martedì 13 marzo 2018

Non sfidare il diavolo


Bentrovati. Oggi cambiamo argomento e parliamo nuovamente di anime.
Questa volta vi darò le mie impressioni su una serie molto particolare per le tematiche narrate. Parliamo di Kakegurui, prima stagione di 12 episodi creata da Netflix e tratta dall'omonimo manga.

Devo essere sincero. Avevo già letto un'anteprima del manga, nelle classiche pubblicazioni gratuite distribuite alle fumetterie, e sono stato attirato principalmente dall'inquietante copertina.



Infatti pensavo che fosse una serie horror che parlasse di demoni e affini, visto lo sguardo della protagonista, ma così non è, anche se.... ma andiamo con ordine.

Siamo nell'accademia privata Hyakkaou, una delle più prestigiose scuole private del Giappone.

L'accademia, dominata dal consiglio studentesco, ha una particolarità. Infatti gli studenti fanno "carriera" tramite scommesse e giochi d'azzardo di ogni genere e natura. Chi vince guadagna il "paradiso" tra stima, rispetto e soldi, chi perde scende negli "inferi" e diventa letteralmente un animale domestico non riuscendo a pagare i debiti di gioco.

La storia verrà raccontata dal punto di vista di Ryōta Suzui



un ragazzo mite e gentile che, perdendo una partita con Mary Saotome


ne diventa il suo cagnolino.

Un giorno però all'accademia si presenta Yumeko Jabami,



una ragazza che viene notata dai compagni di classe per il suo bell'aspetto. All'apparenza gentile e socievole con tutti, si rivelerà essere l'elemento che farà vacillare gli equilibri della scuola.

Veniamo quindi alle mie considerazioni.

Kakegurui è una serie che nei suoi 12 episodi di stagione mi ha coinvolto in maniera incredibile.

Vuoi per gli argomenti particolari trattati, vuoi per la spettacolarizzazione delle sfide ma, secondo me, il fulcro è la caratterizzazione di Yumeko.

Lei è, in qualche modo è il perfetto incrocio tra Yugi Muto 



e una "Devil lady"


Ogni sfida e ogni partita verrà gestita con il giusto ritmo ed equilibrio tra spiegazione delle regole, pathos dei turni di gioco, e il cambio radicale della protagonista.

Quest'ultimo è la cosa che colpisce di più. Se inizialmente sembra la classica ragazza carina e gentile, quando viene coinvolta nel "vortice" del gioco d'azzardo si trasforma.

Perfettamente fredda e calcolatrice di mosse, strategie e imbrogli degli avversari da una parte, come il già citato Yugi, dall'altra completamente assorbita dal suo lato "demoniaco" di Compulsive Gambler, come recita il sottotitolo della versione inglese.

In molti frangenti, e qua nasce il mio fraintendimento della copertina del manga, Yumeko durante i momenti salienti e concitati della partita perde letteralmente la sua "umanità" mostrando degli occhi rossi da demone e un piacere quasi folle per la scommessa estrema.



Chiaramente la protagonista da sola non sarebbe nulla se non fosse contornata da degni comprimari.

E anche in questo Kakegurui non sbaglia. A volte forse fin troppo folli o stereotipati, ma tutti ben caratterizzati.

Senza dubbio quella che resterà impressa a mio modo di vedere sarà Midari Ikishima.



Nelle prime, spero, dodici puntate vedremo un arco narrativo completo che, pur lasciando larga possibilità a seguiti, arriverà ad una sua conclusione.

Forse la cosa che più coinvolge lo spettatore è il ritmo molto serrato, specialmente nelle fasi di gioco. Infatti verrà posta molta attenzione non solo alle mani della partita, ma anche ai pensieri e alle strategie dei vari giocatori. 



Lo spettatore viene coinvolto al cento per cento nella sfida in corso dove, tra colpi di scena a volte inaspettati, diverrà parte integrante della partita.

Ma forse questo coinvolgimento l'ho vissuto io principalmente così perché amo i giochi basati dove è necessario pianificare con attenzione una strategia per vincere.

Vi consiglio quindi la visione di Kakegurui?

Beh, ovviamente si. Da una parte perchè l'ho trovata una serie originale per le tematiche trattate, ma anche per la particolare protagonista estramente ben caratterizzata. Terzo motivo, sicuramente più futile, è perché 12 episodi da 20-25 minuti sono abbastanza fruibili da tutti.

Speriamo quindi che Netflix decida di mettere presto in cantiere un seguito.

See  you next


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