Bentornati.
Facciamola breve perchè le introduzioni non son capace a farle.
Argomento
del giorno: la quarta stagione di Orfani, sottotitolo Juric.
Ma
come, non avevi detto che ti vantavi di pubblicarle tutte lo stesso
giorno ogni anno? si ma qua è diverso, perchè la serie dura solo
tre numeri e non i canonici 12.
Tra
l'altro sono anche distante dall'uscita del terzo volume visto che
siamo già al secondo della quinta stagione.
Non
perdiamo tempo e veniamo al dunque. Questa quarta stagione, anche se
lo vedo più come uno spin-off, si incentra sulla storia del villain
per antonomasia della serie, Jsana Juric.
Come
ho già detto molte volte, è un personaggio che ho odiato, Roberto
Recchioni ha creato e caratterizzato un personaggio talmente subdolo
e malvagio che onestamente speravo che prima o poi ci lasciasse le
penne in malo modo.
E
per fortuna così è stato, visti gli eventi che hanno chiuso Nuovo
Mondo.
Per
cui si parte dal momento del funerale del presidente di Nuovo Mondo e
dalla "scomoda eredità" lasciata dalla Juric al biografo
Émile Bogdan.
Infatti,
come abbiamo visto sul finale della terza stagione Émile viene
contattato per stilare una biografia del presidente dopo la sua
morte, dando accesso a tutti i file privati.
La
cosa che salta subito all'occhio è il netto cambio di stile visivo
nella narrazione. Per le parti ambientate nel presente, le pagine che
aprono e chiudono l'albo, si è completamente in bianco e nero,
mentre il racconto dei fatti della vita di Jsana a colori.
I
tre albi che compongono la miniserie si concentrano su tre momenti
distinti della sua vita:
1)
Infanzia e prima adolescienza.
2)
Prima anni dopo la maggiore età.
3)
Età adulta, ma prima degli eventi all'inizio della prima stagione.
Dopo
aver letto i tre numeri sono rimasto convinto di un'idea: Jsana era
malvagia già da piccola e non è stata corrotta dagli eventi, ma
essi hanno solo amplificato la indole che ha sempre avuto nel DNA.
Infatti
già dalle prime pagine lo si nota, specialmente nella scena delle
formiche.
La
storia della rossa però è abbastanza travagliata fin dall'inizio.
Figlia di profughi, con la famiglia tenta il viaggio della speranza
cercando di passare il muro alzato per evitare l'arrivo indesiderato
di clandestini....
Il
che ricorda fatti di un recente presente....
Durante
il viaggio nei camion però tutta la comunità muore e lei è l'unica
sopravvissuta.
Portata
d'urgenza in ospedale viene presa sotto l'ala protettrice di Sàndor
Kozma,
presidente dell'associazione umanitaria EMR, che si occupa
dell'accoglienza ai rifugiati.
Kozma
però piuttosto che accogliere la bambina (sette anni) per fargli da
padre e dargli una seconda possibilità la alleva in un clima
anafattivo vedendone principalmente un'occasione propagandistica.
Sicuramente
l'influenza di Kozma ha plasmato in parte l'animo oscuro della
giovane Jsana, sviluppandone anche delle notevoli doti di
osservazione delle persone che la circondano.
Questa
abilità, un po' alla volta, le permetterà di manipolare gli eventi
a suo vantaggio.
Se
quindi nel primo numero vediamo la genesi della ragazza, il secondo
volume è diviso in due punti focali.
Da
una parte vedremo Jsana affinare le sue arti seduttive aiutate dalla
sua avvenenza per mettere al guinzaglio gli uomini più potenti e per
averne il pieno controllo.
Dall'altra
un irrigidimento del suo carattere, specialmente dopo i due eventi
cardine del volume.
Nel
terzo volume invece abbiamo la rivelazione di un'importante fatto mai
narrato in precedenza che avebbe potuto in qualche modo redimerla e
forse ammorbidirla.
Purtroppo
non è giusto spiegarvi nel dettaglio i fatti, visto che potrei
rovivarvi la lettura.
Veniamo
quindi alle mie conclusioni.
I
tre volumi che compongono questo viaggio nel passato di Jsana Juric
sono interessanti, dimostrano ancora una volta che questo personaggio
è stato costruito con delle basi solide ed è uno dei migliori
villain degli utilimi tempi.
A
mio modo di vedere la storia poteva protarsi fino al momento
dell'esplosione e alle decisioni prese in quel momento da Jsana,
anche se un'idea la si può avere lo stesso per uno degli eventi
narrati nell'ultimo volume.
Molto
bello il contrasto tra la storia del "presente", mostrata
in bianco e nero, e la storia del "passato", narrata a
colori. Questo contrasto l'ho visto da una parte come un'involucro
(bianco e nero a inizio e fine e colori nel mezzo) a protezione dei
segreti e della storia di Jsana, mentre da un altro punto di vista
come il dover dare maggiore attenzione a ciò che è stato piuttosto
che al presente ormai vuoto senza più la sua presenza.
In
conclusione, una miniserie affascinante, un tributo in qualche modo,
incentrato sul personaggio più longevo, fin'ora, di Orfani.
Vi
lascio con le prime frasi di Émile Bogdan durante le prime pagine
del primo volume.
"Mio
padre diceva sempre che non si deve giudicare un uomo dai vestiti che
porta... ma da come li indossa e da quando li indossa. Occasioni
diverse richiedono abiti diversi. Bisogna sempre capire il momento e
adattarlo al proprio stile."
Scusate,
non ho resistito, era troppo divertente la D'Urso in modalità
Juric...
See
you next
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