martedì 10 ottobre 2023

Shin Getter Robo Re: Model


Sono sempre stato un fan accanito della robotica Giapponese. Ho sempre preferito "salire virtualmente" a bordo dei colossi metallici e combattere le minacce alla Terra piuttosto che vedere gli smielati musical della premiata scuderia Disney.

Tutt'oggi se mi chiedete se ho visto questo o quel classico vi rispondo di no e sicuramente non saprei citarvi questa o quella battuta famosa.

Se invece mi parlate di Mazinga, Daltanious o Gundam posso farvi veri e propri trattati... più o meno.

Ogni tanto quindi, anche adesso, mi torna la voglia di vedere questo o quel titolo, magari recuperando qualche serie che all'epoca non avevo visto in TV, oppure che non era mai stata trasmessa in chiaro.

Oggi quindi voglio darvi le mie impressioni una di queste serie, parlandovi di Shin Getter Robo Re: Model.

Serie del 2004 in 13 episodi di circa 20 minuti è, di fatto, un reboot e in qualche modo un adattamento più fedele al manga del Getter Robot creato da Gō Nagai e Ken Ishikawa.

Sarò sincero, pur essendo state trasmesse entrambe le serie di Getter sulla TV italiana, una col titolo Space Robot (Getter Robot) 

e la seconda come Jet Robot (Getter Robot G) 

a memoria non le ricordo e potrei giurare di non aver mai visto nemmeno un episodio.

Onestamente ricordo poco anche Goldrake e dei due Mazinga ho indelebile l'immagine del robot che esce dalla piscina davanti alla base.

Per cui mi sembrava un'ottima occasione per recuperare uno dei mostri sacri della robotica, che per chi non lo conoscesse, è stato anche il primo robot componibile.

Tre navicelle, dette Getter Machine che, a seconda della combinazione, formano tre robot da caratteristiche peculiari che in qualche modo rispecchiano i tre piloti.

La serie come detto è sviluppata in 13 episodi e si avvicina molto più alle atmosfere crude del manga.

Essendo una serie dei primi anni 2000 ha una gestione degli episodi molto più compatta e continua nella narrazione e meno "ritualistica" e in qualche modo "schematica" della serie originali degli '70.

I primi tre episodi servono semplicemente ad introdurre i tre protagonisti rispettivamente:

- Ryōma Nagare 

pilota della Getter Machine rossa, chiamata Eagle e pilota del Getter 1.

- Hayato Jin 

pilota della Getter Machine bianca, chiamata Jaguar e pilota del Getter 2.

- Musashibo Benkei 

pilota della Getter Machine gialla, chiamata Bear e pilota del Getter 3.

Se i nomi dei primi due sono quelli dei piloti originali, il terzo in qualche modo è la "fusione" tra Musashi Tomoe (Getter Robot) e Benkei Kuruma (Getter Robot G).

Seguendo quando raccontato nel manga originale i tre protagonisti non sono tre eroi votati alla missione, ma sono di fatto tre antieroi al confine tra buoni e cattivi.

Ryōma è un attaccabrighe, esperto di arti marziali che vive alla giornata, cercando risse spesso con Yakuza o simili, spesso per placare il suo spirito combattivo.

Hayato è di fatto un terrorista, molto astuto e rapido nei movimenti, verrà reclutato quando attaccherà la base Getter e dopo essersi scontrato con Ryōma.

Benkei invece ha un passato da brigante che ha fatto ammenda dei suoi peccati e diventato bonzo.

Tre personaggi molto aticipi per una serie robotica, ma decisamente in linea con le direttive guida delle opere di Gō Nagai.

 
La serie, come dirà la stessa "solita enciclopedia", fa parte della cosiddetta Dark Age della robotica, per l'etica ambigua dei personaggi, la violenza, la presenza di scene gore e splatter e le tematiche più adulte.

E non vi nego che questa "ambiguità" dei protagonisti è stata proprio la cosa che mi è piaciuta di più nella serie.

Il Dottor Saotome

lo scienziato combattente che ha scoperto prima i misteriosi raggi Getta e creato successivamente il robot, è lui stesso un personaggio ambiguo.

Combatte per la salvezza della Terra, ma sicuramente è il primo ad avere un secondo fine.

A mio avviso questa serie ha molte influenze di quella che possiamo definire la "terza era della robotica", ovvero quella mistica.

 
In fin dei conti, per tutta la serie, viene messo un grossissimo punto di domanda su cosa sono realmente i raggi Getta e, soprattutto, viene dato un senso ai continui attacchi degli Oni, i principali nemici della serie.

Parte del fascino della serie sta proprio in questi misteri che, diciamocela tutta, verranno risolti solo in piccola parte, arrivando ad un finale aperto che lascerà molti interrogativi.

L'altro punto forte della serie sono l'estetica dei combattimenti. Siamo di fronte ad un Super robot della prima era e, per quanto sia componibile, ci sono poche "ritualità" nella fase di agganciamento/trasformazione. Il tutto è fortemente basato sull'azione pura.

 
Azione che, figlia proprio della Dark age, è rapida e aggressiva. Getter è un robot con pochissime armi, per cui non assisteremo mai ad elaborate strategie di combattimento basate su fruste, lame e cannoni, ma su una trivella in modalità Getter 2, dei missili in modalità Getter 3 e due asce in modalità Getter 1.

Per il resto Getter fa largo uso di pugni, calci e prese come nel migliore incontro di pugilato o di Wrestling.

E' presente l'arma finale che chiude lo scontro, ma anche in questo caso nessuna "ritualità", ma solo un potentissimo raggio di energia che disintegra il nemico.

Anche il design dei personaggi ha una resa "sporca" che ricorda molto lo stile del disegno di Gō Nagai.

 
Non posso negarvi che questo mix tra personaggi al confine tra buoni e cattivi, mistero nella storia e brutalità nei combattimenti, mi hanno fatto amare questa serie.

Pochi episodi, pochi personaggi ma tutto ben caratterizzato.
Ma quindi è tutto ottimo?

Direi purtroppo no.

La serie parte con le migliori intenzioni, prendendosi il giusto tempo nella prima parte, porta tutto su un altro piano, dando maggior spazio al lato "mistico", ma esagera troppo nell'espandere la storia, arrivando ad un finale in qualche modo tagliato non dando troppe spiegazioni allo spettatore di quello che succede.

E' un vero peccato. Probabilmente, come già successe per Neon Genesis Evangelion, l'idea era quella di avere a disposizione più episodi ma, in corso d'opera, il tutto è stato tagliato.

Si vede tantissimo che dopo la fase del "salto nel passato alternativo" si voleva puntare su un "futuro distopico" e dare una spiegazione accurata ai raggi Getter e al cimitero dei Getter Robot.

Purtroppo lo spazio di manovra è breve e restanti episodi erano troppo pochi per dare un "posto a tutto".

Si arriva quindi ad un finale a mio avviso affrettato dove però si nota tantissimo la "regola madre" delle opere di Gō Nagai. Il robot è un mezzo talmente potente da poter "corrompere" il suo pilota e farlo diventare un demone. Solo la forza di volontà dello stesso può farlo diventare un dio.

Ryōma stesso, in molte inquadrature ed espressioni ricorda tantissimo l'Akira Fudo di Devilman, con uno sguardo quasi demoniaco pronto a combattere qualsiasi nemico solo per placare la sua sete di battaglia.



L'ultimo episodio è proprio il fulcro di questo, facendoci vedere un Ryōma che ha visto un suo possibile futuro come demone, ma vuole in qualche modo affrontarlo, anche se non sapremo come e se ci riuscirà.

Un finale quindi sospeso che però lascia degli interrogativi su cosa sono realmente i misteriosi raggi Getter.

Hayato riuscirà ad avere delle risposte?

Probabilmente non lo sapremo mai.

Una serie che a mio avviso, se siete fan del genere, va vista anche per i pochi episodi che la compongono.

Una riscrittura moderna di uno degli eroi metallici creati dal Maestro Gō Nagai ormai quasi cinquant'anni fa (Getter Robot è del 4 aprile '74).

Peccato per un finale troppo abbozzato che avrebbe lasciato spazio per una seconda stagione, cosa che succederà anche per il reboot di Mazinga Z qualche anno dopo con l'altrettanto bella serie Mazinger Edition Z: The Impact!.

La serie è disponibile su Prime Video se volete recuperarla.

See you next



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