Proviamo
oggi un esperimento.
Cercherò
di mettere a confronto le tre anime di una delle opere più famose di
Go Nagai.
Darò
quindi le mie opinioni su Mao Dante, mettendo a confronto il manga
originale del '71, opera in 3 volumi mai conclusa,
l'anime di 13
episodi del 2002 (in Giappone)
e il manga reboot , Shin Mao Dante, in
quattro volumi (sempre del 2002/2003).
Chiaramente
spoiler sulle macro trame.
Partiamo
dalla storia.
Ryo
Utsugi è un comune ragazzo di all'incirca vent'anni.
Di notte ha
degli spaventosi incubi dove vede un mostro gigantesco che lo chiama
a se.
Da
qui partiranno le avventure di Ryo e la scoperta sulla reale entità
del mostro.
Per
molti versi le tre sfaccettature dell'opera, escludendo i finali,
seguono le stesse traccie e le stesse basi, ma si evolvono in maniera
molto differente.
Se
infatti il manga del '71 delinea in maniera rapida e concisa le linee
guida della storia senza perdersi in troppi dettagli, l'anime decide
di ampliare molti aspetti lasciati vaghi in precedenza e che, in
qualche modo, diventano anche la base della versione reboot, che ne
modifica però alcuni aspetti.
Quindi
le tre opere, nel bene e nel male, sono in qualche modo, amalgamate
tra loro.
Senza
dubbio quella che mi ha colpito di più è il manga originale. Pur
avendo ammesso più di qualche volta che il tratto Nagaiano non mi
abbia mai convinto troppo, è però il suo modo di narrare la storia
che coinvolge il lettore.
Purtroppo
però, come dicevamo all'inizio, quest'opera è rimasta incompleta.
Onestamente è un peccato, perché mi sarebbe piaciuto vedere come il
maestro Nagai avrebbe deciso di portarla a termine nel '71, viste poi
le tematiche "scottanti" raccontante.
Veniamo
all'anime. Senza dubbio in tredici episodi della durata di 20-25
minuti si ripercorre, si amplifica, e si da una conclusione al manga
lasciato a metà. Nel guardare la serie però ho notato una cosa,
manca quella cattiveria e quello stile tipico del manga originale.
Sarà
dipeso dai dialoghi italiani, sarà dipeso anche da un'evidente
censura del prodotto (molto spesso si vedono scene oscurate per
evitare la violenza e la crudezza delle stesse), sarà dipeso dalla
regia stessa degli episodi, però manca completamente lo stile
Nagaiano.
A
volte bisogna ammettere che certe scene rasentano il ridicolo.
Parliamo
dell'episodio 6 - Presagio, dove il gruppo della confraternita di Dio
vuole aprire la porta dove riposano i Quattro Grandi Distruttori.
Perché
ridicola? perché il capo dell'unità sa benissimo cosa si cela
dietro la porta ma vuole, in tutti i modi, aprirla.
E
quando ha fatto? beh è spaventatissimo dai quattro demoni e cerca di
ucciderli. Beh complimenti.
Se
andiamo più avanti con la storia arriviamo all'episodio 9 - Dedalo,
dove Saori, sorella di Ryo, cercando su Internet trova il sito del
Labirinto di Lamia molto chiacchierato dai media.
E
qui? beh semplice, una specie di realtà virtuale dove Saori sparisce
per ritrovarsi in un castello dove Ryo arriverà col teletrasporto.
Onestamente
avrei preferito una scelta più interessante. Saori cercava
informazioni su Internet e manipolata dai poteri di Lamia, veniva
condotta al castello.
E
l'episodio finale? dove Ryo, ormai conscio di essere Dante affronta
in battaglia Eva e come nei migliori anime supereroistici, ingloba i
poteri degli altri demoni diventando dorato.
Dragon
ball rules....
Veniamo
quindi al reboot Shin Mao Dante. Una cosa che non ho sopportato è
raccontare la storia al contrario partendo quindi dalla genesi dei
demoni.
Perché?
sinceramente, per quanto sia un'opera che si prefissava di chiudere
l'opera incompiuta del '71, è anche un reboot della stessa. Se fate
attenzione anche i nomi dei personaggi sono inspiegabilmente
cambiati, come la sorella del protagonista che diventa Aya invece che
Saori.
Molte
delle idee e molti personaggi estratti dall'anime, vengono riversati
anche in quest'opera seguendo però traiettorie diverse.
Anche
questa nuova rilettura arriva ad una conclusione, anche se molto
diversa e negativa rispetto a quella dell'anime.
Come
molti hanno descritto, quest'opera, specialmente il manga del '71, è
un vero e proprio prequel a Devilman. Inutile negarlo. Moltissime
delle idee e dei concetti si ritroveranno nell'opera con protagonista
Akira Fudo.
Anche
il design di Ryo nella "trasformazione intermedia" è un
proto Devilman.
Arriviamo
quindi alle conclusioni.
Cosa
vale la pena recuperare? a mio parere sicuramente il Mao Dante del
'71 consci però del fatto che l'opera è priva del finale.
Senza
dubbio delle tre incarnazioni è quella più affascinante e, per
quanto sbrigativa nel suo svolgimento, mette sul piatto dei concetti
molto inusuali e, se vogliamo, blasfemi, specialmente per la
religione cristiana.
In
fin dei conti quando arriverete alla verità su Dante e sul perché
si erga a paladino e re dei Demoni, non potrete fare a meno che
tifare per lui.
Letta
e pubblicata qua da noi, l'opera del '71 avrebbe fatto scandalo e
avrebbe messo una croce sull'eventuale arrivo di qualsiasi altra
opera di Go Nagai, indipendentemente dal genere.
Un
opera che prende spunto da alcuni libri del Vecchio Testamento e ne
fa vedere i fatti sotto un'altra prospettiva che, dite pure quello
che volete, così raccontati hanno il loro fascino.
Volete
però vedere come si conclude la storia? avete due alternative. Il
"good" ending dell'anime, e il "bad" ending del
manga reboot.
Quindi
tre anime della stessa opera, aventi le stesse basi strutturali, ma
con tre svolgimenti molto diversi tra loro ma che, in qualche modo,
sono complementari.
L'unico
rimpianto è non poter avere la conclusione dell'opera originale,
secondo me diversa da entrambe le opere degli anni 2000, perché
secondo me nel corso di 30 anni i pensieri e le idee di una persona
cambiano.
Mi
sbaglierò e probabilmente non lo sapremo mai.
See
you next
Grazie, molto interessante specie per chi sta valutando l'acquisto
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