PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE IL 08/11/2018 E OGGI NON PIU' DISPONIBILE
Voltron, sicuramente uno dei robot più famosi degli anni '80, ricordato per il suo mecha design particolare dove gambe e braccia erano la testa dei leoni che lo componevano.
Molti però non sanno che il Voltron che abbiamo visto in televisione da piccoli, non era altro che un rimaneggiamento di una serie giapponese, ovvero Golion.
In America non era una novità cambiare nomi e stravolgere storie per dare un senso diverso al tutto. Tanto più quando Golion è il primo capitolo di una trilogia formata appunto da Golion, Armored Fleet Dairugger XV
e da episodi di Golion creati appositamente per il mercato Americano.
Nei piani iniziali dovevano ficcarci dentro anche Arbegas,
ma gli scarsi ascolti di Fleet Dairugger XV hanno fatto cambiare i piani.
In Italia, se non vado errato, abbiamo visto solo la prima parte ovvero Voltron con i leoni.
Personalmente Armored Fleet Dairugger XV non lo ricordo invece mi piaceva tanto Arbegas che abbiamo visto con un doppiaggio abbastanza fedele all'originale.
Altri rimaneggiamenti simili, per lo meno a memoria mia, li abbiamo visti nel progetto Robotech
dove venivano uniti Macross, Southern Cross e Mospeada sotto un'unica bandiera, stravolgendo in parte l'identità della prima serie ma distruggendone le altre due.
Ma perché oggi vi racconto tutto ciò?
Ma semplicemente perché in tempi recenti, escludendo un tentativo malriuscito di riattivare il brand nel '98, la Dreamworks e Netflix nel 2016 hanno dato inizio ad un vero e proprio reboot della saga dal nome Voltron: Legendary Defender.
E quindi arrivamo alla mia recensione di oggi, cercando di mettere a paragone la serie "classica" con le prime due stagioni (per ora le uniche rilasciate su Netflix) della serie moderna.
Senza dubbio la cosa che salta subito all'occhio è che i protagonisti sono riconoscibilissimi e per quanto abbiano ovviamente un design più moderno, la base del loro aspetto è rimasta invariata.
L'unica cosa che cambia è il quinto pilota, quello che vestirà la tuta nera, molto diverso dalla versione anni '80.
L'osservatore attento però capirà anche che non è propriamente lo stesso personaggio. Infatti nel Voltron classico avevamo Sven, mentre in Legendary Defender abbiamo Shiro.
Le differenze ovviamente non sono solo nel nome, ma su questo ci torneremo.
Partiamo quindi dalla storia.
Una spedizione sulla luna di Plutone Kerberos viene attaccata da un velivolo alieno ostile dell'Impero Galra e gli astronauti vengono dati per morti.
Un anno dopo, sulla Terra, tre cadetti dell'accademia Galaxy Garrison, Lance,
Pidge
e Hunk,
sono testimoni di un incidente aereo e apprendono che a schiantarsi è stato uno dei membri
della spedizione, Shiro, che è stato messo in quarantena dai funzionari dell'accademia.
Mentre architettano un piano di salvataggio, uno studente espulso dall'accademia conosciuto come Keith,
salva Shiro portando anche Lance, Hunk e Pidge nel deserto.
Shiro non è in grado di ricordare nulla della sua prigionia, ma il gruppo è riesce a capire che i Galra stanno cercando un'arma conosciuta come "Voltron".
Trovano pertanto un grande Leone Blu robotico nel deserto e apprendono che è solo uno dei cinque leoni che formano Voltron.
Il Leone Blu accetta Lance come suo pilota e porta i cinque attraverso un wormhole al Castello dei Leoni di Arus.
Qui conosceranno la principessa Aurora e il suo fido braccio destro Coran,
ibernati dopo 10000 dall'ultima battaglia di Voltron contro i Galra.
Da qui si dipaneranno tutte le vicende della serie.
Siamo sinceri, la prima stagione mi ha convinto fino ad un certo punto.
Senza dubbio molto infantile e sicuramente fuori dal mio target.
Tra le altre cose i primi episodi servono principalmente per mettere le basi della vicenda, mostrare il recupero dei leoni e far vedere l'addestramento dei piloti nel formare e usare Voltron.
Già in questa fase ci sono moltissime differenze rispetto alla versione classica.
La cosa che salta subito all'occhio è che ogni pilota ha la tuta del colore del proprio leone.
Infatti se ricordate, nella serie classica Keith, con la tuta rossa era il leader e guidava il leone nero. Lance, con la tuta blu il leone rosso e Sven con la tuta nera il leone blu.
Qui le tute sono rimaste con gli stessi colori ma cambia il leone alla guida. In pratica Shiro, con la tuta nera diventa il capo, Keith guida il leone rosso e Lance quello blu.
Per i fan di vecchia data come me sicuramente è una cosa che fa strano, però nella serie ha la sua giusta motivazione.
Altro cambiamento sono proprio i leoni che non cambiano solo per estetica ma anche per utilizzo.
Se infatti il leone giallo di Hunk rappresenta in pieno il suo pilota, più corpulento, meno veloce ma più corazzato, quello rosso sarà quello più indomabile, mentre quello verde di Pidge sarà quello più tattico, visto che potrà mimetizzarsi.
Anche il leone in se e per se non è più una macchina semplicemente pilotata, ma una vera e propria entità che in qualche modo si fonde col suo paladino.
E ovviamente anche l'unione dei 5 non sarà più semplicemente l'unione di 5 veicoli, ma la sincronia dei 5 piloti.
Senza dubbio questa visione ricorda molto di più Combattler V
dove i cinque piloti dovevano raggiungere una sincronia tra loro prima dell'unione.
Ma se i piloti restano esteticamente molto simili alla loro controparte "storica" i veri cambiamenti li abbiamo nei comprimari della vicenda, specialmente se ci focalizziamo su Aurora, Coran e sul Re Zarkon.
Se i primi due ricordano degli elfi, o dei vulcaniani se volete,
è Zarkon ad essere radicalmente cambiato.
Infatti nella serie lo ricordavamo come un vero e proprio regnante, con tanto di corona e veste cerimoniale.
Zarkon nella serie moderna è un vero e proprio guerriero, con tanto di armatura dove nel corso degli episodi, specialmente nella seconda stagione, entrerà in prima linea sul campo di battaglia.
Se vogliamo essere precisini, a fine prima stagione avremo una rivelazione importante su uno dei personaggi principali, ma non voglio spoilerare nulla.
Fatte queste differenze più evidenti, vediamo allo svolgimento delle due stagioni.
Come già detto la prima mi ha convinto fino ad un certo punto. Vuoi perché l'azione era praticamente nulla, vuoi perché si dava più importanza al lato comico piuttosto che alle battaglie, vuoi perchè Volton lo si vede in due/tre episodi al massimo per pochissimi minuti.
Per chi come me ha vissuto "l'era robotica", diciamocela tutta, il fulcro erano le mazzate tra robottoni.
Per cui vedere veramente poco il robot protagonista era un po' una delusione.
Le cose però si fanno più interessanti sul finale della prima stagione e nello svolgimento della seconda.
In fin dei conti viene fatto intendere una cosa abbastanza sconvolgente, che verrà confermata nei secondi tredici episodi.
Diciamo che questa rivelazione mette tutta la serie su un altro piano.
Vengono eliminati quasi tutti i lati comici forzati, concentrandosi maggiormente sulla storia.
Voltron si vede sempre poco, ma viene dato maggior risalto al lato tattico delle missioni e dell'interazione della squadra.
Ognuno dei cinque paladini ha il suo ruolo e ognuno è fondamentale per la riuscita del piano.
Personalmente questo cambio di direzione mi è piaciuto molto. Anche la gestione delle battaglie con Voltron è molto diversa che nel passato.
Infatti si vede realmente interagire i cinque piloti per poter vincere la battaglia, cosa che normalmente nelle vecchie serie era solo il capo squadra a farla da padrone.
Voltron non è più il super robot invincibile del passato, ma la sua forza è data dalla sincronia dei piloti con il loro leone e dall'abilità acquisita nel tempo.
Devo dire che questo tipo di "svecchiata" era d'obbligo. Per quanto sia appassionato dei robottoni lo schema degli episodi era fin troppo ripetitivo fatto di una sequenza del tipo:
Pace -> attacco del nemico -> contrattacco -> formazione del robot -> vittoria -> nuova pace momentanea
Anche le scelte nelle rivelazioni fatte sulla natura di protagonisti e antagonisti è molto azzeccata e da un connubio diverso a "sfumature di grigio".
<SPOILER>
Chiaramente faccio riferimento da una parte alla natura Galra di Keith, che in qualche modo ricorda la natura Boazana dei tre fratelli protagonisti di Vultus 5,
ma anche la rivelazione che Haggar è invece un'Alteana come la principessa Aurora e Coran.
Personalmente mi è piaciuto meno il cambio di sesso per Pidge che in realtà si chiama Katie. La cosa non mi ha disturbato per la rivelazione in se, ma più che altro è ininfluente ai fini del racconto. Onestamente avrei preferito che una volta che il gruppo ha saputo la verità, potevano renderla più femminile esteticamente.
</SPOILER>
Arriviamo quindi alle conclusioni.
Voltron Legendary Defender è un remake che acquista di interesse dalla seconda stagione.
Molte cose sono cambiate dalla versione "classica", ma che però danno quello svecchiamento che serviva per dare nuova vita al brand.
Forse il robottone protagonista si vede fin troppo poco e, pur non essendo un male in cambio di una storia più articolata, è un colpo al cuore per i nostalgici dell'era robotica.
Sicuramente sono interessato a proseguire con le restanti stagioni, trasmesse in gran parte su K2, ma non ancora disponibili su Netflix.
Va quindi vista? secondo me si, tenendo conto che la prima parte della storia è sicuramente anche la più debole, fin troppo votata sul lato comico, più che sull'azione.
Consigliata specialmente a chi, come me, amava il Voltron originale.
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