lunedì 30 luglio 2018

Kiss Me First: idea buona ma gestita male?


Dopo qualche tempo di fermo, ricominciamo con le recensioni.

Oggi l'argomento cade su una miniserie televisiva britannica andata in onda in patria dal 2 aprile su Channel 4, e rilasciata interamente il 29 giugno su Netflix.

Parleremo quindi di Kiss Me First, miniserie di 6 episodi creata da Bryan Elsley e isprirata all'omonimo romanzo di Lottie Moggach.

Come al solito partiamo da un pre-concetto. Guardando il trailer sono sicuro che il 90% della gente l'avrà associato a uno dei film più discussi dell'anno. Ovviamente faccio riferimento a Ready Player One.



Quindi diciamo che buona parte della mia curiosità nel voler vedere la serie era basata su questo "parallelismo".

Purtroppo vedremo che con RP1 la serie non centra niente.

Partiamo quindi dalla storia.

Leila Evans (Tallulah Haddon) 


 
è una ragazzina di 17 anni restata sola dopo la morte della madre a causa di una malattia.

La ragazza, come moltissimi altri suoi coetanei, è membro di un videogioco in realtà virtuale chiamato Azana.

Azana non è altro che una "versione demo" dell'Oasis di RP1. Abbiamo sì gli occhiali VR, abbiamo sì i guanti ma non c'è ancora quel fattore "immersione totale" come abbiamo visto nel film di Spielberg. 

C'è anche da dire che Azana è più o meno la tecnologia che stiamo raggiungendo in questi ultimi anni grazie all'Oculus Rift e simili.

Parallelismi a parte, in quel mondo virtuale Leila è Shadowfax



una dei tanti avventurieri che si immergono nel mondo virtuale per sconfiggere la routine quotidiana.

Nel corso di uno dei suoi pellegrinaggi incontra Mania



una ragazza che la invita a unirsi ad un suo gruppo di conoscenti all'interno di Azana.


Le due ragazze iniziano a stringere un'amicizia tanto che si conoscono di persona anche nel mondo reale.

Le cose però inizieranno a cambiare quando uno dei membri del gruppo, Calumny, disattiverà il suo profilo qualche giorno dopo per motivi sconosciuti.

Inutile raccontare oltre la storia, visto che molti punti potrebbero portare ad un banale spoiler.

Veniamo quindi alle mie considerazioni.



Kiss Me First è una stagione fortunatamente breve.

I 6 episodi da 50 minuti circa sono una base per quello che potrebbe essere una eventuale seconda tranche di episodi.

Purtroppo, secondo me, questa serie ha due evidenti difetti.

Per prima cosa la caratterizzazione dei personaggi.

Onestamente anche la protagonista, che notoriamente dovrebbe essere il personaggio a cui il pubblico si affeziona, è un personaggio anonimo.

Il resto del cast la segue purtroppo a ruota libera nell'essere anonimato senza troppa caratterizzazione.

L'unico su cui potrei dare un punto in più è il villain della storia, anche se in sei episodi è solamente accennato, visto che viene rivelato a circa metà storia.

L'altro problema è il tipo di narrazione.

Non so se sia un problema "standard" dei teen drama inglesi ma, onestamente, mi sono un po' rotto di vedere sti diciassettenni depressi, disadattati che formano delle piccole comunità tra loro simili.

Sarà un caso ma molte serie che ho seguito, in toto o in parte, hanno questo incipit.



Skins ne è l'esempio madre, e già all'epoca mi ero rotto le palle dopo pochi episodi.



The End of the F***ing World, vista quest'anno ne è un altro esempio, estremizzando i protagonisti.



Potrei citare infine Misfist, che però metterei su un piano leggermente diverso, anche se la prima stagione non mi ha fatto impazzire.

Infatti parliamo sì di cinque adolescenti problematici, ma che sicuramente sono più carismatici a livello di caratterizzazione.

Ma torniamo a Kiss Me First.

Siamo sinceri, l'idea di fondo potrebbe anche reggere, visto che tratta un argomento abbastanza attuale, cioè la tendenza a cercare un'evasione dalla realtà in un mondo immaginario.

E' interessante anche la gestione della parte thriller, forse un po' esagerata nell'ultimo episodio se raffrontato con i cinque precedenti, ma sicuramente gestita male a livello narrativo.

Ripeto, sarà un mio forte difetto, ma su una serie televisiva voglio ritmo, tensione e suspance non dico costanti fin da subito, ma per lo meno in crescita direttamente proporzionale al numero di episodi.

Se non ci sono questi fattori bisogna per lo meno che i protagonisti siano carismatici.

Kiss Me First fallisce in entrambi i fattori.



Posso capire l'episodio di apertura che ha il compito di introdurre sia la storia, sia i protagonisti che il loro contesto, ma poi bisogna coinvolgere lo spettatore.

Leila è carismatica come un muro di mattoni. Inespressiva e molto spesso poco utile ai fini della trama.

Posso capire il suo lutto e il segreto che rivelerà a metà serie, ma stiamo sempre parlando della protagonista della storia.

Ma quindi Kiss Me First è una serie che consiglio di vedere?

Onestamente no. Non fatevi ingannare dalle scene "simil" Ready Player One perché di quello, oltre il concetto di mondo virtuale che fa da "collante" per la trama, non troverete altro.

Superato questo primo scoglio, ci troviamo davanti ad una serie inglese con i soliti ragazzini disadattati che cercano di fare squadra tra loro.

Peccato che del loro background non ci sia poco e niente.

Volete la verità? Kiss Me First sembra un antipasto per un proseguo, un esperimento come quello fatto per la serie di Castlevania.

Però di quella aspetto con ansia la seconda tranche di episodi, mentre questa l'ho già rimossa delle serie da seguire su Netflix.

See you next

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