venerdì 13 marzo 2020

Saint Seiya - Knights Of The Zodiac Netflix



Bentornati.

Oggi parleremo di Serie tv e anime, soffermandoci su un brand che nel 2020 compie 35 anni, ovvero i Cavalieri dello Zodiaco.

Creati nell'ormai lontano 1985 da Masami Kurumada, nascono come manga con il nome di Saint Seiya.



Approdano nei nostri teleschermi blu cinque anni più tardi, il 26 marzo 1990 per l'esattezza, nell'ormai defunta Odeon TV.

La serie fu un successo straordinario, tanto che non solo tutt'oggi viene ricordata da tutti, ma che addirittura nel corso degli anni ha creato una vastità tra sequel, prequel e spin-off.
Ma perché parlarne oggi? semplice, perché Netflix ha riproposto in chiave moderna la storica serie, facendo uscire, per ora, dodici episodi. I primi sei il diciannove luglio 2019 e i secondi sei il 23 gennaio 2020.

Ne sarà valsa la pena?

Scopriamolo.


La storia copre bene o male quello che abbiamo visto nei primi 40 episodi della serie storica, raccontando, di fatto, i primi due archi narrativi, ovvero il torneo galattico e l'arrivo dei cavalieri neri, nei primi sei episodi, e lo scontro con i cavalieri d'argento, nei secondi sei.

La cosa che salta subito all'occhio è la scelta di portare in 3D tutti i personaggi, mantenendone però l'aspetto peculiare anche nel design delle armature, optando però per la seconda versione di esse, quella vista dopo la scalata alle dodici case.


Siamo onesti, questa scelta è stata sensata. In fin dei conti nell'orribile film del 2014 si optò per una scelta più radicale, modificando in maniera sostanziale sia l'aspetto dei "bronzini" sia l'aspetto generale delle armature, introducendo led e caschi hi-tech che erano decisamente fuori luogo.





Ma quindi Netflix ha ridato vita al mito dei Cavalieri? Si, in qualche modo, ma semplificando il tutto e peccando in errori abbastanza grossolani.

Andiamo con ordine e valutiamo un arco narrativo alla volta.

I primi sei episodi si basano su quello che possiamo definire il torneo per l'armatura d'oro.

La storia resta pressoché invariata. Il cavaliere del sagittario salva la piccola Isabel da morte certa, la quale viene allevata da Alman di Thule, il quale a sua volta recluta alcuni orfani che spedisce in giro per il mondo alla ricerca delle dieci armature di bronzo.

Vediamo il flashback del piccolo Seiya che vede salvare sua sorella Patricia da un misterioso cavaliere dorato a discapito di un'organizzazione che vuole rapirla.


Vediamo successivamente un Seiya adolescente che scopre di avere dei poteri latenti sbaragliando un gruppo di bulletti.

Lo vediamo infine venire reclutato da Alman e suo il successivo addestramento per ottenere l'armatura di Pegasus.

Fin qua niente di strano o particolare, diciamo che i problemi vengono dopo.

Infatti finalmente i dieci "bronzini" vengono invitati in un luogo segreto per il torneo dove il vincitore indosserà l'armatura d'oro del sagittario.

E qui la prima grossolana differenza.

Nella serie storica il torneo era un evento mostrato al grande pubblico con addirittura le riprese delle telecamere, qui invece è una sorta di versione sfigata del Fight Club, dove i dieci malcapitati si sfidano in una specie di fogna, in mezzo al deserto, dove un tombino robotico parlante li fa accedere.....


Il torneo segue in maniera spiccia i momenti salienti, senza però mostrare nessun pathos dei combattimenti ne dilungandosi troppo.  Poche scene e i 5 bronzini minori salutano e vanno a casa.

Rimane la sfida clou tra Pegasus e Dragone ma senza la distruzione delle armature, e lasciando semplicemente la scena dove Sirio sta morendo per il colpo al cuore inferto da Seiya e il successivo colpo per rianimarlo.

Se nella serie originale tutto il torneo era spalmato in 4-5 puntate, e quindi c'era il tempo di dare il giusto spazio anche ai cavalieri minori, qua a malapena arriviamo a due, tagliando quindi pezzi successivi abbastanza importanti.

Da li rapidamente si arriva al finale, con l'arrivo di Phoenix che vuole rubare l'armatura d'oro spalleggiato da un gruppo di cavalieri neri. E qui la seconda importante modifica, forse l'unica che ha realmente senso.

Nella serie originale i cavalieri neri erano, inspiegabilmente, cloni dei quattro cavalieri di bronzo protagonisti.



Qui sono invece dei "simil cyborg" ai comandi dell'ex socio di Alman di Thule che è convinto che Atena e gli dei siano una minaccia per l'umanità.




Inutile dire che in breve i 4 bronzini sconfiggono i cavalieri neri e successivamente Seiya, utilizzando armi e poteri degli altri eroi, sconfigge Phoenix poco prima dello scoppio del vulcano dove stavano combattendo.

Nella mia narrazione ho volutamente saltato la modifica che più ha fatto storcere il naso ai fan dei Cavalieri.

Chiaramente faccio riferimento al cavaliere di Andromeda, Shun nella versione originale, che in nome del politicali correct diventa Shaun, e quindi femmina.




Strano che non abbiano ficcato anche un cavaliere di colore, giusto per restare fedeli alle linee guida del politicali correct, ma quello me lo aspetto tra i dodici dorati.

Come hanno detto in molti è semplicemente una cosa che ha veramente rotto i coglioni. Perché bisogna stravolgere personaggi amati che hanno determinate caratteristiche, in nome di regole veramente assurde.

I restanti sei episodi invece si concentreranno sullo scontro con i cavalieri d'argento.


Diciamoci la verità, neanche nella serie originale non sono mai stati personaggi cardine, però qui sono stati trattati come dei pagliacci, riproponendo ma semplificando il momento clou del ciclo, ovvero il sacrificio di Sirio e la sua perdita di vista per sconfiggere Argor di Perseo e il suo scudo di Medusa.

Il tutto si chiude con la freccia scoccata da Betelgeuse che trafigge il petto di Atena preannunciando la scalata alle dodici case dello zodiaco.

Veniamo quindi alle mie considerazioni.

Come abbiamo detto fin da subito questi 12 episodi vogliono dare nuova linfa vitale al mito dei Cavalieri dello Zodiaco, peccando però in semplificazioni estreme e togliendo pathos agli episodi.

Siamo onesti il problema non è tanto aver fatto diventare il cavaliere di Andromeda una donna, il problema grosso è aver focalizzato tutta la storia su Seiya.

Nella serie originale i cinque "bronzini" erano tutti allo stesso livello. E’ vero!, Pegasus aveva quella marcia in più e raggiungeva un livello di "coscienza" dei suoi poteri prima degli altri, ma c'era un equilibrio generale.

Diciamocela tutta, ogni cavaliere aveva la sua caratterizzazione e il suo giusto spazio nella storia.

Qui è inutile negarlo. Pegasus è il protagonista assoluto e gli altri sono meri comprimari.
Non abbiamo più la nobiltà di Sirio, la maggior freddezza di Crystal, la superiorità combattiva di Phoenix e il lato più protettivo di Andromeda.

Qui si vede solo la incrollabile forza di volontà di Seiya e la sua devozione alla dea Atena. Tra l'altro si capisce fin da subito che Seiya è il cavaliere più potente e che raggiungerà rapidamente lo stadio di cavaliere d'oro senza troppo sforzo.

Manca quindi quell'equilibrio del gruppo dove ognuno era fondamentale per la squadra e dove, soprattutto, ogni spettatore si identificava e tifava per il suo cavaliere preferito.

Molte scene vengono tolte, come la distruzione delle armature di Pegasus e Dragone durante il torneo galattico, molte altre vengono ridotte all'osso come la famosa perdita di vista da parte di Sirio.

La cosa che ho trovato un po' assurda è voler cambiare parte delle carte in tavola della storia originale.

Infatti nel manga e nell'anime si dice che il gran sacerdote non crede che Isabel sia l'incarnazione della dea Atena per cui convince i cavalieri d'oro che Micene era un traditore.

Qui invece si fa intendere che Isabel è l'incarnazione della dea, ma la profezia spiega che la sua nuova vita questa volta sia presagio di sventura e quindi doveva morire in fasce.

Perché questo cambio? mistero.

Prima di tirare le somme spendiamo due parole per il doppiaggio e i doppiatori.

Per prima cosa si è cercato di tenere le stesse voci di trent'anni fa.

Infatti Ivo De Palma, giusto per citare il più famoso, è ancora una volta Pegasus.
Ma insieme a lui buona parte del cast è rimasta invariata.

E' un bene? E' un male? Onestamente sono tanto legato alla sua voce che sentire "fulmine di Pegasus" detto da qualcun altro è un po' un'eresia.

Fatto sta che sono passati trent'anni e la sua voce è ovviamente invecchiata, anche se onestamente non ho un orecchio così fine da sentirne troppo le differenze.

La cosa che però mi ha fatto incazzare è la scelta dei nomi nel doppiaggio.

Finalmente tutti e cinque i "bronzini" hanno un nome. Per cui si è ripristinato Seiya come cavaliere di Pegasus e non Pegasus cavaliere di Pegasus.

Lo stesso vale per Andromeda che diventa Shaun, e Phoenix che diventa, però inspiegabilmente, Nero, invece che Ikki. Sirio e Cristal rimangono invariati, rimanendo fedeli al doppiaggio Italiano dell'epoca.

Diciamo che ci passo sopra. La cosa che non sopporto sono i cazzo di cavalieri d'oro che, escludendo il cavaliere dell'ariete, continuano a non avere nomi.

O meglio continuano ad avere nomi a caso. Abbiamo già visto Scorpio dello scorpione e Virgo della vergine. Porca troia il primo si chiama Milo, che un nome abbastanza facile anche in Italia, e l'altro Shaka.

Cioè sono passati trent'anni e non siamo più all'oscuro dei nomi originali, specialmente noi vecchi appassionati.

Cose che non capirò mai.

Tiriamo quindi le somme. Saint Seiya - I Cavalieri dello zodiaco di Netflix è una serie valida? Non proprio. L'idea è nobile ma la realizzazione è sommaria.

Manca il pathos della serie storica e manca la caratterizzazione dei personaggi principali optando per una semplificazione esasperata della storia e puntando tutto sul Seiya-centrismo fin troppo insensato.

Vale la pena guardarlo? 12 episodi da 20-25 minuti sono una visione breve, per cui per lo meno i fan storici possono darci un'occhiata per verificare con i propri occhi quanto ho appena affermato.

Fatemi sapere se ho ragione.

See you next

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3 commenti:

  1. Io ho evitato entrambe le stagioni. A parte che l'originale è ancora di ottimo livello e non necessita di un remake, penso che se i remake devono essere realizzati... beh, devono migliorare il prodotto.
    In sei puntate per arco, proprio non comprendo cosa si possa narrare. Peccato, occasione sprecata.
    Non conosco nessuno che si è appassionato a questa versione dell'opera, né credo abbia genererato chissà quale profitto...

    Moz-

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  2. Infatti deve essere stato un buco nell'acqua...
    Io l'ho vista per pura curiosità perché ne avevano tanto parlato nei primi trailer.
    Dubito che la continuino, però hanno annunciato un secondo film di Death note....

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    Risposte
    1. Si vogliono far male...
      Intanto il remake di She-Ra finisce con la quinta stagione,,,

      Moz-

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