunque farebbe anche senza app.
Quindi a che cazzo serve l'app?
Ma alla fine il quattro maggio è vicino, e anche se sulla carta non cambia praticamente un cazzo, siamo nella fase due, per cui usciremo di nuovo tutti, per tornare a tutti a casa tra 15 giorni… probabilmente.
Quindi May the 4th be with you.