giovedì 18 maggio 2017
Caccia alla Blacklist
Passiamo quest'oggi all'argomento videogiochi. Torniamo su un brand che come sapete, ho sempre amato, tranne in un caso. Parliamo del sesto e, per ora, ultimo capitolo di Splinter Cell, sottotitolato Black List.
Come forse ricorderete, in passato parlai dei primi due capitoli della "seconda trilogia". Lodai Double Agent ma disprezzai Conviction.
Se avete voglia leggetevi i post dedicati.
Come già annunciai, vista la convenienza di un "chiodo di magazzino" a prezzo "regalo", all'epoca di Conviction possedevo già questo sesto capitolo. Ma ovviamente solo ora ho iniziato a giocarlo.
E devo dire che Ubisoft ha capito che aveva fatto una minchiata e, fortunatamente, ha decisamente corretto il tiro.
Il gioco inizia alcuni mesi dopo l'assedio su Washington D.C da parte della Black Arrow e il fallito assassinio del presidente USA da parte dei capi di Third Echelon, ora sciolta a causa degli attentati portati avanti dal suo direttore, sfruttando le squadre segrete di Splinter Cells. Sam Fisher e sua figlia sono tornati ad una vita normale e Fisher ora lavora insieme al suo miglior amico Vic Coste in una corporazione mercenaria privata, la Paladin Nine Security, che accetta contratti di difesa per i governi di tutto il globo.
La prima missione, come già succedeva in Double Agent, è solamente il prologo al gioco vero e proprio.
Per una serie di eventi Sam tornerà a far parte di Third Echelon ora "upgradata" a "Fourth Echelon".
La nuova squadra di supporto sarà formata da una vecchia conoscenza e da due new entry. La prima sarà la sempre presente Anna “Grim” Grímsdóttir, ora la responsabile tecnica delle operazioni.
Le due nuove entrate invece saranno l'agente della CIA Isaac Briggs
che fornisce potenza di fuoco supplementare e l'hacker Charlie Cole,
che si occuperà sia dell'infiltrazione nei sistemi informatici, sia dello sviluppo dell'attrezzatura di supporto alle missioni.
Rispetto al passato ci sarà un sostanziale cambiamento. Infatti prima di qualsiasi missione torneremo a bordo del quartier generale di 4th Echelon, il Patriot, un gigantesco aereo che porterà i protagonisti nelle varie location dove si svolgeranno le missioni.
Ma all'inizio dell'articolo si diceva che Ubisoft aveva corretto il tiro, vediamo perchè.
Come forse ricorderete quando parlai di Conviction mi soffermai spesso sul fatto che Sam Fisher non era il Punitore e che in ogni Splinter Cell era premiata l'azione stealth spesso senza fare vittime, piuttosto che i massacri alla Rambo.
Dissi anche che alcune delle feature introdotte non fossero così sbagliate e anzi servivano a svecchiare le meccaniche di gioco rendendole più dinamiche e moderne.
Bene, Blacklist prende le poche cose buone di Conviction, tornando però alle origini del brand. In alcuni punti sembra veramente che sia Double Agent che Conviction non siano mai esistiti.
In qualche modo questo sesto capitolo è un vero e proprio starting point per i nuovi fan del brand.
Lo scopo del gioco, sarà fermare la Blacklist, una cellula terroristica di cui si sa poco e niente. Per cui le missioni si dipaneranno attorno al globo al fine di ottenere informazioni e fermare definitivamente la minaccia.
A livello di gameplay si torna al buon vecchio stealth, svecchiando le meccaniche d'azione usando le "abilità" introdotte nel precedente capitolo, ovvero la corsa tra una copertura e l'altra e il marca bersaglio.
Questa volta però, come è giusto che sia, potremo decidere se essere o meno letali nell'azione.
Oltre alla classicissima pistola con silenziatore, avremo anche una pistola a scariche elettriche che ci tornerà utile per le azioni d'assalto.
Come succedeva nei capitoli della prima trilogia, prima di ogni missione potremo cambiare i settaggi di armi e attrezzature. Detta francamente? io ho solo fatto un upgrade alle armi ma non ho mai cambiato configurazione.
Come in passato a disposizione avremo sempre e solo tre armi. Le già citate pistole con silenziatore e a scariche elettriche e il fucile d'assalto.
Rispetto al passato, potremo decidere come approcciare la missione. Le nostre azioni verranno valutate alla fine con un bonus "di categoria".
Avremo tre distinzioni:
Approccio fantasma: verranno lodate le azioni senza far scattare allarmi, nascondendo i corpi e escludendo vittime.
Approccio pantera: simile, da quanto ho capito, al fantasma solo che vengono lodate le uccisioni stealth e l'evitare i nemici.
Approccio assalto: piccoli Rambo crescono. Vengono premiati i combattimenti e la sopravvivenza agli stessi. Devo aver fatto si e no 100 punti di categoria.
Inutile che vi dica il mio modus operandi, prevalentemente Fantasma con un pizzico di Pantera.
Per la prima volta, oltre alle missioni in co-op online, già presenti nei precedenti capitoli che vengono inserite 4 tipologie di missioni secondarie non rilevanti ai fini della storia principale.
Ognuna delle 4 categorie è giocabile in modalità diverse:
Missioni di infiltrazione: dovremo hackerare o recuperare dati da tre diversi obiettivi all'interno dell'area di gioco. Se verremo scoperti la missione fallirà. La difficoltà, oltre al fatto di essere fantasmi, sta nel fatto che non ci sono checkpoint intermedi.
Missioni di abbattimento nemici: in queste missioni dovremo girare per due aree distinte dove dovremo abbattere, in maniera letale o meno, un gruppo di guardie.
Missioni di difesa: personalmente le più fastidiose e sicuramente le meno "Splinter Cell".
In pratica avremo un edificio dove dovremo abbattere 20 ondate da 5 o più nemici che gireranno per l'area.
Missioni cooperative: l'unica tipologia dove sarà obbligatorio giocare in due (schermo condiviso o rete), dove affronteremo (a quanto letto) delle missioni simili alle principali.
E visto che ne abbiamo parlato dedichiamoci alle missioni principali. Pur essendo poche, 12, sono molto variegate e spaziano nelle varie tipologie viste nei precedenti capitoli. Nella buona parte dei casi potremo decidere come muoverci, mentre in altre avremo limitazioni, tipicamente legate sull'evitare le guardie o non interagire in nessun modo con loro.
In un caso dovremo usare anche il secondo membro della squadra, Briggs, che avrà un metodo di approccio completamente diverso da Sam. Infatti se questo sarà il ninja della situazione con una visuale in terza persona, Briggs avrà un approccio più da guerrafondaio con la visuale sempre in soggettiva.
La storia è ben scritta e, come nello standard del brand, ci si immerge in una spy story, magari di base non originale, ma coinvolgente.
Una cosa che effettivamente manca e che, personalmente trovavo divertente, era la possibilità di scassinare le porte o usare il visore termico per i tastierini numerici.
Finalmente viene re-introdotta la possibilità di spostare e nascondere le guardie stese/uccise. Era una cosa che mi dava fastidio da morire la sua assenza in Conviction.
Non potremo più interrogare le guardie come in Chaos Theory, ma è un'assenza veramente minore, anche se ha portato a dialoghi epici come quello dello smoking in Chaos Theory.
Viene ridata importanza a creare il buio, "il buio sarà il vostro unico alleato", anche se adesso i nemici se ti sono vicini, giustamente, ti vedono lo stesso.
Viene re-introdotto il visore notturno.
Cazzo, era il simbolo del brand e doveva tornare. Ubisoft si è resa conto, più che altro visto i fan storici erano incazzati come iene, che il visore radar di Conviction era una bestemmia.
Come dicevo nel post dedicato a Double Agent ho adorato la scena dopo la missione introduttiva dove veniva gettato dall'aereo perché era simbolica, ma la modalità "Daredevil", dove eri obbligato a restare fermo per poterla gestire, era cagare fuori dal vaso, siamo onesti.
Ultimo, ma non meno importante, il doppiaggio. Luca Ward torna ad essere Sam Fisher ed è giusto così. Vi ho detto un milione di volte che non sopporto che un personaggio cambi voce nel corso del tempo. Posso essere d'accordo solo in due casi, o il doppiatore va in pensione e/o cambia lavoro oppure, purtroppo, passa a miglior vita.
Onestamente sentire tizio/tizia che in un gioco hanno una voce e in quello successivo ne hanno un'altra mi manda in bestia.
Quando Luca Ward postò la foto in studio di registrazione col visore notturno fui felicissimo, Sam Fisher è lui e non ci sono storie.
Sfoghi a parte, tiriamo quindi le somme. Questo sesto capitolo del brand è un vero ritorno alle origini. Per molti versi è un vero e proprio starting point per le nuove leve. I riferimenti al passato sono veramente pochi e non sono fondamentali per godersi appieno l'esperienza.
Si torna ad un vero e proprio stealth game con uno svecchiamento delle meccaniche e la possibilità di farlo diventare un action duro e puro.
Bello, ma nella mia personale classifica non supererà mai il capolavoro che è l'inarrivabile Chaos Theory. Potrei dargli un terzo posto, poco sotto al Double Agent.
Va giocato? ovviamente se siete fan storici di Sam Fisher si.
Siete tra gli stronzi che hanno amato Conviction? lasciate perdere e tornate a giocare a COD.
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