sabato 29 aprile 2017

Le 13 Ragioni

 
“Ciao, sono Hannah, Hannah Baker. Esatto. Non smanettate su… qualunque cosa voi stiate usando per ascoltare. Sono io. Mangia qualcosa e mettiti comodo, perché sto per raccontarti la storia della mia vita. Anzi, più esattamente il motivo per cui è finita“.

Con queste parole si apre una delle serie televisive del momento, 13 (13 reasons why in originale), sbarcata su Netflix il 31 marzo di quest'anno.

La serie si basa sull'omonimo romanzo dello scrittore Jay Asher​.

Ma di cosa parla questa serie? beh le parole della stessa Hannah non lasciato troppo spazio ai dubbi.

Hannah Baker è una ragazza di 17 anni che frequenta la Liberty High. 


Per una serie di motivazioni, tredici per l'esattezza, decide di suicidarsi.

La ragazza però decide di lasciare 7 audio cassette dove, per ogni lato di ognuna, incide il racconto delle tredici ragioni per cui ha deciso di togliersi la vita.

Le cassette vengono quindi spedite al primo dei responsabili. Mano a mano che le cassette vengono ascoltate dovranno essere spedite al "prossimo della lista", in modo che ognuno di loro possa rendersi conto delle conseguenze dei loro gesti.

Hannah nelle registrazioni afferma che chi, per qualsiasi motivo, non volesse spedire le cassette al successivo o cercherà di distruggerle, una seconda copia verrà spedita alla polizia, tramite una persona fidata che avrà cura del materiale.

La storia incomincia quando Clay Jensen,


un ragazzo che frequentava la stessa scuola di Hannah, riceve le cassette.

I tredici episodi che compongono la serie quindi, racconteranno, una per episodio, le 13 ragioni del titolo.

Direi che è inutile spoilerare oltre, vi dico già subito che questa serie, principalmente per gli argomenti trattati, andrebbe vista da chiunque.

Senza dubbio questa volta Netflix ha voluto confezionare un prodotto molto diverso. Ha voluto si creare una serie che intrattenga il pubblico ma, che allo stesso tempo lo faccia riflettere.



Alcuni recensori hanno affermato che questa serie ha uno stampo di regia vecchio, che si sono trascinati quasi a stento per arrivare alla sua conclusione, e la visione va fatta quasi esclusivamente per i contenuti ed i temi trattati che per altre motivazioni.

Io non sono un regista, non me ne intendo di montaggio e sceneggiatura ma, detta francamente, non sono minimamente d'accordo.

Potrei essere d'accordo se parliamo del primo episodio che sicuramente è un po' più laborioso e lento a livello narrativo, perché deve introdurre la storia.

Ma direi che è anche normale. Escludendo questo fatto io avrei visto tutta la serie d'un fiato. Ogni episodio metteva in campo quei meccanismi che mi facevano immergere nella storia e mi invogliavano ad andare avanti.


Personalmente 13 reason why (non riesco a capire perché in italiano abbiano smorzato il titolo), è un grosso puzzle che ricostruisce tassello dopo tassello... o forse sarebbe più corretto dire cassetta dopo cassetta, la vita di Hannah.

Però come rovescio della medaglia ognuna delle tredici ragioni porta inevitabilmente alla distruzione della vita della ragazza.



Una cosa che ho apprezzato moltissimo è che ognuno degli episodi non ha un vero e proprio titolo, ma semplicemente in numero e il lato della cassetta che verrà ascoltata.

Questo ha evitato senza dubbio ogni tipo di spoiler che spesso anche una semplice "parola di troppo" nel titolo potrebbe portare lo spettatore ad anticipazioni sui fatti che stanno per avvenire.

Tutta la storia viene raccontata da due punti di vista. Da una parte avremo Clay che un po' alla volta ripercorrerà i luoghi raccontati dai fatti di Hannah, dall'altra vedremo la ragazza in prima persona vivere i fatti.


Molto bello il fatto di incrociare il passato raccontato da Hannah e il presente vissuto da Clay. I due tempi di narrazione spesso si intersecheranno e sarà solamente una diversa luce, più luminosa per il passato e più cupa nel presente, a far comprendere allo spettatore quale dei due sta vivendo. A dirla tutta ci sarebbe un secondo particolare che fa capire se stiamo vivendo il presente o il passato, ma sarebbe spoiler, per quanto minore.

E' inutile negare che nel corso della storia ci si affezionerà alla protagonista e a tutto quello che le accade.

Valutandole nel loro complesso, non tutte le tredici ragioni e i loro responsabili sono da punire. Tutti hanno la loro parte di colpa, ma vanno divisi in due gruppi ben distinti.

Può darsi che sia solamente una mia opinione, però alcuni fatti sono più comuni e tutti, prima o poi, ci abbiamo convissuto o dovremo conviverci.

Resta il fatto che piccole o grandi che siano, le tredici ragioni sgretolano poco a poco l'animo di Hannah, facendole perdere moltissime convinzioni sulla sua vita vissuta.


Hannah però non è sicuramente un personaggio debole dal lato emotivo, anzi. Nel corso della stagione vedremo quanto cercherà di venire in qualche modo fuori dalla fossa nella quale lentamente inizia a sprofondare.

Non vi nego che alcuni episodi mi sono rivisto nella protagonista, mentre in qualche altro frangente ero più vicino a Clay.

In fin dei conti è il cardine su cui vuole far riflettere la serie. Nel bene o nel male tutti ci riconosciamo in almeno uno dei protagonisti.

La serie tratta temi molto delicati, specialmente per un adolescente. Le amicizie, i primi amori, il rifiuto dei compagni di scuola, il bullismo, fino ad arrivare alla violenza sessuale e al suicidio.

Il tutto viene trattato con il giusto peso, senza però mai tirarsi indietro anche sugli argomenti più spinosi.


I tredici episodi che compongono la stagione a mio modo di vedere si dividono in due tronconi con l'episodio 8 come "ponte" e transizione tra la prima parte più "leggera" e la seconda molto più "pesante" emotivamente.

L'interpretazione di tutto il cast è ottima e molto convincente. Ogni protagonista è ben caratterizzato, ognuno di loro ha i suoi scheletri nell'armadio che piano piano emergeranno dal racconto inciso sui nastri.


Un'altra critica mossa nei vari commenti è questa storia è "teen oriented". E cosa dovrebbe essere, me lo spiegate? Racconta la storia di una ragazza adolescente e tutto di ciò che le ruota attorno. Mi sembra che alcuni degli argomenti trattati difficilmente siano stati gestiti in maniera così convincente come in questa serie.

Va quindi vista? beh, ve lo avevo spoilerato all'inizio. Si va vista e secondo andrebbe fatta vedere specialmente a dei ragazzi coetanei di Hannah, con una giusta discussione e approfondimento sugli argomenti.

Però il target non deve essere solo l'adolescente ma a volte anche l'adulto che dovrebbe avere la sensibilità di capire i segni che qualcosa che non va.

In fin dei conti un gesto, a volte innocuo per alcuni, potrebbe portare a conseguenze impensabili.

In rete si parla di una possibile seconda stagione. Personalmente è una cazzata enorme.
Sono convinto che alcune cose restino sospese, però onestamente allungare il brodo solamente per cavalcare l'onda del successo, farebbe perdere il messaggio che questa serie vuole portare.



lunedì 24 aprile 2017

Alex Mercer: The Prototype

 
Dopo le considerazioni cinematografiche dei precedenti post, passiamo al mondo dei videogiochi.
Questa volta recupererò un gioco vecchiotto ma, come ben sapete, recupero giochi random in epoche diverse dall'uscita.

Parliamo di Prototype, gioco creato da Radical Entertainment e pubblicato da Activision nel giugno 2009.

Ma perché provarlo e parlarne proprio ora? Come al solito è la curiosità ad averla fatta da padrone e, avendolo già a disposizione a casa (comprato non ricordo quando), ho deciso di dargli un'opportunità. Anche perché obiettivamente è un gioco su cui si investì parecchio all'epoca, vista la serie a fumetti lanciata insieme all'esordio del gioco, 
 

ma nessuno ne ha mai parlato.

Come mai? vediamolo insieme.

Partiamo dalla storia. L'azione ci catapulta subito su un "tutorial sul campo". In breve tempo dovremo sconfiggere dei militari utilizzando le nostre abilità.

Chi siamo, perché lo facciamo e qualsiasi altra informazione, in quel frangente, non ci è dato sapere.

Finita la prima scena verremo catapultati in un lungo flashback.

Il nostro nome è Alex Mercer

 
e negli ultimi giorni siamo cambiati. Cosa è successo non lo capiremo, e sarà la base portante su cui ruoteranno tutti gli eventi.

La poche sole cose che capiremo fin dall'inizio è che avremo guadagnato dei poteri e che non ricorderemo quasi niente del nostro passato.

Fermiamoci qua perché, come abbiamo detto, sarà il cardine che muoverà l'intera avventura.

Arriviamo quindi alle mie osservazioni.

A livello strutturale, siamo di fronte ad un sandbox sullo stile di un canonico GTA.
La nostra area di azione sarà la zona centrale di New York.

Rispetto ad un GTA non ci saranno quasi mai veicoli da rubare e questo sarà dipeso dalla nostra mutazione.
Infatti Alex è dotato di una serie di abilità quasi uniche. Super salti, possibilità di scalare correndo palazzi, forza aumentata.




Un supereroe insomma? direi di no. A me ha ricordato molto di più il Venom della Marvel. 


Infatti come l'accoppiata uomo/simbionte potremo modificare il nostro aspetto per camuffarci oppure estrarre artigli e lame dalle mani.


Beh, a dirla tutta, proprio per la presenza di artigli e lame più che Venom ricorda un altro simbionte.... Carnage.



Nel corso del tempo, compiendo le missioni principali e secondarie, guadagnaremo punti che potremo spendere per migliorare a aumentare le nostre abilità. Senza dubbio una delle più interessanti è la planata. 

 
Vi assicuro che correre, saltare, planare e non aver alcun tipo di ostacolo è una sensazione di libertà fantastica che difficilmente ho provato in un videogioco.

La storia e la struttura dell'intrigo è molto coinvolgente. Ricostruire un po' alla volta cosa è successo ad Alex e perché è diventato un mutante, è avvincente. Anche l'idea di assorbire i personaggi per recuperare vita, ma soprattutto abilità e memorie, ha il suo fascino.

Infatti buona parte della storia verrà scritta da alcuni personaggi, medici, militari, persone semplicemente coinvolte nei fatti che appariranno quasi casualmente durante i nostri "perigrinaggi" per la città.


Catturandoli e assorbendoli ne vedremo i ricordi tramite un breve filmato.

Ovviamente però c'è anche il rovescio della medaglia, e purtroppo è il vero perchè questo titolo non è rimasto negli annali.

Parliamo ovviamente del gameplay generale. Le missioni purtroppo saranno alla lunga ripetitive e le secondarie saranno semplicemente "scopiazzate". Alcune da Assassin's Creed dove dovremo correre a tempo per i palazzi o fare salti da grattaceli cercando di atterrare più vicino possibile al bersaglio. Divertenti le prime due/tre volte, alla lunga annoiano. Altre da un classico GTA, dove eseguiremo delle simil "violenze".

Un'altra grossa pecca è la gestione dei combattimenti. Purtroppo sempre più spesso proseguendo nell'avventura dovremo affrontare orde di nemici. Se da una parte potrebbe essere divertente, alla lunga diventa frustrante perché l'azione diventa caotica, a volte fin troppo. 

 
Però in questo caso posso spezzare una lancia a favore del titolo. Infatti ho notato che continuando a rifare una missione difficile, a lungo andare la difficoltà si abbasserà. Questa cosa l'ho notata contro i boss che diventavano più "malleabili" dopo svariati tentativi falliti.

Arriviamo quindi alle conclusioni. Personalmente è un peccato. Il gioco aveva un grosso potenziale ma alcuni, forse troppi, difetti lo minano. La storia è interessante e si arriva a far totale chiarezza dei fatti. Secondo me però alcuni personaggi vengono gestiti male e liquidati in maniera frettolosa.

Probabilmente se non avesse avuto un gameplay caotico contornato da una maggiore varietà nelle missioni, sarebbe stato molto più interessante.

Vale quindi la prova? Non lo so, a pochi euro potrebbe essere un'idea specialmente per la sensazione di totale libertà nel muoversi per la città.

Esiste un seguito, Prototype 2. 


Ma ne vale l'acquisto? Su questo non saprei. So solo che potrei recuperarlo a 9 euro.

Sono indeciso.


domenica 23 aprile 2017

Go Go Power Rangers


♫ Quando non sai come uscire dai guai, chiama al volo.... ♫

Siamo onesti, chi era adolescente negli anni '90 quasi sicuramente saprà finire questa canzone e avrà quasi sicuramente capito l'argomento di oggi.

Per gli altri.... beh... possono chiudere il post....

Ok, ok mi avete convinto, ve lo dico lo stesso. Oggi parliamo del film dei Power Rangers uscito a inizio aprile che, di fatto, è un reboot della serie storica degli anni '90.

Per chi non avesse mai sentito parlare del franchise della Saban Entertainment, partiamo da un po' di storia.
L'idea alla base è semplice e allo stesso tempo vincente.  Si prende una serie giapponese Super Sentai, quelle dei telefilm di supereroi , si tengono solo le scene di combattimento in costume e si ricrea la trama, sostituendo i personaggi originali con un cast totalmente americano. Nel 99% dei casi bastava prendere cinque ragazzi poco più che adolescenti pressochè sconosciuti per eseguire le "scene di trama" e le battaglie senza tute da combattimento.

E visto il successo clamoroso dell'idea, la Saban ci vive da tempo, creando ogni anno una nuova serie spesso totalmente a se stante dalla precedente.

Come forse molti ricorderanno si tentò di creare anche altri brand "simil alternativi" ai Rangers, come Super Human Samurai 



o i VR Troopers


ma spesso con scarsi risultati.

Ma come al solito sto deragliando il discorso.

Arriviamo quindi alla storia recente, nel 2016 vengono mostrate le prime foto del progetto che subito scatenarono meme....




...in effetti il nuovo design dei costumi era molto diverso da quello "canonico" delle serie televisive.

Un'altra cosa che scatenò meme a non finire fu l'annuncio dell'unico attore noto al grande pubblico, ovvero Bryan Cranston, il Walter White di Braking Bad, che interpretava il ruolo di Zordon



la testa parlante che conferiva i poteri al quintetto originale e dispensava consigli per vincere le battaglie.




E così finalmente arriviamo al 6 aprile, giorno ufficiale dell'uscita. Sarò sincero, all'inizio non ero convintissimo di questa pellicola, in fin dei conti era molto probabile potesse essere una minchiata atroce.... tipo il reboot dei Cavalieri dello Zodiaco.... su cui è sempre giusto dimenticare.

Però le prime impressioni degli Youtuber che seguo lo promuovevano. Non un capolavoro, però un film godibile e che ci riimmergeva nell'adolescenza quando ci fiondavamo davanti alla televisione per la nuova puntata.

E via allora, insieme al compagno di avventure dell'orribile film precedentemente citato, e minacciato dallo stesso se si fosse rivelata una nuova ciofeca, si va.

La cosa che subito è saltata all'occhio ad entrambi erano due anziani signori in sala. Fan storici del brand? selezione random del film da vedere? non ci è dato sapere.

Perché ho voluto sottolineare questa cosa? Perché onestamente ci si aspettava che lo spettatore medio fosse di due tipi:

1) Chi come noi che ha seguito una o più serie dei Rangers televisivi ed era curioso della trasposizione cinematografica.

2) I classici bambini random.

Ma torniamo al film. Onestamente non ricordo come iniziasse la prima puntata della serie del '93 però qua si parte dall'era Cenozoica con un gruppo di Rangers che persegue la missione di proteggere il Cristallo Zeo, fonte della vita sulla Terra. Il gruppo però viene tradito da uno dei suoi membri, e pertanto il leader, dopo aver nascosto la fonte dei poteri dei Rangers, le Monete del Potere, ordina al robot alleato del gruppo, Alpha 5



di inviare un meteorite sulla Terra per sconfiggere il membro traditore al costo della sua vita e di quella dei dinosauri.

Arriviamo quindi al presente dove un po' alla volta conosciamo i nuovi "vecchi" protagonisti.  



Come al solito è inutile spoilerare oltre la trama.

Veniamo quindi alle mie considerazioni.

Come dicevamo all'inizio, questo film vuole essere un vero e proprio reboot della serie storica del '93. I nomi dei cinque protagonisti infatti rimangono invariati. Escludendo però questo collegamento tutto il resto viene riadattato ai tempi moderni.

Una cosa che salta subito all'occhio è che non siamo più di fronte a cinque star della scuola o i classici bravi ragazzi, ma a dei ribelli.

Che poi forse anche questa affermazione non è proprio corretta, ma è una cosa che verrà spiegata in un secondo momento nella storia.

Siamo onesti, un cambiamento di questo tipo nella storia era d'obbligo. I Rangers originali erano un pochetto troppo stereotipati.

Avevamo il bello della scuola, Jason, il ballerino afroamericano Zack, l'appassionata di arti marziali asiatica Trini, il genietto Billy e la bella ginnasta Kimberly.




I Rangers moderni sono più adatti ai nostri tempi, è innegabile.

Un'altra, giusta modifica, è la gestione della storia. Nei telefilm difficilmente ci si concentrava sui personaggi e sulla loro evoluzione, per lo meno nella maggior parte degli episodi. Il fulcro erano le battaglie e i combattimenti in costume.

Qui invece tutto parte con calma, introducendo un po' alla volta i cinque eroi, il loro background e gli eventi che portano alla loro conoscenza.

Qualcuno ha detto che questa parte era abbastanza lenta. Personalmente non ho trovato così pesante la prima fase della pellicola ma anzi ho apprezzato il fatto di presentare e caratterizzare col giusto tempo i ragazzi.

E' inutile negare che alcune scene, specialmente quelle dopo il recupero delle monete del potere, siano citazioni di altre pellicole a tema superoistico. Posso anche raccontarvelo perché lo si vede anche nel trailer ufficiale, ma è palese che la scoperta dei poteri sia simile a quella analoga del primo Spider-Man di Raimi.



Un'altra scelta azzeccata è stata quella di dare un tenore sempre abbastanza sopra i toni. Spesso e volentieri vengono messe battute con velati riferimenti alla cultura o pop o ad altri blockbuster, il tutto ben dosato e senza mai esagerare.

Anche alla cattiva della storia viene dato il giusto peso. 



Anche in questo caso il personaggio viene introdotto con la giusta calma e sviluppato col giusto ritmo. La sua rigenerazione in qualche modo mi ha ricordato il film la mummia.

I problemi forse vengono nella seconda parte della pellicola, ovvero all'attivazione degli Zords e ovviamente nella creazione del classico Mammazord.... scusate Megazord. Perchè dico questo? non tanto perché siano gestiti male, ma perché sono bruttarelli da vedere, per non dire che alcuni fanno proprio schifo. Senza dubbio quello fatto peggio è il Mammuth nero che, siamo onesti, ricorda più uno scarabeo. 





Poi c'è anche lo Pterodattilo rosa che sembra più un aereo.




 

Ciliegina sulla torta il Megazord




palesemente ispirato sia agli Jaeger di Pacific Rim 


sia all'Optimus Prime 


dei film di Micheal Bay, ma obiettivamente brutto da vedere.

Anche in questo caso è giusto sottolineare quanto proprio Pacific Rim abbia influenzato il funzionamento degli Zords prima e del Megazord poi. Infatti i Rangers sono connessi con una specie di collegamento neurale al sedile dei veicoli. Successivamente, quando viene generato il robottone, viene marcato il fatto del lavoro di squadra da parte del team, visto che ognuno di loro gestisce un arto del Megazord.

Sarò onesto, essendo storico appassionato di robottoni, la cabina di pilotaggio 



più che gli Jaeger hanno ricordato gli Evangelion 


o il Daimos.






Tiriamo quindi le somme.

Un reboot ben gestito per lo storico franchise Saban. Senza dubbio dare una svecchiata al brand era d'obbligo. La storia viene ben gestita e i cambiamenti della vicenda mi sono piaciuti.

Tutti  protagonisti sono ben caratterizzati e quello che rimane più impresso è senza dubbio Billy



Per una volta anche il cattivo ha il suo giusto spazio e la giusta impronta.

Si nota tantissimo l'influenza di molte pellicole. Oltre a quelle già citate in precedenza, ho visto molto nell'inizio della storia e nel fatto della trasmissione dei poteri da una generazione all'altra, un omaggio al corpo delle Lanterne Verdi della DC. 








E' innegabile che in questa trasposizione i Rangers ricordino molto la polizia intergalattica della DC. Anche il fatto che le monete abbiano "scelto" i ragazzi, si ricollega alle origini di Hal Jordan 



quando viene scelto dall'anello.

<SPOILER>




</SPOILER>

Molto interessante la predilezione di soffermarsi maggiormente sui ragazzi, sul loro background, sul loro essere dei perdenti, ma che con il loro spalleggiarsi l'un l'altro, riuscire a venire fuori da qualsiasi situazione.

Senza dubbio la scena del falò è quella che meglio rappresenta il tutto.

Forse avrei preferito una gestione migliore del combattimento finale, troppo frettoloso dal momento della creazione del Megazord.

Non lo so, ma avrei preferito una qualche scena dove i cinque essendo in difficoltà trovano una qualche forza che permettesse l'unione nel robottone finale. Invece si è deciso per la fusione degli Zords senza troppe spiegazioni.

Molto bello il cameo di due storici volti del cast. 






Personalmente Jason David "Tommy" Frank non poteva mancare, essendo il vero veterano della serie.

Non vi nego che in qualche momento ho sperato di vedere il vecchio Jason (
Austin St. John)


come padre del nuovo, un po' come è successo nella serie The Flash dove John Wesley Shipp, il Barry Allen della serie degli anni '90, 


è il padre del nuovo Barry.

Però vabbè queste sono un po' manie da nerd.

Molto divertente la scena  a metà titoli di coda, principalmente studiata per i fan.

Una cosa che non ho capito nella scena finale... ma qui

<SPOILER>



</SPOILER>


Quindi in conclusione un film che potrebbe essere la rivelazione del 2017, più che altro perché siamo andati in sala con basse aspettative e siamo rimasti piacevolmente colpiti.

Sicuramente non un capolavoro irrinunciabile, ma sicuramente un film d'azione che intrattiene nelle sue due ore di svolgimento e che strizza l'occhio ai fan storici che potranno apprezzarlo a pieno visti i molti easter eggs sparsi qua nella pellicola.

Che dire, GO GO POWER RANGERS