venerdì 26 maggio 2017

How I met your mother


Passiamo alle televisive. Oggi vi darò le mie impressioni su una serie ormai si è conclusa nel 2014, ma che solo di recente ho recuperato, tramite la famosa piattaforma di streaming.

Parleremo di "How i met your mother", conosciuta in Italia come "alla fine arriva mamma".

Ma perché recuperare oggi una serie che si è conclusa tre anni fa? Beh ma per curiosità, come sempre, anche perché il finale fece molto scalpore.

Così inizio a guardare la prima stagione e, siamo sinceri, non è una serie che mi ha convinto all'inizio.

Ma di cosa parla How i met your mother (da ora abbreviato in HIMYM)?

Siamo nel 2030. Un uomo richiama in salotto i suoi due figli adolescenti, ed esclama:






"Ragazzi, sto per raccontarvi una storia incredibile. La storia di come ho conosciuto vostra madre!"

Dopo un rapido scambio di battute, torneremo al 2005 dove il racconto avrà inizio.

Scopriremo quindi che il narratore non è altro che il protagonista della serie, ovvero un ragazzo poco più che ventenne di nome Ted Mosby.





Da li a poco, in una delle location cardine della sit-com, conosceremo tutto il resto del cast.

Visto che li abbiamo nominati, vediamo chi sono:

Ted Mosby (Josh Radnor) 



Potremo chiamarlo quello con le idee chiare. Fin da quando era all'inizio del college vuole trovare la donna perfetta per accasarsi. Sogna di diventare un famoso architetto e di creare un grattacelo a New York.

Marshall Eriksen (Jason Segel) 



Che potremo definire, il buono che crede nel prossimo. Miglior amico di Ted fin dai tempi del liceo. Condividono l'appartamento sopra il MacLaren's pub dove il gruppo si ritrova. Studia legge e vuole diventare un famoso avvocato.

Lily Aldrin (Alyson Hannigan) 



La rossa dalle idee un po' bizzarre. Storica fidanzata di Marshall fin dai tempi del college. Praticamente vive insieme al fidanzato e a Ted condividendo l'appartamento cardine di molte vicende.

Barney Stinson (Neil Patrick Harris) 



Il cacciatore di ragazze. Sempre vestito in giacca e cravatta in qualsiasi situazione, cercherà di convertire Ted alla sua "religione". Sempre a caccia di ragazze che in poche battute spesso riesce a portarsele a letto.

Robin Scherbatsky (Cobie Smulders) 



Ultimo membro del gruppo, verrà introdotta nel primissimo episodio quando per Ted fu colpo di fulmine per la ragazza. Senza dubbio potremmo definirla, quella che non vuole legami.

Quindi HIMYM un po' alla volta, nell'arco delle 9 stagioni, racconterà la vita dei 5 amici. Però diciamocela tutta, il vero e proprio traino della storia è conoscere chi sia la famosa mamma del titolo, la moglie di Ted insomma.

Sarà leggen... non ti muovere... dario!

No Barney, ti assicuro che in molti momenti ero li li per mollare tutto. Ma vediamo perché.

Come già detto la serie non è altro che una sitcom da episodi di 20-22 minuti. Come succede spesso in questa tipologia di telefilm, non ci vogliono molte modifiche allo status quo dei protagonisti e le situazioni mostrate spesso hanno la stessa base.

Questo sicuramente può andare bene per alcune stagioni però alla lunga stufa.

Devo essere sincero, a me HIMYM all'inizio non mi piaceva. Si una sicom simpatica, ma non ai livelli di altre produzioni simili. Però ero curioso, e si sa, la curiosità è un bel traino.

Ero curioso di vedere chi fosse la donna perfetta per Ted e capire perché il finale ha fatto tanto discutere.

Escludendo i primi episodi, così così, la serie fortunatamente inizia a decollare, dove conosciamo più approfonditamente i cinque protagonisti e di come ognuno di loro sia profondamente diverso dagli altri.

Senza dubbio il mio preferito rimane Barney,  il più bizzarro della squadra. Anche Lily, con le sue manie e stranezze, è sicuramente la seconda dei migliori.

Paradossalmente il protagonista Ted, mi è sempre stato un po' in culo. Non saprei spiegare perché però il suo fossilizzarsi, per lo meno all'inizio, sull' ”accasarsi" a tutti i costi e spesso a fare troppo presto il passo molto più lungo della gamba, lo fa diventare un po' antipatico.

Anche Robin, bella ma un po' fredda e stronzetta, non mi è mai stata troppo simpatica.

Marshall sta nel mezzo, sicuramente forma una strana coppia con Lily e questo li rende unici.

I primi 50-60 episodi iniziano quindi a delineare le avventure del gruppo di amici. Vengono mostrati molti flashback del passato dei ragazzi, concentrandoci sui tre coinquilini e sulle loro bizzarre disavventure.





E nelle prime stagioni questo meccanismo va benissimo, ti tieni il passato di Barney e Robin, ogni tanto fai vedere che il racconto del Ted del 2030 va avanti, e lasci nebulosa la storia principale.





Questo meccanismo, con la quinta stagione, viene a mancare. Finalmente iniziamo a conoscere anche il background di Barney e Robin. Però le storie raccontate, perdono di interesse e si riciclano. I personaggi si proseguono nella loro vita, ma mancano vere e proprie situazioni comiche, o personalmente iniziano a diventare più forzate.

E a questo punto iniziano i guai. Sempre più si prosegue negli episodi più lo schema diventerà sempre più ripetitivo.

Ted si trova una nuova fidanzata, funzionano per il primo periodo, si mollano, mostrano qualcosa legato alla moglie del protagonista. E per qualcosa non intendo niente di fondamentale. A volte solamente che erano nello stesso luogo, a volte che per pochi minuti si sarebbero incrociati.

Solo che una volta, due al massimo tre, lo schema lo salvi, alla quinta sesta ti rompi i maroni.

Per cui la seconda parte della storia segue un ritmo fin troppo altalenante.

Una cosa che ho apprezzato moltissimo e che il gruppo, qualsiasi cosa succeda, resta unito. Infatti quando un membro del gruppo si troverà in difficoltà o dovrà essere fatto ragionare sulle sue scelte sbagliate, il resto dei ragazzi chiamerà l'Intervento.



Nel corso della serie, come succede in più o meno tutte le sitcom, si passerà da momenti più allegri e divertenti ad episodi più riflessivi e più tristi.

Arriviamo quindi alle ultime tre stagioni.

La settima stagione si apre con quello che sarà il cardine della nona. Avete letto bene, le storie che verranno iniziate in questa stagione, verranno ampliate DUE stagioni dopo, quindi 48 episodi più tardi. E qui torniamo alle considerazioni fatte all'inizio, gli sceneggiatori a mio parere, non avevano idea di come portare avanti la trama principale, per cui riempiono con episodi inutili.

Lo schema sarà: episodio traino della storia principale (per lo meno una parte), gruppo di episodi trascurabili, ritorno sull'elemento traino, episodio interessante, gruppo di episodi trascurabili. In pratica, un fottutissimo allungamento del brodo.

Cosa dimostri? che la serie la porti avanti per gli ascolti, ma non hai più idee.

La tragedia arriva nella stagione finale.

Ma qui, ovviamente

SPOILER ALERT

Nella nona stagione vivremo per 22 episodi su 24, le 56 ore prima del matrimonio di Barney e Robin.

Detta francamente, DUE COGLIONI INFINITI. La storia non si muove di un millimetro, episodi inutili e gag trite e ritrite all'infinito.

Ma aspettate, una cosa buona c'è, conosceremo FINALMENTE la moglie di Ted. E che cazzo, era ora. Vi giuro alla settima stagione pensavo non sarebbe mai apparsa. In altri frangenti visto l'episodio dove è Robin a raccontare ai suoi ipotetici figli come aveva conosciuto il padre, pensavo fosse tutto un sogno.





Di tutta la faccenda però la cosa che più mi ha dato fastidio è che Tracy, questo il nome della moglie di Ted, viene introdotta in sordina.



Esce sta tipa, praticamente dal nulla, e il Ted narrante, esclamerà:

"ecco come zia Lily ha conosciuto vostra madre". Come? stavo quasi dormendo dalla noia e mi molli la bomba così? ma vaffanculo.

Siamo sinceri, qualche episodio nell'ultima stagione va salvato. Un doveroso racconto della vita di Tracy era d'obbligo, per lo meno per il numero di volte che ci hanno illuso come spettatori.

Anche le ore poco prima del matrimonio, quindi la notte prima delle nozze porta ad un episodio valido. 



Però è inutile girarci attorno, il resto era da buttare o da tagliare.

Detta francamente? di 24 episodi ne avrei al massimo fatti 10 e mi sarei tenuto largo.

Ma arriviamo quindi al contestato finale.

Marshall e Lily sono innamoratissimi e anche con qualche discussione pesante si amano alla follia. Poco prima del matrimonio veniamo a scoprire che Lily aspetta il secondo bambino.

E fin qua ci sta, se toglievano anche questa coppia, si sarebbero visti forconi di fan indiavolati.

Barney e Robin si sposano ma, 3 anni dopo rompono perché sono incompatibili e non riescono a far funzionare la loro vita assieme. E già qua la cosa fa storcere il naso. Si rincorrono per tanto tempo, ognuno dei due accoglie l'altro per quello che è senza cambiarlo e poi, in quattro e quattr'otto tutto finito.

Ted inizia a convivere con Tracy, hanno i famosi figli e alla fine si sposano. E anche qui non ci si poteva aspettare altro.

MA.....

Robin sparisce dal radar del gruppo perché ormai è una giornalista affermata e i restanti quattro membri si trovano sempre più di rado.

E quindi i due macigni finali:

1) Barney tenta il "mese perfetto" ma al trentunesimo giorno la ragazza prescelta resta incinta. Barney dopo nove mesi conosce sua figlia e appende ufficialmente l'animo del latin lover. 



Peccato che potevano chiuderla meglio, visto che la madre della bimba non si vedrà mai.

2) Ted finalmente chiude la storia di come ha conosciuto Tracy. E cosa scopriamo? che purtroppo, per una malattia Tracy è morta sei anni prima. 



E che quindi, come intuiscono i ragazzi, ha raccontato tutta questa storia solo ed esclusivamente per aver la loro benedizione per riconquistare Robin, grande amore di Ted da sempre.

Ted quindi ruba nuovamente il famoso corno francese blu e si presenta sotto casa di Robin, come nella prima puntata, facendo intendere che finirà bene.





Bene, al di la del numero di maledizioni per una chiusura così brutta, ho notato due errori madornali.

1) Ted del futuro che vedremo solo negli ultimi 5 minuti dell'ultimo episodio, durante i racconti ha un'altra voce. Probabilmente a far significare che nei piani iniziali doveva essere un altro attore ad interpretarlo. Nella scena finale vediamo si un Ted più vecchio ma con la solita voce. 



Come mai?

2) I ragazzi, da come li abbiamo visti hanno più o meno 15-16 anni.
Peccato che nell'ultimo episodio, nel flashback del 2020, vediamo la figlia di Ted di pochi anni. Insomma i conti non tornano.

Siamo onesti, il finale è orribile, specialmente per come hanno gestito il gruppo fino alla fine per poi sminchiarli nei due episodi finali.

Ma soprattutto perché ci hanno rotto i coglioni per 9 stagioni e 208 episodi con la storia di Tracy, per presentarcela in sordina per poi liquidarla in quattro e quattr'otto. Ma vi pare? 









Per poi distruggere il gruppo di amici da una vita riducendoli a praticamente degli sconosciuti che si trovano ogni tanto nelle occasioni importanti.

No ragazzi non ci siamo. Non ci siamo. Qualcuno ha detto, ma è così che va la vita, e devo dire che spesso è vero, però in questa sitcom non ha senso.

In Internet esiste anche il finale alternativo che da una chiusura più giusta al tutto.

Quindi, tiriamo le somme.

Una sitcom divertente, piena di guest star, 



piena di citazioni e riferimenti a film e telefilm, 


ma che perde di mordente dalla sua metà. Io avrei ridotto il numero degli episodi, specialmente nell'ultima stagione che è inguardabile.

Che poi arrivando al finale, come ho ampiamente sottolineato, la storia di come Ted ha conosciuto la mamma del titolo, va a puttane in un attimo.

Va vista? bella domanda, magari guardate la prima stagione e vedete se proseguire. Sicuramente non va vista tutta d'un fiato ma un po' alla volta. La maratona in una sitcom non va bene.





Ah già, giusto per non farsi mancare niente, in questi giorni si parla anche di un possibile revival per una decima stagione.... 


No Barney, ti voglio bene, ma anche no, grazie.

See you next




giovedì 18 maggio 2017

Caccia alla Blacklist


Passiamo quest'oggi all'argomento videogiochi. Torniamo su un brand che come sapete, ho sempre amato, tranne in un caso. Parliamo del sesto e, per ora, ultimo capitolo di Splinter Cell, sottotitolato Black List.

Come forse ricorderete, in passato parlai dei primi due capitoli della "seconda trilogia". Lodai Double Agent ma disprezzai Conviction.

Se avete voglia leggetevi i post dedicati.

Come già annunciai, vista la convenienza di un "chiodo di magazzino" a prezzo "regalo", all'epoca di Conviction possedevo già questo sesto capitolo. Ma ovviamente solo ora ho iniziato a giocarlo.

E devo dire che Ubisoft ha capito che aveva fatto una minchiata e, fortunatamente, ha decisamente corretto il tiro.

Il gioco inizia alcuni mesi dopo l'assedio su Washington D.C da parte della Black Arrow e il fallito assassinio del presidente USA da parte dei capi di Third Echelon, ora sciolta a causa degli attentati portati avanti dal suo direttore, sfruttando le squadre segrete di Splinter Cells. Sam Fisher e sua figlia sono tornati ad una vita normale e Fisher ora lavora insieme al suo miglior amico Vic Coste in una corporazione mercenaria privata, la Paladin Nine Security, che accetta contratti di difesa per i governi di tutto il globo.

La prima missione, come già succedeva in Double Agent, è solamente il prologo al gioco vero e proprio.

Per una serie di eventi Sam tornerà a far parte di Third Echelon ora "upgradata" a "Fourth Echelon". 



La nuova squadra di supporto sarà formata da una vecchia conoscenza e da due new entry. La prima sarà la sempre presente Anna “Grim” Grímsdóttir, ora la responsabile tecnica delle operazioni. 



Le due nuove entrate invece saranno l'agente della CIA Isaac Briggs 



che fornisce potenza di fuoco supplementare e l'hacker Charlie Cole


che si occuperà sia dell'infiltrazione nei sistemi informatici, sia dello sviluppo dell'attrezzatura di supporto alle missioni.

Rispetto al passato ci sarà un sostanziale cambiamento. Infatti prima di qualsiasi missione torneremo a bordo del quartier generale di 4th Echelon, il Patriot, un gigantesco aereo che porterà i protagonisti nelle varie location dove si svolgeranno le missioni.





Ma all'inizio dell'articolo si diceva che Ubisoft aveva corretto il tiro, vediamo perchè.




Come forse ricorderete quando parlai di Conviction mi soffermai spesso sul fatto che Sam Fisher non era il Punitore e che in ogni Splinter Cell era premiata l'azione stealth spesso senza fare vittime, piuttosto che i massacri alla Rambo.

Dissi anche che alcune delle feature introdotte non fossero così sbagliate e anzi servivano a svecchiare le meccaniche di gioco rendendole più dinamiche e moderne.

Bene, Blacklist prende le poche cose buone di Conviction, tornando però alle origini del brand. In alcuni punti sembra veramente che sia Double Agent che Conviction non siano mai esistiti.

In qualche modo questo sesto capitolo è un vero e proprio starting point per i nuovi fan del brand.



Lo scopo del gioco, sarà fermare la Blacklist, una cellula terroristica di cui si sa poco e niente. Per cui le missioni si dipaneranno attorno al globo al fine di ottenere informazioni e fermare definitivamente la minaccia.

A livello di gameplay si torna al buon vecchio stealth, svecchiando le meccaniche d'azione usando le "abilità" introdotte nel precedente capitolo, ovvero la corsa tra una copertura e l'altra e il marca bersaglio.

Questa volta però, come è giusto che sia, potremo decidere se essere o meno letali nell'azione. 



Oltre alla classicissima pistola con silenziatore, avremo anche una pistola a scariche elettriche che ci tornerà utile per le azioni d'assalto.

Come succedeva nei capitoli della prima trilogia, prima di ogni missione potremo cambiare i settaggi di armi e attrezzature. Detta francamente? io ho solo fatto un upgrade alle armi ma non ho mai cambiato configurazione.




Come in passato a disposizione avremo sempre e solo tre armi. Le già citate pistole con silenziatore e a scariche elettriche e il fucile d'assalto.

Rispetto al passato, potremo decidere come approcciare la missione. Le nostre azioni verranno valutate alla fine con un bonus "di categoria".

Avremo tre distinzioni:

Approccio fantasma: verranno lodate le azioni senza far scattare allarmi, nascondendo i corpi e escludendo vittime.

Approccio pantera: simile, da quanto ho capito, al fantasma solo che vengono lodate le uccisioni stealth e l'evitare i nemici.

Approccio assalto: piccoli Rambo crescono. Vengono premiati i combattimenti e la sopravvivenza agli stessi. Devo aver fatto si e no 100 punti di categoria.

Inutile che vi dica il mio modus operandi, prevalentemente Fantasma con un pizzico di Pantera.



Per la prima volta, oltre alle missioni in co-op online, già presenti nei precedenti capitoli che vengono inserite 4 tipologie di missioni secondarie non rilevanti ai fini della storia principale.

Ognuna delle 4 categorie è giocabile in modalità diverse:

Missioni di infiltrazione:  dovremo hackerare o recuperare dati da tre diversi obiettivi all'interno dell'area di gioco. Se verremo scoperti la missione fallirà. La difficoltà, oltre al fatto di essere fantasmi, sta nel fatto che non ci sono checkpoint intermedi.

Missioni di abbattimento nemici: in queste missioni dovremo girare per due aree distinte dove dovremo abbattere, in maniera letale o meno, un gruppo di guardie.

Missioni di difesa: personalmente le più fastidiose e sicuramente le meno "Splinter Cell".
In pratica avremo un edificio dove dovremo abbattere 20 ondate da 5 o più nemici che gireranno per l'area.

Missioni cooperative: l'unica tipologia dove sarà obbligatorio giocare in due (schermo condiviso o rete), dove affronteremo (a quanto letto) delle missioni simili alle principali.

E visto che ne abbiamo parlato dedichiamoci alle missioni principali. Pur essendo poche, 12, sono molto variegate e spaziano nelle varie tipologie viste nei precedenti capitoli. Nella buona parte dei casi potremo decidere come muoverci, mentre in altre avremo limitazioni, tipicamente legate sull'evitare le guardie o non interagire in nessun modo con loro.

In un caso dovremo usare anche il secondo membro della squadra, Briggs, che avrà un metodo di approccio completamente diverso da Sam. Infatti se questo sarà il ninja della situazione con una visuale in terza persona, Briggs avrà un approccio più da guerrafondaio con la visuale sempre in soggettiva.

La storia è ben scritta e, come nello standard del brand, ci si immerge in una spy story,  magari di base non originale, ma coinvolgente.

Una cosa che effettivamente manca e che, personalmente trovavo divertente, era la possibilità di scassinare le porte o usare il visore termico per i tastierini numerici.

Finalmente viene re-introdotta la possibilità di spostare e nascondere le guardie stese/uccise. Era una cosa che mi dava fastidio da morire la sua assenza in Conviction.

Non potremo più interrogare le guardie come in Chaos Theory, ma è un'assenza veramente minore, anche se ha portato a dialoghi epici come quello dello smoking in Chaos Theory.

Viene ridata importanza a creare il buio, "il buio sarà il vostro unico alleato", anche se adesso i nemici se ti sono vicini, giustamente, ti vedono lo stesso.

Viene re-introdotto il visore notturno. 


 
Cazzo, era il simbolo del brand e doveva tornare. Ubisoft si è resa conto, più che altro visto i fan storici erano incazzati come iene, che il visore radar di Conviction era una bestemmia.

Come dicevo nel post dedicato a Double Agent ho adorato la scena dopo la missione introduttiva dove veniva gettato dall'aereo perché era simbolica, ma la modalità "Daredevil", dove eri obbligato a restare fermo per poterla gestire, era cagare fuori dal vaso, siamo onesti.

Ultimo, ma non meno importante, il doppiaggio. Luca Ward torna ad essere Sam Fisher ed è giusto così. Vi ho detto un milione di volte che non sopporto che un personaggio cambi voce nel corso del tempo. Posso essere d'accordo solo in due casi, o il doppiatore va in pensione e/o cambia lavoro oppure, purtroppo, passa a miglior vita.

Onestamente sentire tizio/tizia che in un gioco hanno una voce e in quello successivo ne hanno un'altra mi manda in bestia.

Quando Luca Ward postò la foto in studio di registrazione col visore notturno fui felicissimo, Sam Fisher è lui e non ci sono storie.



Sfoghi a parte, tiriamo quindi le somme. Questo sesto capitolo del brand è un vero ritorno alle origini. Per molti versi è un vero e proprio starting point per le nuove leve. I riferimenti al passato sono veramente pochi e non sono fondamentali per godersi appieno l'esperienza.

Si torna ad un vero e proprio stealth game con uno svecchiamento delle meccaniche e la possibilità di farlo diventare un action duro e puro.

Bello, ma nella mia personale classifica non supererà mai il capolavoro che è l'inarrivabile Chaos Theory. Potrei dargli un terzo posto, poco sotto al Double Agent.

Va giocato? ovviamente se siete fan storici di Sam Fisher si.
Siete tra gli stronzi che hanno amato Conviction? lasciate perdere e tornate a giocare a COD.


venerdì 5 maggio 2017

L'Inverosimile Gwenpool


Dopo le considerazioni su 13 reasons why, passiamo ad un argomento più leggero parlando di fumetto. Quest'oggi vi darò le mie impressioni su un personaggio abbastanza particolare, nato dall'idea della Marvel di ridare "nuova vita" ad una figura fondamentale nell'Universo della casa delle idee, ovvero Gwen Stacy.


Nello specifico non parleremo dalla Gwen Stacy originale ma di una sua "fusione" con un altro personaggio Marvel.

Come al solito partiamo dagli spiegoni, specialmente per i profani. 



Per chi non lo sapesse, Gwendolyn Maxine Stacy 


è stato uno dei comprimari più importanti nelle storie dell'Uomo Ragno. Appare nel numero 31 di Amazing Spider-Man (Vol. 1) del dicembre 1965 , diventando in poco tempo il primo grande amore di Peter.

Gwen nel corso del tempo diventa anche uno dei comprimari più amati dai fan, ma senza dubbio il suo ruolo cardine è nel momento della sua scomparsa, nel numero 121 Amazing Spider-Man (Vol. 1) del giugno 1973.






Questo perché? ma perché quella storia, "la notte in cui Gwen Stacy morì"  


di cui il titolo viene rivelato solamente nell'ultima pagina dell'albo, è il cosiddetto passaggio dalla Silver Age alla Bronze Age del fumetto americano. Fino ad allora infatti nessun comprimario, specialmente di questa rilevanza, poteva morire.

Da quel punto in poi, tutto sarebbe stato possibile.

Senza dubbio, escludendo i cloni della ragazza, Gwen è uno dei pochi personaggi Marvel che non ha avuto, fin'ora, resurrezioni.

Ma sto divagando come al solito. Arriviamo quindi al presente. Nel febbraio 2015, grazie ad una saga dell'Uomo Ragno chiamata Spider-Verse



dove il Superior Spider-Man ingaggia una serie di Uomini e Donne Ragno di universi paralleli per combattere la minaccia di Morlun e dei suoi fratelli, vampiri psichici che si nutrono dei totem del ragno nelle varie dimensioni del multiverso, fa la sua comparsa Spider-Gwen.




In pratica nell'universo denominato Terra-65 non è stato Peter ad essere morso dal ragno radioattivo, ma Gwen Stacy e specularmente il ragazzo è morto.

L'idea è vincente e così, se non ho capito male, la Marvel durante l'evento denominato Secret Wars



del 2015 crea 20 cover alternative degli albi usciti in quel periodo dove si reinterpretavano svariati personaggi classici dandogli una "versione Gwen Stacy".

Tra le tante varianti, alcune abbastanza bizzarre



non poteva mancare quella di uno dei personaggi di punta dell'universo Marvel, ovvero il mercenario chiacchierone Deadpool.


E quindi cosa nasce dalla fusione di Gwen Stacy e Deadpool? ma ovviamente Gwenpool.




Ma quindi chi è Gwenpool? L'idea è semplice quanto interessante. Gwen Poole



questa la vera identità della ragazza, è una giovane donzella che si ritrova, per motivi al momento non chiari, nella Terra-616, quella dove si svolgono le avventure dell'Universo Marvel principale (e unico, in teoria, dopo Secret Wars).

La particolarità è che la Terra da dove la biondina proviene, chiamata Terra-TRN565, è praticamente il nostro universo, visto che l'Uomo Ragno, Capitan America e compagni sono personaggi dei fumetti.



Senza dubbio la cosa mi ha divertito non poco e mi ha fatto fare un paragone cinematografico. Ricordate il film con Arnold Schwarzenegger, Last Action Hero del 1993? No?



Il concept del film è simile alla storia di Gwen. Danny Madigan



un ragazzo di 12 anni è un grande fan di Jack Slater


eroe del cinema d'azione, del quale conosce tutti i film a memoria. Il suo unico vero amico, un anziano proiezionista di un cinema, gli regala un biglietto magico avuto dal grande mago Harry Houdini in persona. In attesa dell'uscita dell'ultimo film della serie di Jack Slater, Nick gli propone di vederlo prima dell'uscita nelle sale, al solito cinema a mezzanotte.




Il biglietto si rivelerà essere magico e trasporterà Danny nella "realtà" di Jack Slater facendolo diventare coprotagonista della pellicola.

Quindi l'idea che fa da base delle avventure di Gwen è qualcosa di già visto ma, per ora gestito in maniera divertente.

Un'altra somiglianza con la pellicola dell'Ex Governatore della California sta sulla gestione dell'eroe. Nel film potevano succedere eventi incredibili come mega esplosioni che facevano fuori alcuni dei personaggi minori ma l'eroe ne usciva sempre praticamene illeso.

In Gwenpool succede lo stesso. Infatti la ragazza non alcun tipo di potere, abilità o conoscenza di armi, però ne uscirà sempre illesa. 



Infatti non è strano vederla lanciarsi da palazzi altissimi senza alcun tipo di remora perché è cosciente di essere la buona della situazione, per cui non può morire.

Altro punto a favore sono le citazioni e i riferimenti alla cultura pop. Essendo la "sorellina" di Wade, questo punto non poteva mancare a partire da molte copertine.






Come in Deadpool alcuni saranno più palesi, altri meno noti, però come succede per le avventure del mercenario chiacchierone ne è anche parte del fascino.






Si gioca molto sul fatto che Gwen conosce cose dell'Universo Marvel che non sono di dominio pubblico nell'Universo 616. 





Molto divertente infatti lo scontro con la Thor donna, dove la biondina rivela inavvertitamente la vera identità della dea del tuono.



Un'altra scena molto divertente è quando chiederà aiuto allo Stregone Supremo, il Dottor Strange, che "sbirciando" nell'TRN565 affermerà:




Un'altra cosa che si nota è che Gwen è una "figlia dell'Internet". Infatti spesso e volentieri cercherà tutorial per imparare a combattere.



In conclusione quindi un personaggio Marvel diverso dai "canoni classici" che prende alcune peculiarità dal "fratello maggiore" Deadpool per dargli una nuova visione.

Interessante l'idea di portare un personaggio "normale" nel mondo letto nei fumetti.



Va quindi letto? se vi piace Deadpool e le sue stramberie, la signorina Poole è la giusta scelta. Attualmente le avventure della biondina si trovano come storie comprimarie della testata dedicata a Deadpool.

Poi chissà, magari un domani la Panini deciderà di fare una raccolta come già succede per molte delle testate principali.

See you next