PUBBLICATO ORIGINARIAMENTE IL 26/09/2014
Noi non facciamo arte. Noi facciamo cadaveri.
Queste, se non le avete riconosciute, sono le parole più ricorrenti all'interno di uno dei più discussi fumetti Italiani dell'ultimo periodo, parliamo infatti di Orfani.
E' già oggi si torna al fumetto, ma specialmente a quello Italiano. Come per il cinema, chi mi conosce sa che non leggo fumetti prodotti dal "bel paese". Perchè? onestamente i titoli proposti mi hanno sempre attirato poco. Per carità ho letto qualcosa dei titoli più noti, eccetto Tex (i western mi hanno sempre fatto cagare indipendentemente dal media che li proponeva), però nulla mi ha mai colpito.
Mi sono divertito col Lupo azzurro, in fin dei conti sono uno di quella che si potrebbe definire "Silver Generation", visto che in casa mia tra diari scolastici e calendari, Alberto era sempre il benvenuto.
Mi hanno fatto ridere anche le scrisce di Jacovitti, in particolare il suo Cocco Bill, oppure Bonvi e i suoi bizzarri Sturmtruppen. Però erano per lo più raccolte, volumi unici con le storie più belle, niente di regolare.
Ma arriviamo al succo dell'articolo, lo sapete, mi piace divagare. Settembre 2013, esce nelle fumetterie e nei Gamestop (eh? che cazzarola centra un fumetto in un posto dove compri videogiochi?) un numero speciale di una nuova serie Bonelli. Poche pagine, distribuite gratuitamente, per mostrare al grande pubblico alcuni disegni di quello che è un laborioso progetto, diviso a stagioni, durato oltre quattro anni di studio.
Dietro questo studio ci sono due nomi molto importanti nel panorama Italiano, Emiliano Mammucari per il character design e le ambientazioni ma, soprattutto, Roberto Recchioni come autore del soggetto, trama sceneggiatura.
Confesso la mia fottuta ignoranza nel campo ma, prima di Orfani e della discussione mediatica uscita in seguito, non avevo mai sentito nominare i due signori di cui sopra. Ragazzi scusate.
La Bonelli ha creduto e investito molto nel progetto, oltre al numero zero citato realizzato in partnership con Multiplayer.it, ha preceduto l'uscita vera e propria con una robusta campagna promozionale.
Anche lo stile degli albi di Orfani è molto diverso dallo standard della casa editrice. Non sono un esperto, l'ho già detto e ripetuto ma, da quello che ho capito, la Bonelli ha sempre prediletto un impostazione abbastanza classica alle sue tavole. Qui invece si usa uno stile più americaneggiante e, soprattutto, si usa il colore. Infatti chi non lo sapesse, gli albi della casa editrice sono sempre in bianco e nero.
Chiaramente, come usanza, spoiler.
Tutto molto bello, ma Orfani alla fine di cosa parla? Terra, in un futuro non troppo lontano. Un devastante raggio energetico colpisce la colpisce, radendo al suolo gran parte dell'Europa e uccidendo all'istante un sesto della popolazione del pianeta. Causa di tanta distruzione sembra essere un attacco premeditato da parte di alieni di un lontano pianeta. Dopo questo evento, una scienziata di nome Jsana Juric e un generale dell'esercito di nome Takeshi Nakamura radunano un gruppo di bambini sopravvisuti alla catastrofe per addestrarli e prepararli a "fare il culo" agli alieni, per salvare l'umanità e riportare la pace.
I bambini verranno addestrati, potenziati e resi delle vere e proprie "macchine da guerra" pronti ad affrontare qualsiasi minaccia.
Siamo onesti, l'incipit della storia è abbastanza classico e se vogliamo abbastanza in linea con alcune pellicole fantascentifiche. Recchioni stesso ha ammesso di essersi ispirato al "signore delle mosche" di William Golding e a Starship Troopers di Robert A. Heinlein, oppure al videogioco Halo che lo richiama molto nel design delle armature della squadra.
Sarò onesto, Orfani l'ho incominciato proprio per il forte riferimento al design di Halo (anche se io non ho mai giocato a nessun gioco della serie fin'ora), per i buoni disegni visti nel numero zero e perchè è una serie italiana un po' fuori dai nostri canoni normali.
Orfani però è molto di più. Prima di tutto ha una conclusione. Non definitiva, sia ben inteso, ma in dodici numeri viene spiegata la storia partendo dal momento dell'esplosione fino alle consueguenze dell'accaduto.
Ogni numero viene diviso in due parti. La prima è un flashback, viene raccontato il passato della squadra e tutto il loro addestramento fino alla loro partenza per lo spazio profondo. Nella seconda invece siamo nel presente, con la squadra ormai cresciuta e pronta ai primi scontri con gli alieni invasori. Questo "contrasto" è sicuramente un incipit per il primo numero, visto che serve a presentare i personaggi ma, mano a mano che la storia procederà nel suo corso, servirà al lettore a capire gli atteggiamenti e i comportamenti dei vari componenti nel presente a fronte di quanto successo nel passato. Ogni numero si focalizza su uno o due personaggi della squadra, mostrandone il carattere prima e durante la guerra.
I protagonisti sono sette. I cinque membri della squadra dei supersoldati, la scienziata che li ha potenziati e il generale dell'esercito che li ha addestrati. Ognuno di loro ha il suo carattere ben delineato, ma andiamo con ordine.
Juno detta Angelo: il pilota della squadra e uno dei membri più forti della stessa. Il suo carattere sembra sempre pacato e tranquillo, ma medita vendetta nei confronti di Nakamura. Infatti la ragazza capirà che il fratello Hector non è morto per un incidente ma per un esperimento dello stesso Nakamura. Durante l'addestramento, ricambiata, si innamorerà di Jonas.
Sam detta Mocciosa: addetta allo spionaggio e alle infiltrazioni è il membro più giovane della squadra e da qui il suo soprannome. Se da una parte sembra una ragazzina impaurita per gli eventi accaduti, mostrerà una seconda personalità distorta nel corso della storia.
Purtroppo non sono riuscito a trovare la scheda di Raul
Raul detto Eremita: il cecchino del gruppo. Chiuso e riservato caratterialmente, farà fatica a sentirsi parte della squadra, anche se collaborerà sempre pur fornendo appoggio da lontano e mai in prima linea.
Ringo detto Pistolero: sicuramente la testa calda della squadra. Se inizialmente sarà l'elemento indisciplinato ed egoista sempre pronto a colpire l'avversario, nel corso della storia si rivelerà estremamente altruista e determinato a portare a termine i suoi obiettivi e ideali.
Jonas detto Boyscout: il leader degli Orfani. Carismatico e sicuramente il soldato perfetto, visto che accetterà senza discutere mai le missioni che gli verranno affidate. Si prenderà cura sempre e comunque di tutta la squadra, anche se alcuni elementi saranno in disaccordo con le sue decisioni.
Ultimi, ma non meno importanti i due elementi che forgiano la squadra.
Jasna Juric: la dottoressa con un occhio coperto da una sofistica benda hi-tech e responsabile della selezione e potenziamento della squadra. Personaggio ambiguo, fin dall'inizio si capisce che ha qualcosa da nascondere, o comunque che non combatte per l'ideale di pace inculcato ai ragazzi.
Takeshi Nakamura: il militare responsabile dell'addestramento dei ragazzi. Estremamente rigido nei suoi dettami di insegnamento, le cose spesso sono o bianche o nere. Pronto a sacrificare anche tutta la squadra per il "bene comune".
Inizialmente la storia è incentrata sulla battaglia gli umani e gli alieni. Esseri fatti di quello che sembra cristallo, ed estremamente aggressivi.
In poco tempo la squadra farà un assalto ad una cittadella degli alieni, radendola al suolo. C'è qualcosa di strano. La cittadella sembra essere apparsa dal nulla. Jonas e Juno suppongono essere la tecnologia di quella sconosciuta civiltà. I due tornati alla base, decideranno di sposarsi, ma verranno attaccati dagli alieni volanti. La squadra uscirà per attaccarli con le navicelle ma Ringo, colpito da uno dei nemici, dovrà fare un atterraggio di fortuna su un pianeta vicino. Sembra la fine per il ragazzo, visto che l'aria del pianeta, senza un particolare farmaco somministrato alla squadra prima di ogni missione, è nociva nel lungo periodo.
Questo sarà la base su cui si incentrerà tutta la seconda parte della prima stagione. Ci saranno colpi di scena, e nulla di ciò che hanno raccontato ai ragazzi, sembra essere la verità.
Mano a mano che procedeva la pubblicazione c'erano sempre i due lati della medaglia, chi lo amava e chi lo odiava. Chi era contro si scagliava sul fatto che la storia era basata sui combattimenti, sulle battaglie ed era tutto uno spara spara abbastanza scontato. Chi lo amava lo venerava a capolavoro. Personalmente se l'incipit iniziale è "già visto", come dicevamo all'inizio, mano a mano che la storia procede si punta più sull'effetto "ti hanno preso in giro per tutta la vita". Chi ha letto i dodici volumi sa bene a cosa mi riferisco, per gli altri non vorrei spoilerare oltre (anche se forse l'ho già fatto).
Arriviamo quindi negli ultimi numeri e alle conseguenze che la scoperta porta. Il numero finale conclude degnamente la stagione e lascia delle basi su cui inizierà la seconda.
Che dire in conclusione, Orfani non è sicuramente il fumetto più innovativo della storia però, ha una trama solida, scritta personalmente bene, non annoia o si perde in inutili fronzoli e disegnata bene.
Lo stile americaneggiante si sente e non ne è un difetto. I disegni hanno uno stile "pulito" e non sono mai abbozzati o confusionari, come lo stile di alcuni disegnatori moderni.
Consigliato a chi vuole un fumetto fantascentifico dai risvolti interessanti. Sconsigliato a chi predilige trame complicate, cervellotiche o chi aspetta il fumetto definitivo.
Personalmente è qualcosa di diverso dal solito stile italiano "stantio" basato sui soliti nomi.
Noi non facciamo cadaveri, noi facciamo la rivoluzione.
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