Se
lo vuoi, tutto è possibile....
Faceva
così uno dei ritornelli più suonati dei primi anni duemila. I più
smaliziati forse avranno già capito dove andremo a parare oggi, per
tutti gli altri voglio raccontarvi la mia esperienza con uno di quei
pochi gruppi italiani che ascolto, continuo ad ascoltare, e continuo
ad apprezzare. Parliamo ovviamente dei Finley.
Per
chi non li conoscesse, partiamo da un po' di storia, facendomi
aiutare dalla "solita enciclopedia" per date e affini.
Il
gruppo viene fondato nel 2002 da quattro amici musicisti al Liceo
Galileo Galilei di Legnano.
Il
gruppo formato da Marco "Pedro" Pedretti ,
Carmine "Ka" Ruggiero, Danilo "Dani" Calvio e
Stefano "Ste" Mantegazza,
iniziano a comporre brani
originali nello scantinato del locale Circolone, sotto il nome di
Junkies.
Il
gruppo registrò l'EP Simply a Demo e, da li a poco, arrivò il loro
esordio dal vivo al concerto del 1º maggio, un evento organizzato da
tutti i licei della zona.
Nel
2003 cambiano definitivamente il nome del gruppo in Finley, prendendo
"in prestito" il cognome dal giocatore di NBA Michael
Finley.
I
ragazzi iniziano quindi ad esibirsi nei locali e a vari festival per
farsi conoscere, creando anche un videoclip auto-prodotto nel 2004,
girato da Marco Lamanna.
Con
questo brano arrivano alle orecchie di Claudio Cecchetto
che li porta
ad una collaborazione duratura negli anni. I Finley iniziano da prima
ad aprire i concerti di Max Pezzali,
per poi produrre il singolo
"Tutto è Possibile", ed infine far uscire l'album omonimo
il 31 marzo 2006,
iniziando a "vivere il più grande sogno, La
Musica".
Da
li i quattro iniziarono a scalare le classifiche, "armati"
del secondo singolo "Diventerai una star", iniziando un
tour italiano dove calcano palchi prestigiosi come quello del
Festivalbar e condividendolo in seguito con importanti star
internazionali come Depeche Mode e Pink.
Il
27 novembre dello stesso anno vincono il best italian act agli MTV
Europe Music Awards.
Per
festeggiare la vittoria viene pubblicata una versione estesa del
primo album contenente anche il remix di "Dentro alla scatola"
di Mondo Marcio.
Nel
2006, dopo la vittoria dei mondali di calcio, compongono un brano
celebrativo intitolato semplicemente 9 luglio 2006.
Nel
2007 esce la seconda fatica del gruppo, "Adrenalina",
lanciato dal potentissimo omonimo singolo, che rimane, una delle mie
preferite.
Il
gruppo si eleva da star nazionali a star internazionali, partecipando
a importanti festival rock europei come Rock am Ring e Rock im Park
in Germania, il Wireless Festival ad Hyde Park a Londra, e il Pier
Pressure Festival a Göteborg in Svezia.
Nel
2008 partecipano anche a Sanremo con il singolo Ricordi.
Nella
serata incentrata nei duetti, si esibiscono con la cantante messicana
Belinda,
nella versione inglese di Ricordi, intitolata Your Hero .
Successivamente
pubblicano una seconda versione del secondo album, chiamato
semplicemente "Adrenalina 2",
che è divenuta la
pubblicazione più venduta tra i partecipanti al Festival di Sanremo
2008.
Che
poi, riascoltano proprio l'album "Adrenalina", noto che in
alcune canzoni è stato "profetico", ma su questo
torneremo.
Nel
2009 esce l'EP chiamato "Band at Work"
preceduto dal
singolo "Gruppo Randa", per poi "tramutarsi"
nell'album "Fuori!",
A
metà 2010 accadono due fatti molto importanti. Per prima cosa Ste
abbandona il gruppo per proseguire nuovi progetti personali. Il suo
posto viene preso temporaneamente dall'amico, produttore e bassista
Daniele Persoglio. Il secondo fatto è l'incontro con Edoardo
Bennato,
con il quale suonano "Le ragazze fanno grandi sogni"
e "Fumo e cenere" durante una data del tour dei Finley.
Successivamente Bennato chiama i ragazzi per reinterpretare
"Rinnegato" per il DVD live MTV Classic Storytellers.
Nel
2011, dopo aver creato il brano "Carnevale" per la colonna
sonora di Rio, iniziano a tenere un diario online per tenere
aggiornati i fan sul work in progress del nuovo album. In questo
frangente, viene presentato anche il nuovo membro della squadra, Ivan
Moro.
Il
2012 vede da una parte la fine del sodalizio con Claudio Cecchetto e
la Emi, e dall'altra la creazione dell'etichetta indipendente Gruppo
Randa, con la quale viene prodotto il quarto album "Fuoco e
Fiamme"
il 29 maggio anticipato dal singolo "Fuego".
A
inizio dicembre, il 4 per la precisione, esce il quinto album "Sempre
solo noi",
in edizione limitata di 1985 copie (l'anno di nascita
dei quattro componenti del gruppo), che celebra i 10 anni di
carriera.
Dal
2013 il gruppo si occupa di attività extra musicali passando
dall'essere testimonial dei Lego grazie ai brani scritti per la
colonna sonora di "LEGO Legends of Chima" al programma
radiofonico "Kiss Kiss my Ass" su Radio Kiss Kiss.
Escludendo
però questi progetti paralleli, i Finley si prendono una pausa dalla
pubblicazione dei dischi fino a al 14 giugno 2017 quando esce
(finalmente) "Armstrong",
anticipato dai tre singoli
rilasciati nel corso dell'anno "La fine del mondo", "Odioil DJ" e la title track "Armstrong".
Concluso
il racconto della storia della band, veniamo alle mia storia legata a
loro.
Per
prima cosa posso considerarmi a tutti gli effetti uno dei fan storici
della band. Essendo "figlio" della MTV generation, quella
seria fatta di musica, ho visto un sacco di volte i loro video e le
loro partecipazioni televisive.
Ho
sempre amato il loro "suono un po' più elettrico del solito"
e la loro evoluzione musicale avvenuta nel corso del tempo.
Per
quanto il primo album fosse bello, secondo me "Adrenalina"
aveva una marcia in più, e anche se qualcuno diceva "il secondo
album è sempre il più difficile, nella carriera di un artista",
loro sono riusciti a superarsi.
Però
il "vero" colpo di fulmine è stato la prima volta che ho
avuto il piacere di sentirli dal vivo. Parliamo del lontano
Ferragosto 2010, quando i ragazzi salgono sul palco di Prato della
Valle a Padova e suonano "Un'altra come te".
E
che dire, per quanto abbiano (vado a memoria) suonato solo quel
brano, si sentiva la potenza del live. C'è poco da aggiungere, dal
vivo davano un valore aggiunto al tutto. Pochi giorni dopo acquisto
"Fuori!" e probabilmente lo avrò ascoltato e riascoltato
un miliardo di volte... o forse erano 7?
Da
quel momento, pur continuandoli ad ascoltare, purtroppo non ebbi più
modo di sentirli dal vivo.
La
vere occasioni importanti però si sono presentate quest'anno. Pur
saltando la tappa al parco della musica, sempre a Padova, dove
suonarono a maggio, il primo "main event" avvenne il 22
settembre a Treviso.
Fortunatamente
la persona a cui tengo più nella vita ha voluto accompagnarmi in
questa trasferta. La serata però inizia male, visto l'incredibile
traffico nella trasferta Padova-Treviso.
Pur
avendo prenotato il tavolo per cenare sul posto, e pur avvertendoli
del ritardo, non era sicuro che il nostro posto rimanesse confermato.
Arrivando
con quasi un'ora di ritardo però, la prenotazione era salva.
Che
dire, l'Home Rock Bar era già di suo un posto fantastico, e se
veniva unita alla possibilità di poter ascoltare (finalmente) una
delle band che continuavo ad apprezzare da anni, preannunciava una
serata speciale.
Fortuna
ha voluto che il tavolo assegnato era praticamente a lato del palco,
per cui la cosa si faceva ancora più interessante.
Finalmente
scocca l'ora X, lo staff inizia a sgomberare i tavoli per far spazio
al palco e accogliere il pubblico che stava iniziando ad affluire.
Chiaramente la posizione "tattica" ci ha permesso di avere
un "accesso privilegiato" e restare a lato palco dove
eravamo già posizionati.
Cosa
potevo volere di più? di concerti ne ho visti pochi nella mia vita,
e sempre grazie alla persona speciale di cui parlavamo prima, ma per
la prima volta ero davanti.
L'Home
bar si gremisce di gente e finalmente dopo un po' di attesa, i
ragazzi iniziano a scendere, attraverso il pubblico. Fantastico
vederli farsi strada tra i fan che erano venuti a sentirli suonare.
Iniziano
ad intonare le prime note ma, mancava qualcuno. Infatti avevano
"perso" il festeggiato nel tragitto al palco. Eh già,
quella serata aveva valore aggiunto essendo il compleanno di Pedro.
Da
li è stato un delirio, un concerto fantastico, due ore di pura
energia. I fantastici quattro hanno confermato l'impressione di sette
anni prima, dal vivo hanno una marcia in più.
Spaziando
tra i 5 album e qualche anticipo di Armstrong, è stata una festa
nella festa.
E'
stata una vera "festa del mondo", per lo meno del nostro.
C'è poco da dire, i Finley dal vivo danno tutto e di più.
E'
un po' il discorso che feci quando vi raccontai la mia giornata
all'I-Days, un gruppo non solo deve proporre i loro brani, ma deve
interagire, incitare e far divertire il pubblico.
E
i Finley in questo sono stati fenomenali e ci hanno fatto divertire
come non mai. L'unica pecca è stato che ad un certo punto,
purtroppo, tutto è finito.
Anche
chi mi ha accompagnato, pur non essendo troppo convinta all'inizio, è
uscita entusiasta, diventando a tutti gli effetti nuovo membro della
"famiglia Randa".
Nel
frattempo esce Armstrong e si propone un secondo evento a cui non
potevo mancare, ovvero la possibilità di poterli conoscere di
persona alla presentazione instore della loro ultima fatica.
Per
cui "brucio" un'ora in ufficio e mi fiondo alla
presentazione. Arrivo un'ora prima, e girando per il negozio, trovo
il luogo del ritrovo.
Inizialmente
pochi, aspettiamo l'arrivo dei ragazzi, che si presentano alle 18.
Qui
inizia la vera e propria presentazione dell'album, dove possiamo
toglierci tutte le curiosità del caso.
In
questo frangente scopriamo alcuni segreti sulla genesi dell'album. Ho
apprezzato tantissimo le parole di Ka, che ci raccontò che il nuovo
album voleva sperimentare nuovi suoni, cercando di non proporre un
"more of the same" come forse troppo spesso accade negli
ultimi periodi, e non solo nella musica aggiungerei io.
E
dopo tanti racconti e curiosità, Ivan da il via alla sessione degli
autografi.
E
ancora una volta i ragazzi sono stati fantastici. Ognuno di noi
presenti ha avuto quel momento di celebrità in cui poter fare una
chiacchierata coi quattro e potergli stringere la mano e
abbracciarli.
E
in questo frangente non potevo perdere l'occasione di farmi
autografare tutta la discografia (quasi, visto che manca "Sempre
solo noi"). La cosa è piaciuta così tanto a Pedro che la foto
è finita nelle loro Instagram Stories.
E'
stato bello poter chiacchierare coi ragazzi di persona, rivivendo le
emozioni del concerto di Treviso.
C'è
poco da aggiungere, è stato uno spettacolo. La cosa che più ho
apprezzato è che tra tutti i presenti, c'è stata una strana
alchimia. Pur essendo, per molti di noi, la prima volta che ci
vedevamo, era come fossimo tutti vecchi amici. E quasi tutti siamo
rimasti fino alla fine, perché volevamo che la festa non finisse.
Ma
in questo frangente però, il vero "frontman" è stato il
Signor Michele, organizzatore dell'evento nel suo store, e fotografo
ufficiale della serata. E' inutile negarlo, è stato un valore
aggiunto alla giornata.
Rincontrandolo
qualche giorno dopo, mi ha confermato che si è divertito tantissimo
quanto noi.
Ma
forse qualcuno si starà chiedendo perché prima dissi che l'album
"Adrenalina" fosse profetico in alcuni passaggi.
Beh
semplice, leggete bene il testo di "Niente da perdere"
"Non
so come ma da un po'
sento
la necessità
di
sfogare la mia rabbia in queste pagine.
Indovina
come mai
ce
l'ho proprio su con te
sulle
tue frequenze sembro non esistere.
Ormai
è un abitudine
Non
riesco a credere
Sono
stato troppo tempo
zitto
ed immobile.
Ora
sono polvere
pronto
per esplodere..."
Ed
è verissimo, purtroppo i Finley difficilmente si sentono per radio,
e continuo a non capirne il perché.
E
se invece ascoltate "Qui per Voi", canzone dedicata a noi
fan,
"Che
nonostante le difficoltà
mi
avete sempre dato l'anima"
E
anche questa è sempre stata una verità, infatti tutt'oggi siamo i
primi a sostenerli dimostrandoglielo in ogni occasione, anche dopo
questa lunga pausa per il nuovo album.
Ma
il nuovo album?
Diciamocela
tutta, ormai l'ho ascoltato e riascoltato moltissime volte e posso
dare il mio personale giudizio.
Partiamo
dal cambio di tono musicale. E' vero, è molto diverso dai vecchi
album, e specialmente dal precedente "Fuoco e Fiamme" che
aveva un'anima rock molto più marcata che in passato.
Ma
è un male? assolutamente no. Se li ascoltate bene, tutti e sei gli
album hanno un'impostazione diversa, cercando sempre di trovare nuove
sonorità.
Delle
dieci tracce proposte, mi piacciono praticamente tutte. Alcune di
esse, come già detto, le avevamo già sentite prima dell'arrivo
dell'album, per cui le avevo già in testa.
E
delle altre traccie? sicuramente, come ci hanno raccontato gli stessi
Finley durante l'instore, la più potente è proprio "Armstrong".
Ed
è vero, è inutile girarci attorno. Non so come spiegarvelo è quel
tipo di canzone che ti resta in testa al primissimo ascolto. Magari
non ricordi le parole precise, ma resta impressa.
Cosa
serve di più ad una canzone per renderla un successo? secondo me
nulla.
Sarò
sincero, nessuna delle altre traccie "inedite" dell'album
ha avuto lo stesso impatto al primo colpo.
Molte
delle altre ho dovuto ascoltarle e riascoltarle per assimilarle. Per
natura mia, che preferisco pezzi più allegri o potenti, ho amato da
subito "Zombie", che spero di sentire dal vivo.
Ma
resto legato tantissimo anche a "Odio il DJ" che adoro,
anche per un'associazione di idee che mi è balenata ascoltando con
attenzione il testo.
Mi
spiego meglio. Molti della mia generazione, io sono dell'82, sono
cresciuti sotto la "bandiera" degli 883. Per cui tutti,
bene o male, abbiamo ascoltato quello che, secondo me, rimane il loro
album migliore, ovvero "La donna il sogno & il grande
incubo" del 1995.
Forse
tutti sanno che nell'album è contenuta una traccia nascosta chiamata
"Non 6 Bob Dylan".
E
cosa centra con "Odio il DJ"? beh se ascoltate bene il
testo, viene raccontata più o meno la stessa storia, dove un ragazzo
porta la sua bella ad un concerto, e in qualche modo è invidioso
della star sul palco perché lei si scatena davanti a lui.
O
per lo meno io l'ho vista così. Se parliamo in termini
cinematografici "Odio il DJ" è un reboot in chiave moderna
di "Non 6 Bob Dylan", dove negli anni '90 erano le rock
star a mandare in visibilio le donne, mentre oggi lo sono di più i
DJ.
Tolta
questa, forse strana, associazione di idee torniamo alle mie opinioni
sul sesto album dei Finley. Secondo me i ragazzi sono riusciti nel
loro intento, creare qualcosa di inedito tentando di esplorare nuovi
suoni, senza però perdere il loro marchio che li contraddistingue.
Molto
spesso, molti gruppi che ho amato e apprezzato nel tempo, hanno preso
due direzioni distinte nella creazione dei loro album.
A
volte, come si diceva in precedenza, si tenta fin troppo la "strada
semplice", creando il solito "more of the same", che
tanto "piaceva prima e continuerà a piacere". E a me
questa cosa stufa.
Dall'altro
lato però ci si butta su una strada "troppo estrema",
cambiando la "personalità" del gruppo e perdendo la loro
"identità iniziale". Questa cosa purtroppo l'ho vista
specialmente nei Linkin Park, che si sono fatti conoscere per la
rabbia e la potenza dei primi due album, per poi cambiare
radicalmente tipo di suono e modo di scrivere.
La
cosa che più mi è mancato era il mix di generi tra rap e metal, che
via via si disperdeva come fumo nel tempo. Anche questa è una strada
che non apprezzo, e infatti ho smesso di ascoltarli.
Nei
vari racconti della genesi di "Armstrong", Pedro ci
spiegava di come forse questo sesto album poteva uscire con "un'anima
diversa" legata ad un periodo difficile.
Però
raccontava che a fronte di quello che stava uscendo, si sono fatti un
esame di coscienza, valutando che quelli non erano loro.
Sicuramente
anche questo il vero punto focale della loro forte identità, non
diventare ciò che non sono. e restare fedeli a loro stessi.
Anche
la domanda che fu posta in una live rimarca questa convinzione.
Qualcuno chiese se avessero mai deciso di ripartire con un nuovo nome
e una nuova identità.
Pedro
che stava tenendo la live, rispose che no, non ci hanno mai pensato,
perché loro sono e saranno sempre i Finley. E questa risposta l'ho
adorata.
Quindi
tiriamo le somme. Questo lungo post è ciò che volevo raccontarvi
della mia esperienza nei confronti di questi quattro ragazzi che, di
fatto, sono stati parte della colonna sonora della mia vita fin dai
loro esordi.
Non
vedo l'ora di rivederli sul palco il 18 novembre, quando finalmente
sentiremo anche i nuovi brani che, a detta di chi li ha già sentiti,
live hanno quel valore aggiunto.
Ma
questo è solo merito di Pedro, Ka, Dani e Ivan che sul palco danno
il 200%.
E
quindi ragazzi, "buona fortuna, per questo lungo viaggio"
ma mi raccomando, non fateci aspettare altri 5 anni per un settimo
capitolo della vostra storia.
See
you next
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