giovedì 29 giugno 2017

Flash contro la sua più grande nemesi


Ok passiamo ad un post che ormai è una costante in questo blog, la discussione sull'appena finita stagione di The Flash.

Siamo ormai arrivati alla terza stagione e se vi siete persi le "puntate precedenti" vi rimando ai link

Stagione 1
Stagione 2

Chiaramente SPOILER per chi non ha visto la serie.

Bene, dove eravamo rimasti?

Barry, dopo la morte del padre Henry 



 per mano di Zoom


decide di tornare indietro nel tempo e impedire la morte di sua madre per mano  Eobard Thawne/Antiflash



Chiaramente chi ha letto i fumetti sa già cosa ha comportato nell'Universo DC una scelta del genere. Infatti la prima puntata della stagione si intitola semplicemente Flashpoint.

Come già detto in precedenza ero estremamente contrario a questa scelta, semplicemente perché alla lunga avrebbe potuto creare casini inenarrabili.

E' stato così? valutiamolo.

Per prima cosa la linea temporale chiamata Flashpoint, porta alla creazione di un universo molto diverso dal precedente.

Sicuramente per Barry è un universo più sereno, sia suo padre che sua madre sono vivi, inspiegabilmente ha comunque i poteri, anche se non li usa per salvare la gente. Questo perchè? perchè esiste un altro Flash a vegliare su central city.

Ovviamente è Wally West



anche se non viene spiegato come abbia ottenuto i poteri. La nemesi di questo Flash è un velocista nero chiamato Rival.


L'Antiflash è in prigione anche se afferma che questa modifica alla linea temporale porterà conseguenze disastrose.

Però se da un lato Barry vive una vita più serena, dall'altra il suo grande amore Iris 



non lo conosce in quanto da ragazzini hanno avuto strade diverse.

Altre cose sono cambiate, a volte in modo molto radicale. Cisco 



in questa realtà è un multimilionario ai laboratori Star. Purtroppo gli effetti predetti da Thawne iniziano a farsi sentire quando Barry, l'unico ancora conscio della vita pre-flashpoint, inizia ad avere delle visioni e alcuni ricordi spariscono.

Preoccupato per questi avvenimenti va da Eobard per chiedergli spiegazioni e quest'ultimo dice che è l'effetto Flashpoint, ovvero i suoi ricordi stanno svanendo poco a poco, e più usa la velocità, più in fretta si dimentica.

Barry si reca quindi nei laboratori di Cisco e si rivela a tutti come Flash, spiegando anche l'effetto che ha generato salvando sua madre. Insieme a Wally affrontano e sconfiggono Rival. Barry però si rende anche conto di aver commesso un errore a salvare sua madre e chiede a Eobard di aiutarlo a sistemare la situazione. Decide quindi di liberarlo e di tornare con lui indietro nel tempo, in modo tale che uccidendo Nora la linea temporale si sistemi.

Tornato a casa, trova Wally e Joe e tutto sembra essere tornato alla normalità, finché scopre che Iris è andata via perché ha avuto dei problemi con Joe 



per cui si chiede quali altre conseguenze ci siano.

Quindi, in pratica, Flashpoint dura esattamente un episodio. In rete giravano molte voci sulla possibilità di ricreare in parte l'omonima saga fumettistica. Chi l'ha letta sapeva bene che questo non sarebbe stato possibile, vista la mancanza di Batman, o per essere precisi del Batman alternativo, cardine della storia, ma si vociferava che quel ruolo fosse coperto dal padre di Oliver Queen.

Così non è stato. Volete che vi dica la mia? secondo me escludendo qua e la qualche dettaglio che verrà rivelato più avanti, solo Flash è stato colpito dal "vortice" Flashpoint, mentre le altre due serie ad esso collegate, Arrow e Supergirl non sono state praticamente toccate.

Nella serie dell'Arciere di smeraldo, pur non avendola seguita, si sa che qualcosa, magari in forma minore, è stato cambiato. 

Supergirl invece non dovrebbe avere avuto modifiche in quanto ambientata in un "Terra Parallela".

Ma in Flash cos'è cambiato? senza dubbio ci sono state varie modifiche ma la principale è l'introduzione di Julian Albert 



(interpretato da  Tom Felton il lDraco Malfoy di Harry Potter per capirsi).

Il ragazzo è il nuovo detective della polizia di Central City, simpatico come un gatto attaccato ai maroni, che sopporta poco Barry e i suoi continui ritardi.

L'altro impatto rilevante è che il fratello di Cisco, Dante muore in un incidente stradale, mentre nell'universo originale era ancora vivo.

Terzo cambiamento,  ma non dipeso da Flashpoint, è l'introduzione di un terzo Harrison Wells. Come forse ricorderete il primo era in realtà Eobard Thawne e nella seconda stagione viene introdotta la versione proveniente da Terra 2. Il secondo Harrison Wells però decide di tornare sulla sua Terra di origine con la figlia Jesse,



che ormai ha acquisito i poteri da velocista, come era ovvio dagli episodi finali della seconda stagione.

Viene quindi spedito nel multi verso un messaggio cifrato e a presentarsi è una bizzarra versione di Wells che si farà chiamare semplicemente H.R.



Perché bizzarra? perché questo Wells è molto più amichevole e spigliato rispetto ai precedenti. Poi si scoprirà anche un altro piccolo fattore che lo distinguerà notevolmente dalle sue "precedenti versioni".

Poste queste premesse vediamo l'andamento della serie.

Senza dubbio la trama viene divisa in due tronconi distinti.
Per prima cosa verrà introdotto il Dottor Alchemy



un uomo mascherato che sembra essere a conoscenza, oltre a Barry, dell'esistenza della realtà Flashpoint. Un po' alla volta il suo scopo sarà quello di ridare i poteri a tutti quelli che erano meta umani in quell'universo parallelo, creando da una parte nuovi nemici a Flash, ma anche introducendo Kid Flash.


Che poi, solo a me la maschera del Dottor Alchemy ricorda la copertina di Fallout 3?



Ma non divaghiamo. La seconda parte invece, senza dubbio il traino della stagione, è l'introduzione del vero villain, Savitar



che è ne più ne meno il Megatron 


dei film di Micheal Bay.

Ma chi è Savitar? un velocista che si proclama il dio della velocità. La sua vera identità, come da tradizione, verrà rivelata a 4 episodi dalla fine.

Il fulcro quindi della stagione sarà cercare di fermare Savitar da una parte e impedire del verificarsi degli eventi visti a distanza di cinque mesi.

Tra l'altro bellissimo il velato riferimento dove si svolgeranno i fatti (e sarà anche il titolo dell'episodio 22), Infantino Street. Per chi non lo sapesse, Carimine Infatino è uno dei creatori di Barry Allen nella Silver Age della DC.

Senza dubbio questa terza stagione di Flash ritorna alle sue origini. Gli episodi tornano ad  essere interessanti e le battaglie con "i nemici di puntata" si fanno avvincenti e non vengono chiusi nei due minuti finali.

Questa stagione però ha anche la peculiarità di aver tentato qualcosa di diverso dal solito.

Infatti per prima cosa si tenta il crossover a quattro. Come forse saprete Flash è uno "spin-off" di Arrow che a loro volta hanno generato Legends Of Tomorrow ai quali si è unita Supergirl.

Per cui negli episodi 8 di Supergirl (Stagione 2), Flash (Stagione 3), Arrow (Stagione 5) e nell'episodio 7 di Legends Of Tomorrow (Stagione 2), viene creato il mega episodio Invasion!.



Che poi, se vogliamo la biondina c'entra poco visto che l'incipit della storia parte nel finale della sua serie e viene ripreso nell'episodio di Flash.

Poi qua partirebbe anche il momento critica. Le serie, come forse sapete, sono state tutte trasmesse da Italia 1 (escludendo LOT che è andato solo su Premium).  L'emittente Mediaset ha giustamente trasmesso le tre serie in parallelo seguendo l'ordine elencato in precedenza. Purtroppo però, per motivi di diritti, ha mandato in onda Invasion! "monco" dell'episodio finale.

Ah, la televisione di qualità.... Per cui ho dovuto recuperarlo in inglese sub (visto che la serie non è ancora stata doppiata), per vederne il finale.

Sfogo a parte, qualche episodio dopo, 16 per Supergirl e 17 per Flash, si torna al crossover, questa volta in episodio filler, che quindi non porta avanti la storia principale, ma solo per divertimento.

Barry e Kara vengono portati, per una serie di eventi, in un musical. 



Per chi non lo sapesse sia Grant Gustin che Melissa Benoist vengono da Glee, la popolare serie (mai vista) che è una commedia musicale. Per cui i due sono un po' tornati alle origini in questo episodio dove si vede che i due si sono divertiti a girare.

Ma torniamo all'andamento della serie in generale. Come dicevamo all'inizio questa terza stagione torna alle orgini con episodi che, anche se autoconclusivi, coinvolgono lo spettatore.

Vengono ripresi alcuni vecchi villain, tra cui il più importante è Grodd



protagonista dei due episodi stupendi a centro stagione.

Una cosa che secondo me è stata buttata li è l'inizio della storia d'amore tra Wally e Jesse. Interessanti gli episodi dove sono praticamente protagonisti ma poi la ragazza, per una serie di eventi, viene fatta sparire.

Come avevo preventivato, Gay Garrick 



diventa mentore di Barry. Molto bello il velato riferimento al passato di John Wesley Shipp quando in una televisione passano Dawson's Creek. Per chi non lo sapesse, John era il padre di Dawson.

Molto divertente anche il cameo di Mark "Luke Skywalker" Hamill nel Trickster di Terra 3 (dove vive Jay Garrick). 





Non vi ricorda nessuno? Beh è innegabile che sia ispirato al Joker, questo perché Mark è il doppiatore della nemisi di Batman nei giochi della serie Arkham e nelle serie animate.

Ma quindi tutto bello?

Secondo me no. Perché ci si perde sul finale e su una cosa che mi ha fatto imbestialire nella seconda stagione.

Ma qui ovviamente

<SPOILER>



</SPOILER>

Escludendo questo, "piccolo", dettaglio la serie si conclude in maniera degna con una battaglia tra Flash e Savitar molto avvincente.

Ma però sul finale, prima un brutto colpo per la squadra e successivamente un cliffhanger per mettere le basi alla quarta stagione che ripartirà in patria in ottobre (e noi vedremo a fine gennaio probabilmente).

Vale la pena quindi seguire la terza stagione? si a patto che vi abbia convinto la serie in generale.

Secondo me gli sceneggiatori devono mettersi nell'ordine di idee di incasinare meno alcuni punti. I viaggi nel tempo sono già un casino da gestire per loro natura, se poi date spiegazioni un po' buttate li, rendete tutto troppo fantasioso.

Della quarta stagione si sa già che il villain non sarà un velocista. Ahahah, non ci crede nessuno. Vedrete che a metà stagione apparirà un nuovo velocista a tormentare Barry.

See you next



lunedì 26 giugno 2017

Nerve: quando i social possono diventare pericolosi


Bentornati. Oggi parliamo di cinema e di un film che, a mio parere, non ha avuto riscontro mediatico. Parliamo di Nerve, film 2016 diretto da Henry Joost e Ariel Schulman.

Eh già, secondo me il fatto che noi lo vediamo con circa un anno di distanza (in America è uscito il 12 luglio 2016), fa capire che non ha avuto successo.

Ma di cosa parla Nerve? beh senza dubbio di uno degli argomenti che va per la maggiore in questi anni, ovvero l'influenza dei social network nella vita di tutti i giorni e di come questi possano essere usati per divertire si il pubblico, ma senza porre alcun tipo di limite.

Ma spieghiamo bene la trama. Siamo in un futuro non troppo lontano, 2019-2020, dove una ragazza Venus "Vee" Delmonico sta per concludere il suo percorso al liceo di Staten Island. La ragazza è ambiziosa e vorrebbe lasciare la sua città per trasferirsi alla California Institute of the Arts, nella quale è stata ammessa, per proseguire gli studi.

Il problema è che la ragazza ha paura di dirlo alla madre dato che quest'ultima non si è ancora ripresa dal lutto per la morte del fratello maggiore di Vee.

La vita di Vee procede normalmente, è fotografa ufficiale della scuola ed ha una cotta per uno dei ragazzi della squadra di football, J.P. Guerrero, al quale però non riesce a dichiararsi.

La migliore amica di Vee, Sydney le confessa che sta diventando popolare in un gioco di realtà virtuale chiamato Nerve dove, superando delle prove a tempo assegnate dal pubblico e avendo molti followers, si guadagnano soldi facili.

Dopo una serie di eventi Sydney inizia con i suoi amici iniziano a sbeffeggiare Vee per la sua natura poco avventurosa, sfidandola ad andar a parlare con J.P. come se fosse una sfida di Nerve. Vee rifiuta, e Sydney per ripicca va a spifferare a J.P. che Vee è interessata a lui. Il ragazzo preso alla provvista, risponde con un secco rifiuto e Vee si allontana imbarazzata.



Furiosa allora la ragazza decide di entrare in Nerve, solo per dimostrare che Sydney si sbaglia.

Diciamo che con la trama possiamo fermarci qua.

Senza dubbio la prima parte della storia serve a dare un senso all'entrata di Vee in Nerve.

Tutto il resto della storia invece verterà sulle sfide proposte dal pubblico e sull'interazione con Ian, il coprotagonista della storia.



Veniamo alle mie considerazioni. Senza dubbio questo film l'ho preso in considerazione per la storia. Ormai sto notando che questo tipo di narrazione, il social network che prende il comando nelle nostre vite è un genere che piace.

Tempo fa vi raccontai della serie Osama Game



ora ho iniziato a leggere Darwin's Game


e mi sembra di aver capito che anche Real Account 


abbia un incipit simile. E questo se parliamo di Manga. A livello di film posso citare l'orribile Gamer,


che sarebbe stato interessante se non fosse stato gestito col culo.

Ma non divaghiamo oltre. Nerve si può inserire in questo filone, ma evitando lo splatter tipico dei manga citati e senza dubbio eliminandone le iperbole narrative.




E' un film teen oriented, su questo non ci sono dubbi. I pochi spettatori in sala avevano dai 16-17 ai 25 a farla grande.

Però devo dire che pur essendo teen oriented il film si lascia guardare e in alcuni punti è molto coinvolgente.

Per come l'ho visto io, ormai purtroppo non più teen, il film ha due chiavi di lettura.
La prima e sicuramente più evidente è che ogni tanto nella vita bisogna buttarsi. Fare cazzate, nel senso buono del termine ovviamente, fare cose fuori dai soliti schemi e comunque provarci.



In questa parte del film ma soprattutto per le sfide proposte, mi ha ricordato tantissimo Yes Man con Jim Carrey.





La seconda chiave di lettura invece secondo me non è proprio visibile al target a cui questo film si pone, ma a quelli che hanno qualche anno in più e forse non sono nati nell'era social.

Infatti se ci pensate quello che il film racconta, è quello che succede tutt'oggi nella vita reale.

Viviamo per i social, abbiamo sempre il cellulare in mano e tutti vogliamo i famosi 15 minuti di celebrità decantati da Andy Wharhol. E questo cosa comporta? che buona parte della nostra vita è riversata nei social, per cui essi sono un vero e proprio archivio di tutto quello che siamo. 




Infatti una delle prime scena quando Vee entra in Nerve, mostra come in breve tempo vengono fatte ricerche sulla ragazza, segnando e archiviando tutte le informazioni possibili.

E questo, probabilmente, potrebbe portare a conseguenze estreme che potrebbero sfociare in giochi al massacro, come spesso succede nei manga citati.


Ma torniamo al film e analizziamo i protagonisti.

Senza dubbio nessuno di loro è caratterizzato in maniera profonda, però per lo meno i quattro principali hanno il loro peso.

Partiamo dai due protagonisti:

Venus "Vee" Delmonico  (Emma Roberts, nipote di Julia Roberts) 



Fin dall'inizio del film capiamo che è una ragazza intelligente e ambiziosa, ma un po' frenata dalla madre e dal lutto del fratello maggiore. Entrando in Nerve si sblocca, specialmente quando inizia a fidarsi di Ian, che la porta un po' alla volta a fare cose sempre più avventate.

Ian (Dave Franco, fratello di James Franco)



Il bello e misterioso. All'inizio sembra un semplice partecipante al gioco che, casualmente viene coinvolto nella prima sfida di Vee. Nel corso del film scopriremo di più del suo passato, ma andremo sicuramente nello spoiler.
 

Tommy (Miles Heizer) 


Uno dei migliori amici di Vee della quale è segretamente innamorato ma non ricambiato. Pur non partecipando a Nerve il ragazzo si iscrive come spettatore per seguire Vee e per darle una mano in caso di necessità.

Sydney (Emily Meade)



Una delle migliori amiche di Vee che è, di fatto, il motore scatenante per cui la protagonista inizia il gioco. Pur essendo spigliata ed estroversa, la sua è solo una maschera di facciata che verrà rivelata sul finale del film.


Veniamo al film. Senza dubbio la trama è molto lineare però non annoia nella sua ora e quaranta di svolgimento. In alcuni punti devo essere sincero l'azione è stata molto coinvolgente. Questo secondo me è dipeso dall'impostazione generale del film.

Infatti molte riprese vengono fatte in modo che anche lo spettatore in sala sia realmente uno spettatore del gioco. Infatti una delle regole delle sfide di Nerve è che esse devono essere riprese col cellulare del giocatore.

Non vi nego che molte volte ci ho visto un qualcosa di analogo agli Instagram Stories o alle dirette Facebook.

Una cosa che forse mi sarei aspettato, ma questo dipende più che altro dai manga che ho citato prima, che ci fosse molta più violenza. Sicuramente ciò è dato dal fatto che il target della pellicola sono i teen ager e va bene così.

Anche le prove, escludendo quelle finali, erano abbastanza leggere. Nei manga invece si passava dalle prove iniziali innocue a prove sempre più cruente andando avanti.

Senza spoilerare, c'è stata solo una scena dove veramente pensavo finisse male.





Ok arriviamo alle conclusioni. E' un film che merita? si, secondo me. Sicuramente non è film da oscar, è una storia semplice nel suo svolgimento ma ben gestita, che mi ha fatto tenere incollato alla poltrona della sala senza annoiarmi.

E' irrinunciabile? sicuramente no. Personalmente però è un film che fa riflettere specialmente se si è passata la fase teen ager.

A mio modo di vedere potevano renderlo un po' più cattivo e marcare di più il fatto che nella società di oggi i social possono veramente rovinarci la vita se usati in maniera errata.

Da questo punto di vista Gamer era molto più mirato a mostrare cosa la nostra società può diventare per puro divertimento.

Insomma, se non fosse stato così troppo politically correct, poteva essere un buon spunto per dei dibattiti.

Forse è solo questa la critica più grossa che posso muovergli.

See you next


giovedì 22 giugno 2017

I-Days 2017

 
Bentornati. Nuovo post, nuovo esperimento.

Oggi proverò a raccontarvi la mia esperienza ad uno dei più eventi musicali italiani, gli I-Days.

Partiamo da un concetto. Se non mi avessero regalato i biglietti e una persona speciale non fosse venuta con me, quasi sicuramente non sarei mai andato.

Per chi non lo sapesse gli I-Days, abbreviativo di Independent Days Festival, è una manifestazione che si svolge nei mesi estivi dal 1999. Nel corso degli anni si è spostato di base, stanziandosi a Bologna praticamente tutti gli anni, escludendo il 2009 a Milano e dal 2016 a Monza.

Quest'anno la manifestazione è durata da giovedì 15 giugno a domenica 18.

Tra i vari artisti che si sono alternati sul palco, sicuramente la data più grossa è stata quella di sabato 17 dove ero presente.

Com'è andata? vediamolo insieme in questo racconto della giornata.

Per prima cosa, giusto per non arrivare spompati ancora prima di iniziare i concerti, siamo arrivati a Monza il giorno prima, venerdì 16.

Sabato i cancelli di ingresso aprivano, secondo il sito ufficiale, alle 11:30 di mattina.

Con molta calma la mattina ci avviamo per l'ambita meta. Il comodissimo servizio navetta fornito dall'albergo ci fa scendere a 600 metri dall'entrata del parco di Monza, ma la nostra crociata era solo all'inizio.




Sono le 11.55 e gli eventi che seguono sono narrati in tempo reale....

....a no, scusate quella era un'altra cosa....

Minchiate a parte, la prima parte del percorso si svolge tranquillamente in mezzo alla natura per il magnifico parco. Se uno non sapesse che è sede anche della famosissima pista, non se ne accorgerebbe per buona parte del tragitto. 


Che poi ormai troppi anni fa riuscii a fare anche un giro per il tracciato, anche se avevo appena preso la patente e per non me lo sono goduto appieno, ma questa è un'altra storia.


Ma non divaghiamo. Come avevamo visto nella mappa dell'evento, 



le file, a seconda del biglietto di cui eri in possesso erano 3, la rossa, la gialla e la verde.

Arriviamo all'ingresso Mirabello 



e notiamo subito che sotto lo striscione che indicava il nome dell'ingresso la coda era ferma. 

Ormai era mezzogiorno passato per cui optiamo per restare seduti sotto gli alberi per mangiare. 




Ci siamo portati il pranzo al sacco e, diciamocela, è stata una benedizione, insieme alla bottiglia da 2 litri di acqua. Finiamo il pranzo e circa alle 13, vediamo che finalmente la fila inizia, lentamente, a muoversi.

E così decidiamo che è giunta l'ora di incamminarci, tanto più che alle 14, secondo le voci, avrebbero iniziato i primi "gruppi spalla".

E già iniziano i problemi logistici. Una persona sensata, per lo meno l'ebete del sottoscritto, pensava che a fronte di N mila persone previste, i biglietti fossero, nel limite del possibile, equamente divisi tra le 3 tipologie. O almeno io avrei fatto così.

A leggere invece i commenti  della pagina ufficiale Facebook i biglietti erano prevalentemente verdi (come i nostri) e il tempo in coda era INFINITO.

Pensa te che divertente può essere stare sotto il sole alle 13 del pomeriggio, di giugno, in piedi. L'unico, piccolo, vantaggio è che il percorso verde era prevalentemente sotto gli alberi.

Mano a mano che continuavamo a guardare la mappa ci veniva un dubbio, il percorso verde aveva due accessi distinti, ma un'unica entrata. In pratica su N mila biglietti penso l'80% fossero verdi.

Bravi, la prossima volta vi compro una calcolatrice e vediamo se siete in grado di gestire al meglio il tutto. Penso che i siano problemini di matematica di base....

La fila prosegue alla velocità media di 5 passi ogni 15 minuti. Nel frattempo improvvisati venditori, escludendo i soliti bagarini, vendevano ghiaccioli per dare un minimo di respiro ai "gitanti".

La prima parte del percorso è abbastanza larga, pur essendo transennata da un lato, ma dava spazio per soste se qualcuno non resistesse al caldo.

I veri problemi nascevano dopo. La fila inizia a restringersi e le transennature si fanno da entrambi i lati, giustamente da un lato, per evitare "i soliti infiltrati dell'ultim'ora", ma con ma.

Infatti il problema grosso era che queste transenne non avevano nessuna via di fuga.

E se qualcuno iniziava a sentirsi male? e se per qualsiasi motivo doveva essere portato fuori? probabilmente sarebbe rimasto li. La cosa paradossale è che anche gli "addetti alla sicurezza" dovevano scavalcare per poter evitare le transenne. Ma vi pare? cazzo fate delle porte chiuse a chiave ogni 200 metri, in modo che uno possa intervenire rapidamente e portare fuori chi sta male.

Il tempo passa, e i Linoleum, primo gruppo che aperto la giornata alle 13.50, lo abbiamo sentito dalla coda. Cosa suonano? boh, guarderò sul tubo, anche solo per curiosità.

Molto lentamente, tra biforcazioni, restringimenti inutili e ri-allargamenti, finalmente arriviamo alle due postazioni dove sono presenti gli addetti alla sicurezza che smistavano le entrate in blocchi.

Superati anche loro arrivano i "temutissimi controlli". Giustamente, visti i recenti fatti di cronaca, i controlli a manifestazioni di questo calibro si sono inaspriti... sulla carta.

Infatti arrivando avevamo trovato i doverosi blocchi antisfondamento e leggendo sul sito pensavamo avessero sequestrato "la qualunque". Si partiva dalla classica bottiglietta dell'acqua, rigorosamente da 50 cl senza tappo. Quelle più grandi erano off limits. Noi però avevamo già finito la nostra da 2 litri.

Boh io mi aspettavo chissà cosa e invece metal detector fatto alla cazzo di cane, nessuna presenza di cani antidroga, e alcuni passano senza fermarsi. Chi, come me, veniva controllato, gli ravanavano nello zaino ma senza grossa attenzione.

Ok.... ho visto controlli più seri al concerto di J-Ax due anni fa che, per quanto fosse contenuto, li si avevano cani antidroga che ti giravano intorno mentre entravi.

Ore 15.50, FINALMENTE, vediamo il palco. 



Quindi facendo due conti quanto tempo abbiamo fatto di coda? facciamo conto tondo, siamo partiti alle 12.50 e siamo arrivati alle 15.50.

TRE ORE PUTTANA EVA, TRE ORE.


 
Chi era nella via rossa ci ha impiegato 15-20 minuti dalle dichiarazioni.

Sul palco si stanno esibendo i Sick Tamburo, il secondo gruppo spalla.
Detta francamente ero talmente stufo della coda che potevano suonare nudi e non ci avrei fatto caso.

Facciamo un giro per l'area palco e notiamo "gli sgabbiossi" (gli stand) per acqua, bevande, birre, panini ecc. 

Vicino alle transenne c'era una fila speciale dove i fortunati possessori del braccialetto, che non ho capito bene come veniva fornito, potevano rinfrescarsi sotto i cannoni spara acqua e godersi direttamente un pass per le prime file.

Vicino al palco c'era anche il merchandise ufficiale dell'evento, immancabile, dove le magliette costavano un rene e non erano bellissime. Avrei preso la maglietta o il cappello dell'evento, però 30 euro non li ho spesi.

Concluso il giro decidiamo di recuperare delle scorte d'acqua per il proseguo. E qui, nuovamente problemi logistici.

Notiamo infatti che non si paga con l'Euro, ma bisogna comprare dei gettoni, come alle giostre insomma.

Il che può andare bene per il concetto di evitare di dare resti ai baretti, però è la scelta logistica che non va.

Un gettone 3 euro.

Prezzi esposti:

- Acqua 1/2 gettone
- Bibite 1 gettone e 1/2
- Birra 2 gettoni
- Panini 2 gettoni (mi pare)

Ma.... rullo di tamburi.... taglio minimo gettoni 5. Quindi come minimo, dovevi spendere 15 euro. Ma vaffanculo..... lascia libertà. Che poi le cose meravigliose lette sulla pagina di commenti.
Quel povero idiota che partecipava a più giorni dell'evento, se malauguratamente non finiva i gettoni, il giorno dopo erano inutilizzabili perché avevano un altro colore.... bravi complimenti. Cosa ti costava a lasciarli unici?

Non so quanti abbiano fatto la tirata di più giorni, comunque con quello che hai speso in biglietti, sarebbe stato il minimo.

Purtroppo il problema taglio minimo gettoni non era l'unico neo negativo. Infatti l'organizzazione non aveva pensato di gestire in maniera adeguata gli stand di distribuzione liquidi e quindi:

- Le code erano infinite e non gestite
- Ad un certo punto l'acqua fredda era finita... per cui ti davano....

Per non dimenticare che poi le riserve d'acqua finirono sul serio.

Nel corso di questa battaglia per la sopravvivenza, qualcuno li ha definiti gli Hunger Games senza acqua, salgono sul palco i Nothing But Thieves, ma non li ha cagati nessuno.

Ma arriviamo al main event, cazzo, una cosa buona deve esserci stata.

Ore 18:20 salgono sul palco i Sum 41



E devo dire che Deryck 


è un uomo da spettacolo. Oltre a proporre i loro pezzi più famosi, incitava il pubblico, ci faceva interagire spesso, chiedeva i cori, insomma ci ha fatto divertire, e tanto.



Non contenti hanno anche intonato cover famosissime. Sono partiti con Enter Sandman dei Metallica, We Will Rock You dei Queen e Seven Nation Army dei The White Stripes, sul quale è partito un sentito coro Po po po po come ai mondali 2006.

Da applausi l'assolo di Dave Baksh



ben più palestrato di come lo ricordavo, che ha dato spettacolo con la sua chitarra.

Devo dire che l'unica nota negativa è che hanno finito dopo un'oretta. Io li avrei tenuti sul palco un po' di più. E forse purtroppo la voce di Deryck si sentiva poco. 




Non poteva mancare In too Deep che ha chiuso lo spettacolo.

Speriamo che tornino in zona che andrei a sentirli volentieri.

Pausa e cambio scenario, riusciamo ad andare avanti di tre/quattro file e alle 19:50 salgono sul palco i Blink 182



Rispetto a come li ricordavo io, la formazione è cambiata perché Tom 


era uscito dal gruppo e al suo posto alla chitarra è stato inserito Matt Skiba.


Che dire di loro? secondo me hanno fatto il compitino e niente più. 




Hanno suonato una raccolta dei loro successi più famosi, What's my age again, All the small things ecc., mischiandoli a melodie più tranquille e a, giustamente ai pezzi del nuovo album California.


Però il trio non ha coinvolto più di tanto il pubblico e secondo me, per un tipo di evento è un po' una mancanza. 



Però bisogna ammettere che Travis



il loro batterista è un fenomeno. Il suo assolo è stato spettacolo puro.

Riusciamo nuovamente ad avanzare di quelle due/tre file e alle 21.45 arriviamo quindi al gruppo di punta, i Linkin Park.



Siamo onesti io ho amato il gruppo al loro esordio, ho adorato sia Hybrid Theory 



che Meteora 


che continuo ad ascoltare tutt'ora ma, onestamente, hanno perso il loro stile iniziale. E' un bene? è un male? Di certo non sono più la band di inizio millennio (Hybrid Theory è di ottobre 2000).

Il loro spettacolo è sicuramente quello più coreografico, pieno di luci ed effetti speciali quasi sicuramente gestito da Joe Hahn



che è sempre stato anche il curatore dei video.

Le prime canzoni non mi entusiasmano. Partono con calma, ma quando Mike 



intona i primi due accordi di One Step Closer, la folla si scatena.

Per non parlare della loro canzone più famosa, In The End.

Chester è sicuramente l'elemento vincente del gruppo, 



si è avvicinato tantissimo alle prime file, è sceso tra loro, ed è stato idolatrato come un santo.

Lo spettacolo continua, alternando pezzi recenti, mezzo recenti e meno recenti.

Personalmente il punto più basso dello spettacolo lo abbiamo quasi nelle battute finale quando CON UN PIANOFORTE, Chester inizia a cantare Crawling.....

Non volevo crederci. Da un pezzo di potenza e rabbia che era, ad una ballata quasi romantica. La cosa che più mi ha deluso è che Crawling è da sempre una delle mie canzoni preferite del gruppo.




Il concerto arriva quindi alla sua conclusione dove viene intonata One More Light, dall'ultima fatica del gruppo.

Sono le 23.25 e tutto si spegne, senza bis e niente, anche se il pubblico ha iniziato ad intonare un coro tipo: "se non ne fate un'altra, noi non ce ne andiamo. Se non ne fate un'altra, noi non ce ne andiamo." o qualcosa del genere.

L'I-Days quindi è finito e siamo finiti anche noi, usciamo dalla ressa e ci rimettiamo in coda per recuperare acqua e finire i cazzo di gettoni.

5 Bottigliette finite nel giro di neanche mezz'ora, nella quale aspettiamo l'uscita di una parte del pubblico.

Gli speaker ci ricordano di non accalcarci alle uscite, giusto per evitare code inutile che tanto le navette e i treni avrebbero aspettato. Il che mi va bene per le navette, visto che è il loro lavoro, ma i treni difficilmente ti aspettano.

Decidiamo quindi che è giunto il momento di alzarci e tentare l'uscita.
Il gruppo di poliziotti, sicurezza e staff ci spartiscono in due strade distinte e noi prendiamo una direzione diversa da quella dell'entrata.

Arriviamo così a mettere i piedi sulla pista automobilistica. Faccio due foto ricordo, che ci stavano, ma vediamo anche cose bizzarre. 



Gente che si inginocchiava e toccava, baciava e si sdraiava sull'asfalto.

Boh non sono appassionato e quindi non capisco, però mi è sembrato esagerato.

Il tour prosegue in un giro enorme che, finalmente ci ha riportato al bivio della mattina. Nuovamente gli improvvisati venditori distribuivano birra e acqua come non ci fosse un domani.

E' quasi l'una e finalmente arriviamo all'uscita. Buttando l'occhio, vediamo gente che era già in attesa per il prossimo concerto, quello di Justin Bieber che avrebbe chiuso la data di domenica.

Arriviamo quindi al punto di ritrovo della navetta che ci avrebbe portato in albergo e, con una notevole botta di culo, riusciamo a salire subito.

Caos per le strade e circa un'oretta dopo torniamo in albergo crollando per la stanchezza.

Direi che è tutto, quindi tiriamo le somme.



A livello logistico e di organizzazione darei uno zero. Tempi eterni per entrare, 4 file gestite col culo, più che altro per la distribuzione delle persone da smistare.

Mancanza di controlli accurati, mancanza di vie di fuga per eventuali mancamenti e  mancanza della gestione delle file per i baretti e personale insufficiente per gestire la mole di pubblico.

Gruppi spalla, non pervenuti. Potevano essere i migliori ma eravamo finiti per sentirli.

Diamo quindi i voti ai gruppi principali e ai loro componenti:

- Miglior intrattenitore:  Deryck Whibley (Sum 41). Ci ha coinvolti, incitati e ci ha fatto divertire un sacco.

- Miglior chitarrista: Dave Baksh (Sum 41). Senza dubbio un ottimo chitarrista e il suo assolo ha dato spettacolo.

- Miglior batterista: Travis Barker (Blink 182). Ma qua si vince facile, personalmente è uno dei migliori batteristi in circolazione e il suo assolo è stato spettacolo nello spettacolo.

- Miglior contatto col pubblico: Chester Bennington. Innegabile, è l'unico che ha avuto contatto diretto col pubblico ed è sceso tra loro.

- Punto peggiore degli spettacoli: Crawling (Linkin Park). Non puoi trasformare una delle loro canzoni più potenti in una ballata.

- Delusione della serata: Linkin Park. Ma qua principalmente perchè non sono più il gruppo di inizio millennio ed è stato evidente anche a chi non li ha mai seguiti.

- Band della serata: Sum 41. E' inutile negarlo, sono stati i migliori. Coinvolgimento del pubblico, scelta dei brani più scatenati del repertorio, cover di band famose o leggendarie. Non saranno stati elaborati a livello di coreografia, però i ragazzi ci sanno fare, è inutile negarlo.


Vale la pena partecipare ad un evento del genere? si e no. Come ogni concerto sarebbe bello vederselo dalle prime file e lo spessore dei gruppi in scaletta era notevole. L'organizzazione però lasciava veramente a desiderare e non capisco perché è stata così pessima, visto che comunque hai l'autodromo e di gente per quelle bande ne passa. Tra l'altro I-Days compie 18 anni quindi non è proprio il primo anno dove non sanno come muoversi.

Ci tornerei? probabilmente no. E' veramente faticoso stare al sole cocente per tutte quelle ore, vista l'organizzazione oscena. Qualcuno l'ha definita una giornata di coda intervallata dai concerti.

Andresti a vedere altri concerti? si, sicuramente i Sum 41 e magari altri gruppi/artisti che apprezzo. Ovviamente dovrebbe essere un evento più contenuto a livello di persone per potersi gustare meglio lo show.

See you next