venerdì 18 dicembre 2020

Outsiders Comics 6: Empowered

 

Sesto appuntamento con gli Outsiders.

Oggi vi parlerò di una serie americana, abbastanza particolare.

Parliamo di Empowered, serie scritta e disegnata da Adam Warren e pubblicato dalla Dark Horse Comics che ha preso forma nel 2004.

Inizialmente si trattava di semplici jpeg di "damigelle in difficoltà" mandate alla "Empowered Mailing List",  per poi essere evoluta in brevi storie sviluppando la personalità di Empowered e dei vari comprimari della serie.

Ma di cosa stiamo parlando in concreto?

Empowered

 

 

della quale solo in un secondo momento scopriremo il vero nome, è una ragazza che lavora come supereroe.

Però la ragazza è un po' lo zimbello della comunità super eroistica e in particolar modo del suo gruppo di affiliazione, i Superamici ("The SuperHomeys" nell'originale inglese). 


Questo perché la ragazza, in ogni missione, finisce costantemente legata e imbavagliata dal cattivo di turno. Infatti il suo costume, pur rendendola invincibile e donandole la superforza tende a strapparsi molto facilmente, facendole perdere rapidamente i poteri e lasciandola spesso mezza nuda.

 
Emp cadrà quindi nello sconforto più totale fintanto che non troverà l'amore in Duro ("Thugboy"),


un lacchè dei super cattivi ravveduto e nella profonda amicizia con Ninjette 



altra super cattiva che tornerà tra le file dei "buoni".

Empowered è una forte parodia al mondo super eroistico, mettendo in campo una protagonista che fa dell'insicurezza il suo punto focale, ma costruendo un gruppo di eroi e comprimari molto ben strutturati e gestiti.

Paradossalmente i Super amici, i buoni per definizione, si riveleranno essere dei veri stronzi, prendendo di mira l'insicura Emp.

Se inizialmente i primi volumi sono esclusivamente delle mini storie nate delle strisce su Internet che servivano più che altro a mostrare Emp mezza nuda, nel corso dei successivi volumi viene costruita una storia che scava su tutti i personaggi principali.

Molto divertente la parte delle "origin stories" dei super amici, e le rivelazioni sul costume rigenerante di Emp.

Pur non essendo un opera "Must Have" è sicuramente una divertente variante alla solite storie super eroistiche, anche per il disegno di Adam Ward che strizza molto l'occhio ai manga giapponesi.

C'è molto fan service, è inutile negarlo, però è un opera leggera e tutto sommato divertente.

In America, se non ho capito male, dopo 11 volumi in attivo la serie è ancora in corso, mentre noi ci siamo fermati al sesto volume ancora a inizio 2015 e probabilmente non vedremo altri.

Peccato perché le rivelazioni negli ultimi volumi erano interessanti e sarei stato curioso di vederne una fine.

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venerdì 11 dicembre 2020

Outsiders Comics 5: Wingman


Quinta puntata degli Outsiders.

Oggi voglio raccontarvi di un altro manga che fece la comparsa sugli scaffali italiani tra il 2002 e il 2003 per un totale di 13 volumi.

Parliamo di Wingman, serie di Masakazu Katsura, serializzata in patria tra il 1983 e il 1985, per poi essere trasporta nell'omonimo anime tra l'84 e l'85, ma arrivata da noi nel 2006 e che io ricordo solo per la serializzazione in VHS e DVD che ho parziale.

La storia racconta le avventure di Kenta Hirono, un ragazzo che sogna di diventare un supereroe, tanto da crearsi un costume e un'identità segreta, Wingman per l'appunto.

Il suo sogno è talmente forte, coadiuvato da un profondo senso di giustizia, tale da intervenire addiruttura in classe col costume dell'eroe quando i compagni si addormentano durante la lezione, venendo osannato da questi ultimi.


 
La sua vita però cambierà quando letteralmente una ragazza gli cadrà tra le braccia.



Kenta porterà a casa la ragazza svenuta, e si accorgerà che aveva con se uno strano quaderno per gli appunti.

Il ragazzo non perderà tempo e disegnerà subito il costume di Wingman e la formula di trasformazione, CHAING (unione di Change e Wing).

Ripetendola inconsapevolmente ad alta voce, il ragazzo si troverà mutato nel eroe da lui stesso creato.

Ben presto si scoprirà che Aoi, questo il nome della ragazza, rivelerà essere la principessa  del regno dei sogni Botorem, e il blocco note dove Kenta aveva disegnato Wingman è in realtà un "dream note", un quaderno per gli appunti dotato del potere di realizzare qualsiasi desiderio vi sia disegnato.

Da li si dipaneranno le avventure di Kenta e Aoi, aiutati da Miku, amica di infanzia del ragazzo, per salvare il regno di Botorem.


Wingman è senza dubbio un'opera incastonata perfettamente nella sua epoca, dove in Giappone erano di grande successo le serie Super Sentai, quelle che noi sono diventate popolari con i Power Rangers.

Personalmente non capisco perché da noi anche l'anime sia arrivato con un inspiegabile ritardo, visto che poteva essere uno di quei cartoni della "seconda ondata" dei tardi '80 primi '90, che l'avrebbero fatto ricordare a moltissimi appassionati.

La storia è molto canonica e non ha molti colpi di scena, però è un'opera molto godibile che, in chiave super eroistica, prendono un ragazzino con un sogno e mano a mano gli fanno capire le molte responsabilità del suo ruolo.

Anche tutti i "power up" che mano a mano evolveranno la figura di Wingman, sono dovuti in parte all'ovvio allenamento di Kenta, ma anche ad una consapevolezza dei limiti della sua trasformazione.


Forse la più interessante è quella di gestire il tempo della sua mutazione, 10 minuti, con un "timer" che cambia il colore della piastra sul petto da blu nei primi 4, a giallo i secondi 3 e rosso negli ultimi 3 minuti.

Gli ultimi episodi sicuramente sono la perfetta conclusione della serie, dimostrando ancora una volta che i sogni possono diventare realtà.

Quindi, se volete un manga, che ha pur sempre 35 anni sulle spalle, di stile super eroistico, non lunghissimo, ma sicuramente ben gestito, Wingman può essere una valida opzione.

Sicuramente non verrà ristampato, per cui dovrete dare la caccia all'edizione del 2002/2003 o all'anime che comunque è stato totalmente doppiato in italiano.

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venerdì 4 dicembre 2020

Outsiders Comics 4: Harlem Beat


 Nuovo appuntamento con Outsiders, questa volta torniamo ai manga, con un altra opera dimenticata.

Oggi voglio darvi le impressioni su Harlem Beat, manga spokon di  Yuriko Nishiyama pubblicato in Giappone tra il 1994 e il 2000.

La storia racconta di Toru Naruse

 un ragazzo delle medie negato per lo sport e relegato ad "eterno panchinaro".

Dopo aver provato calcio e baseball con pessimi risultati, tenta la strada del basket, dove viene incredibilmente preso, anche se come riserva.

Contento per il risultato ottenuto, dirigendosi ad un negozio sportivo, incontra una sua vecchia compagna delle elementari, Mizuki Kusuda

che dopo aver scoperto che era entrato nella squadra di basket, lo trascina quasi a forza al Three Men's Hoop, un campo da street basket dove incontra Shu, uno dei Three Men che ha creato il campo.

Qui, un po' spronato dalla bella Mizuki e un po' messo sotto pressione da Shu che lo sfida, quasi incredibilmente riesce a segnare contro il giocatore.

 

Un po' alla volta Toru inizierà ad appassionarsi al basket di strada tanto da formare con Kusuda e un altro ragazzo di nome Kōsuke Ozaki la squadra degli Scratch.

 
Senza dubbio Harlem Beat è nato sull'onda lunga del successo di Slam Dunk, anche se non replicandone la popolarità.

Se infatti inizialmente Panini lo pubblicò in formato "sottiletta" mensile, diventò ben presto bimestrale, cambiando formato diventando "tankobon classico" e uscendo solo in fumetteria.

La serie si fermò al numero 28, se non ricordo male, per scarso successo di vendite per poi essere ripresa dopo una specie di preorder, che raggiunto un determinato numero minimo di copie stampabili tornò qualche anno dopo in formato "doppio Tankobon" per i numeri rimanenti, sempre in fumetteria.


Personalmente ho amato l'incipit iniziale di mostrare "l'altro basket", quello di strada, con modi e regole molto diversi da quello regolare.

Nel manga venivano spiegate le differenze, il modo di giocare a solo mezzo campo, e il più essere "alla portata di tutti" per la minore altezza del canestro.

Non vi nego che, da una parte per il manga, e dall'altra per il videogioco Street Hoop


mi era salita una discreta scimmia per questo sport "atipico", anche se poi la cosa non si è mai concretizzata nel praticarlo nella realtà.

Diciamo però che il manga personalmente pecca riportando Toru Naruse ad una dimensione "più scolastica", incentrando parte della storia anche sul basket "canonico".

Però è innegabile che le avventure di Toru e soci siano state ingiustamente dimenticate.

Sicuramente non arriverà alla potenza visiva del manga di Takehiko Inoue, che ti fa veramente vivere le partite di Hanamichi e soci, ma la storia del ragazzino che da panchinaro diventa una stella del basket di strada e non solo, ha un suo innegabile fascino.

Ho apprezzato i tutti i personaggi della storia e in particolar modo dei tre membri fondatori degli Scratch, che pur essendo agli antipodi, creano una perfetta alchimia quando sono in campo.

E poi il finale, molto semplice e lineare nella sua conclusione ma molto poetico nelle sue ultime parole:

Il tempo passerà e verrà il giorno in cui la gioventù sarà solo un ricordo, ma anche se i sentimenti e i sogni di gloria saranno seppelliti nel tran tran quotidiano non verranno cancellati, e continueranno a risplendere in un angolo prezioso del nostro cuore. Quindi non dimenticare mai il tesoro che è dentro di te, è sempre li a darti la luce, basta allungare la mano e in qualche momento, ti darà la forza. E quando ti sentirai al buio, incapace di vedere il futuro, ti illuminerà la strada. E poi un giorno, per qualcuno sarai un eroe e quel qualcuno risplenderà proprio grazie a te.


 

venerdì 27 novembre 2020

Outsiders Comics 3: Rising Stars


 

Nuovo appuntamento con gli Outsiders.


Dopo due manga ingiustamente dimenticati, oggi voglio consigliarvi un fumetto americano super eroistico.

Parliamo di Rising Stars, serie della Top Cow in 24 albi, pubblicata tra il 1999 e il 2005.

La serie è scritta e creata da J. Michael Straczynski, autore anche della serie fantascientifica Babylon 5.

La serie viene raccontata in flashback dove John Simon, detto il poeta, introdurrà gli specials di Pederson.

 


Infatti negli anni 60, uno strano fenomeno si verificò nella cittadina, e i 113 bambini che nacquero dopo quell'evento svilupparono dei poteri di varia natura.

Tutta la narrazione vede il focalizzare la storia su alcuni degli Special in età adulta e su una serie di omicidi ad essi legati.

Nel corso dei degli episodi però si ritornerà molto spesso al passato e di come la comunità iniziava a comprendere che quei bambini fossero diversi e dotati di poteri e, in alcuni casi, a temerli.


Quindi Rising Stars mette sul piatto molti piani di lettura su una storia che ha una base solo iniziale di tipo super eroistico.

Infatti Straczynski costruisce una storia solida costruita dal mistero che alla base della nascita gli special, alimentata da lato più poliziesco relativo all'indagine sui vari omicidi, senza però dimenticarsi dell'analisi dei personaggi e del loro essere "diversi", marcata principalmente dalla figura di Matthew Bright.


 


Per come la lessi all'epoca, vidi i tre volumi dell'edizione che posseggo, come tre step netti dell'evoluzione della trama.

Rising Stars però pecca nei disegni, o meglio nella non continuità di un tratto univoco. Infatti i vari autori che disegnano i 24 albi soffrono purtroppo di un cambio di disegno che a volte non rende troppo riconoscibili alcuni personaggi tra un albo e l'altro.


La storia però è molto solida e tutte le sotto trame vengono portate ad una perfetta conclusione nel finale, che mi lasciò molto sorpreso all'epoca.

E' recuperabile come opera? si perché Panini ha ripubblicato tutto nel formato Omnibus nel 2014 ancora disponibile (anche se erroneamente nel sito si da la paternità dell'opera a Neil Gaiman).

Personalmente una delle migliori storie super eroistiche che abbia letto, fruibile da chiunque, visto che non è legata a nessun altro universo.

Si parlava anni fa di un possibile film, ma poi il progetto cadde nel dimenticatoio e dubito che verrà ripescato nel breve periodo.

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venerdì 20 novembre 2020

Outsider Comics 2: Origin


Secondo post dedicato agli Outsiders.

Questa volta parliamo di un titolo ben più recente e relativamente breve, ovvero Origin scritto da Boichi, disegnatore anche del tanto chiacchierato Dr. Stone.


Siamo in un futuro non troppo lontano, per la precisione nel 2048, dove la tecnologia ha raggiunto uno stadio molto avanzato.

Tokyo però negli ultimi periodi sta vivendo un'ondata di crimini e omicidi talmente cruenti da far nascere delle dicerie che i fautori non siano umani, ma robot che si nascondo tra gli uomini.

In questo contesto conosceremo Origin


un robot senziente e tecnologicamente molto avanzato creato dal Dottor Tanaka, che nei suoi ideali voleva creare vite artificiali con una coscienza.

Insieme ad Origin scopriremo che il Dottor Tanaka ha anche creato degli altri robot senzienti che però si sono ribellati al loro creatore.

Origin cercherà di fermare i suoi "fratelli".

L'opera in qualche modo vuole essere una rivisitazione un omaggio alla letteratura di Asimov e in qualche modo una rivisitazione del film "l'uomo bicentenario" con Robin Williams.


Nei dieci volumi che compongono l'opera di Boichi c'è spazio per approfondire e evolvere il protagonista, forte del diktat lasciato dal padre: "vivi degnamente, Origin", ma anche per mostrare intensi combattimenti, scene più leggere e momenti più toccanti, tutti ben gestisti e amalgamati tra loro.

Se il protagonista è sicuramente il personaggio meglio gestito e sviluppato, tutti i comprimari hanno il loro gusto spazio e i loro momenti importanti per tutto lo svolgimento dell'opera.

A livello grafico i disegni sono estremamente realistici, molto curati e ben animati, specialmente nelle scene di combattimento.


Il punto più alto dell'opera lo si raggiunge alla fine dell'ottavo volume, sconvolgendo il lettore per quello che accade.


 

Anche il finale non viene lasciato al caso, concludendo le avventure Origin ma lasciando un senso di malinconia.

Che altro dire, se volete un manga un po' diverso dal solito che fa dell'analisi di cosa vuol dire essere umano la sua più grande peculiarità e non estremamente lungo nella narrazione, beh Origin potrebbe essere la scelta ideale.

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sabato 14 novembre 2020

Outsider Comics 1: F- Motori in pista

 

Proviamo a rinverdire il blog con qualcosa di diverso?

Vediamo cosa esce.

L'idea, forse malsana, è quella di fare delle mini recensioni su fumetti/manga dei cosiddetti Outsiders, ovvero tutte quelle opere snobbate dal grande popolo ma che meritano di essere rivalutate.

Il primo episodio è d'obbligo dedicato ad uno dei miei manga preferiti in assoluto, ingiustamente snobbato dal pubblico all'epoca, parliamo del periodo 2002/2004, dove gli ultimi numeri uscirono solo in fumetteria.

Insomma non giriamoci attorno, sto parlando di F, meglio noto in Italia come Motori in Pista, manga di Noboru Rokuda e pubblicato in patria tra il 1985 e il 1992 e arrivato da noi con l'anime dell'88, che è sbarcato nel circuito Italia 7 nel 1991, ma che copre solo la prima parte del manga.

Come usanza, specialmente per l'epoca, vide il mio acquisto del manga principalmente per il ricordo del cartone animato e in particolar modo della scena dove il protagonista si faceva stampare un bacio col rossetto sul suo casco di pilota.

Ma di cosa parla Motori in pista?

Beh il tutto è presto detto.  

Gunma Akagi 

 

è un ragazzo di 18 anni che vive nella lussuosa villa del padre Soichiro


 

un ricco imprenditore, e i due fratellastri Shoma e Yuma.

Gunma infatti è figlio di un rapporto extra coniugale con Shizue, una ragazza che viene salvata da Soichiro.

Gunma odia il padre, per dei fatti che verranno raccontati nel corso della storia e viene visto di cattivo occhio da buona parte della famiglia non solo per la sua natura di "figlioccio", ma anche per il suo spirito ribelle.

In breve tempo verrà introdotto Tamotsu

 

migliore amico di Gunma e il figlio dei domestici di casa Akagi. Rispetto al borioso e sanguigno protagonista, Tamotsu ne è l'esatto contrario, timido e impacciato ma di grandissimo talento, nella messa a punto dei motori.

I due insieme cercheranno di realizzare un sogno, farsi strada nel mondo della formula 1 per diventare campioni. Gunma come pilota e Tamotsu come meccanico.

Da li inizieranno le avventure di questa improbabile coppia, che li porterà dalle "corse di quartiere" alle prestigiose piste della formula 1.

Come avete potuto capire, Motori in pista è a tutti gli effetti uno Spokon, un manga incentrato su gare sportive, ma vi assicuro che c'è molto di più.



Senza scendere troppo nei dettagli la storia è divisa in due macro trame, la prima che viene coperta anche dall'anime, che vede i primi passi di Gunma e Tamotsu fino alla grande rivalità con Kazuto Hijiri in FJ1600 e F3.

Diciamoci la verità, in qualche modo questa prima parte ricorda molto un'altra grande rivalità del mondo dei manga, dove i protagonisti si battevano però su un ring con dei guantoni da boxe.

La seconda parte, personalmente la più interessante per l'evoluzione dei personaggi, vede la netta contrapposizione tra la storia di Gunma nel presente e la storia di Soichiro nel passato.

Infatti a sottolineare questa netta distinzione tra i due periodi, tutti i volumi verranno divisi in due tronconi, praticamente indipendenti tra loro.

Il perché? beh, tutto verrà raccontato alla fine della serie dove tutti i dubbi che attanaglieranno il lettore nel proseguimento della storia si incastreranno alla perfezione come un puzzle.

Anche il finale secondo me non è così scontato come si potrebbe immaginare.

L'opera è stata pubblicata dalla Star Comics come dicevamo tra il 2002 e 2004 ma già all'epoca ebbe, secondo me, uno scarso successo visto che ad un certo punto i volumi uscirono solo in fumetteria e non più in edicola.

Come spesso succedeva all'epoca, fu un manga trainato da opere più popolari dello stesso autore e da quella prima ondata di opere principalmente estratte dai cartoni animati degli anni '80 '90 in Italia.

Motori in pista venne trainato dal ben più popolare Dash Kappei, meglio noto come Gigi La trottola

 

pubblicato per la prima volta tra il 2000 e il 2002 e riproposto in una nuova edizione l'anno scorso a Lucca, trainato a sua volta dalla presenza dell'autore alla manifestazione.

Siamo onesti, Motori in pista, per le tematiche proposte e per l'evoluzione dei personaggi, è un manga di altissimo valore che utilizza, come già succedeva nello spokon per eccellenza, Rocky Joe, lo sport solo come un mezzo per mettere in campo una storia ben più complessa e profonda che non si limita alle sole sfide sportive.

Va letto? beh io sarei di parte, visto che ho esordito che è uno dei miei manga preferiti.

Lo ripubblicheranno? Onestamente non credo. Già in un commento di un post di Anime Click sul "toto Lucca" dei manga che potevano essere annunciati e sulla possibilità di una possibile ri-edizione vista quella di Dash Kappei nel 2019, espressi la mia perplessità visto l'insuccesso della precedente edizione.

Quindi l'unica alternativa, almeno per ora, è quella di recuperare i 28 volumi della vecchia edizione.

Esiste anche un sequel, F Regeneration, del 2002 ma che probabilmente non approderà mai nei nostri lidi.

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mercoledì 14 ottobre 2020

Yu Yu Hakusho - Ghost Files


 

Yusuke Urameshi, 14 anni.
Dovrebbe essere il protagonista di questa storia ma.....
....sembra essere uscito di scena fin dall'inizio.


Con queste parole si apre uno di quegli anime finiti un po'  nel dimenticatoio, ma che meritano di essere approfonditi.

Parliamo infatti di Yū Yū Hakusho - Ghost Files, anche noto come Yu Degli Spettri se seguiamo il nome dato nell'edizione Italiana del manga.

Serie anime trasmessa in patria tra il 10 ottobre 1992 e il 7 gennaio del 1995, per un totale di 112 episodi.

In Italia invece l'abbiamo visto un due "spezzoni". Prima sull'allora Telemontecarlo 2 (se non ricordo male) che ha coperto le prime due stagioni dal giugno 2001, per poi essere ripresa da MTV che ha ritrasmesso tutta la serie, comprese le stagioni conclusive tra il 2005 e il 2006.

Ma di cosa parla Yu Yu?

Beh come diceva l'incipit iniziale, la storia narra le avventure di Yusuke Urameshi, 

 

un ragazzo di 14 anni, vero e proprio teppista della scuola Sarayashiki.

Fatto sta anche all'inizio della storia lo vedremo morire in un incidente stradale.

Il perchè è presto detto. Infatti il ragazzo, in un estremo atto di altruismo e coraggio, si lancia per salvare un bambino che altresì sarebbe stato travolto dall'auto in corsa.

Poco dopo il fatto vedremo quindi lo spirito di Yusuke, trovarsi di fronte al suo cadavere, intento a ricostruire l'accaduto.

Qui farà la conoscenza della bella Botan 




che, come dirà lei stessa, è l'equivalente del Caronte Dantesco, ovvero la traghettatrice di anime verso il mondo degli spiriti.

Da li a poco conoscerà anche il Piccolo Enma, 

 

figlio di Re Enma, il giudice dello "smistamento" delle anime dei defunti.

In breve quindi verrà data la possibilità a Yusuke di tornare in vita, visto che la sua morte non era prevista e il suo atto di altruismo gli ha concesso una nuova occasione.

Da qui si dipaneranno le avventure di Yusuke e dei compagni di viaggio che da li a poco formeranno il cast principale.

Yu degli Spettri a conti fatti è un Battle Shonen, quella branchia di titoli destinati ad un pubblico prevalentemente maschile e incentrati sui prevalentamente sui combattimenti.

In pratica uno dei rappresentatanti di quel genere che vede Dragon Ball se non il precursore, senza dubbio uno dei maggiori rappresentanti.

La storia di Yusuke infatti attinge molte idee e simbologie non solo da Goku e soci, con il quale condivide il concetto del regno degli spiriti come un grosso "ufficio di collocamento", ma anche su alcune idee usate principalmente nella seconda e quarta stagione.

Yu degli Spettri però prende spunti anche da altre opere.

E' innegabile che la rappresentazione di Yusuke e del suo amico/rivale Kazuma Kuwabara 

 

siano un omaggio alla coppia di teppisti per eccellenza, Takashi Mitsuhashi e Shinji Ito di Due come noi.



Anche altri personaggi e le missioni che il protagonista affronterà, saranno basate sulla mitologia Giapponese, basti pensare al ciclo dedicato ai tre tesori sacri o allo stesso Kurama nella sua forma originale è lo spirito della volpe.



Ma quindi Yu Yu è semplicemente un tributo a opere più famose?

Senza dubbio no e anzi per molti versi l'ho trovato, almeno fino ad un certo punto,un'opera un po' più varia del solito ciclo, nemico, sconfitta, potenziamento, vittoria, nuovo nemico.

Ma andiamo un po' più nel dettaglio della storia analizzando le quattro stagioni che compongono l'anime.

Chiaramente ci saranno spoiler, per cui avvisati.

La prima parte della storia è divisa in 5 mini archi narrativi di vario genere.

Se i primi episodi sono basati esclusivamente sui compiti da portare a termine per poter tornare in vita, gli archi successivi vertono principalmente nelle missioni come Detective del mondo degli spiriti da una parte e nell'introdurre tutto il cast principale dall'altra.

Come già detto vedremo comparire Kurama, 

 

un demone scappato dal suo mondo che dopo la morte si è reincarnato in un bambino umano. In questa forma si è redento della sua condotta.

Inoltre conosceremo Hiei che, 


se vogliamo dirla tutta, in qualche modo ricorda fin troppo il Vegeta di Dragon Ball.



La fine della prima stagione vedrà entrare in scena uno dei villain più iconici della storia, ovvero Toguro Minore, 

 

che diventerà il punto focale di tutta la seconda stagione.

Questo secondo arco narrativo, il più lungo di tutto l'anime, verterà sul torneo delle arti marziali nere, dove ci saranno i classici scontri uno contro uno e dove conosceremo vari personaggi che ritroveremo in seguito.

Anche qui, rispetto ad un Dragon Ball che verteva quasi esclusivamente il focus su combattimenti molto lunghi e pieni di colpi di scena e ribaltamenti, si preferisce focalizzarsi in parte sulle sfide, ma spesso anche sui caratteri dei vari protagonisti, puntando l'attenzione sul fatto che, molto spesso, i demoni sono molto più umani di quello che si possa pensare.

In questo secondo arco narrativo vediamo il vero e proprio primo grande potenziamento del protagonista, che poco prima dello scontro finale dove imparerà la tecnica finale dalla maestra Genkai.

 

Anche in questo caso ci si discosta molto dallo stile Dragon Ball. Infatti molto spesso si vedranno gli allenamenti dei vari protagonisti, specialmente di Goku, focalizzandosi sul fatto che solo il continuo allenamento è la base per il miglioramento.

In Yu Yu questo spesso non accade. Le fasi di allenamento  vengono sempre mostrate tramite brevi flashback dove viene focalizzata l'attenzione su qualche particolare prova del protagonista.

Viene però messo l'accento sul potenziamento prima del finale del torneo. In questo caso infatti non si parla di un reale allenamento del protagonista, ma di una e vera propria prova di resistenza fisica e psicologica che servirà a Yusuke per migliorare i suoi poteri sopiti.

Il linea generale però, la seconda stagione si sviluppa ne più ne meno come Dragon Ball, con i vari scontri e mostrando il frutto degli allenamenti dei vari protagonisti.

Arriviamo quindi al terzo ciclo, personalmente il più originale, ovvero l'arco del capitolo nero e di Sensui.

Per prima cosa vengono introdotti una serie di nuovi personaggi che si scontreranno con gli eroi.

Rispetto ai precedenti avversari, i tre ragazzi che sfideranno il "team Urameshi" non si riveleranno più potenti di chi si è affrontato prima, ma semplicemente più tattici, utilizzando tecniche di intelletto rispetto alla sola forza bruta.

Si scoprirà in seguito che i tre ragazzi non sono altro che una nuova prova di Genkai, dimostrando al team che non bisogna mai sottovalutare gli avversari e che bisogna pianificare le mosse e non attaccare alla cieca.

Verrà quindi introdotta la squadra di Sensui, altra variazione al tema.



Infatti ogni membro del team avrà delle sue specifiche capacità che varieranno la narrazione dal semplice scontro diretto.

Senza dubbio la parte che mi è piaciuta di più è lo scontro con Tsukihito Amanuma. 


 

Infatti la battaglia sarà basata su sfide tratte da videogiochi. Ogni membro della squadra si batterà su un "genere" che verrà scelto casualmente da una ruota.

I problemi arriveranno però sul finale della stagione e sullo scontro diretto tra Sensui e Yusuke.

Questo perché? per come finisce lo scontro e per le rivelazioni che verranno fatte.

Le prime fasi dello scontro sono interessanti, Sensui si rivela avere una personalità multipla che gli dona varie capacità a seconda di "prende il comando".

In questa prima fase Yusuke apparentemente "muore".

Da questo momento in poi i problemi di narrazione si fanno via via più seri.

Dopo una primo smarrimento del team per la sconfitta di Yusuke, questo tornerà in vita.

Verrà quindi spiegato che Urameshi, nel suo albero genealogico, ha parenti demoni, per cui lo sviluppo delle sue abilità, il potenziamento dell'energia Astrale e i duri scontri affrontati nel corso degli ultimi mesi da quando è diventato Detective del mondo degli spiriti, hanno fatto affiorare il suo sangue demoniaco.

Per cui il suo cuore umano è morto sostituito dal "cuore demoniaco" che ha permesso la sua "seconda resurrezione".

E fin qua, forzato, ma può starci. I reali problemi nascono dopo.

Parte un secondo round con Sensui, questa volta nel regno demoniaco, dove Yusuke inizia a testare la sua "nuova natura".

Ad un certo punto, spinto da una voce interiore, sprigiona involontariamente il suo potenziale completo, mostrando visibili "tatuaggi sul corpo" e aumentando a dismisura i capelli che diventano argento, ma perdendo la coscienza delle azioni, in pratica una revisione del "leggendario" Super Saiyan 5.


 
Forte di questa nuova energia sconfigge Sensui, ma rimane sconvolto nell'essere stato manipolato da un suo antenato.

Questa scena chiude, di fatto, la terza stagione, col saluto dei nuovi arrivati e il ritorno del team Urameshi nel regno umano.

Chiudendo tutto qua, avrebbero lasciato delle domande in sospeso, ma personalmente l'autore "non avrebbe fatto la frittata".

E invece parte l'ultimo arco, quello dei tre re.

Vediamo quindi Yusuke, da una parte essere diventato il pericolo numero uno del mondo degli spiriti per la sua natura demoniaca, dall'altra essere invitato da uno dei tre re, Raizen, a raggiungerlo nel mondo dei demoni.

Raizen rivelerà essere il suo padre biologico. 


Eh? ma che cazzo di discorsi sono?

Primo. Come fa Raizen ad essere padre di Yusuke, visto che lo stesso Piccolo Enma dirà che è nato da genitori umani, qualche episodio prima?

Tra l'altro se fosse realmente il padre ci sarebbero due problemi.

Primo, nel mondo degli spiriti sono dei rincoglioniti, perché non solo danno una seconda possibilità ad un mezzo demone ma, inoltre, non lo sapevano.

Secondo cruccio è sul flashback di qualche puntata più tardi, quando lo stesso Raizen racconterà di come aveva conosciuto Atsuko Urameshi, la madre di Yusuke, ovvero nell'epoca rinascimentale giapponese, cosa che non collima col fatto che lei è umana ma, soprattutto è viva fino alla fine dell'anime, quindi avrebbe almeno 200 anni se non di più.

Problemi di adattamento? non credo, visto che molte fonti danno Raizen come padre di Yusuke.

Evitando questo problema "logistico", l'arco dei tre re è una rottura di coglioni infinita.

Molti dei 18 episodi che compongono la stagione servono solo a dividere il team in tre fazioni, una per re.

Yusuke con Raizen, 

 

Hiei con Mukuro, 


e Kurama con Yomi.



Qui verranno usati parte degli episodi per raccontare con dei flashback le storie dei tre re, ma anche per approfondire quelle di Hiei e Kurama.

Interessante, per carità, ma lo avrei fatto prima e non sul finale.

Fatto sta che alla morte di Raizen, Yusuke, per impedire una guerra per il controllo del regno dei demoni, creerà un mega torneo dove il vincitore sarà il nuovo re.

Il torneo dura 7 episodi sui 18 dell'arco narrativo, dove ci sarà un colpo di scena finale, per chiudere il tutto con un diciottesimo episodio finale celebrativo dove saluteremo definitivamente i protagonisti.

Questo era un breve riassunto di Yu Degli Spettri, una serie che mi ha divertito nel ricuperarla e completarne la visione interrotta quasi 20 anni fa.

Una serie che si colloca in un filone molto amato. La serie però è stata dimentica, forse per il passaggio iniziale e parziale su reti "meno popolari" e successivamente nel periodo del “tramonto” dell'MTV Anime Night che ha proposto titoli ben più amati.

Una serie che, come abbiamo visto, aveva delle variazioni sul tema interessanti ma che si è persa nel suo finale.

Ho apprezzato tantissimo la gestione, tematica delle stagioni, diversificando un po' la narrazione proposta, invece del solito "nuovo nemico da affrontare".

Peccato per l'ultimo arco narrativo, veramente buttato li e incoerente con una storia che non meritava una conclusione così scialba.

Va vista?

Beh se amate il genere secondo me merita una visione.  

Pur essendo anni '90 non l'ho vista così male invecchiata nei disegni, anche se si nota in alcuni frangenti un minore dettaglio degli stessi.

Finché non verrà rimossa dal catalogo è disponibile integralmente su Netflix con l'adattamento dell'epoca.

Qualcuno prima o poi mi spiegherà perché certe serie/film devono essere ridoppiate per forza, ma questo è un altro argomento.

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