sabato 2 maggio 2020

Gli eredi di Rocky Joe




Il pugilato. Per molti lo sport nobile, per altri una vera e propria rissa tra due tizi in calzoncini che si prendono a pugni finché uno dei due non cede.

Io onestamente l'ho sempre trovato uno sport molto brutale, per cui non ho mai seguito gli scontri importanti o le gesta dei grandi campioni.

Però, nel mondo di manga e anime ci sono nomi che è difficile non prendere in considerazione. Volti talmente noti che è difficile non affascinarsi alle loro storie.

Sicuramente il più noto è Joe Yabuki, conosciuto in Italia come Rocky Joe



Apparso nei nostri teleschermi nel 1982 con un adattamento discutibile nella parte conclusiva, è senza dubbio il pugile giapponese più popolare.

Molti però ricorderanno anche di un certo Sugar


che in originale fa nome Genki, e della sua scalata nel pugilato professionistico dopo il tragico evento a inizio serie.

Oggi però non vorrei contrarmi sui due manga citati, Sugar lo ricordo a malapena ma sicuramente non posso che consigliarvi l'acquisto della serie di Rocky Joe, personalmente una delle pietre miliari del manga, specialmente quando inizia a prendere ritmo la storia.

Cercherò quindi di concentrarmi su due serie anime, di recente pubblicazione che mi hanno affascinato nel loro modo di raccontare la storia.

La prima forse è quella più popolare, ovvero Megalo Box, anime nato proprio per celebrare i 50 anni della pubblicazione di Ashita No Joe, il titolo originale di Rocky Joe.


L'anime vuole essere semplicemente un tributo alla serie, senza però esserne un banale remake o una qualche sorta di sequel.

Nei tredici episodi che compongono la serie conosceremo JD (Junk Dog) un ragazzo che vive nei bassifondi e partecipa ad incontri clandestini di Megalo Boxing, una versione 2.0 del pugilato classico.

In pratica i vari boxer avranno a disposizione un esoscheletro metallico più o meno sofisticato, che ne  potenzierà i loro colpi.

Siamo sinceri, fin dalle prime informazioni sulla sinossi del progetto, non ero molto pro questa serie.

In fin dei conti sembrava l'idea di ridare nuova vita al mito di Rocky Joe, ma stravolgendolo in tutto e per tutto.

Però questa volta ho dovuto ricredermi. In Megalo Box è innegabile non riconoscere alcune figure fondamentali del manga da cui prende ispirazione, JD è chiaramente Joe (e ne acquisirà il nome in seguito), Gansaku Nanbu è ovviamente Danpei Tange, Yuri è ispirato al rivale dalla prima parte della storia Tohru Rikiishi, ed infine Yukiko Shirato è ispirata Yoko Shiraki dell'opera originale.

Ma se in qualche modo sia esteticamente che caratterialmente i personaggi si assomigliano, è tutta la storia ad essere avvincente e ad avere sviluppi diversi dall'opera di origine.

Personalmente ho trovato molto interessante un "easter egg" che si scorge alla fine di ogni singolo episodio dell'anime, che però è capibile solo da chi ha letto l'opera originale.

I tredici episodi scorrono molto velocemente e fanno molta presa allo spettatore che vuole arrivare agli scontri importanti e soprattutto capire come andrà a finire la serie.

Onestamente forse 13 episodi non sono poi tantissimi, si poteva arrivare tranquillamente a 15-16, magari approfondendo qualche incontro o prestando maggiore attenzione alla psicologia di qualche personaggio secondario.

Resta il fatto che Megalo Box è un buon anime. Sicuramente ha un valore aggiunto se visto nell'ottica di "ispirato da Rocky Joe" visto che lo spettatore coglierà riferimenti, citazioni e personaggi dell'opera originale, ma può essere visto anche da uno spettatore che il mito di Joe non lo conosce per niente.

L'anime è disponibile su Netflix solo che, a patto che non l'abbiano fatto in questo ultimo periodo, è doppiato solo in giapponese con i sottotitoli in Italiano, quindi potrebbe essere un ostacolo per chi non ama vedere una serie leggendo i sottotitoli.

Si vocifera anche di una possibile seconda stagione, anche onestamente non ne trovo alcuna utilità. 

Ma se Megalo Box ha fatto parlare di sé nei mesi di uscita, sicuramente una serie meno nota, ma personalmente altrettanto valida è Levius.


Questa volta lo stile il background sono molto distanti dal "mostro sacro" Rocky Joe.

Siamo nel 19° secolo, ma in una versione alternativa di esso, visto che siamo nella classica ambientazione steampunk.

La città imperiale che fa da cardine alle vicende è gravemente danneggiata da una guerra, anche se non vengono forniti molti dettagli in merito.

Cinque anni più tardi faremo la conoscenza del protagonista della serie Levius Cromwell, un ragazzo che ha perso il padre nella guerra e ha la madre in ospedale in uno stato di coma.

Il ragazzo inoltre ha un braccio meccanico dovuto ad incidente che verrà raccontato in alcuni flashback nei vari episodi.

Affascinato da un incontro visto con lo zio Zacks che gli farà da tutore, ma soprattutto per per pagare le spese della madre, Levius deciderà di iniziare a praticare la "MetalBoxing" uno sport molto in voga dove gli atleti hanno parti meccaniche (di solito le braccia).

Rispetto alla boxe normale, la MetalBoxing ha delle regole basate non tanto sul peso degli atleti, ma sulla potenza generata dall'ipervapore sprigionato dalle parti meccaniche.

In pratica viene introdotto un liquido speciale chiamato acqua di Agartha. Questo quando viene a contatto con il sangue evapora istantaneamente e crea un vapore controllabile con la forza della mente.

Levius quindi racconterà la scalata alla MetalBoxing del ragazzo.

Nel corso dei 12 episodi che compongono la prima stagione, verranno introdotti i coprotagonisti alla storia e i vari avversari affrontati dal ragazzo.

Rispetto a MegaloBox, che si concentrava quasi esclusivamente sullo scontro, diretto e indiretto tra JD/Joe e Yuri, Levius presta molta attenzione anche alla psicologia degli avversari.

Vengono introdotte anche alcune sottotrame, lasciate volutamente accennate, sia sul flashback della guerra scoppiata 5 anni prima, sia su alcuni misteriosi personaggi legati alla MetalBoxing.

Il ritmo della narrazione è molto rapido e non ci si perde in troppi fronzoli. Gli incontri sono molto avvincenti e molto ben realizzati.

Lo stile grafico è particolare, visto che usa quel "3D Cartoonoso" dato dal Cell Shading, che è quel giusto compromesso tra stile classico e moderno, in linea con l'ambientazione steampunk generale dell'opera.

Rispetto Megalobox, Levius è completamente doppiato in Italiano e non mi resta che sperare che Netflix metta in cantiere una seconda serie che sia all'altezza di questa prima tranche di episodi.

Quindi non mi resta che consigliarvi entrambe le serie, basate su due versioni alternative di pugilato.

Entrambe le serie sono molto veloci nella fruizione, ma allo stesso tempo avvincenti e, ed è innegabile, tutte e due in qualche modo riconoscenti a quel Joe Yabuki che è stato capostipite del genere.

See you next





2 commenti:

  1. Io ricordo sia Rocky Joe che Sugar...gli altri nuovi ovviamente non li conosco, grazie delle dritte!

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  2. Io infatti avevo iniziato le due serie perché ho amato il manga di Rocky Joe.
    Fammi sapere se ti sono piaciuti.

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