mercoledì 20 gennaio 2016

Retrogame Story 1: Earthworm Jim


 Ok anno nuovo, rubrica nuova...
A essere sinceri forse questo è un secondo capitolo, visto che il primo esperimento l'avevo pubblicato in occasione del 50° post, ve lo ricordate vero? no? beh eccolo qua

Ma come al solito, andiamo al sodo. Questi appuntamenti, come dice il titolo, saranno dedicati ad una serie di titoli videoludici che ho amato, facendo delle premesse però. In questi post non parlerò MAI di titoli ultra noti al grande pubblico, quindi non aspettatevi un Sonic o un Mario (beh quello sarebbe ancora più difficile). In linea generale mi dedicherò prevalentemente alle generazioni 8-16 Bit, quelle che mi hanno iniziato al mondo dei videogiochi e che, tutt'oggi, riprendo in mano più spesso e volentieri.

Come primo episodio partiamo con uno dei platform che più ho amato nella mia carriera videoludica ovvero, Earth Worm Jim. Inizieremo col primo capitolo uscito nel lontano 1994 per tutte le console 8-16 dell'epoca.

Partiamo dalla storia. Beh Jim è, come dice il nome stesso, un lombrico di terra come tanti altri. Un giorno gli cade vicino la "Space Suit", una tuta spaziale con delle incredibili capacità. Jim ci si infila per caso e dal quel momento acquisisce un'intelligenza paragonabile a quella umana insieme ad un aspetto antropomorfo. Purtroppo l'altra faccia della medaglia è attirare a se numerosi guai. Infatti il malvagio cacciatore di taglie Psy-Crow viene ingaggiato dalla regina aliena Queen Slug-for-a-Butt per riavere indietro la tuta spaziale. Inoltre la regina rapisce la principessa What's-her-Name (è proprio il suo nome) e quindi Jim si imbarca in un lungo viaggio attraverso vari mondi per fermare la regina e salvare la principessa.

Diciamocela tutta, la storia è abbastanza classica per i canoni del tempo, un bel "salva la bellona di turno". Però il bizzarro personaggio creato da David Perry ha una marcia in più, c'è poco da fare. EWJ è un platform unico, dove la follia dei personaggi, dei luoghi e delle situazioni affrontate lo elevano e diversificano nel panorama dei platform, senza dubbio una delle categorie più in voga all'epoca.

L'intro ci da già una buona idea dello spirito generale del gioco.


Ma addentriamoci nel gioco.

Il primo livello, "New Junk City" saremo all'interno di una discarica.

Ops scusate...
Tra pneumatici e montagne di rifiuti, lanciando qua e là qualche mucca.....


dovremo farci strada evitando Fifi,












 il "bellissimo" cane del padrone della discarica, Chuck, che cercherà di mangiarci le chiappe.



A metà strada troveremo un bizzarro "Transformers" fatto con copertoni e bidoni della spazzatura.





E a fine livello troveremo lui, il padrone di casa, Chuck. Il gentiluomo in questione, siamo onesti, è un uomo fine. Prima di tutto cercherà di mollarci addosso di tutto con la sua calamita ma, quando lo colpiremo, darà il meglio di se. Il lord avrà infatti la brutta abitudine di vomitarci addosso dei pesci.




Sconfitto il nostro amico Chuck prenderemo il nostro razzo e partiremo per il livello che farà da ponte tra un mondo e l'altro.
"Andy Asteroids", questo il nome del livello (ispirato da Andy Astor, uno dei programmatori Shiny la casa produttrice di Jim) dovremo affrontare una corsa in un tunnell circolare cercando di arrivare prima del malefico Psy-Crow.

Chiaramente dovremo evitare gli asteroidi, sempre più fitti mano a mano che procederemo nel gioco, prendendo dei power-up come scudi o dei boost che velocizzeranno la corsa.
Se vinceremo faremo gli sboroni...



...ma se perderemo dovremo scendere nel primo pianeta vicino per affrontare il corvaccio.


Nel secondo livello "What The Heck?" saremo in un livello infernale. Sullo sfondo vedremo subito l'ombra del nostro avversario,



Evil The Cat anche se di lui parleremo più tardi. Tra demoni, spuntoni, fiamme e quant'altro dovremo farci strada salendo a volte su cristalli che ci faranno da ascensori,


 affrontando anche avvocati che ci lanceranno addosso le loro preziose carte all'interno della fida ventiquattrore.


A metà percorso troveremo addirittura anche un personaggio abbastanza fuori contesto.... un gigantesco pupazzo di neve.



E alla fine troveremo il malefico gattaccio che, come prima cosa, ci ruberà la nostra tuta.



Ma si sa, i gatti, non sono proprio gli animali più svegli del creato, e sparando con un cannone cercando di colpirci, colpirà la stessa montagna dove si trova lui e la nostra amata tuta. Essa cadrà e ci darà lei stessa una mano a tornare in pista.


Qui, in puro stile Mortal Kombat, partirà l'ultima sfida a Evil.


Il gattaccio cercherà di usare l'oscurità a suo vantaggio, attaccandoci quando meno che ce lo aspettiamo. E come leggenda vuole il gatto avrà nove vite a disposizione,


prima lasciarci passare al nuovo mondo.
Dopo un un'altra corsa tra gli asteroidi arriveremo a "Down The Tubes" terzo scenario della nostra avventura. In questo nuovo livello saremo in una base acquatica dove dovremo farci spazio negli stretti corridoi evitando dei gatti??? pieni di steroidi che ci prenderanno a cazzotti se cercheremo di affrontarli.


Ogni tanto cavalcheremo dei criceti giganti che ci aiuteranno a passare le zone altimenti invalicabili.


La parte difficile sarà il passaggio da una zona all'altra della base.... all'interno di una navetta molto fragile ma, soprattutto, avrà aria limitata.


Le vere bestemmie partiranno nel seconda zona.... dove in 90 secondi dovremo affrontare questo simpatico percorso.


Vi assicuro che non sarà facile. Dovremo trovare il giusto compromesso tra velocità, visto il tempo limitato, e precisione nei movimenti, perché sennò distruggeremo la capsula.
Alla fine ci troveremo a fronte del più temibile nemico del gioco Bob the Killer Goldfish.


Si avete visto bene, un pesce rosso. Sarà uno scontro epico, una battaglia senza pari. Ops è caduto....già basterà sfiorarlo per farlo cadere dalla sua boccia e farci proseguire la nostra missione.
Arriveremo quindi, dopo il solito "Andy Asteroids", a "Snot A Problem". Un livello particolare, dove affronteremo subito il boss di zona, Major Mucus, in una sfida di bungee jumping.


 Lo scopo sarà semplice: far sfracellare il nostro avversario spintonandolo contro le pareti. Dovremo però stare attenti alla simpatica creatura a "fondo vasca".



Essa avrà molto piacere a tranciarci in due non appena ci avvicineremo.
Nel quinto livello chiamato, con molta fantasia, "Level 5", vagheremo nel laboratorio del professor Monkey-for-a-Head


tra cervelli, esperimenti incompleti e quant'altro.


Ogni tanto perderemo la nostra fida tuta e dovremo evitare le trappole per recuperarla prima che finisca in qualche baratro.

 Il boss sarà un mecha comandato da... un pollo?


che ovviamente ci lancerà uova esplosive.
In questo laboratorio, se saremo attenti, potremo attraversare un livello segreto dove, completamente al buio,


 dovremo trovare l'uscita.... evitando lo scomodo inquilino della zona....


Ah finalmente, nel sesto livello "For Pete's Sake!" potremo rilassarci portando il nostro amico cagnolino Peter....


che simpatica creatura... peccato che se per qualche motivo cadesse in qualche burrone o venisse preso da alieni o piante stritolanti..... si incazzerà come una bestia.... diventando un pochetto meno amichevole....


Questo livello non sarà propriamente una passeggiata di salute. Dovremo proteggere e difendere l'amichevole cagnetto, stando al suo passo, evitando i vari ostacoli del percorso.



E quando arriveremo potremo fare una passeggiata extra...


ma col cazzo!!!! andiamocene va... ciao Peter, stammi bene.
Settima zona, tra l'altro livello esclusivo del MD, "Intestinal Distress". Come dice il titolo dovremo vagare in un grosso intestito evitando pesci elicotteri


e fluttuando per i vari tubi.



Alla fine Doc Duodenum


sarà il nostro ultimo ostacolo per uscire da questo livello.
E finalmente ci siamo, il covo della maledetta regina, "Buttville" nonché uno dei livelli dove nella prima parte ripasseremo per bene i santi del calendario.


La foto non rende, però da quella piattaforma dovremo scendere con la nostra testa/elicottero in uno strettissimo corridoio coperto di spine. Vi assicuro le maledizioni sono all'ordine del giorno.


Nella seconda parte avremo meno problemi, soliti passaggi facendo semplicemente attenzione a evitare quei.... cosi che usciranno dall'ombra e cercheranno di tranciarci.

 E poi si arriva qua,


dove i santi si ripassano nuovamente visto che dovremo essere precisissimi utilizzando la nostra testa come frusta per darci lo slancio tra un gancio e l'altro.
E finalmente lei, Queen Slug-for-a-Butt dove avremo l'onore di vedere prima di tutto il suo lato B,


per poi catapultarci sullo scontro faccia a faccia, finalmente.




Sconfiggendola ovviamente salveremo la principessa anche se....

<SPOILER SUL FINALE>

Una delle cose che ci ha sempre colpito è che tra un livello e l'altro si vedeva il faccione del nostro Jim gridare

ricordo che all'epoca chiesi alla mia insegnante di inglese cosa volesse dire... ma non lo sapeva...
...e io che continuo a domandarmi perché so così di merda l'inglese e quello che so non lo devo certo a lei....

Ah già, per la cronaca groovy vuol dire, fico, alla moda.

Bene questo era Earth Worm Jim, nei prossimi post della rubrica non mancherò di parlare dell'ancora più folle seguito.

Alla prossima.


giovedì 14 gennaio 2016

Agorafobia


Bentornati. Dopo l'ultima, e non troppo riuscita, fatica videoludica di Goku e soci, torniamo oggi a parlare di fumetto.
In particolare vi racconterò le mie impressioni su un volume che ho acquistato nella mia gita a Lucca di quest'anno ma che ho letto solo di recente, Agorafobia scritto, sceneggiato e disegnato dalla coppia Dario Moccia e Fubi.

Sarò onesto del disegnatore Fubi non saprei che raccontarvi, è il primo albo suo che mi capita tra le mani. Dario Moccia invece è uno dei volti più noti di Youtube Italia. Nel suo canale racconta, con estrema dovizia di particolari e passione i suoi più grandi amori, ovvero il fumetto a 360°, i videogiochi e l'animazione. Molto spesso nei suoi video racconta di opere meno note al grande pubblico, particolari, ma alle quali dovremo dare almeno una possibilità di lettura/visione per renderci conto che a volte ci sono delle perle rare pressoché sconosciute. Devo essere sincero, guardando i suoi video si vede l'impegno e la passione in quello che fa e il suo modo di raccontare ti invoglia ad esplorare nuove opere alle quali difficilmente ti avvicineresti.

Siamo quindi nei ridossi di novembre 2015 quando annuncia che a Lucca avrebbe presentato la sua prima opera fumettistica, Agorafobia. Che dire, visto che quell'anno sarei riuscito ad andare, per la prima volta, alla manifestazione (e questo lo devo ad una persona speciale), avrei sicuramente recuperato il volume.

Diciamo che nel caos generale sono riuscito anche a beccare Dario che, in estrema velocità, mi ha fatto un autografo sull'albo.
 





Ma come al solito mi dilungo quindi, veniamo al sodo. Di cosa parla Agorafobia? beh come dice dice l'etimologia della parola è la paura della piazza. In pratica è la paura/disagio di un soggetto quando si ritrova in ambienti poco familiari portandolo ad una sensazione di fuga verso un luogo più sicuro.

L'opera di Moccia/Fubi racconta la giornata di un uomo, di cui non si farà mai il nome, che vive relegato in casa. Nel corso del racconto non sapremo quasi nulla del soggetto. Tutta la narrazione si basa esclusivamente sui pensieri del protagonista, combattuto tra una flebile voglia di cambiamento o comunque di andare avanti nella sua vita, contrastata dall'incubo dei fatti accaduti nel suo passato che lo hanno reso agorafobico.

Devo essere sincero, il tratto sporco e quasi stilizzato usato da Fubi non mi piace, questo perché ho sempre amato un tratto più classico o comunque curato di particolari, però per la storia funziona.




 
Proprio quel tratto abbozzato, minimale e quasi caricaturale del protagonista e dell'ambiente che lo circonda, è perfetto per dare al lettore una maggiore sensazione di inquietudine e fargli vivere lo stato emotivo dell'uomo al centro della scena.

La narrazione è rapida, a volte fin troppo. Poche battute sovrastate da quel disegno che, in poche vignette, rendono più visiva la storia. La sensazione di agorafobia viene mostrata più che descritta. Il protagonista è spesso rannicchiato in se stesso e fatica a uscire da quello stato fisico ma, soprattutto, mentale.




A mio modo di vedere la sceneggiatura è abbozzata, non lo so forse dipende da me che preferisco venire a capo della storia nella sua interezza, svelando i vari "perché" che, in questo caso, vengono solamente accennati nei flashback.

Non vi nego che mi sarebbe piaciuto capire il perché il protagonista sia finito in quello stato mentale, quale evento lo abbia portato a chiudersi in se stesso. Nel volume questo fatto viene abbozzato, si intuisce qualcosa che però, nel corso delle pagine, non viene spiegato.


Non lo so, a mio modo di vedere concentrare parte della narrazione sull'evento che ha portato nel baratro il protagonista avrebbe giovato anche al finale che, personalmente, trovo fin troppo semplicistico. Bisognava dal mio punto di vista concentrarsi sul cambiamento graduale dello stato mentale.

Forse per fare questo servivano più pagine, più volumi, portando Agorafobia da numero unico (sempre che non abbia capito male) a una miniserie. Forse bastava anche solo un secondo volume dove la storia si evolveva spiegando bene il trauma che ha causato l'agorafobia per poi concentrarsi sulla voglia di rivincita e sulla forza interiore per uscire da quello stato mentale.

In definitiva un volume che vede un Dario Moccia molto diverso da come l'abbiamo apprezzato sul tubo, con una buona idea di creare, assieme a Fubi, qualcosa di nuovo e fuori dal seminato, ma che a mio modo di vedere è un po' troppo abbozzato.