Ehy guys,
quest'oggi iniziamo così, rubando l'inizio con la loro frase tipica d'apertura.
Voglio darvi le mie impressioni su uno speciale capitolo di un progetto fumettistico che ormai seguo da qualche anno e che si sta ampliando sempre di più.
Parliamo del progetto Capitani Italiani, una serie di testate che vogliono portare ed unire il Made in Italy ai supereroi di stampo americano.
Qualche anno fa vi parlai di quello che oggi possiamo tranquillamente definire il capitolo 1 di quest'avventura, ovvero la prima stagione di Capitan Venezia.
Come avevamo visto nelle pagine degli albi che formavamo la stagione, venivano narrate le avventure di quella che a me piace continuare a chiamare la JLV (Justice League Veneta) dove, tra gli altri protagonisti, abbiamo conosciuto Antonio Teston, meglio noto come Capitan Padova.
Il volume di cui voglio raccontarvi oggi è uno speciale volume dedicato all'eroe biancoscudato.
Che poi proprio eroe non è il termine corretto, visto che Antonio, una volta deciso di indossare la maschera, risponde alla violenza con la violenza.
Come dicevo nel post dedicato, Capitan Padova ricorda in qualche modo Frank Castle, il Punisher di casa Marvel,
con il quale condivide anche le origini.
Come succedeva per l'antieroe col teschio, anche la famiglia di Antonio muore in un incidente, avvenuto in questo caso alla stazione di Padova.
Nella prima stagione di Capitan Venezia però il personaggio non aveva avuto un approfondimento psicologico.
Questo speciale vuole portare rimedio, spiegando meglio chi è l'uomo sotto la maschera e scavando sulle ragioni delle sue azioni.
Non voglio minimamente fare spoiler sulla storia perché è un albo che va letto, però la cosa che mi è piaciuta di più è in qualche modo un parallelismo con un altro personaggio della Casa delle Idee, ovvero Daredevil.
Chi conosce il Diavolo sa bene quanto questo personaggio sia legato alla religione. In molte vignette si vede Matt confessarsi per le sue azioni da vigilante.
Lo speciale di Capitan Padova parte proprio da una scena analoga, dove Antonio è davanti ad un prete per confessarsi.
Al contrario però di Matt Murdock che nel suo essere vigilante cerca di essere nel giusto, Antonio Teston abbandona la via della fede per farsi giustizia da solo, specialmente quando scopre il nome del mandante dell'attentato che è costato la vita ai suoi cari.
Le pagine dell'albo sceneggiato da Fabrizio Capigatti raccontano una storia cupa, cruda e violenta che però mettono il lettore nello stato di immedesimarsi perfettamente nei pensieri e nelle azioni di Capitan Padova.
Anche se in un ruolo minore, anche Capitan Venezia
avrà il suo spazio, diviso in due momenti ben distinti. Da una parte avremo l'eroe che cercherà di fermare e far ragionare Capitan Padova, dall'altra verranno svelati alcuni particolari dell'uomo dietro la maschera che non conoscevamo prima d'ora e che sicuramente verranno approfonditi nei prossimi capitoli.
Tutto l'albo è disegnato in tecnica tradizionale usando china acquarelli e acrilici su carta, ormai una vera rarità in un mondo prevalentemente digitale. Il disegno di Federico Toffano è diviso tra vignette più "sporche" e abbozzate, a disegni più dettagliati per i momenti più importanti della vicenda.
Senza dubbio la scena migliore, vuoi per la spettacolarità, vuoi per il pathos emotivo, è senza dubbio la splash page che chiude la storia.
Personalmente questo speciale è una perla di un universo narrativo che inizia a delineare maggiormente le sue linee guida e ad espandersi sul tutto territorio italiano.
Non mi resta quindi che consigliarvi la lettura di questo speciale se conoscete già l'Universo nato in Capitan Venezia, oppure di recuperare il volume della prima stagione.
Io invece aspetto con ansia i prossimi capitoli delle storie dei Capitani Italiani.
See you next
L'ho preso a Bassano Comix ma devo ancora leggerlo, anch'io sono un fan da anni della saga dei Capitani :)
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