mercoledì 14 settembre 2016

La nuova Lara


Rieccoci! oggi cambiamo argomento nuovamente argomento e ci allontaniamo dal mondo dei Super Robot del precedente post.
Questa volta parliamo della "nuova vita" di Lara Croft.

Come forse vi ricorderete nella mia analisi che dedicai alla trilogia che chiude di fatto la "prima generazione" del brand, pur avendo apprezzato fin dall'inizio i giochi dedicati alla formosa archeologa, solo in tempi recenti ero tornato a continuarne le sue avventure.

Già all'epoca del post, il lontano 6 gennaio del 2015, il capitolo del reboot era già uscito da un pezzo (2013) e la gente si era divisa in due tronconi ben distinti, chi lo apprezzava e chi non lo valutasse come un Tomb Raider.
Fatto sta che comunque, nel bene o nel male, il titolo ebbe un buon successo tanto che, a fine dell'anno scorso uscì un seguito, inizialmente solo per X-Box One, intitolato Rise of The Tomb Raider. Fortunatamente il titolo venne messo cross-gen anche per Xbox 360 (uscirà a fine anno su PS4), per cui, grazie a degli sconti, li ho portati a casa entrambi.

Come forse sapete già tutti, questi due nuovi capitoli, sono un reboot della storia. Troveremo quindi una Lara molto diversa dal canonico personaggio che abbiamo amato.


Molto più giovane, molto più ragazza della porta accanto... <Koff Koff>  molte meno tette.

Scherzi a parte, cercherò di analizzare entrambi i titoli della rinascita di Lara Croft, seguendo semplici regole. Verranno valutati i titoli singolarmente, confrontati OVVIAMENTE col passato, e analizzati come sequel l'uno dell'altro. Ovviamente cercherò di valutare i giochi anche per il genere a cui vogliono entrar a far parte che, come vedremo in seguito, si distanzia dai predecessori.

Per cui partiamo dal primo capitolo di questa nuova serie, Tomb Raider.


Come dicevamo poco fa, Lara è una ragazzina di circa vent'anni che si ritrova a bordo della nave Endurance capeggiata dal capitano Conrad Roth, vecchio amico di famiglia di Lara, alla ricerca di un reame leggendario chiamato Yamatai, guidato dalla Regina del Sole, Himiko.

Dopo vari studi e ricerche sul mito di Himiko, Lara si convince che il reame possa trovarsi nel Triangolo del Drago (una zona vicino al Giappone nel mare Pacifico).


Il gruppo non vuole però raggiungere il luogo, viste le molte dicerie su presunte attività paranormali del luogo. Il capitano Roth però da fiducia alla ragazza e si dirige verso l'isola. Purtroppo la nave si trova in mezzo una violentissima e improvvisa tempesta, viene letteralmente spezzata in due e il gruppo naufraga su una misteriosa isola ai margini del Giappone.

Lara stremata, arriva a riva e mentre sta per ricongiungersi col gruppo, viene tramortita da un uomo e si ritroverà legata a testa in giù all'interno di una caverna.
Da qui inizierà la nostra avventura.

Inutile spoilerare oltre a quanto visto dai trailer e veniamo al gioco. Tutta la nostra avventura sarà una corsa all'interno dell'isola. I nostri obiettivi saranno due: trovare i nostri compagni di viaggio e cercare di sopravvivere. Nel corso della storia scopriremo anche la verità sulla regina Himiko.
Scusate, ma ogni volta che veniva citata la mia mente viaggiava fino a lei


la Regina Himika di Jeeg Robot. Tra l'altro, secondo me, non è un caso di omonimia visto che il regno Yamatai era effettivamente anche il regno nemico di Hiroshi. Quindi probabilmente la regina del sole è una qualche leggenda giapponese. In fin dei conti in Jeeg erano presenti anche altri riferimenti a leggende giapponesi, come l'astronave dell'impero chiamata Orochi, come il demone serpente a otto teste della mitologia.


Vabbè, non divaghiamo come al solito e torniamo a Lara che, una volta libera dalla prigionia, arrancando, riuscirà a scappare dalla prigionia e curarsi dalle ferite riportate. E qui inizia quello che, secondo me, è il nuovo marchio di fabbrica del reboot, i campi base. Ogni tot. Lara troverà un focolare dove potrà fare principalmente due cose, potenziarsi e apprendere nuove abilità e migliorare il suo equipaggiamento.

Sicuramente chi conosce i Tomb Raider storici saprà che ogni tanto la nostra eroina trovava del nuovo equipaggiamento e successivamente le munizioni per usarlo. In questo reboot invece le abilità di Lara si affineranno mano mano che la sua esperienza sul campo aumenterà. In pratica, come negli RPG, mano a mano che verranno sconfitti i nemici, gli animali o semplicemente verranno fatti ritrovamenti dei cosidetti "collezionabili", la nostra fanciulla guadagnerà punti esperienza. L'esperienza chiaramente verrà commutata a punti abilità, che daranno nuove possibilità.

Per quanto riguarda il miglioramento delle armi si segue, specialmente in Rise of The Tomb Raider, l'idea che era presente in Final Fantasy VIII.


Chi ha giocato al titolo si ricorderà benissimo che Squall e soci non cambieranno mai arma durante il gioco ma semplicemente continueranno a potenziarla. Con lo stesso principio Lara troverà componenti che serviranno a potenziare le armi mano a mano che proseguirà il viaggio.
La differenzia sostanziale sta nel fatto che in Tomb Raider i componenti saranno generici e di conseguenza basterà arrivare al "budget previsto" per sbloccare l'aggiornamento. In Rise invece ogni componente avrà i suoi requisiti specifici.

Seguendo poi il trend probabilmente iniziato con Gears Of War,


anche questa nuova generazione di giochi non prevede medikit. Come già sottolineavo quando parlai della trilogia, Lara tendeva ad essere parzialmente Wolverine. In questo capitolo lo è diventata. Coincidenze? evoluzioni? in realtà Lara è una mutante e non lo sapevamo? chiederò ad Adam Kadmon di indagare.

Boiate a parte, non avremo più il concetto di medikit con un ma. Infatti seguendo lo stile tattico di Gears, i danni verranno evidenziati col tingersi di rosso dello schermo fino alla morte. La variazione sarà che mano a mano verremo colpiti la nostra visione tenderà sempre più al bianco e nero. Però, ovviamente, riparandosi o completando la fase di battaglia, la nostra donzella riprenderà la piena salute.

Il "ma" che sottolineavo prima sta nella scelta fatta in Rise. Infatti la nostra eroina si rigenererà sempre a battaglia conclusa, però nel mentre del combattimento, se saremo in difficoltà e avremo raccolto sufficienti erbe, potrà rigenerarsi. In pratica gli sviluppatori hanno trovato secondo me il giusto compromesso tra "passato" e "presente".

Non veri e propri medikit "old school" visto che nelle fasi action, sempre che non facciamo salti assurdi, ci rigenereremo, ma nelle battaglie ciò non accadrà. Per cui se saremo circondati dai nemici e prossimi alla morte, potremo usare una rapida cura per tornare in salute e concludere la battaglia.

Altra cosa non presente nella "vecchia generazione" di giochi è il cosiddetto "istinto di sopravvivenza"


che non è altro che una variazione sull'occhio dell'aquila di Assassin's Creed.


Analogo a quel potere, una volta attivato, Lara avrà una visione in bianco e nero e verranno evidenziati in oro gli oggetti che potranno essere raccolti/ispezionati, in rosso i nemici, e marcati i punti sulla mappa o la zona che dovremo raggiungere per proseguire la storia. Niente di nuovo o particolarmente ispirato insomma, certo che molto spesso mi è tornato utile.

Altra grande variazione sul tema, come abbiamo accennato all'inizio, è il cambio di tipologia di gioco. I vecchi Tomb Raider erano dei Platform/Action 3D. Molta della difficoltà era marcata dai salti e dagli enigmi da risolvere.
Questa nuova generazione invece si pone come un action/stealth. Qualcuno di voi avrà fatto finta di non leggere, i fan più puri invece avranno avuto un collasso. In ogni caso sì, i nuovi TR hanno una forte componente stealth che, in alcuni casi, è molto più marcata di giochi nati su quel genere e poi smerdati... <Koff Koff>  Splinter <Koff Koff>  Cell <Koff Koff>  Conviction.

Rispetto ad uno Stealth canonico, Lara non farà prigionieri e userà le sue armi per far passare a miglior vita chi le bloccherà la strada.

Se state ancora seguendo la mia analisi, continuiamo con un altro cambio radicale nel gameplay, ovvero l'arma principale di Lara. Cosa ha sempre usato la nostra eroina come arma base? bravissimi, le pistole gemelle a proiettili infiniti.



Qua no, come sapranno ormai tutti, Lara questa volta sarà una novella Robin Hood 


(forse non proprio questo)... o Green Arrow,


se preferite. Io opterei per la seconda opzione, ma in ogni caso l'arma letale sarà l'arco. Chi non ha giocato il titolo e visto qualche gameplay sa che la nostra archeologa impugnerà anche pistole o mitragliette e potrà storcere il naso. Chi invece ha provato il titolo mi darà ragione. E' inutile negarlo, pur essendo meno rapido nel scoccare il colpo, l'arco di Lara è letale. Basterà un minimo di confidenza e farete head shot come se piovessero. La precisione è quasi maniacale, otto colpi su dieci erano diretti alla testa e letali. Senza contare il fatto che, per lo meno in TR, le frecce venivano recuperate in rapporto uno a uno, per cui si avevano colpi pressoché illimitati.

Forse qualcuno di voi si sarà chiesto perché io Lara la reputo più la versione femminile di Oliver Queen piuttosto che del Robin di Locksley. Ma ovviamente per l'isola dove si svolgono i fatti. Pensateci, e paragonate TR ad Arrow. Entrambi sono su una nave, anche se per motivi diversi. La nave si trova in mezzo una violentissima e improvvisa tempesta e affonda. Il protagonista si salva e si ritrova in quest'isola che scoprirà non essere deserta, alla ricerca di eventuali sopravvissuti dove dovrà, con qualsiasi mezzo, sopravvivere. Entrambi imparano a brandire un arco che in mano loro è letale.
Se SquareEnix e Eidos non hanno scopiazzato dall'Arciere di Smeraldo e dalla sua recente "rinascita televisiva", vorrei capire da dove è uscita "l'illuminazione divina".

Detto questo veniamo alla mie considerazioni su Tomb Raider. Personalmente l'unico appunto che posso muovere sul titolo è il suo distaccarsi dal vecchio filone di giochi. Non tanto per il cambio di genere, ma piuttosto per il cambio di tipologia di storia.

In fin dei conti Lara è "figlia" di Indiana Jones.


In ogni sua avventura era alla ricerca di qualche manufatto, leggenda o mito che la storia ci ha raccontato in parte, al solo fine di rivelarne la verità. Lara partiva per l'avventura e solo per dare uno scopo alla sua vita.
Invece questo reboot mette in secondo/terzo piano la missione. Il gioco è incentrato su Lara e sulla sua maturazione da ragazzina curiosa a donna risoluta e pronta a non arrendersi di fronte a nessuna difficoltà pur di salvarsi.

Posso essere d'accordo che nel capitolo d'esordio devi introdurre e sviluppare il protagonista, però in questo gioco manca il fattore di "scoprire e rivelare la verità sul mito". Si lo so, nel finale questa fase viene raccontata, però da giocatore mi sentivo più nei flashback di Arrow piuttosto che in capitolo di Indiana Jones.

Come dite? non mi sono lamentato della strage che fa Lara durante il gioco, visto che era la maggior critica mossa a Splinter Cell Conviction? E vi dico fermamente NO CAZZO!! se muovete questa critica al Tomb Raider del reboot, non avete capito un cazzo e non avete mai giocato ai precedenti capitoli.

Ora cercherò di spiegarvi perché. In Splinter Cell Sam Fisher è sempre stato un agente segreto, super addestrato e fornito ovviamente di "licenza doppio zero". Però nei primi due capitoli la forza letale era usata solamente per le minacce, il boss finale, insomma. Nei successivi due, Chaos Theory e Double Agent abbiamo sempre avuto la possibilità di scegliere, ed io le armi le ho sempre usate per aprire le porte, disattivare congegni e sempre armate di proiettili di gomma per colpire.

In Conviction Sam diventa il Punitore e fa una strage spesso senza senso. Come dissi nel post dedicato, va bene cambiare il tipo di gioco, specialmente visti gli eventi che hanno portato al quinto capitolo, ma non puoi distruggere il carattere di un personaggio, specialmente tanto famoso e amato.

Per Lara invece non c'è un cambio di carattere, in tutti i Tomb Raider si è fatta strada facendo fuori chi la ostacolava. In tutti i TR abbiamo sempre trovato una donna forte, determinata nel suo obiettivo, un maschiaccio a volte se volete, comunque una donna che sa quello che vuole e lo ottiene. Questo reboot non fa differenza e vediamo infatti la genesi della Lara che conoscevamo dai precedenti capitoli. Se all'inizio la giovane è spaventata per quello che le è successo, nel corso della missione prenderà sempre più coraggio e fiducia nelle sue abilità e dovrà venire a "compromessi morali" pur di salvarsi la vita. Le prime note del diario di Lara confermano quanto ho appena detto.

Come già detto la critica mossa a questo Tomb Raider è che perde quel fattore di "ricerca del mito" e si concentra più sul fuggire dall'isola.

Detto questo, a livello tecnico TR è magnifico.


Graficamente è ineccepibile e il paesaggio è abbastanza variegato anche se in alcuni punti mostra zone "inquietanti".


Se devo muovere delle critiche posso parlarvi del gameplay forse troppo "sbilanciato". In fin dei conti le parti platform sono ridotte all'osso. Molti, forse troppi salti, sono semplificati rispetto al passato. Le battaglie molto spesso sono un vero e proprio "handicap match" dove si è soli contro un orda di nemici. Anche gli enigmi, molto pochi e opzionali, sono veramente troppo elementari.

In definitiva un buon titolo che ha il difetto di essere poco Tomb Raider. Secondo me, ma probabilmente mi sbaglierò, se creavano un nuovo personaggio femminile, magari ispirato a Lara e presentavano bene il gioco, avrebbe venduto lo stesso. Molto del successo è dovuto al pesante nome che portava in copertina.

E arriviamo quindi al secondo capitolo del nuovo filone, Rise of The Tomb Raider.


La storia inizia dopo un anno dall'isola. Lara sta lottando per spiegare la sua esperienza nell'isola soprannaturale di Yamatai. Cercando risposte, risale a delle ricerche lasciate incompiute del padre Richard, riguardo il trovare la Tomba del Profeta e risalire alla città perduta di Kitež e la promessa dell'immortalità. Tuttavia, la compagna del padre, Ana, tenta di avvertirla come questa ossessione con la città perduta guidò l'uomo alla rovina e al suicidio.

Lara l'ignora ed organizza una spedizione nell'ostile Siria, sperando di scoprire la Tomba del Profeta di Costantinopoli, una figura chiave nella leggenda di Kitež. Anche se riesce a trovarla, la tomba è vuota, e Lara affronta l'organizzazione chiamata Trinità, ordine antico di cavalieri che ora esistono come un'organizzazione paramilitare che indaga sul sovrannaturale; guidata dal leader Konstantin. Lara riesce a fuggire e scopre un simbolo inciso nella tomba che collega ad un libro.

Insieme all'amico Jonah, la ragazza parte per la Siberia dove la posizione del libro potrebbe portare sia a Kitež, sia alla Sorgente Divina, che chiunque ne beve l'acqua, diventa immortale.

Da qui partirà la nostra missione, immersi nelle innevate distese della Siberia.

Dal punto di vista del gameplay questo secondo capitolo non si discosta troppo dal precedente. Tutte le meccaniche introdotte col gioco del 2013 restano invariate, escludendo le piccole correzioni già elencate in precedenza. 

Le cose che cambiano sono principalmente due:

1) I combattimenti sono molto più votati ad un approccio stealth. Vi giuro in certi punti ci ho visto i vecchi Splinter Cell. I nemici da affrontare saranno sempre tanti però non saranno mini eserciti come nel "primo" capitolo. Personalmente ho adorato l'introduzione delle prese da sott'acqua per annegare gli avversari.

2) Vengono re-introdotte delle massicce sessioni action tra arrampicate, salti in sequenza, e passaggi stretti tra burroni.

E' inutile negarlo, dopo pochissimi minuti si capisce di essere arrivati, finalmente, ad un vero Tomb Raider di nuova generazione. Questo Rise è il giusto compromesso tra lo svecchiamento introdotto col reboot e le meccaniche classiche dei vecchi capitoli.

Anche per la storia c'è un vero e proprio ritorno alle origini. Tutta la vicenda ruota attorno al mito del Profeta immortale e sulla ricerca, a volte estrema, sulla verità della Sorgente Divina.
Rispetto al primo capitolo c'è anche molto più spesso quel senso di solitudine. Come giustamente diceva un noto youtuber quando parlò del primo capitolo, la nuova Lara non era mai sola. Molto spesso dialogava con i sopravvissuti dell'Endurance, a volte di persona, a volte via radio.


Non vi nego che proprio queste interazioni via radio, unite ai campi base e ai focolari che servivano a ripararsi dal freddo, alla tenuta leggera della protagonista e alle sessioni in mezzo alla neve, mi hanno ricordato tantissimo il film Cliffhanger con Sylvester Stallone. Ve lo ricordate?


In quella pellicola Sly interpretava Gabriel "Gabe" Walker, un operatore del soccorso montagne rocciose che, minacciato da un gruppo di terroristi che tengono prigionieri i suoi amici, lo obbligano, senza equipaggiamento e in maniche corte, ad arrampicarsi per recuperare delle valigette piene di soldi. I terroristi terranno i contatti con Gabe tramite una ricetrasmittente.
Non vi nego che le scene dove Lara si ferma al campo base, mi hanno ricordato tantissimo il gioco per Megadrive/Super Nintendo che era stato tratto all'epoca, dove ogni livello terminava con Gabe che si riscaldava ad un focolare.



Questa sensazione viene espansa a dismisura in Rise dove, oltre all'ambientazione Siberiana, Lara dovrà scalare montagne ed evitare valanghe.


Come al solito divago, per cui torniamo all'analisi di Rise. Graficamente, per lo meno per la versione Xbox 360 che ho giocato io, è molto simile al precedente. I miglioramenti sono solamente strutturali nel gameplay. Devo dire che essendo un porting alla vecchia generazione di console si nota che i filmati hanno una risoluzione grafica migliore rispetto alle scene giocate. Questa cosa nel primo titolo non si notava.

Vengono introdotte delle missioni secondarie, presenti in due punti del gioco, che serviranno principalmente a far punti esperienza e recuperare qualche componente per le armi.

Un'altra cosa che mi è piaciuta è la presenza di una guest star famosa, ovvero l'orso che quest'anno si è conteso fino all'ultimo l'Oscar con Leonardo Di Caprio.


Scherzo ovviamente, però in un paio di situazioni, principalmente per accedere alle missioni secondarie o alle tombe da esplorare, dovevamo fare i conti con un "simpatico orsetto" che cercherà di farci le "feste" non appena arriveremo a casa sua.


Tra le cose cose che non ho apprezzato/capito è il continuo ansimare di Lara. Cioè, capisco che è ferita e quindi faccia fatica a muoversi, però nei momenti di approccio stealth, dove il silenzio è oro, la nostra amichetta inizia a sospirare o ansimare. Figa, stai zitta!!! sennò ti scoprono. Questo fattore è presente in tutti e due i capitoli.

Un'altra cosa che invece mi ha dato fastidio è la non possibilità di andare dove si vuole.
Mi spiego meglio. Nel primo TR mano a mano che procedevamo, recuperavamo vari potenziamenti obbligatori all'equipaggiamento. Questo equipaggiamento, oltre che per procedere nel gioco, servirà anche ad affrontare le tombe opzionali. In Rise invece alcune tombe opzionali le troveremo, ma spesso ci verrà detto che non potremo affrontarle perché manca il "tal equipaggiamento". Personalmente è una cosa che mi ha dato fastidio anche se alcune zone dovremo ri-visitarle in momenti diversi del gioco.

Altra cosa che non ho capito è la presenza... aspettate...

<SPOILER>


</SPOILER>

Le cose che ho apprezzato invece, oltre alle atmosfere che tornavano all' "Indiana Jones Style" e all'action, sono l'aumento della difficoltà e degli enigmi da risolvere. Come ho detto in precedenza in TR, gli enigmi erano banali e la difficoltà era abbastanza bassa (a livello normale). Qua gli enigmi sono interessanti da risolvere e la difficoltà generale è più alta, dovuto al fatto anche della parte "salti" molto più marcata.

Anche le armi sono più bilanciate. L'arco non è più l'arma definitiva. Sempre molto forte, ma in molte scene si opta per mitra o per il fucile a pompa.

Una cosa che mi ha infastidito è dovuta al fatto dei bug presenti nel titolo. Non so se dipenda dalla nuova tendenza di rilasciare i giochi "incompleti" oppure dovuti al downgrade nella versione Xbox 360, resta il fatto che all'avvio ho dovuto scaricare 650 mega di aggiornamenti. E pur dopo questo ho trovato bug, glitch e filmati che all'inizio vanno a scatti. Niente di preoccupante, intendiamoci, però mi ha dato fastidio.

Veniamo quindi alle conclusioni. La nuova Lara butta le basi ad una vera e propria nuova generazione di Tomb Raider, viste le scene post credits di Rise.
Il primo TR pecca principalmente perché perde l'idea di ricerca del mito tipica dei titoli dell'archeologa. Come dicevo ci troviamo più nei flashback di Arrow che nelle classiche avventure alla Indy.
Rise corregge tutti gli errori di sceneggiatura ma introduce dei fastidiosi bug, tipici della nuova generazione.

E' stato già annunciato che SquareEnix/Eidos stà già lavorando ad un "New Tomb Raider 3" che probabilmente sarà il secondo capitolo della trilogia iniziata con Rise.
Speriamo solo che non si inventino cose assurde e tengano fede al mito della signorina Croft e che si impegnino a creare un gioco piacevole ed interessante da provare, con stessa cura che avevano posto per il capitolo reboot.


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