mercoledì 6 luglio 2016

Perchè certi film, telefilm e videogiochi funzionano e altri no?


Vi siete mai chiesti perché un film, videogioco, una serie televisiva per voi funziona? no?
Io da qualche tempo a sta parte, forse proprio perché mi piace nei miei post dare il mio punto di vista su questo o quell'argomento, inizio a farmi un'idea abbastanza concreta.

Qualcuno, accennando sull'idea per questo post mi disse: "eh si, ha parlato Spielberg". Qualcun altro ad un veloce riassunto del mio pensiero sul film X-Men Apocalisse mi scrisse "Ma sei un regista?perché mi preoccupi tanto.."

Già, non sono un regista ma di film, ma di serie ed affini ne ho visti in tutti questi anni e penso di sapere cosa mi piace e cosa no, capendo al meglio cosa funziona e cosa no. Non ne siete convinti? FREGA CAZZI!!! oggi parliamo di come dovrebbe, SECONDO ME, essere gestita una qualsiasi opera senza che ti spacchi le palle dopo tre minuti.

Partiamo dai tre cardini:

1) I personaggi
2) La storia
3) La sceneggiatura


Tutto quello che ci va dietro devono essere CONSEGUENZE di questi tre capisaldi. Sono anche convinto che non sempre tutti gli elementi devono coesistere all'interno dello stesso film, infatti vedremo esempi dove la storia batte la caratterizzazione dei personaggi e viceversa.

Andiamo con ordine partendo dai personaggi.

Come ho sempre detto meglio pochi, ben delineati, che tanti "a cazzum". Questo perché nell'arco di due ore (mediamente) di film o nell'arco di una stagione televisiva o caratterizzi tutto e non ti dedichi alla storia da raccontare, o crei protagonisti vuoti e ti concentri su altro.
Difficilmente si deve sbagliare questo approccio, sennò rischi di fare come nella serie Revenge dove continuavano ad apparire personaggi random usati in maniera generica, solo per riempire i buchi oppure nel già citato X-Men Apocalisse dove non c'era caratterizzazione di molti dei protagonisti.
Un personaggio deve essere costruito e presentato allo spettatore con il giusto "ritmo". Va presentato, caratterizzato a fronte di dialoghi, mostrata la sua "moralità" e le sue convinzioni. Bisogna spiegare perché si comporta in un certo modo, magari con flashback visivi o semplicemente raccontati.
Anche i cartoni animati che tanto hanno bistrattato e ci hanno sempre venduto come "cosa da bambini" caratterizzava bene i personaggi. Perché tutt'oggi molti si ricordano di tizio o di caio che appariva in questa o quella serie? per la sua caratterizzazione, non sempre per la storia.

Facciamo qualche esempio. Partiamo da una serie che magari mi compete poco perché non mi ha mai interessato, Holly e Benji. Perché tutti ricordano Mark Lenders?


per come era caratterizzato, per il suo carisma e per il suo modo particolare di indossare la divisa. Lo svolgimento della storia? non credo fosse importante, in fin dei conti parliamo di un campionato di calcio, che può avere partite spettacolari, che può essere avvincente, ma non ha una storia che ti colpisce per la sua profondità.
Continuiamo con gli esempi sportivi ma prendiamo una serie che ho amato, Slam Dunk. Anche qua, chiunque lo abbia seguito non era, parlo per me, interessato alla storia nel suo svolgimento. In fin dei conti parli di una stagione di un campionato di basket liceale, per quanto romanzato e spettacolarizzato. Quello che colpiva erano i cinque membri dello Shohoku e la loro determinazione nell'arrivare al risultato.


Chiaramente non solo loro, anche i loro avversari erano dannatamente ben caratterizzati, tanto che il mio personaggio preferito resta Akira Sendoh del Ryonan,


forse perché era quello che andava un può fuori dai classici stereotipi.

Se ci pensate bene ci sono personaggi talmente carismatici che sono amati o odiati molto di più dei protagonisti stessi. Forse uno degli esempi più eclatanti sono i dodici Cavalieri d'oro della serie "I Cavalieri dello Zodiaco".


In fin dei conti ognuno di loro ha due/tre episodi dove è protagonista. Però dubito che chiunque abbia visto la serie non riesca a darmi un tratto distintivo di ognuno dei 12 "antagonisti" dei "bronzini" di Atena.

Se guardiamo sul lato film o serie televisive, gli anni '80 sono stati una fucina di personaggi amati e ricordati tutt'ora. Perchè secondo voi Hollywood tenta, spesso inutilmente, di riportare in auge quei personaggi?
Esempi? Beh, Axel Foley, protagonista indiscusso della trilogia Beverly Hills Cop.


Ma anche John Mcclane, il "Die Hard" per eccellenza.



Per non parlare di quell'Indiana Jones


che è stato la base per creare non uno, ma ben due personaggi dei videogiochi a lui ispirati. La signorina Lara Croft

 e Nathan Drake


vi dicono niente?

Se invece analizziamo il lato libri quale migliore esempio del personaggio più famoso creato da Sir Arthur Conan Doyle ovvero Sherlock Holmes?


Qua di personaggi che si ispirano al famoso investigatore e nei suoi modi di fare ce ne sono veramente tantissimi, dimostrazione che è un personaggio dotato di una forte caratterizzazione e tratti distintivi. Non vi pare?

Passiamo al lato storia.

Qua bisogna valutare che genere di storia vuoi raccontare, visto che ogni tipologia ha delle sue "regole". Bisogna però sempre avere l'obiettivo di non annoiare lo spettatore. Dalla mia esperienza personale le storie vengono raccontate in tre modi.

A) Metodo diretto, dove la trama ha uno svolgimento lineare. Si parte da un punto di inizio e si arriva ad una conclusione. Ci possono essere dei flashback, dei salti "temporali in avanti" del tipo, un anno dopo, ma lo svolgimento resta lineare. Il 95% dei film segue questo approccio.

B) Partenza a ritroso. Si parte da un momento vicino alla fine dei fatti e tramite un flashback lungo quasi tutta la storia, si racconta tutti gli eventi che hanno portato a quello specifico momento . Secondo me questo tipo di approccio era più usato una volta, molto meno spesso nei tempi recenti. Due esempi su tutti, l'amato e odiato Daredevil del 2003 con Ben Affleck


oppure il leggendario Monkey Island 2


di casa Lucas.

C) Il racconto in parallelo. A memoria questo tipo di approccio l'ho visto usato in maniera massiva solamente nella prima stagione della serie Orfani.


In pratica ogni numero veniva diviso in due sessioni distinte, la prima nel passato, dove si introduceva di norma un personaggio e si mostrava parte del suo addestramento, e l'altra nel presente con i personaggi ormai cresciuti e al centro della guerra contro gli "alieni". Il vantaggio di questo tipo di approccio è dare una caratterizzazione del personaggio basata sui fatti che lo hanno "forgiato". In fin dei conti non si dice: "siamo il risultato delle nostre scelte/azioni/esperienze"? quale miglior modo di dimostrarlo facendone vedere i punti salienti?
Secondo me l'approccio di Orfani è giusto se applicato ad un opera che ha un certo "respiro". Quindi una serie a fumetti piuttosto che un telefilm. In un film questo stile di racconto non ha molto senso perché si toglierebbe tempo ad altri fattori della storia.

Arriviamo quindi a quella che molto spesso è la nota dolente di un'opera, la sceneggiatura.
Lo scopo della sceneggiatura quale deve essere? dare un senso logico allo svolgimento della storia che si vuole raccontare, introdurre e caratterizzare i personaggi, cercando di non perdersi nel finale.
Mi sono accorto che purtroppo molto spesso questa ultima affermazione viene spesso verificata. Un film, una serie, un fumetto, un videogioco partono bene, si evolvono in maniera efficiente ma... si arriva ad un finale di merda, assurdo senza logica, buttato li.
La sceneggiatura di un'opera deve essere coerente con la storia che vuoi raccontare, non deve portare a buchi di trama dove c'è il classico salto "di palo in frasca", deve accompagnare lo spettatore alla fine spiegando e concludendo le varie sotto trame, misteri e quant'altro ha aperto nel corso della storia che viene raccontata.
Chiaramente una buona sceneggiatura deve essere anche funzionale all'obiettivo del media.

Vediamo due esempi, uno di sceneggiatura perfettamente strutturata e l'altra piena di errori. Scontato, ma non poteva essere diversamente, uno dei migliori esempi recenti di sceneggiatura è la serie Breking Bad.


La storia di Walter e Jesse inizia lenta, come dissi all'epoca, però non ha nessun buco nello suo svolgimento. Un lunghissimo film diviso in "62 atti" talmente scritto bene che non necessitava nessun tipo di "riassunto delle puntate precedenti".
Invece veniamo alle note dolenti. Personalmente uno degli esempi più recenti di sceneggiatura "totalmente da riscrivere" è la serie The Event, tanto che ha chiuso dopo un'unica stagione.



Perché? beh semplice per la struttura degli episodi. Ogni singolo episodio è un mischiotto tra presente, passato, presente e passato ancora più remoto.
Si parte da una scena, nel presente e pochi minuti dopo, 5 anni prima. In prima battuta pensai che fosse il classico telefilm con "partenza a ritroso". Invece no, conclusa la spiegazione del flashback si torna al presente, per poi tornare al passato, 7 anni prima questa volta. Io ho avuto il coraggio di vedere tutta la stagione e buona parte degli episodi era un continuo ping pong tra presente e passato creando spesso una confusione assurda. Negli ultimi episodi, probabilmente perché gli sceneggiatori si sono accorti (troppo tardi) dell'errata scelta di narrazione, si torna all'impostazione classica, ma ormai era troppo tardi. Personalmente se lo guardiamo puramente dal lato della storia, secondo me poteva diventare una serie interessante. In fin dei conti metteva in piedi un thriller pieno di misteri. Quindi in questo caso una sceneggiatura pessima ha "corrotto" una storia potenzialmente valida.

Un esempio cinematografico di storia interessante ma sceneggiata "a cazzum" è il film Lucy di Luc Besson sul quale mi dilungai a sufficienza due anni fa ormai.

Un altro film che poteva avere un'idea interessante ma è stato sceneggiato male è Vantage Point: Prospettive di un delitto.


Il tutto verte sul su un summit sulla guerra al terrorismo a cui è prevista la partecipazione del Presidente degli Stati Uniti a Salamanca in Spagna. Poco prima di iniziare il discorso, nella piazza gremita di gente, il presidente viene colpito da un colpo di fucile che genera il caos. A quel punto la storia torna indietro e mostra la prospettiva di otto persone che erano presenti all'accaduto. L'idea come dicevo è interessantem però si vedono troppe volte le stesse scene, le stesse immagini, anche se da inquadrature diverse. Il tutto porta alla verità, però lo spettatore è annoiato a rivedere troppe volte lo stesso momento. Non lo so ma forse un'opera a maggior respiro, magari una miniserie, poteva rendere meglio il tutto.

Ci sono casi, questo specialmente nei telefilm visto il loro lungo protrarsi negli anni, dove si inizia con una buona storia e buoni personaggi, per poi perdersi non sapendo più cosa raccontare.
Esempio lampante? Dexter.


Come forse sapete, il signor Morgan era un personaggio atipico. Sicuramente non era un buono, visto che uccideva, ma da un lato lo faceva a fin di bene, uccidendo solo "chi se lo meritava". Il personaggio nasce dalla penna di Jeff Lindsay e visto il grande potenziale dei romanzi a lui dedicati, viene successivamente convertito in una serie televisiva. La prima stagione seguendo al 90% la trama del romanzo è una bomba, perché mette su schermo un antieroe perfettamente caratterizzato e per il quale non puoi farne il tifo. La stagioni successive si distaccano quasi completamente dalla versione cartacea creando un universo narrativo a se stante. Il punto forte di Dexter è creare un buon connubio tra personaggio e storia, non allungando il brodo, vista la durata di 12 episodi a stagione, e concludendo sempre la trama principale. La quarta stagione personalmente è la perfezione, visto che viene introdotto un antagonista carismatico quanto il protagonista, viene gestita una storia che è un crescente di ritmo e coinvolgimento, dando un finale che è un pesante pugno allo stomaco al telespettatore. Purtroppo però dalla quinta stagione c'è un progressivo calo di ritmo e scelte discutibili nella gestione dei personaggi. Questa curva discendente diventa in poco tempo un crollo verticale arrivando ad una ottava stagione ignobile con un finale che ha fatto "porconare" tanti, non solo me.

Se guardiamo dal lato cinematografico un esempio simile lo abbiamo con la saga di Hunger Games.


Un primo capitolo coinvolgente per quanto la trama di fondo sia similare al manga Battle Royale,


un secondo capitolo superiore al primo e poi il capitolo finale, diviso in due parti, che porta ad un finale forse troppo forzato e chi mi ha lasciato un po' così.
Spero di sbagliarmi ma è una cosa che succederà anche con la saga di Maze Runner.


Un primo episodio fantastico, pieno di quesiti e misteri, per passare ad un secondo capitolo che perde molto di quel fascino.

Fortunatamente ci sono esempi di storie che migliorano con il procedere degli eventi e si concludono in maniera ottimale.
Due esempi su tutti, Under The Dome


 e Limitless.


La prima è senza dubbio una delle migliori serie che ho seguito negli ultimi anni. Personaggi ben caratterizzati, misteri, svolgimento della storia coinvolgente e una conclusione che chiude tutti i misteri ma lasciava una porticina aperta per un possibile seguito.
Limitless invece è l'esempio che un buon film può essere espanso in una buona serie televisiva pur cambiando i protagonisti. Se il film era incentrato infatti sulla figura di Eddie Morra (Bradley Cooper) e sul suo radicale cambio di vita tramite l'assunzione dell'NZT, la serie si concentra sulla figura di Brian Finch (Jake McDorman). Se da una parte l'idea di fondo sia la stessa del film la vera forza di Limitless, specialmente nella seconda metà della stagione, è far ricredere lo spettatore sulla figura di Morra e sulle sue reali intenzioni. Purtroppo dopo una sola stagione la serie chiude, però non vengono lasciati punti in sospeso a livello di trama.

Un'altra serie che merita menzione, per la trama un po' diversa dal solito che però ha chiuso dopo un'unica stagione lasciando anche qualche dubbio è Flashforward.



« Il 6 ottobre, il pianeta è andato in black-out per due minuti e diciassette secondi. Tutto il mondo ha visto il futuro. »
Queste le parole di introduzione agli episodi. Personalmente l'ho trovata una serie piena di suspense e mistero. Tutto viene risolto e rivelato, ma la fine lascia qualche dubbio. Sono sicuro che era un telefilm che non poteva continuare in eterno, però una seconda stagione per chiudere meglio alcuni punti in sospeso ci stava.

All'inizio si parlava del fatto che non sempre buona storia e personaggi ben caratterizzati debbano sempre convivere in un'opera di qualsiasi genere.
Vediamo due esempi su tutti:

Personaggi che battono storia, senza dubbio Colpa Delle Stelle.

 
E' inutile negarlo, chi ha visto il film ha fatto per forza il tifo per Hazel Grace Lancaster e Augustus Waters e la loro storia d'amore. Entrambi ben caratterizzati e carismatici ai quali, obiettivamente, era molto difficile non affezionarsi. La storia se la guardiamo bene è molto semplice, visto che racconta alcuni mesi della vita dei due ragazzi. Il tutto viene narrato sempre con la giusta leggerezza ricordando però sempre allo spettatore la condizione di criticità dei due protagonisti.

Se guardiamo altri esempi di personaggi che battono la storia continio a ribadire che gli anni '80 sono stati una fucina interminabile di eroi.
Per onore di menzione non si può non citare la coppia Bud Spencer e Terence Hill e i loro film infarciti di risate e scazzottate (anche se molti dei loro film famosi sono degli anni '70).


Come sapete il "gigante buono" ci ha lasciati qualche giorno fa e mi sembrava doveroso per lo meno citarlo in questo excursus sui film.

In tempi più recenti citerei solo i film con protagonista Jackie Chan, eroe degli "action movie spensierati" sulle arti marziali. I suoi film non sono mai "elaborati" a livello di trama ma mettono sempre sullo schermo un protagonista carismatico che ti resta impresso. Secondo me il suo miglior film è Rush Hour: due mine vaganti, quando ha fatto coppia con il logorroico Chris Tuker.


Quello è un ottimo esempio di film di entertaiment che mette sullo schermo una coppia abbastanza atipica. Magari non è un film memorabile però diverte e lo rivedi volentieri.

Personalmente un altro attore che trovo abbia creato molti film di puro entertaiment è Adam Sandler.



Moltissimi a Hollywood l'anno sempre criticato e molto spesso i suoi film gli hanno spesso fruttato critiche non troppo positive. Però personalmente i suoi film, per lo meno quelli comici, mi hanno sempre divertito e anche quel Pixel del 2015 che gli ha dato la candidatura come peggior attore protagonista, pur con qualche buco di sceneggiatura, mi ha fatto passare una spensierata ora e mezza.

Ditemi quello che volete ma preferisco un film piacevole che mi strappi qualche risata piuttosto che un mattone che mi faccia addormentare o che non mi dica nulla.
Volete degli esempi? beh ma andiamo anche su terreno fresco, visto che li ho visti di recente.

Parliamo di Lei (Her)


del 2013 e di Lost In Translation


del 2003. Questi sono gli esempi di due film che PER ME, non funzionano. Perchè? per il semplice fatto che mi hanno annoiato, ma da morire.

Vediamoli singolarmente partendo da Her. Siamo in un futuro non troppo lontano dove i computer diventano sempre più fondamentali nelle nostre vite. Il protagonista che, come diceva anche il Dottor Manhattan è Maurizio Nichetti,


uno scrittore di bigliettini. Solitario, vive una vita ordinaria scottato dal divorzio con la moglie. Un giorno, grazie ad una pubblicità decide di acquistare il nuovissimo sistema operativo OS 1 un'intelligenza artificiale senziente che si evolve adattandosi alle esigenze del cliente. Chiaramente Maurizio.... scusate Theodore (il protagonista) sceglie l'interfaccia femminile chiamandola Samantha e iniziando a chiacchierare con lei. Idea originale, lo ammetto, ma porca troia in due ore di film non succede una madonna. Lui va al lavoro, dialoga con Lei, chiacchierano del più e del meno, della sua giornata in ufficio e delle varie cose della vita. I due diventano sempre più intimi tanto che lui perde letteralmente la testa per la voce del computer. Però la storia è piatta, piatta cazzo!!!. I due personaggi li trovati anonimi, non mi sono affezionato minimamente a loro, per me Lei poteva prendere un mega virus e lui morire sotto un tram che non mi avrebbe fatto ne caldo ne freddo. Noia, noia e noia. Ho visto la fine? si solo per curiosità.

Analogo il discorso per Lost In Translation. La storia di sto tizio famoso americano, ma ormai al declino della sua carriera, che si trova in Giappone per girare degli spot su un whisky. Lui non capisce minimamente il giapponese e si trova sballottato tra un set e un talk show, finché conosce sta ragazzina (Scarlett Johanson) che è americana e quindi si fanno compagnia a vicenda. Anche qua anonimato assoluto, storia piatta dove non succede nulla per quell'ora e mezza. Nessun colpo di scena, nessuna trovata per svegliare il pubblico, nessuna battuta. Boh mi domando come abbia fatto a diventare famoso stò film.

Personalmente preferisco qualcosa di sperimentale che magari non sarà ricordato negli annali però tenta qualcosa di diverso. Tempo fa vi parlai di Hardcore che, per me, va visto solo perché è girato in prima persona. Pur non creando nulla di sconvolgente era un film che non mi ha rotto il cazzo per l'ora e mezza di durata. Qualche battuta, un coprotagonista abbastanza bizzarro, un cattivo sicuramente insulso, però qualcosa di diverso dal solito.

Altro esempio di sperimento è il film Buried (2010) con Ryan Reynolds.


Film che secondo me ha speso il budget nel solo protagonista. La storia viene raccontata dall'interno di una bara dove il camionista Paul Conroy si risveglia improvvisamente sepolto vivo. La forza nel film, per come l'ho vista io, è capire chi lo aveva seppellito, il perché ma soprattutto se si salverà. Infatti a Paul viene lasciato un telefono cellulare e dovrà cercare di farsi trovare prima che finisca l'aria. Anche qua niente di memorabile, però va premiata l'idea. Tutto è girato in presa diretta e il tempo del film è anche il tempo che ha disposizione il protagonista per cercare di uscire. Nel film non ci sono scene d'azione non c'è proprio quasi movimento, visto che il protagonista è bloccato all'interno della bara. Il tutto è basato sulla tensione che mano a mano sale, perché forse sai che Paul non ne uscirà vivo. Sarà così?

Forse vi chiederete perché all'inizio parlavo anche di videogiochi. Perché, specialmente in tempi recenti, le regole di realizzazione devono essere più o meno le stesse di un film/serie.
Anche in questo caso bisogna sempre tenere conto dell'obiettivo del gioco. Vuoi raccontare una storia o vuoi solo intrattenere? Una volta bastava la seconda, oggi vale molto più la prima. Perché personaggi come Sonic o Mario


sono rimasti nel cuore di tutti? perché ci hanno divertito e continuano a divertirci tutt'oggi se ne iniziamo una partita. Perché altri giochi dello stesso genere funzionavano non ci sono rimasti così impressi? perchè spesso erano copie che non avevano un protagonista che restava impresso e il gameplay era un classico "more of the same".

Ci sono titoli che hanno affascinato per la loro storia pur avendo una scelta di gameplay discutibile. L'esempio perfetto è il primo Assassin's Creed.



A livello di gioco era la noia. Vai in città fai le due tre missioni secondarie, uccidi tizio. Torna alla base, nuova città e si ricomincia. Quindi perché ha avuto seguiti? per la storia. Sia della vita di Altair ma tutti, secondo me, volevamo sapere cosa c'era dietro al rapimento di Desmond Miles, non negatelo. Poi è innegabile che i seguiti erano decisamente più variegati divertenti da giocare.

Poi ci sono quei titoli che sono rimasti pietre miliari negli annali. Due esempi su tutti. Pariamo da quei Monkey Island (escludendo quel quarto "Fuga da Monkey Island") che tanto ci hanno divertito negli anni '90. Personaggi bizzarri, partendo dal protagonista, storia semplice ma piena di ironia e molto spesso follia. Gameplay da classica avventura grafica con scelte molto particolari, come ad esempio la sfida di spada ad insulti.
.
L'altro esempio? beh il Final Fantasy per eccellenza, il numero 7.


Guardate questo video dell'E3 2015 quando venne annunciato il remake.  Serve altro?

Quindi perché un film/serie/videogioco funziona? Per i protagonisti che devono essere sempre caratterizzati a dovere. Ma deve esserci anche una storia a sostenerli che può essere semplice ma deve essere raccontata in modo da attirare lo spettatore. La sceneggiatura deve mettere insieme protagonisti e storia cercando di non creare buchi o sbilanciamenti nel racconto incentrandosi su una parte e semplificando l'altra. Bisogna arrivare ad un finale, che sia coerente con la storia, che risolva tutte le sotto trame. Va bene qualsiasi finale sia esso un lieto fine oppure un pugno nello stomaco allo spettatore. L'importante che sia ben raccontato.

Ci si potrebbe soffermare su moltissime altre opere, film, telefilm giochi che mi hanno tenuto letteralmente incollato, di come alcune continuano ad essere prodotte non cambiando minimamente la loro formula per decenni (Don Matteo ad esempio?), però rischierei di non arrivare mai ad una conclusione ed essere io stesso fonte di noia, se non l'ho già fatto.

Quindi abbiamo visto che a volte serve poco per rendere piacevole un'opera, l'importante è non annoiare chi sta dall'altra parte, evitando di credersi dio in terra come la gente che finisce a Cannes, giusto per dire, creando quei mattoni assurdi che piacciono solo ai critici di alto livello e che non ricorda nessun altro. Bisogna anche saper evitare di cadere nel banale o ripetitivo come il '90% del cinema italiano.
Meglio creare una storia semplice, ben sceneggiata e ben raccontata. Meglio tentare qualcosa di diverso, piuttosto che cercare di strafare quando non si sa fare.

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