PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE IL 06/09/2014
Trentesimo post, onestamente non pensavo di proseguire così a lungo quando iniziai con questo progetto.
Vabbè il tema lo sapete già, i videogiochi (anche se prossimamente cercherò di variare).
Post speciale, recensione speciale. Questa volta non parlerò di un singolo titolo, ma di due, strettamente collegati tra loro.
Due giochi estramente simili, che se vogliamo sono anche molto diversi. Due giochi che pur essendo tecnicamente uguali, il primo l'ho sempre sopportato poco, il secondo l'ho apprezzato molto.
Stiamo parlando di due capitoli del secondo brand Nintendo ovvero, The Legend of Zelda: A Link to the Past
e The Legend of Zelda: A Link Between Worlds.
Partiamo da una base, non sono mai stato un fan Zelda. Non avevo le console Nintendo, per cui non ci ho giocato all'epoca dell'uscita. In tempi passati ho iniziato a recuperare alcuni dei titoli grazie agli emulatori.
Non amando troppo la grafica del NES (eh vabbè, capita) sono partito con l'unico titolo per il suo "fratello maggiore", se guardiamo la potenza di calcolo, o minore visto che è uscito dopo?. Vabbè dicevamo: mi sono avvicinato alla saga col capitolo uscito per lo SNES, il Super Famicon, insomma il Super Nintendo, e quindi a The Legend of Zelda: A Link to the Past.
Come dicevamo io lo giocai molto tempo più tardi rispetto all'uscita, diciamo all'incirca tra la fine dei '90 e l'inizio del 2000 (il gioco uscì tra il 1991/1992).
Lo incominciai, ma non mi colpì. Come mai? Graficamente molto bello, il genere lo aprezzavo molto, ma c'era qualcosa che non mi convinceva. In qualche modo, a fatica, anche avendo sotto mano una vecchia soluzione dell'epoca, lo porto a termine.
L'avventura con Zelda inizia e finisce li. Pensandoci oggi, probabilmente la mia "inimicizia" era dovuta probabilmente a cazzi miei dell'epoca, ad altri giochi più "ficcanti", alla mania dei JRPG grazie specialmente ai Final Fantasy VII e VIII che ho letteramente consumato.
Passano gli anni, escono nuovi capitoli, più o meno pubblicizzati. Vengo però colpito da uno Zelda per la console portatile dell'epoca, il Game Boy Advance. Chiaramente stò parlando di The Legend of Zelda: The Minish Cap. Anche in questo caso lo recupero più tardi rispetto all'uscita. Ci gioco, e lo aprezzo moltissimo. Strano, lo stile di Zelda è sempre uguale in ogni capitolo.
Mi convinco maggiormente che l'inimicizia per A Link to the Past fosse stato un "dettame" dei miei gusti dell'epoca.
Passa nuovamente il tempo e la leggenda di Link continua ad arricchirsi di nuovi titoli (o remake dei precedenti). Nel frattempo inzio a seguire uno dei fan italiani maggiormente innamorati al brand Nintendo. Spulciando i vari video del suo canale, le live insieme alla sua "crew", gli articoli nel suo sito, ogni volta che nomina l'elfetto biondo e le sue avventure, sono sempre parole di elogio e soddisfazione per ottimi giochi.
E poi, insieme ad un altro Youtuber che inizio a seguire in quel periodo, ne fanno un vero e proprio elogio all'intera saga.
L'amore smisurato del primo e le parole del secondo mi invogliano a dare un proseguo alle mie avventure con buon Link.
Avendo acquistato un Nintendo DS qualche tempo prima, e ad una serie di "incidenti tecnici" con un fottuto codice per far partire un gioco PC (che tutto sommato mi ha fatto anche apprezzare una saga di cui ne ho parlato proprio nel primo orribile post di questo blog), recupero il capitolo più apprezzato per questa console, Phantom Hourglass.
E anche questo titolo mi piace, pur storcendo non poco all'inizio per il modo di controllo "diverso dal solito". Per chi non lo sapesse Phantom Hourglass (e anche Spirit Tracks) si comandano con lo stilo. Da giocatore "con esperienza" non avere in mano una croce direzionale per spostare l'eroe, è sicuramente una novità insolita. Però passato lo scoglio movimento, l'ho trovato il titolo ricco di novità nel gameplay. Infatti sfruttando le "capacità" della portatile Nintendo, alcuni enigmi si risolvono urlando, soffiando, usando lo stilo e la console nelle maniere più insolite. L'ambientazione stile "One Piece", visto che sei sempre per mare e devi spostarti da un'isola all'altra, è stata un'altra variazione allo stile classico del brand.
Ormai mi sono appassionato anch'io al brand, anche se continuo a non capire perchè quel A Link to the Past non mi piacque. Siamo finalmente all'inizio di quest'anno e decido di fare anch'io il "salto generazionale" per quanto riguarda le portatili. Chiaramente, vista la retrocompatibilità e un cospicuo numero di titoli da recuperare, prendo il 3DS in versione XL. E Chiaramente acquisto anche il più blasonato degli Zelda usciti, il remake di Ocarina of Time. Poco da dire, uno Zelda in 3D magnifico, senza dubbio il mio capitolo preferito.
Nel frattempo "sbologno" alcuni titoli da pila, lasciando passare un po' di tempo per affrontare una nuova avventura di Link. Una rara occasione però non mi lascia sfuggire l'acquisto di A Link Between Worlds.
E siccome sapevo bene che è il "sequel" di quel A Link to the Past che tanto schifai, perchè non riprenderlo in mano per capire il reale problema col titolo?
E via si riparte, sempre sul buon ZSNES, come quindici anni prima. I primi dungeon vanno giù lisci e si passa al dark world. E qui iniziano i cazzi. Inizialmente c'è una stupidità mia dovuta al non recupero dell'oggetto più importante, ovvero la perla nera per restare in forma umana anche nel mondo oscuro. E vabbè, torno sui miei passi riesco a capire dov'era nascosta. Affronto i primi dungeon fino ad arrivare a quello dell'acqua. E qui mi accorgo subito che manca qualcosa. Già qualcosa per nuotare.... le pinne!!! e dove sono? boh nessuno cita pinne, oggetti o posti particolari dove cercarle. Ecco forse perchè ho odiato tanto A Link To The Past, ci sono, momenti dove non sai cosa fare e dove andare, ma soprattutto non sai come proseguire perchè nessuno ti da quell'input che ti manca.
Cazzo una cosa che non ho mai sopportato, MAI. Non sapere che fare perchè non ci sono indizi. Qualche abitante del villaggio mi consiglia di andare dallo sciamano. E così mi avvio verso la sua tenda. Pago, ma le uniche "dritte" che mi da sono fuffa, fuffa e ancora fuffa. E allora via di soluzione, l'unica vera speranza per sbloccarmi.
Che poi a guardarla bene, anche la soluzione non è molto utile. Ci sono i tutti dungeon, ci sono tutti gli oggetti recuperabili, ma su quelli clou, nessun indirizzo, ah si, a meno che non fossero nei dungeon. E quindi? beh ma la soluzione per antonomasia, l'Internet. Scopro quindi che le fottute pinne sono a nord/est di Hyrule.
Riesco quindi a proseguire però, in più di un'occasione mi trovo di fronte ad un oggetto che manca, supponi di sapere cos'è, ma non sai dove trovarlo perchè nessuno ti da spunti.
Siamo onesti, A Link To The Past è un ottimo gioco, difficile, lungo da finire. La storia forse è un pochetto banale per gli standard odierni, però ha sempre quasi un quarto di secolo al suo attivo. E' un punto che avemo messo nel piatto anche per il remake di Final Fantasy III, se ricordate bene. Però, puttana troia, odio i punti morti, non sapere cosa fare perchè nessuno e ripeto NESSUNO ti indirizza almeno parzialmente, e ciò mi fa impazzire.
Ci vuole tanto per dare un minimo indizio, un abitante che ti dice "sai, ho sentito che se vai verso le cascate succedono cose meravigliose"?.
Non rompetemi i coglioni sul fatto che i giochi dell'epoca erano fatti così, CAZZATE!!!
Nei Final Fantasy, anche i primi intendo, non ho mai avuto questi problemi. Anche Phantasy Star (Sega 1987) non soffre di questo cruccio. Ci ho impiegato lo stesso anni a finirlo perchè non trovavo degli oggetti ma, rigiocandolo oggi, mi accorgo semplicemente che non prestavo troppa attenzione a ciò che mi veniva detto (o forse capivo male l'inglese). Non dico che un gioco deve portarti a manina alla sua conclusione, ci mancherebbe, i giochi pilotati non mi piacciono. Però deve darti l'indizio, lo spunto per proseguire.
Sfogata la rabbia su A Link To The Past finalmente passo al suo "sequel" A Link Between Worlds.
Come usanza di tutti gli Zelda, il nostro Link dorme. Diciamo che ormai è un elemento imprescindibile della saga. Il giorno che uscirà uno Zelda dove Link non dorme a inizio avventura, scoppierà una rivoluzione.
Rispetto al precedente, questa volta non verremo contattati telepaticamente dalla principessa ma, dopo una serie di passaggi arriveremo sempre al castello, come reale punto d'inizio della storia. La cosa che salterà subito all'occhio sarà il salone principale. Vedremo dipinte le gesta di un antico eroe che salvò Hyrule molti secoli prima.
Senza dubbio ai fan storici sarà scesa una lacrimuccia di commozione. Direi di evitare di fare ulteriore spoiler alla storia, non ne vale la pena, però la parte dei dipindi nel castello è giusto avesse una menzione particolare.
Rispetto al precedente capitolo avremo due features che cambiano il gameplay. La prima è sicuramente quella più nota, ovvero il potere di "entrare nei muri".
Fondamentale per tutto lo svolgimento del gioco, questo potere vi farà diventare, per un limitato periodo di tempo, dei veri e propri personaggi bidimensionali. Da qui potrete spostarvi attraverso le varie pareti della stanza in orizzontale al fine di raggiungere posti nuovi.
L'altra novità è data dal noleggio degli oggetti. A inzio avventura conosceremo il bizzarro Lario, un personaggio mascherato che ci noleggierà vari strumenti. Avendo quindi sufficenti rupie potremo noleggiare tutto l'arsenale fin da subito. Cosa cambierà quindi? Beh, potremo attraversare i dungeon come meglio crediamo, senza seguire un ordine dettato.
Chiaramente oltre ai vari oggetti "classici", come il boomerang, l'arco e il rampino, avremo anche nuovi bizzarri oggetti.
Un'altra cosa che verrà implementata sarà data dal fatto che i dungeon, al loro ingresso, avranno spesso il simbolo degli oggetti che serviranno per completarlo.
Escludendo queste due nuove features, il gioco sarà impostato sullo stesso stile del suo predecessore, citandolo sempre, boss compresi, e citando anche altri titoli del brand (non ditemi che il tempio dell'acqua non ricorda quello di Ocarina Of Time).
A questo punto probabilmente vi sarete posti una domanda: ma se il gioco è impostato nello stesso modo perchè questo l'hai apprezzato e l'altro no?.
Beh semplice, questo non ha punti morti. Volete l'esempio per antonomasia? le fottute pinne. Anche qua saranno fondamentali per proseguire, è ovvio. Però nell'avvicinamento al primo dungeon dove servono, troveremo un tizio che ci dirà "hey, neanche tu sai nuotare?, io ho imparato dai migliori, vai alla cascata degli Zora, loro ti aiuteranno" o qualcosa del genere. Ecco quello che bastava, un indizio. Non ti dice esplicitamente cosa fare o come arrivarci, ma ti dice chi ti potrebbe aiutare. Altra cosa fondamentale, gli oggetti importanti devi recuperarli, sempre. In A Link to the Past questo a volte non succedeva (vedi la perla nera).
Per il resto, in A Link Between Worlds la storia, seppur molto simile a quella del suo predecessore, avrà dei risvolti inaspettati. Avremo sempre due mondi paralleli dove, questa volta, ne conosceremo anche la principessa, Hilda.
Avremo quindi due fanciulle per cui batterci, Hilda per Lorule
e Zelda
per Hyrule.
Ah no aspetta forse ho messo le foto sbagliate.
Trollate a parte, non vi nego che quando ho giocato il titolo ho realmente pensato che i nomi delle zie di Sabrina (la serie Sabrina: vita da strega, se non l'aveste capito) fossero ispirati alle due principesse del brand Nintendo. E invece no, Hilda è stata introdotta proprio con questo titolo.
Il reale problema che A Link Between Worlds ha, è che è molto più semplice rispetto al suo predecessore. Per carità, avrò anche tanti anni di allenamento nel campo videoludico, sapevo bene come affrontare i vari boss, però non sono mai morto. Magari mi salvavo per il "rotto del cuffia", ma non sono mai caduto in battaglia, eccetto forse la battaglia finale una volta. L'unico punto dove ho penato è in una delle side quest. Infatti esiste un palazzo dove, pagando, si potranno affrontare una serie di incontri come in un'arena. Se i livelli più bassi, sono abbastanza banali, i problemi arriveranno con la scalata ai 50 piani. Ci sono arrivato vicino, ma non l'ho mai portato a termine perchè morivo prima.
Bene, questo è quanto avevo da dirvi sulle mie avventure con Link e in particolar modo sul primo e l'ultimo titolo del brand che ho affrontato.
Come dicevamo all'inizio due giochi simili, dove il secondo omaggia il primo. Due titoli che per quanto simili, il primo non mi è mai piaciuto per il problema dei punti morti, mentre il secondo l'ho apprezzato per il suo elogiare e citare il suo predecessore e toglierne l'odiato difetto.
Continuerò a prendere i titoli del brand? beh, sicuramente si, in fin dei conti sto aspettando che si decidano a fare il remake del tanto chiacchierato Majora's Mask, giusto per iniziare.
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