martedì 26 settembre 2023

LOST POST, L'era Yessgame: 16 - Iron Fist - Stagione 2


PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE IL 29/09/2018 E OGGI NON PIU' DISPONIBILE

Qual è il tuo nome? L'immortale Iron Fist.

Senza dubbio questa è la frase che viene ripetuta più e più volte all'interno di questa serie.

Ovviamente stiamo parlando di Iron Fist, seconda stagione dello show Marvel/Netflix che è sbarcato nell'intero delle sue 10 puntate il 7 settembre 2018.

Diciamoci il vero, la prima stagione è stata una mezza delusione. Sicuramente migliore della prima dedicata al suo storico compagno di squadra Luke Cage, ma inferiore agli altri show Marvel/Netflix.

Quindi perché ho dato una possibilità a questo secondo ciclo?

Ma semplicemente perché dopo la sorpresa di Luke Cage, di cui vi ho parlato qualche tempo fa, ero curioso di vedere se anche Danny e il suo Fist avevano fatto progressi.

E devo dire che effettivamente ho fatto bene.

Per una volta posso affermare che Iron Fist è la migliore stagione di quest'anno fin'ora uscita, tenendo conto che il 19 ottobre esce la terza di Daredevil, delle serie Marvel/Neflix.

Si parte dal finale dei Defenders. Matt Murdock, apparentemente seppellito sotto le macerie del palazzo della Mano, ha lasciato il compito di difendere la città a Danny Rand, che diventa il nuovo vigilante notturno.

 
Danny però sente il peso di quel compito e un po' alla volta inizia a perdere la ragione creando scompiglio ogni volta che interviene.

Come avevamo già visto durante la prima stagione si è unito sentimentalmente con Colleen Wing e ormai i due abitano assieme.

 
Si è riappacificato con Ward Meachum 

ma quest'ultimo ha perso i contatti con la sorella Joy 

dopo averle rivelato che il padre Harold era ancora vivo.

Nel frattempo Joy ha trovato in Davos un prezioso alleato.

 
Da qui si dipanerà tutta la storia.

Veniamo quindi alle mie considerazioni.

Come dicevamo all'inizio, questa serie è decisamente superiore a tutte quelle viste quest'anno targate Marvel/Netflix.

Dieci episodi di una durata media di 50 minuti sono stati più che sufficienti per dare un discreto ritmo alla storia senza perdersi in troppi fronzoli.

Rispetto alla seconda su Power Man, dove il protagonista veniva messo in secondo piano per la prima metà, qui fortunatamente la cosa non succede.

Danny è il protagonista assoluto e la sua evoluzione psicologica segue un cammino abbastanza "binarizzato" ma comunque interessante.

Danny sente il peso del suo ruolo di salvatore, un po' alla volta ne viene schiacciato, e solo dopo una serie di eventi ritroverà l'equilibrio e l'armonia interiore.

Per una volta anche il cattivo, Davos, che come scrissi all'epoca ricorda fin troppo Bullseye, è ben gestito.

Se continuiamo a fare paragoni con Luke Cage, Davos è estremamente diverso da Bushmaster.

Come dicevo nella recensione, Bushmaster è si un criminale, ma dai toni grigi, cerca potere e vendetta, ma ha uno scopo che forse può essere condiviso.

Anche Davos vuole vendetta, per quella che lui stesso ritiene un'ingiustizia e, ottenuto il suo scopo, vuole portare il cambiamento.

Solo che è un cambiamento votato al male, amministrando la sua giustizia sbaragliando chiunque sia contrario ai suoi principi e che si metta di fronte al suo cammino.

Però escludendo i due personaggi principali, quella che mi ha più colpito è Mary Walker.

 
Personaggio strano e particolare perchè soffre di disturbo dissociativo dell'identità, creando due alter ego di se stessa, Mary la parte buona e Walker la parte cattiva.

Alice Eve, la sua interprete, riesce a mettere in scena due personaggi estremamente contrapposti ed entrambi ben gestiti e caratterizzati.

Tra l'altro non avevo associato che Mary Walker nei fumetti è Typhoid Mary.

 
Interessante l'episodio che esplora le origini delle "due identità" del personaggio anche se forse c'è ancora da esplorare, specialmente per la città dove si svolgono i fatti si svolgono,  Sokovia, teatro del finale di Avengers: Age Of Ultron.

Meno interessanti il terzatto formato da Colleen, Ward e Joy. Se i primi due assumono una maggior rilevanza nella seconda parte della stagione, forse il personaggio meno interessante è la bella Joy che ricopre sempre un ruolo abbastanza marginale anche se sarà importante per il finale.

In alcuni episodi tornerà anche Misty Knight

che conferma le impressioni positive avute in Luke Cage.

La cosa che non torna però è la collocazione temporale di questa serie rispetto a Luke Cage.

Sicuramente entrambe sono ambientate dopo The Defenders, ma nell'episodio dove Danny appare a dar man forte a Power Man, si vede uomo in pace e armonia con se stesso, cosa che raggiunge solo dopo la fine della serie.

D'altro canto questa serie non può essere prima di quella ambientata ad Harlem, in quanto Misty ha già il braccio bionico e in uno degli episodi finali dirà una cosa del tipo: "l'ultima volta che ho visto Luke non mi è piaciuto", facendo riferimento al finale di stagione.

Anche collocarla nel mezzo non avrebbe senso ma qui finirei nello spoiler.

Escludendo questo fatto, la serie nel complesso è ben gestita. In quasi tutti gli episodi c'è il giusto equilibrio tra le scene di "storia" e le scene di combattimento.

Queste ultime sono senza dubbio molto meglio gestite rispetto alla prima stagione, dove si notava che erano fin troppo coreografate.

Ancora una volta Netflix stupisce nel finale, mettendo delle interessanti basi per un possibile seguito che a questo punto forse non vedremo sulla piattaforma, vista la creazione di quella targata Disney.

Staremo a vedere.

Quindi, in definitiva, voto positivo per il secondo ciclo di storie di Iron Fist che nei suoi dieci episodi, mai troppo lunghi, non fa annoiare lo spettatore come invece ha fatto la prima stagione.

See you next

P.S.: fate molta attenzione al palazzo in costruzione che fa da sfondo alla battaglia dell'episodio 6 "Il drago muore all'alba", si parla di  "42 Baxter".
Non vi dice niente? e se vi dicessi Baxter Building?

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