lunedì 30 ottobre 2017

Viaggiatori senz'anima

 
Ora del decesso 00:00:03... 00:00:02... 00:00:01... 00:00:00... 00:00:01... 00:00:02

Un inizio un po' strano oggi. Però forse qualcuno ha già capito di cosa andrò a parlare.
Per tutti gli altri vi darò le mie impressioni sulla prima stagione di Travelers, serie creata da Brad Wright per Showcase e Netflix, che ha debuttato negli stati uniti il 17 ottobre 2016 e nel resto del mondo il 23 dicembre dello stesso anno.

Partiamo come al solito dalla genesi. Tutto parte in modo strano. Una serie di persone, apparentemente non legate tra loro, viene mostrata in una situazione particolare dove da li a poco partirà un timer simile a quello di inizio post. Sarò sincero, all'inizio non mi era chiara la dinamica, visto che la scritta riportava chiaramente la frase "ora del decesso", la persona poco prima dello zero iniziava a gridare ma, 


scaduto il timer, si riprendeva come se nulla fosse successo.

La cosa più strana è stata proprio nella presentazione del primo personaggio, Marcy (MacKenzie Porter)



Infatti nei primi minuti vediamo che è una donna con un evidente ritardo mentale. Tornando a casa la sera viene aggredita da un gruppo di malviventi, il timer scade, lei si riprende, e in quattro e quattr'otto li mette KO, facendo capire allo spettatore che quel ritardo mentale era improvvisamente sparito.

Come mai?

Le risposte, come già detto, verranno date poco più tardi. Infatti tutti i quattro protagonisti sono in realtà viaggiatori. O meglio, solo la loro coscienza ha viaggiato nel tempo, sostituendosi a quelle persone di cui avevamo visto il timer scadere.

In pratica, poco prima della morte, la coscienza del viaggiatore si sostituisce a quella dell'ospite, per prenderne l'identità.



Ma perché il gruppo dei viaggiatori è tornato indietro nel tempo? Beh, diciamo che i dettagli non sono chiari da subito, ma come è logico pensare che sono tornati indietro per impedire determinati eventi e cambiare la storia.

Non vi nego che molte volte nel corso dei dodici episodi, ho rapportato questa serie e la sua trama di fondo un rifacimento a Terminator


dove Kyle Reese 


tornava indietro nel tempo per salvare John Connor e se possibile per fermare l'avvento di Skynet.

Tutto raccontato così sembra molto interessante, purtroppo invece, questa serie mi ha deluso.

Andiamo per ordine e vediamo perché.
Come ho detto spesso, adoro le serie basate su salti temporali, viaggi nel tempo, cambiamenti del futuro e tutte le cose che sono legate a questi concetti. Molto spesso ho anche sottolineato che la gestione di questo concetto spesso porta al caos narrativo ed è molto facile creare errori di sceneggiatura, scene confuse e cose non chiare.

In questo caso devo dire che grossi intoppi narrativi non ne ho visti però, i dodici episodi sono poco incivisi nel loro svolgimento.

Non so come spiegarvelo ma, molto spesso capita che la squadra ha una missione da risolvere che non ha un obiettivo chiaro allo spettatore. Anche il fulcro del loro viaggio non è spiegato fino a metà serie e, personalmente, è un errore madornale.

Capisco che sia giusto mettere lo spettatore nella condizione di mistero e rivelare le cose col tempo, però gestirle in questo modo non mi ha fatto mai immedesimarmi nei protagonisti ne tifare per loro.

Mi spiego meglio. Normalmente in serie dove la trama principale si dipana nel corso del tempo, prendiamo ad esempio Under The Dome



lo spettatore è alla pari coi protagonisti e, in qualche modo, partecipa in prima persona al risoluzione del mistero.

In fin dei conti nell'arco delle tre stagioni della serie ero anch'io in qualche modo un abitante di Chester's Mill e, come loro, volevo capire perché la cupola li avesse intrappolati.



Questa cosa in Travelers non succede. Loro (i protagonisti) sanno quello che succederà nel futuro e conoscono la loro missione principale, ma lo spettatore è ignaro di tutto e, anche nel momento che parte della storia viene rivelata, non è ancora chiaro il quadro generale.

Sarò io ma, secondo me, l'essere parte della storia, specialmente in questo tipo di narrazione a base di misteri, è fondamentale.

Perché invece Terminator da questo punto di vista non sbagliava? ma semplicemente perchè vedevamo il mondo devastato dalla guerra da dove proveniva Kyle e ci si immedesimava nella sua missione.



Bisogna però spezzare anche una lancia a Travelers. I protagonisti sono molto bene caratterizzati. Ognuno di loro ha una sua personalità, delle sue attitudini, e viene posta molta attenzione nel "diventare la persona che non sei". Infatti i protagonisti, dopo aver preso possesso del corpo dell'ospite, cercano di diventare l'ospite, vivendo una vita che non gli appartiene, basandosi esclusivamente sugli archivi storici presenti nel futuro.

Chiaramente impersonare chi non sei, cercando di eliminare totalmente la tua vera esistenza, basandoti esclusivamente su un archivio non è semplice, e molto spesso viene sottolineata questa difficoltà.

Il problema di fondo è che secondo me in un telefilm mistery/action devi dare dinamicità alla storia, alternando l'approfondimento sui personaggi e questo, purtroppo, non succede.

In fin dei conti sono passato da dei primi episodi dove ho detto "insomma" a quasi noia. L'episodio cardine è il sei, che forse insieme a quello finale, il dodici, è tra quelli gestiti meglio. Ma per quanto l'episodio sia stato ben gestito a livello di suspance e coinvolgimento, oltre a far parzialmente chiarezza sulla missione dei viaggiatori, è troppo poco per decretare il successo dell'intero pacchetto, specialmente per come si è gestita in seguito il resto della storia. Infatti gli episodi dal sette all'undici tornano ad essere mediocri, e ci si è basati troppo sul focalizzare l'attenzione su alcuni personaggi della squadra piuttosto che rafforzare la storia principale. L'episodio finale, in puro stile americano, lancia il classico cliffhanger che colpisce lo spettatore e mette la suspanse per il proseguo.

Però no, personalmente è una serie che abbandono perché non mi ha coinvolto.

Una cosa che mi ha sempre fatto ridere, ma principalmente per una mia bizzarra associazione di idee, è la figura del Direttore. In pratica i viaggiatori citeranno spesso e volentieri questa figura, quasi mistica, che tutto sa, e tutto prevede. I viaggiatori in pratica sono stati assoldati da questa figura per salvare il mondo, e quando loro si trovano ad un vicolo cieco, sanno di poter contare sul piano del Direttore per averne la risoluzione.

Ma a questo punto vi chiederete, perché mi ha fatto ridere? ma perché l'ho associato al Mega Presidente Galattico di Fantozziana memoria.

Non vi dico lo stupore nell'ultimo episodio della stagione quando vengono fatte le rivelazioni sul Direttore dei viaggiatori.

Tiriamo quindi le somme. Travelers è una serie che non mi ha convinto, che avrebbe una base interessante e prende spunto da pellicole cult, ma che manca di quell'appeal che incanta e affascina lo spettatore.

Seguirò una seconda serie? già annunciata e iniziata in patria? assolutamente no. Dodici episodi sono stati già largamente sufficienti per non farmela apprezzare.

See you next




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